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[Brancaleone rimane interdetto a sentire la voce della Morte, e spaventato si volta. Ai suoi occhi appare sulla cima di un dirupo la figura stereotipata della Morte: uno scheletro ravvolto in un mantello nero con tanto di falce. Essa si rivolge all'eroe con un leggero accento fiorentino]

Brancaleone: Chi è? Chi sie?

Morte: Son la tua morte! Non mi chiamasti?

Brancaleone: I-io?

Morte: Sì. Fosti tu a invocarmi!

Brancaleone: Ah, aah sì... parole che sfuggono, nell'empito dei sentimenti... e che si sape mai furon prese a serietà.

Morte: D'ora innante lo saranno. Preparat'a morire!

Brancaleone: Lo come? In sull'istante?

Morte: [ridendo] Oh che s'aspetta... io ci sono, tu ci sei... Ti fo scegliere: un coccolone? Peste improvvisa? Verniculite? Ovvero un fulminante disciogliersi de il corpo?

Brancaleone: [ridendo sprezzante] Le misere proposte! Brancaleone da Norcia debbe aversi morte gloriosa, con l'arme in pugno et per causa iusta! Eh questo mi spetta: son cavaliere!

Morte: Come tu vvoi... t'hai tempo le sette lune, trascorse le quali io verrò a ti pigliare dove umque et come umque!

Brancaleone: Sette lune?! Mi basta l'arco d'un sol iorno per trovare la mia degna morte!

Morte: Quand'è così, voglio aiutarti. Le cinque miglia di qui, il loco detto "Ponterragno", stassi per compiere uno delitto contra uno innocente. Tu tenta a salvarlo, et avrai così gloriosa morte. Io là sarò, tra minuti diece. Procedimi!

Brancaleone: Diece minuti col caval mio Aquilante? Facimo in fra un'oretta, et ivi sarai mia! Birba a chi manca!

Morte: Birba!

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