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Proximo: Fuori. Fuori! Muovetevi! Congratulazioni, generale. Hai degli amici molto persuasivi.

Lucilla: Mio fratello ha fatto arrestare Gracco. Non possiamo aspettare ancora. Dobbiamo agire sùbito. Proximo verrà a mezzanotte e ti condurrà alla porta. Il tuo servo Cicero sarà là ad attenderti coi cavalli.

Massimo: Hai organizzato tutto tu?

Lucilla: Sì.

Massimo: Stai rischiando troppo.

Lucilla: Ho troppo da farmi perdonare.

Massimo: Tu non hai niente da farti perdonare. Ami tuo figlio. Sei forte per lui.

Lucilla: Sono così stanca di essere forte. Mio fratello odia il mondo intero, e te più di tutti.

Massimo: Perché tuo padre aveva scelto me.

Lucilla: No. Perché mio padre ti amava. E perché io ti amavo.

Massimo: Tanto tempo fa.

Lucilla: Ero molto diversa allora?

Massimo: Ridevi di più.

Lucilla: Mi sono sentita sola tutta la vita, tranne che con te. Devo andare.

Massimo: Sì.

Lucio: E questo, questo e questo! E questo, e questo! E questo, e questo! E questo, e questo, e questo! E questo, e questo! E questo, e questo! E questo! E questo! E questo! E questo! Colpito!

Commodo: Non è tardi per giocare al legionario?

Lucio: Non sono un legionario.

Commodo: Non sei un legionario?

Lucio: Sono un gladiatore.

Commodo: Un gladiatore? I gladiatori combattono soltanto nei giochi. Non preferiresti essere un grande condottiero romano, come Giulio Cesare?

Lucio: Io sono Massimo, il salvatore di Roma!

Commodo: Il salvatore di Roma? E chi ha detto questo?

Lucilla: Dov'è Lucio?

Serva: È con l'imperatore, augusta Lucilla.

Lucio: Non è vero.

Commodo: Sì, l'ha fatto. Lì ha preso da un cesto, e se l'è premuto contro il seno, proprio qui, sopra il cuore.

Lucio: L'ha morsa sul seno?

Commodo: Sì. Vedi, Lucio, a volte càpita che le donne di stirpe reale si comportino in modo strano e facciano cose molto bizzarre in nome dell'amore.

Lucio: Io credo che sia sciocco.

Commodo: Anch'io. Anch'io. Sorella, unisciti a noi. Stavo leggendo al mio caro Lucio.

Lucio: Anche io stavo leggendo.

Commodo: Sì, è un fanciullo molto acuto. Sarà un grande imperatore un giorno. Stavamo leggendo del grande Marco Antonio e delle sue avventure in Egitto.

Lucio: E la regina si uccise con un serpente.

Commodo: E aspetta di sentire cosa accadde ai nostri predecessori. Se sarai molto buono, domani sera ti racconterò la storia dell'imperatore Claudio. Egli fu tradito da coloro che gli erano più vicini. Dal suo stesso sangue. Bisbigliavano negli angoli bui, e uscivano a notte fonda e cospiravano, e cospiravano. Ma l'imperatore Claudio sapeva che stavano tramando. Egli sapeva che erano come piccole api industriose. E una sera si sedette accanto a una di loro, la guardò negli occhi e le disse: “Raccontami che cosa stai combinando, piccola ape affaccendata, o abbatterò coloro a te più cari. E tu mi vedrai fare il bagno nel loro sangue”. E l'imperatore aveva il cuore spezzato. La piccola ape l'aveva ferito più profondamente di quanto potesse fare chiunque altro. E che cosa pensi che sia accaduto dopo, Lucio?

Lucio: Non lo so, zio.

Commodo: La piccola ape gli raccontò tutto.

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