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Commenti alla frase di Haruki Murakami

  • «Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo. E subito di nuovo il tempo cambia per adattarsi al tuo passo. Quante si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi farci è entrarci, in quel vento. Camminando diritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia». Così ha scritto Franz Kafka, scrittore praghese di lingua tedesca. Ecco, per evitare la tempesta di sabbia, chiuderei gli occhi sì, ma non cambierei direzione. Chi mi leggerà penserà che sono un pavido, un vigliacco, un pusillanime. Non potrei provarlo, se qualcuno me lo chiedesse. È un mio sistema di lotta, che porto avanti sin dalla prima infanzia.
    Hai letto questa informazione che è stata trasmessa da tanti mezzi d'informazione? «Mani legate, sciarpe infilate in bocca, strattoni, insulti sconvolgenti, minacce terrorizzanti...questo è lo spettacolo allucinante che nei mesi di indagini si è presentato agli occhi degli inquirenti, nelle strutture controllate. Veri film dell'orrore, con i piccoli involontari coprotagonisti in lacrime, vessati e umiliati dalle maestre. E, aggravante assoluta e senza remissione, anche bambini affetti da autismo, con maggiore diritto, pertanto, ad essere seguiti con professionalità, pazienza e amore. Costoro, se non hanno le qualità indispensabili per prendersi cura dei bambini vadano a prendersi cura delle zolle. Ammesso che le zolle accettino di essere avvicinate da gente simile». Bene qualcosa di simile è accaduto anche a me. 73 anni or sono. Non posso e non debbo scendere nei particolari, una punizione non meritata. Come ho reagito? Non mi sono ribellato, non ho protestato, non ho pianto, non ho raccontato nulla a casa. Così mi era stato insegnato, Di tutto ciò che subivo quando ero da solo non dovevo mai raccontare nulla, non dovevo lamentarmi. Così è stato fino a 25 anni, l'anno nel quale mi sono sposato. Il mondo cui si riferisce Kafka ero lo spirito di sopportazione della pazienza. Forse in quel vento ci sono entrato e ho imparato a viverci bene

    Da: Antonio Scroccarello
    Data: martedì 15 gennaio 2019 alle ore 15:11

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