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Commenti alla frase di Ignazio Silone

  • «Mi da fastidio stare con gente che dice di attendere la vita nuova con la stessa noia con cui si attende il tram». Così ha scritto Ignazio Silone. Ho chiesto informazioni a zio Google. Mi è stato confermato che è uno scrittore (uso di proposito il presente indicativo), un giornalista di chiara fama. Ho cercato, allora, di trovare una spiegazione, nel caso la trascrizione del testo dell'aforisma fosse corretta), al motivo per il quale ha scritto "da" verbo senza accento. Perfino l'Accademia della Crusca mi ha tranquillizzato. "Dà" verbo deve essere accentato. Ignazio Silone, il più conosciuto e il più letto scrittore a livello europeo, pensa un po', potrebbe aver così ragionato. "Nella mia affermazione non c'è nessun pericolo che "da" possa essere scambiato con una preposizione semplice. È chiarissimo che è un verbo; l'accento, quindi, non occorre". Non ho "armi" grammaticali per contraddirlo, di un fatto sono certo. Se l'avessi scritto io, tutti me l'avrebbero segnato con una matita rossa. Sono questi, forse, non lo so, uno dei diritti garantiti a chi eccelle nel Mondo che vive.
    A proposito del fastidio che lo scrittore prova nel percepire che alcune persone attendono la vita nuova con la medesima attenzione che dedicano all'attesa del tram. Nel caso ce ne fosse stata la necessità, è chiaro che Ignazio Silone è vissuto in una società di livello di gran lunga superiore a quella nella quale trascorro le mie giornate. Non ho mai atteso una vita nuova, semmai ho cercato di trarre tutte le soddisfazioni lecite in quella che stavo e sto ancora vivendo, dopo 82 anni di servizio sul pianeta Terra. Anch'io, quando mi alzo, ogni mattino, penso al mio futuro. La sera.
    Vita nuova. Ho assistito a un servizio televisivo. Alcuni pensionati si erano trasferiti in un nuovo Stato nel quale il prelievo fiscale è di gran lunga inferiore a quello che vige in Italia. Non so per quale motivo, il cronista ha ripreso queste persone nel peggiore modo possibile. Tutti stanno sulla spiaggia, bevono e fumano. Riterrei che il cronista ha dato di quelle persone una visione negativa provocante, o qualcosa di simile. Mi sono chiesto se davvero i ricchi, quelli che possono, trascorrono le giornate sempre impegnate nel non far niente. È un'impresa non facile.

    Da: Antonio Scroccarello
    Data: lunedì 31 dicembre 2018 alle ore 13:09

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