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Commenti alla frase di Francesco Bacone

  • Grazie, capisco un po' la tua affermazione e quando avrò tempo farò una piccola ricerca per suppongo che potrei iniziare ad ammirarlo mentre cercherò di conoscere la sua personalità.

    Da: Auderulca Ashmarah
    Data: sabato 29 dicembre 2018 alle ore 3:28
  • "La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto". Così ha scritto Francesco Bacone. Un nome da tutti conosciuto. Se chiedessimo a un prossimo qualsiasi, il primo che incontriamo per la strada: «Sai chi è Francesco Bacone?», qualcosa avrebbe di sicuro da dire. Ad esempio: «Non lo so, credo che sia un uomo famoso appartenente a un tempo "molto passato", forse un filosofo». Di sicuro non risponderebbe: «Non ne ho mai sentito parlare». "La lettura rende un uomo completo"; mi piacerebbe potermi fregiare di questa affermazione. Per tanti motivi completo fisicamente non lo sono, però, leggendo, ho l'impressione di esserlo, dimentico il mio status fisico, gioisco delle avventure del protagonista, oppure soffro delle disavventure di un altro protagonista che l'autore ha condannato ad attraversare le prove più difficili. Mi piacerebbe incontrare un professore del quale la mia pur debolissima memoria ricorda il nome. Stefano Zecchi. Un filosofo. Di questo signore mi sono restati impressi due episodi, anche se non so bene collocarli nel tempo. Un'intervista nella quale dichiara che lo stato della famiglia è molto precario, in quanto è aggredita nella sua costituzione, che subisce continui attacchi che arrivano da lontano. Lo informerei che sono d'accordo con lui ed anche che nel mio caso sono stato molto fortunato. Il nostro matrimonio è diventato un'Unione. Il secondo episodio, invece, è davvero … non saprei quale aggettivo indicare. Ricordo il nome della trasmissione. "Non è l'Arena", condotto da Massimo Giletti, mi sembra. Questi ha rivolto un quesito al filosofo. Il professore stava parlando della percezione e un ex giudice, anch'egli ospite, l'ha interrotto così parlandogli, all'incirca. «Ma cosa ne può sapere lei, un filosofo!». Mi è sembrato che Stefano Zecchi stesse proprio per perdere la pazienza. Ho omesso il vocativo davanti a Stefano Zecchi, come se fosse un membro della mia famiglia. Non per mancanza di rispetto, quindi, ma per dimostrargli il mio affetto.

    Da: Antonio Scroccarello
    Data: venerdì 28 dicembre 2018 alle ore 14:29
  • Grazie

    Da: Auderulca Ashmarah
    Data: venerdì 28 dicembre 2018 alle ore 5:08
  • L'esattezza della scrittura è data dalla sua impossibilità di essere altro da se stessa. Le possibili varianti si incanalano e si mischiano in un flusso il cui sbocco è la coscienza di sé dello scrittore che, nella scrittura, trova la propria creatività. Di qui la necessità della scrittura che va oltre l'impegno nella lettura di un libro o la capacità di sostenere una conversazione in modo intelligente.

    Da: Emilio Rega
    Data: sabato 30 maggio 2015 alle ore 15:43

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