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Commenti alla frase di Soren Kierkegaard

  • Salve,
    introducendo brevemente me stesso posso dire, come poi facilmente si dedurrà dalle mie riflessioni, che non sono affatto un esperto di filosofia, per quanto ami assoparorarne flebili barlumi e vaghi riflessi che di tanto in tanto riesco a cogliere.

    Ma forse ognuno è filosofo di stesso, e poco altro.

    Passando a questo conciso ma tagliente aforisma di Soren, posso dire che provo a commentarlo proprio perché mi è oscuro, e non credo di averlo compreso affatto. In realtà, il mio, più che un commento vuole essere un confronto con chi avrà voglia o modo di rispondermi.

    Io direi che Kierkegaard, per la sua educazione religiosa e per il suo tragico vissuto, sia riguardo ai lutti familiari che rispetto alla salute cagionevole, l'essere libero da vincoli gli compenetrasse un senso di colpa. E forse, il suo rimanere confinato in quella società a cui sentiva di non appartenere lo avrà portato a credere che la libertà si ricercasse nell'isolamento dell'individualità. Ma chi rimane da solo avverte poi il bisogno dell'aiuto del prossimo, pur negandolo; così come chi è integrato nel sociale reclama la sua intimità, e forse a volte anche il bisogno di sentirsi solo. Anche per queste ragioni, Soren, ritrovandosi da solo per protesta e per scelte indotte dalle vicissitudini della sua vita, semplicemente avverte, nel suo stato di isolamento, la paura di non poter essere aiutato e il desiderio strozzato di esserlo. Anche il modo in cui si è liberato di Regina, con la quale forse avrà sognato un "isolamento di coppia", lo avrà indotto ad associare la conquista della libertà ad una potenziale "caduta dell'essere".
    Concludo, infine, dicendo che a mio avviso questa espressione è il frutto di un'educazione sbagliata, di lutti non elaborati e di un malessere psicofisico costante e logorante.

    Questo è un fiore di Oleandro, bello e olente, quanto venefico. Questo è il bagliore di un sole ignoto che illumina un pianeta deserto: tanta luce e calore che si disperde lontano dalla compresione. Questa è un'occhiata lanciata per caso, durante il percorso della vita, che ha colto un frammento di verità che non più essere capita da chiunque.
    Grazie.

    Da: Christian
    Data: venerdì 15 aprile 2011 alle ore 11:46

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