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Il pianista

Frasi del film

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Frasi di Il pianista

Riassunto e trama del film Il pianista

[da Wikipedia]

Varsavia, 1º settembre 1939. Wladyslaw Szpilman (Adrien Brody) sta eseguendo il Notturno in Do diesis minore di Fryderyk Chopin alla radio presso la quale lavora, quando sente delle esplosioni che rapidamente si avvicinano. Gli viene detto di smettere, ma lui continua fino a quando una granata fa crollare la stanza accanto allo studio di registrazione: è l'inizio della Seconda guerra mondiale, la Polonia è stata invasa e, nonostante il momentaneo entusiasmo per la dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Gran Bretagna, Varsavia verrà occupata dopo pochi giorni.

Immediatamente dopo l'occupazione da parte delle truppe tedesche vengono emanate una serie di restrizioni alla popolazione, restrizioni rese ancora più pesanti per la numerosa comunità ebraica come la limitazione del possesso di denaro (massimo 2.000 zloty polacchi), estromissione dal lavoro, divieto di accesso ai locali ed obbligo di indossare un bracciale bianco con la stella di David. Wladyslaw, che vive con l'anziano padre, la madre, il fratello Henryk (Ed Stoppard) e le due sorelle Regina (Julia Rayner) ed Halina (Jessica Kate Meyer), viene licenziato dalla radio di Varsavia e, dopo che la famiglia ha esaurito gli ultimi risparmi, è costretto a vendere il suo pianoforte prima di trasferirsi nel ghetto di Varsavia.

Una volta trasferita nel ghetto, la famiglia Szpilman inizia a vivere una realtà di miseria, di umiliazioni, di fame e di morte. Wladyslaw assiste alla brutale uccisione di un bambino che cerca di rientrare nel ghetto attraverso una breccia del muro dopo avere rubato del cibo; tutti insieme guardano impotenti le SS che entrano nel palazzo di fronte al loro sterminando gli abitanti di un condominio, non prima di avere scaraventato dalla finestra un anziano in sedia a rotelle, mentre ogni giorno intorno a loro le persone cominciano a morire di stenti.

Tutti cercano di sopravvivere: Wladyslaw trova lavoro come pianista in un locale; Heynryk, dopo che lui e il fratello hanno rifiutato l'invito ad arruolarsi nella polizia ebraica, cerca di vendere gli ultimi beni di cui la famiglia dispone mentre gli altri, grazie all'interessamento di alcuni amici che stanno cercando di organizzare una resistenza, vengono assunti in una sartoria, ma il 15 marzo 1942 il regime nazista inizia le deportazioni di massa verso i campi di sterminio.

Tutta la famiglia, ad eccezione di Heynryk e Halina, viene avviata alla deportazione ma anche loro, inconsapevoli del fatto che i treni sono diretti verso lo sterminio, si uniscono ai familiari per rimanere uniti, avviandosi in questo modo verso un viaggio senza ritorno ma Wladyslaw, prima di salire sul treno, viene tirato fuori dalla fila dallo stesso gendarme Jerzy Lewinski che gli aveva offerto l'arruolamento e che, dietro sua supplica, aveva in precedenza liberato Heynryk da un posto di polizia dove era stato rinchiuso.


Foto raffigurante l'SS- und Polizeiführer Jürgen Stroop durante la distruzione del ghetto di Varsavia, che il regista ha utilizzato per ricostruire la scena
Wladyslaw ora è solo e, grazie all'interessamento ed a volte alla corruzione dei pochi amici rimasti vivi, riesce a trovare lavoro come carpentiere, ma il pericolo di essere uccisi è costante e contemporaneamente iniziano a circolare le voci sulla reale sorte degli ebrei trasferiti da Varsavia. I pochi rimasti vivi, sfruttando il permesso di uscire dal ghetto, riescono ad introdurvi delle armi e dopo che Wladyslaw è stato fatto fuggire e rifugiare in una casa sicura da una vecchia amica (una cantante conosciuta in tempo di pace), inizia una rivolta.

Costretto ad abbandonare la casa a causa di una vicina che lo ha scoperto Wladyslaw, disponendo di un indirizzo fornitogli dalla resistenza, ripara in casa di Dorota (Emilia Fox), una violoncellista che aveva conosciuto il giorno dello scoppio della guerra, che, grazie alle conoscenze del marito, riesce a trovargli un altro nascondiglio presso una abitazione nel settore tedesco; qui troverà conforto in un vecchio pianoforte che fingerà di suonare nelle lunghe giornate vissute in solitudine mentre Andek, un uomo incaricato dal marito di Dorota di prendersi cura di lui, in realtà userà il suo nome solo per raccogliere soldi.

Con l'approssimarsi delle truppe russe Varsavia insorge e Wladyslaw, scampato miracolosamente alla distruzione della città, rientra in ciò che resta delle macerie del ghetto vagando solo, ed ormai allo stremo delle forze, alla ricerca di cibo. Trovato riparo in una soffitta in una delle poche case rimaste ancora in piedi scopre un barattolo di cetrioli ma, incapace di aprirlo, lo porta nel suo nascondiglio.

Il giorno dopo, mentre cerca di aprire il barattolo con mezzi di fortuna, viene scoperto da un ufficiale tedesco che, venuto a conoscenza della sua antica professione, lo conduce in una stanza dove c'è un pianoforte e lo invita a suonare; Wladyslaw lo accontenta eseguendo la Ballata Op.23 di Chopin. L'ufficiale, rimanendo colpito dalla sua esecuzione, decide di aiutarlo e per i mesi successivi lo nutrirà fino a quando i tedeschi, sotto la spinta dell'attacco russo, non abbandoneranno la città e, in quel momento, l'ufficiale si congeda da Wladyslaw chiedendogli il suo nome ma senza dirgli il proprio.

Una mattina Wladyslaw sente risuonare le note dell'inno polacco, esce dal nascondiglio e corre incontro ai soldati sovietici, rischiando di essere ucciso in quanto indossa ancora il cappotto lasciatogli dall'ufficiale tedesco per ripararsi dal freddo, ma riesce a salvarsi. L'ufficiale, catturato e portato in un campo di prigionia in attesa di essere trasferito in Unione Sovietica, incontra un ex deportato polacco che sta facendo ritorno a casa e, dopo avergli riferito che ha aiutato Wladyslaw durante l'ultimo periodo di occupazione, gli chiede di informarlo che lui si trova lì ma mentre dice il suo nome viene zittito da un soldato sovietico. Tempo dopo Wladyslaw, che nel frattempo ha ripreso il suo posto alla radio di Varsavia, torna con l'amico nel luogo indicatogli, ma il campo è stato smantellato e non vi è più traccia dei prigionieri tedeschi; solo dopo la sua morte si scoprirà che il nome dell'ufficiale era Wilm Hosenfeld.

Anno

2002 (22 anni fa)

Titolo originale

The Pianist

Genere

Biografico, Drammatico, Storico

Durata

150 minuti (2 ore e 30 minuti)

Regia

Roman Polanski

Film di Roman Polanski

Data di uscita

venerdì 25 ottobre 2002

Poster e locandina

Attori del film Il pianista

Adrien Brody nel ruolo di Wladyslaw Szpilman
Thomas Kretschmann nel ruolo di Capitano Wilm Hosenfeld
Michal Zebrowski nel ruolo di Jurek
Frank Finlay nel ruolo del padre
Maureen Lipman nel ruolo di la madre
Ed Stoppard nel ruolo di Henryk
Julia Rayner nel ruolo di Regina
Jessica Kate Meyer nel ruolo di Halina
Ruth Platt nel ruolo di Janina
Valentine Pelka nel ruolo di Michal
Roman Vibert nel ruolo di Bogucki
Emilia Fox nel ruolo di Dorota
Andrew Tiernan nel ruolo di Szalas
Paul Bradley nel ruolo di Jehuda
Udo Kroschwald nel ruolo di Schultz
John Bennett nel ruolo di Dott. Ehrlich

Doppiatori italiani

Massimiliano Manfredi nel ruolo di Wladyslaw Szpilman
Roberto Draghetti nel ruolo di Capitano Wilm Hosenfeld
Francesco Bulckaen nel ruolo di Jurek
Gianni Musy nel ruolo del padre
Melina Martello nel ruolo di la madre
Riccardo Rossi nel ruolo di Henryk
Laura Lenghi nel ruolo di Regina
Stella Musy nel ruolo di Halina
Chiara Colizzi nel ruolo di Janina
Pasquale Anselmo nel ruolo di Bogucki
Francesca Fiorentini nel ruolo di Dorota
Francesco Pannofino nel ruolo di Jehuda
Carlo Baccarini nel ruolo di Schultz
Gianluca Tusco nel ruolo di Szalas
Cristiana Lionello nel ruolo di Kitty
Vittorio Congia nel ruolo di Dott. Ehrlich
Stefano De Sando nel ruolo di Mister Lipa
Ettore Conti nel ruolo di Grun
Angelo Maggi nel ruolo di Itzaz Heller
Francesco Prando nel ruolo di Gebckisnky
Alessandro Tiberi nel ruolo di Benek
Gerolamo Alchieri nel ruolo di Barkezak
Nanni Baldini nel ruolo di Majorek

Biografie correlate al film Il pianista

Sceneggiatura

Ronald Harwood

Soggetto

Wladyslaw Szpilman, dall'omonimo romanzo autobiografico

Musiche

Wojciech Kilar

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