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Psycho

Frasi del film

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Frasi di Psycho

Riassunto e trama del film Psycho

[da Wikipedia]

A Phoenix (Arizona), Marion Crane (Janet Leigh), bella e giovane segretaria di un'agenzia immobiliare, è innamorata di Sam Loomis (John Gavin), imprenditore e proprietario di un negozio di ferramenta, con il quale ha intrapreso da tempo una relazione segreta, fatta di fugaci incontri in Motel durante la pausa pranzo. Stanca della sua ordinaria e squallida vita Marion, con la scusa di andare a depositarli in banca - come le aveva detto il suo datore di lavoro - ruba 40.000 $, proprietà di un ricco cliente che aveva intenzione di acquistare, con quei soldi, una casa alla figlia diciottenne come regalo di nozze.

Dopo un lungo viaggio in automobile (durante il quale viene pedinata da un poliziotto insospettito dal suo comportamento), Marion cambia la sua auto per non lasciare tracce e, sorpresa da un'improvvisa e battente pioggia, per sbaglio esce dall'autostrada e scorge l'insegna di un motel, il cupo e sinistro Bates Motel, sormontato da un'enorme casa situata su di una collina a meno di 50 metri. Mentre osserva una delle finestre della casa con la luce accesa, Marion scorge l'ombra di una donna che si muove in una stanza. Marion suona il clacson e viene raggiunta dal giovane proprietario e gestore del motel, lo strano Norman Bates (Anthony Perkins), il quale le dice di avere il motel libero da tempo in quanto in passato c'era stato un cambio di percorso sull'autostrada (cosa che Marion nota dopo un po', rendendosi effettivamente conto di aver sbagliato uscita). Il ragazzo si mostra subito gentile e dopo aver dato a Marion la stanza numero 1, la invita a cena a casa sua.

Norman rientra in casa per preparare la cena, ma ha un acceso diverbio con l'anziana madre (discussione che Marion ascolta dall'esterno, senza però assistervi di persona), donna invalida con cui Norman vive, che si dimostra gretta e bigotta e si rifiuta di accettare Marion in casa. Norman, amareggiato, scende nel motel con le pietanze e propone alla sua ospite di consumare la cena nel salotto dell'ufficio. Qui il giovane dimostra di essere un uomo fragile e attaccato alla madre invalida, bisbetica e possessiva, che non si fa vedere. Marion, vedendo come vive Norman, si rende conto che la propria vita, nonostante sia piatta e scontata, non è poi così terribile e decide di ritornare a Phoenix e di restituire i soldi rubati, prima che sia troppo tardi. Così si congeda da Norman e si appresta a fare la doccia. All'improvviso, una figura femminile stranamente somigliante alla donna vista poco prima alla finestra sopraggiunge nel bagno, assale la povera Marion uccidendola brutalmente a coltellate, e si allontana furtivamente. Poco dopo sopraggiunge Norman che, resosi conto dell'accaduto, dopo lo shock iniziale decide di pulire la scena del delitto per nascondere le tracce; quindi sposta il cadavere, la valigia e i soldi nella macchina di Marion e la fa sprofondare in un laghetto situato in una palude vicina.

Una settimana dopo Lila Crane (Vera Miles), la determinata e invadente sorella di Marion, si reca da Sam Loomis per sapere dove si trovi la sorella. Sam non ha notizie della ragazza, ma in quel momento giunge Milton Arbogast (Martin Balsam), detective assunto dal capo di Marion per ritrovare i soldi rubati. Arbogast si accorda con Lila e con Sam e cerca in tutti i motel della zona una traccia della ragazza scomparsa.

Giunto al Bates Motel, Arbogast interroga Norman e, dalle sue incertezze, capisce che sa qualcosa. Entrato nella casa di Bates, mentre sale le scale per interrogare la madre di Norman, viene assalito e ucciso dalla stessa assassina di Marion. Lila e Sam si recano allora dallo sceriffo della città vicina, dove era diretta Marion prima di scomparire, per chiedere a loro volta informazioni utili su dove possa trovarsi Marion. La moglie dello sceriffo suggerisce di chiamare Norman al suo motel per chiedere se effettivamente l'investigatore fosse andato da lui a interrogarlo, circostanza che Norman conferma, dichiarando poi di aver visto Arbogast andar via. Dopo la telefonata, sorpreso dal fatto che Arbogast aveva affermato che Norman viveva con sua madre, lo sceriffo rivela a Sam e Lila che ciò non è possibile perché la donna era morta dieci anni prima per suicidio, dopo aver ucciso il suo compagno ed aver ingerito del veleno.

Non convinta della veridicità delle parole di Norman, Lila ritiene che Arbogast avesse scoperto indizi importanti, altrimenti non sarebbe sparito nel nulla senza informare lei e Sam, e si convince che qualcuno abbia impedito all'investigatore di farlo. I due giungono così al Bates Motel, fingendosi una coppia di sposini, e mentre Sam distrae Norman, Lila perquisisce l'abitazione. Norman capisce il trucco e stordisce Sam, per poi correre verso la sua casa. Lila lo vede e si nasconde in cantina, e trova il cadavere mummificato di una donna: la vera signora Bates. All'improvviso la misteriosa figura femminile che ha commesso gli omicidi rivela la sua identità: si tratta proprio di Norman, vestito con gli abiti della madre. Sam rinviene e ferma Norman prima che possa uccidere Lila.

Poco dopo l'arresto di Norman, lo psicologo Fred Richmond, a seguito di un lungo colloquio con il giovane, svela il mistero a Lila, Sam e agli inquirenti: dieci anni prima Norman aveva ucciso sua madre e il compagno in quanto, dopo la morte del padre, egli aveva sviluppato un forte, patologico complesso di Edipo nei confronti della madre, la quale fidanzandosi con un altro uomo aveva (secondo Norman) tradito il figlio, e così Norman aveva avvelenato lei e il suo compagno. In seguito a questo, il rimorso per il suo gesto aveva scisso in due la personalità del giovane, dandone una parte (e in un certo senso riportandola in vita) a sua madre, che faceva rivivere vestendosi come lei e riuscendo perfino ad imitarne perfettamente la voce. La gelosia che Norman provava per sua madre non era però sufficiente a renderla del tutto viva, perciò egli inscenò anche il contrario, cioè rese "sua madre" gelosa di lui. Di conseguenza, ogni volta che Norman aveva a che fare con donne che non erano sua madre, quest'ultima per proteggerlo, eliminava letteralmente la fonte delle tentazioni con l'omicidio.

Oltre a quello di Marion, la "madre" di Norman confessa infatti anche gli omicidi di altre due giovani donne scomparse in precedenza, rimasti insoluti. Con la cattura, la personalità di Norman è però stata totalmente soggiogata da quella di sua madre, tant'è che quando il poliziotto di guardia gli porge una coperta, Norman risponde con la voce di sua madre e nega anche a se stesso di essere stato effettivamente in grado di compiere le sue azioni. Il film si chiude con la scena della riemersione della macchina di Marion, ripescata dalla palude.

Anno

1960 (64 anni fa)

Titolo originale

Psycho

Genere

Drammatico, Giallo, Thriller

Durata

109 minuti (1 ora e 49 minuti)

Regia

Alfred Hitchcock

Film di Alfred Hitchcock

Data di uscita

giovedì 24 novembre 1960

Poster e locandina

Attori del film Psycho

Janet Leigh nel ruolo di Marion Crane
Anthony Perkins nel ruolo di Norman Bates
Vera Miles nel ruolo di Lila Crane
John Gavin nel ruolo di Sam Loomis
Martin Balsam nel ruolo di Milton Arbogast
John McIntire nel ruolo di sceriffo Al Chambers
Simon Oakland nel ruolo di dottor Fred Richmond
Vaughn Taylor nel ruolo di George Lowery
Frank Albertson nel ruolo di Tom Cassidy
Lurene Tuttle nel ruolo di Signora Chambers
Patricia Hitchcock nel ruolo di Caroline, la collega di Marion
John Anderson nel ruolo di Charlie
Mort Mills nel ruolo di poliziotto di pattuglia
Fletcher Allen nel ruolo di poliziotto sul marciapiede
Virginia Gregg nel ruolo di Norma Bates (voce)
Alfred Hitchcock nel ruolo di uomo con cappello texano
Ted Knight nel ruolo di Guardia

Biografie correlate al film Psycho

Sceneggiatura

Joseph Stefano

Soggetto

Robert Bloch, dal romanzo

Musiche

Bernard Herrmann

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