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La bella e la bestia (1946)

Frasi del film

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Frasi di La bella e la bestia (1946)

Riassunto e trama del film La bella e la bestia (1946)

[da Wikipedia]

Il film è ambientato in Francia, nel XVII secolo. Un ricco anziano ha appena perso tutti i suoi possedimenti, poiché i battelli di sua proprietà sono naufragati. Nonostante questo, le sue due figlie più grandi, le cattive Felicita e Adelaide (in originale Félicie e Adélaïde) si ostinano a condurre una vita da gran signore, comprando abiti costosi e continuando ad avere lacchè al loro servizio.

Ludovico (Ludovic), unico figlio maschio, perde invece le ultime ricchezze al gioco, e per risanare i suoi debiti si affida ad un usuraio che porta via anche i mobili di casa. L'unica che ha davvero a cuore la precaria situazione della famiglia è Bella (Belle), che, nonostante la sua grande bellezza, si riduce a fare la serva in casa propria. Per questo, non asseconda nemmeno le avances di Splendore (Avenant), un ricco e arrogante amico di famiglia, che la vorrebbe in sposa.

Un giorno il padre riceve la notizia che un battello si potrebbe essere salvato, e corre in città sicuro che essa sia vera; le due figlie più grandi chiedono subito regali costosi e prestigiosi; Bella, invece, alla richiesta del padre su cosa vorrebbe in regalo chiede solo una rosa.
Al suo arrivo in città, il padre scopre che tutti i suoi beni sono già stati venduti per ripagare i debitori ed è costretto a tornare a casa attraversando un bosco a notte fonda. Vi si perde, ma nel suo girovagare trova un castello incantato, con oggetti e statue semoventi, che lo accoglie come se lo stesse aspettando. Qui cena e passa la notte.
Al mattino, prima di ripartire, si ferma nel bel giardino per raccogliere la rosa da donare a Belle; ma quando ne recide una appare subito il terribile padrone di casa: il Mostro, dalle sembianze di una bestia crudele.
Il padre ha abusato dell'ospitalità del Mostro, e dovrà pagare con la vita, a meno che una delle sue figlie non si sacrifichi per lui.

Le due figlie maggiori biasimano il padre e pensano addirittura sia giusto che muoia, perché ha dato ascolto all'assurda richiesta di Bella. Bella, dal canto suo, decide di partire per il castello del Mostro, e parte in sella ad un cavallo magico che la porta da lui.

Quando Bella incontra il mostro, cade svenuta, spaventata dalla sua bruttezza; tuttavia, questi non la divora, e anzi la adagia dolcemente su un letto. Quella sera, a cena, lui le dice che non ha intenzione di ucciderla, e anzi lei sarà la regina di quel castello; in cambio, lui dovrà porle ogni sera la stessa domanda: una domanda di matrimonio. Bella, ovviamente, rifiuta categoricamente.

Nei giorni successivi, Bella osserva il Mostro: di giorno sente grida spaventose e lo vede sporco di sangue, come se avesse ucciso animali o persone (ipotesi avallata dal fatto che, nel vedere un cervo, il Mostro abbia un fremito di collera); di sera, invece, è galante e mostra di tenere al suo bene. Quando Bella vede che il Mostro non uccide animali o persone, ma si ferisce da solo per sfogare su se stesso i suoi istinti, capisce che in realtà egli è una creatura buona, che cerca di far convivere in sé due nature, una animalesca e una umana, rimpiangendo di non appartenere esclusivamente a quest'ultima. Da allora inizia a volergli bene, e lo considera un grande amico, ma risponde sempre di no alla sua domanda di matrimonio.

Un giorno, guardando in uno specchio che mostra i propri pensieri, Bella vede suo padre malato; prega dunque il Mostro che la lasci andare a prendersi cura di lui per qualche giorno. Il Mostro, che si è innamorato di lei, la lascia andare con estremo dolore. Le affida tutti gli oggetti del suo potere: il Cavallo Magico, lo Specchio, un Guanto che trasporta chi lo indossi in ogni luogo e la chiave del Padiglione di Diana, una stanza del castello in cui è chiuso tutto il tesoro del Mostro. Se non tornerà a consegnarglieli entro una settimana, il Mostro perderà ogni potere e morirà: in pratica ripone tanta fiducia in Bella da affidarle la sua stessa vita.

Grazie al guanto magico, Bella torna a casa e aiuta il padre a riprendersi. Le sorelle sono invidiose di tutte le ricchezze di cui Bella è adorna, che, in mano loro, si trasformano in vermi e serpenti; inoltre, la ragazza commette l'errore di parlare loro del tesoro del Mostro: Splendore e Ludovico vorrebbero appropriarsene. Con l'inganno, riescono a convincere Bella a rimanere oltre la settimana concessale dal Mostro, e, rubata la chiave, i due ragazzi partono per il castello in groppa al cavallo. Il Mostro, nel frattempo, inizia a indebolirsi e a provare immenso dolore per la mancanza di Bella.

Lo Specchio rivela a Bella che il Mostro sta per morire; la ragazza si rende conto che la chiave del tesoro è scomparsa. Torna dunque a mani vuote nel castello, preoccupata per il Mostro, di cui si scopre innamorata; ma ormai questi giace a terra, come morto. Intanto, Ludovico e Splendore entrano nel Padiglione di Diana, ma quest'ultimo viene ucciso da una freccia, scoccata da una statua incantata della dea; prima di morire, Splendore assume le sembianze del Mostro. In quell'istante, il vero Mostro si rialza, diventato un bellissimo Principe: rivela a Bella che era stato trasformato in Mostro da una fata, arrabbiata poiché i suoi genitori non credevano alle fate. Solo il vero amore lo avrebbe mutato di nuovo in essere umano. Dapprima, Bella non riconosce nel nuovo Principe le sembianze del Mostro, che anzi sembrano essere proprio quelle dello stesso Splendore; poi, convinta che quello è il suo amato, lo segue in un regno di sogno in cui lei sarà la regina e le sorelle serve.

Anno

1946 (78 anni fa)

Titolo originale

La Belle et la Bête

Genere

Drammatico, Fantasy, Sentimentale

Durata

96 minuti (1 ora e 36 minuti)

Regia

Jean Cocteau

Film di Jean Cocteau

Poster e locandina

Attori del film La bella e la bestia (1946)

Raoul Marco nel ruolo di l'usuraio
Marcel André nel ruolo del padre di Belle
Emiliana Marescà nel ruolo di la bambina

Biografie correlate al film La bella e la bestia (1946)

Sceneggiatura

Jean Cocteau

Soggetto

Jeanne-Marie Leprince de Beaumont

Musiche

Georges Auric, Philip Glass

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