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Aforismi Viso - parte 4
Frasi trovate
:
1.160
Andiamo a trovare la tua sgualdrina.
Laurence Prioux
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Laurence Prioux
: E' di sicuro un bambino abbandonato...
André Prioux
: Quello è un delinquente!
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Laurence Prioux
: Giura che non mi hai mai tradita! Giuralo sulla tomba di tua madre!
André Prioux
: Ma se mia madre non è nemmeno morta!
[...]
Ok, ok... Forse una scappatella!
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Laurence Prioux
: E se invece fosse figlio tuo?
André Prioux
: Ci manca solo questo...
Laurence
: Mi hai mai tradita?
André Prioux
: Eh?
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Mi ha chiamato mamma... Ti ha chiamato papà.
Laurence Prioux
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Laurence Prioux
: Sembra un cucciolo smarrito...
André Prioux
: A un cucciolo smarrito gli dai un osso, mica un Audi A8!
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Non hai voglia di dargli tanto amore?
Laurence Prioux
Dal film:
Un figlio all'improvviso
Scheda film e trama
Frasi del film
Jake
: Beh, gente, questo è tutto per stasera. Siete sciolti e liberi, non fate complimenti. Ehm, non è che vi cacciamo via, ma qui forse devono chiudere, perciò vi salutiamo.
Elwood
: Move 'em on
Jake
: Head 'em up
Elwood
: Head 'em up
Jake
: Move 'em up
Elwood
: Move 'em on
Jake
: Head 'em up
Elwood
: Rawhide / Cut 'em out
Jake
: Ride 'em in
Elwood
: Ride 'em in
Jake
: Cut 'em out
Elwood
: Cut 'em out / Ride 'em in / Rawhide
Coro
: Rawhide!
Jake
: Tagliamo la corda, che è meglio.
Bob
: Ragazzi, vi devo dire che di musica buona come la vostra non ne avevamo sentita da un sacco di tempo da queste parti!
Elwood
: Beh, mi dispiace che non ci ricordavamo "La mia vecchia casa nel Kentucky"...
Bob
: Ah, ma la potete preparare per la prossima volta che tornate!
Jake
: Bob, come la mettiamo ah... per la paga di stasera?
Bob
: Ah, già! Dunque... Sono 200 dollari. Però voi vi siete bevuti 300 dollari di birra.
Elwood
: Ah, ma quando siamo entrati, la sua signora, al banco, non ci ha fatto pagare il primo giro e credevamo... sì, insomma, che la birra era una specie di omaggio per la banda, capisce?
Bob
: Ah... No, no, no, no, no.
Jake
: Ah. Allora vado fuori a fare una colletta fra i ragazzi?
Bob
: Eh, ecco, sì, te ne sarei molto grato.
Willie
: Direi che abbiamo fatto buca, ragazzi. Secondo me è meglio chiudere qui.
Murph
: Che cosa? Chiudere? Beh, allora, cari miei, decidetevi subito, se no io chiamo l'Holiday Inn e vedo se riesco a recuperare il vecchio ingaggio.
Steve
: Credi che ci riprenderanno?
Jake
: Sentite. Vogliono farci pagare la birra che ci siamo scolati, per cui è meglio squagliarsela.
Willie
: Ale'!
Jake
: Ma il prossimo contratto sarà la fine del mondo! Strepitoso! Sì, sul serio.
Willie
: Io dico di dare ai fratellini un'ultima possibilità.
Donald
: Ma sei matto? Se vuoi restare nella merda, restaci. E spostati, porca vacca!
Elwood
: I ragazzi sono su di giri. Dai, bello, non ti preoccupare. Abbiamo ancora due giorni. Li troveremo i soldi per la Pinguina. Sì, insomma... abbiamo quell'appuntamento con Maurie Sline domattina, no? Andrà tutto benissimo, vedrai. Muoviamoci.
Jake
: ... ca troia... Eh, scusate, siete voi i Good Ole Boys?
Tucker McElroy
: Già. Io sono Tucker McElroy, il cantante. Questi sono i miei ragazzi. Senti, farei volentieri due chiacchiere, ma siamo un po' in ritardo, eh?
Jake
: Mi chiamo Jacob Stein, Sindacato Federazione Musicisti di questo Stato. Sono qui per controllare se siete in regola con i permessi.
Tucker
: In regola con che?
Jake
: Le tessere del Sindacato. Posso vedere le tessere, prego?
Tucker
: Supponiamo che non ce l'abbiamo, e che andiamo a suonare lo stesso. Lei che farebbe, in questo caso? Ce lo impedirebbe? Stein! Come sarai buffo quando cercherai di sgranocchiare una pannocchia senza i denti!
Jake
: Senti, fammi parlare con Bob, il proprietario, e vedo di farvi ottenere un contratto prov
viso
rio per stasera. Però mi raccomando, non vi muovete di qui. Lasciate fare tutto a me.
Elwood
: Oh... Tranquillo, ci parliamo noi con Bob.
Jake
: Sali in macchina e metti in moto. Ah!
Bob
: Certo ragazzi che ve ne siete scolata parecchia di birra stasera, vacca boia!
Jake
: Bob, è stata una gioia suonare per voi! Mio fratello ti sta preparando un assegno sull'American Express a copertura delle consumazioni.
Bob
: Ah, grazie, siete molto gentili!
Jake
: È meglio che vada a vedere che combina, sai, abbiamo le firme abbinate. Di solito noi saliamo in macchina e li riempiamo sul cruscotto, gli assegni. Okay? La penna.
Tucker
: Quelli erano del Sindacato!
Bob
: Sindacato? Ma quale Sindacato! Quei tizi se la sono squagliata e mi dovevano un sacco di soldi per... Ma perché cavolo siete mascherati da cowboy?
Tucker
: Noi siamo i Good Ole Boys!
Bob
: Voi siete i Good Ole Boys?
Tucker
: Il Sindacato dei Musicisti... fanculo!
Jake
: Cristalli antiproiettile, eh?
Elwood
: Nostra Signora della Santa Accelerazione, non ci abbandonare ora!
Tucker
: Ah! Ah!
Mount
: Non è possibile! Sono quei figli di puttana della Dodge!
Daniel
: Beh, questa volta me li inculo!
Bob
: Porca... vacca... boia...
Mount
: Ragazzi, siete messi male.
Dal film:
The Blues Brothers
Scheda film e trama
Frasi del film
L'acqua delle fontane con murmure liturgico
|
si piega in ginocchio sul limite marmoreo;
|
l'obelisco brilla con la luna in cima,
|
nell'azzurro claustrale, come un ostensorio.
|
|
Serena notte, taciturnamente una stella
|
salutò Iddio nel firmamento:
|
vana la sua, vana la mia parabola.
|
|
Tre giorni di digiuno,
|
sgranati lungo i muri umidi e vischiosi,
|
godendo il lezzo rancido
|
di grasse cucine casalinghe,
|
sul trivio, cercando anche nel ladro
|
un
viso
di fanciullo triste e buono!
|
|
Quando il sangue risponde, ch'era sordo,
|
e s'ha bisogno di spartire il pianto
|
con un cuore ch'è vicino al nostro,
|
ancora si può avere della gioia,
|
anzi se più pestati e più sepolti.
|
|
Ma a tutti i crocicchi, il teschio della beffa,
|
pronto, sagace, il motteggiar di Circe
|
non destra alla spola e alla conocchia,
|
sganasciò nel verbo attossicato.
|
|
Pescatore d'uomini, sono tutto solo;
|
per te mi chino sotto il porticato
|
e piango la mia terra e la mia casa:
|
tormenta di cenere che svampa.
Salvatore Quasimodo
Titolo della poesia:
Piazza San Pietro
Frasi di Salvatore Quasimodo
Da poco una pingue nube di vinaccia
|
si dondola, beata degli ozi del crepuscolo,
|
sul capo ricciuto d'un frassino che traccia,
|
ora, con improv
viso
cruccio un arco minuscolo
|
|
di rondini come un nerissimo laccio.
|
Che fosse una posa la tua umiltà, uso ai cipigli,
|
si sapeva da tempo; ma un braccio
|
alzato sempre negli eterni sbadigli
|
|
potevi pur darlo per breve riposo
|
a creature che vedi in nero sì stretto
|
non certo per gioco, né per risalto vezzoso
|
al bianco glaciale del petto.
|
|
Irsuto fauno, intento pari su la pista recente
|
d'una ninfa ribelle ai tuoi maschi richiami
|
che rise lanciandoti un serto di mente
|
e di fiori di bosco dai fragili stami.
|
|
Le streghe che colano, a notte,
|
raggi di luna e profumi di mare,
|
per dare la fiamma alle pentole rotte
|
ti sfrondano con barbugli d'alveare.
|
|
Tu attendi. Con freddi piumini
|
la neve ti copre a tenui liste,
|
e povero, un giorno, chiedi una gemma ai fratelli piccini
|
che cantano al sole per farti più triste.
|
|
Ed ecco, ti chiama la voce
|
che abbiamo chi sa in quale cielo;
|
t'inchioda un lampo simile a una croce
|
fra i tuoi semi ch'hanno già lo stelo.
Salvatore Quasimodo
Titolo della poesia:
Il frassino
Frasi di Salvatore Quasimodo
Una sera: nebbia, vento,
|
mi pensai solo: io e il buio.
|
|
Né donne; e quella
|
che sola poteva donarmi
|
senza prendere che altro silenzio,
|
era già senza
viso
|
come ogni cosa ch'è morta
|
e non si può ricomporre.
|
|
Lontana la casa,
|
ogni casa che ha lumi di veglia
|
e spole che picchiano all'alba
|
quadrelli di rozzi tinelli.
|
|
Da allora
|
ascolto canzoni di ultima volta.
|
Qualcuno è tornato, è partito distratto
|
lasciandomi occhi di bimbi stranieri,
|
alberi morti su prode di strade
|
che non m'è dato d'amare.
|
|
Ognuno sta solo sul cuor della terra
|
trafitto da un raggio di sole:
|
ed è subito sera.
Salvatore Quasimodo
Titolo della poesia:
Solitudini
Frasi di Salvatore Quasimodo
Tu già mi vuoi. Sul tuo
viso
livido
|
le spirali delle pupille sadiche
|
scavano, nell'attimo d'un brivido,
|
distanze amare come amare radiche.
|
|
Fermati un poco sulla buia rampa,
|
l'ultima ch'ascende al labirinto,
|
c'è sole ancora dentro la mia lampa
|
se pure l'ombra è imagine di vinto.
Salvatore Quasimodo
Titolo della poesia:
Silenziosa
Frasi di Salvatore Quasimodo
Agafija Fedoseevna aveva una scuffia sul capo, tre verruche sul naso, e una vestaglia color caffè a fiori gialli. I suoi fianchi parevano un mastello, e perciò ritrovarne la cinta sarebbe stato arduo altrettanto come vedersi il naso senza lo specchio; le gambe le aveva assai corte, e a foggia di due cuscini. Spettegolava, e mangiava barbabietole lesse al mattino, e possedeva l'arte di leticare in modo perfetto; e nel corso di tutte queste molteplici cure mai un solo momento il suo
viso
cambiava espressione; cosa di cui, per solito, sono capaci soltanto le donne.
Nikolaj Gogol
Cit. da
Mirgorod
Frasi di Nikolaj Gogol
Tutto il gruppo formava un quadro poderoso: Ivan Nikiforovic eretto in mezzo alla stanza nella sua intera bellezza, senza verun ornamento! La vecchia, a bocca aperta, e l'espressione più stolta sul
viso
spiritato! Ivan lvanovic col braccio in alto, così come si raffigurano i tribuni romani! Un attimo raro fu quello, una scena grandiosa! E, pur nonostante, non vi era che un solo spettatore: il ragazzino dall'incommensurabile pastrano, che stava lì assai tranquillo, scaccolandosi il naso con un dito.
Nikolaj Gogol
Cit. da
Mirgorod
Frasi di Nikolaj Gogol
Un giorno, mentre egli andava distratto, per poco non gli ando' addosso il calesse di un certo signore polacco, e il cocchiere che sedeva a cassetta coi suoi formidabili baffi, gli diede un ben aggiustato colpo di frusta. Il giovine collegiale montò in collera: con un ardimento insensato egli afferrò con la sua mano una delle ruote di dietro, e fece fermare il calesse. Ma il cocchiere, per paura di una rappresaglia, frustò i cavalli; questi tirarono... e Andrea che per sua fortuna s'era affrettato a staccare la mano, stramazzò a terra, addirittura con la faccia nel fango. La più sonora e armoniosa risata risuonò sopra di lui. Levando lo sguardo, egli vide affacciata a una finestra una ragazza, bella come finora da quando era al mondo non ne aveva ancora veduta nessuna: dagli occhi neri, dalle carni bianche come la neve illuminata dal sole rosseggiante del mattino. Ella rideva proprio di gusto, e il riso dava più vivo risalto alla sua bellezza abbagliante. Egli rimase sconcertato. La guardava come fuori di sé, mentre distrattamente cercava di pulirsi il
viso
dal fango e se ne imbrattava sempre peggio. Chi poteva essere quella bellezza?
Nikolaj Gogol
Cit. da
Taras Bul'ba
Frasi di Nikolaj Gogol
È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina ‐ apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Čícikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il
viso
dall'altra parte, diranno: ‐ Pfu! com'è detestabile! ‐ Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma... chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa... e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli... Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú ‐ gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!
Nikolaj Gogol
Cit. da
Le anime morte
Frasi di Nikolaj Gogol
E su quel
viso
di legno scivolò ad un tratto non so che tiepido raggio, si rivelò non un sentimento, ma il pallido riflesso di un sentimento, un'apparizione simile all'inatteso affiorare alla superficie dell'acqua di un uomo che sta per annegare, la cui vista suscita un grido di gioia nella folla ferma sulla riva: ma invano i fratelli e le sorelle, che si erano rallegrati, gettano una corda dalla riva, aspettando che appaiano nuovamente la schiena e le braccia stanche di lottare; quell'apparizione è stata l'ultima, tutto è silenzio, ancora più terribile e desolata, dopo quel moto, è la quieta superficie delle acque indifferenti. Così il
viso
di Plius'kin, dopo il sentimento che per un attimo vi si era rivelato, divenne ancor più insensibile e ottuso.
Nikolaj Gogol
Cit. da
Le anime morte
Frasi di Nikolaj Gogol
Non questo è ciò che v'è di piú mirabile al mondo: il lieto in un baleno si converte in triste, se appena un po' a lungo ti ci fermi innanzi; e Allora Dio sa che cosa ti potrebbe frullar per la testa. Chissà, potresti addirittura finire a pensare: «Ma in fin dei conti, soltanto la Koròbocka sta cosí in basso sulla scala infinita della perfettibilità umana? È proprio tanto grande l'abisso che la divide dalla sorella inaccessibile fra le pareti d'una casa aristocratica, con infiorate scale di ghisa, bronzi splendenti, legni preziosi e tappeti, mentre sbadiglia su un libro che si forza a finire, in attesa d'una visita mondano-intellettuale, durante la quale avrà campo di far scintillare il suo spirito e di metter fuori pensieri imparati a memoria, pensieri che secondo le leggi della moda interessano la città per la durata d'una settimana: pensieri che non riguardano già quel che avviene in casa sua e nei suoi possedimenti, trascurati e in isfacelo per l'insipienza dei padroni, bensí quale rivolgimento politico stia preparandosi in Francia, o quale indirizzo abbia preso il cattolicesimo di moda?» Ma avanti, avanti! Perché parlare di questo? Ma perché, dunque, proprio nei momenti che non si pensa a nulla, e si è allegri, senza inquietudini, d'improv
viso
, per conto suo, ci traversa un'altra bizzarra corrente? Ancora il riso non ha fatto in tempo a sparire del tutto dal volto, e già sei diventato un altro fra le stesse persone di poc'anzi, già un'altra luce t'illumina il volto.
Nikolaj Gogol
Cit. da
Le anime morte
Frasi di Nikolaj Gogol
Era difficile descrivere il sentimento che lo colse alla vista della prima città italiana, la magnifica Genova. Si innalzarono su di lui i suoi campanili policromi, le chiese rigate di marmo bianco e nero e tutto il suo anfiteatro turrito che all'improv
viso
lo circondò da ogni parte, nella sua raddoppiata bellezza, quando il piroscafo giunse al molo. Non aveva mai visto Genova prima di allora. Quel gioco di case, chiese e palazzi dai mille colori nell'aria tersa di un cielo che brillava di un incredibile azzurro, era unico. Sceso sulla riva, si ritrovò all'improv
viso
nelle buie viuzze lastricate, strette e meravigliose, con in alto un'esile striscia di cielo azzurro. Lo colpì questa vicinanza tra le case, alte, enormi, l'assenza del rumore delle carrozze, le piccole piazzette triangolari e tra di loro, simili a stretti corridoi, le linee sinuose delle vie, riempite dalle botteghe degli argentieri e orafi genovesi. I pittoreschi veli di pizzo delle donne, appena mossi dal tiepido scirocco; le loro camminate decise, il fragoroso vocio nelle vie; le porte aperte delle chiese, l'odore di incenso che ne usciva, tutto ciò fece soffiare su di lui una brezza di cose lontane e passate.
[...]
In poche parole, egli ripartì da Genova con il ricordo di una bellissima sosta: era lì che aveva ricevuto il primo bacio dell'Italia.
Nikolaj Gogol
Frasi di Nikolaj Gogol
Khan
: Ridurre a metà potenza d'impulso. Dimostriamoci amichevoli...
Joachim
: Ridurre a metà potenza d'impulso.
Sulu
: Reliant nella nostra sezione e stesso quadrante. In rallentamento.
Saavik
: Signore? Mi permette di citarle il Paragrafo 12? All'avvicinarsi di una nave, se le comunicazioni non sono state stabilite...
Spock
: Tenente! L'Ammiraglio Kirk conosce il Regolamento.
Saavik
: Signorsì!
Kirk
: Possibile che il loro sistema di comunicazione non funzioni?
Spock
: Ciò spiegherebbe moltissime cose...
Joachim
: Chiedono comunicazione, Signore.
Khan
: Non gli daremo soddisfazione.
Joachim
: Hanno sempre gli schermi abbassati.
Khan
: Certo! Noi siamo una grande Flotta amichevole. Ah, Kirk, mio vecchio amico, conosci l'antico proverbio di Klingon che dice: "la vendetta è un piatto che è meglio gustare freddo"? Ed è molto freddo... nello spazio.
Kirk
: È tutto molto strano... Allarme giallo!
Saavik
: Energizzare schermi difesa!
Uhura
: È arrivato un messaggio in chiaro: le loro bobine di carica hanno interferito sul loro sistema di comunicazione.
Kirk
: Spock!
Spock
: Controllo. Circuito normale, Ammiraglio.
Joachim
: Non hanno ancora sollevato gli schermi, Signore.
Khan
: Solleviamo i nostri!
Spock
: Stanno alzando gli schermi!
Khan
: Fasatori sul bersaglio!
Joachim
: Fasatori puntati sul bersaglio!
Spock
: Stanno puntando i fasatori!
Kirk
: Su gli schermi!
Khan
: Fuoco!
Kirk
: Faccia alzare quegli schermi, Sulu!
Sulu
: Sto provando, Signore!
Cadetti
: Di qui! Presto, presto! Vieni! Presto, vieni! Dai! Vieni! Forza! Forza! Via! Via!
Sulu
: Non ho abbastanza energia!
Equipaggio
: I
viso
ri non funzionano! Lo sportello di destra dell'energizzatore!
Kirk
: Scotty!
Equipaggio
: Attivare! Attivare!
Kirk
: Uhura! Spenga i
viso
ri!
Uhura
: Signor Scotty, a rapporto!
Scott
: Siamo a mal partito, Signore! L'energizzatore principale è in avaria!
Kirk
: Provi l'energia ausiliaria!
Scott
: Sì! Sì, Signore!
Kirk
: Rapporto avarie.
Spock
: Sapevano esattamente dove colpirci.
Kirk
: Chi sapeva dove colpirci, e perché?
Spock
: Una cosa è certa: non possiamo fuggire con l'energia ausiliaria.
Kirk
: Visuale! Tutta l'energia sui fasatori!
Spock
: Troppo tardi!
Kirk
: Attenti! Scotty! Cos'è rimasto?
Scott
: Solo le batterie, Signore!Posso inserire le batterie tra pochi minuti!
Kirk
: Non li abbiamo pochi minuti! C'è energia per i fasatori?
Scott
: Per pochi colpi, Signore!
Spock
: Non bastano contro i loro schermi!
Kirk
: Chi diavolo sono?
Uhura
: Ammiraglio! Il Comandante della Reliant sta segnalando! Vuole discutere i termini della nostra resa.
Kirk
: Visuale sullo schermo!
Uhura
: Ma Ammiraglio...
Kirk
: Lo faccia! Finchè siamo in tempo.
Uhura
: Visuale, Signore...
Kirk
: Khan!
Khan
: Lei si ricorda ancora di me, Ammiraglio. Non posso fare a meno di esserne toccato. Io naturalmente mi ricordo di lei.
Kirk
: Che significa quest'attacco? Dov'è l'equipaggio della Reliant?
Khan
: Io credevo che i miei piani fossero più che lampanti. Ho intenzione di prendermi la rivincita su di lei, Ammiraglio. Ho privato di energia la sua nave, e prima di andarmene ho intenzione di toglierle la vita. Ma prima volevo che lei sapesse chi sarà l'autore della sua distruzione.
Kirk
: Khan... Se è me che vuole... mi farò condurre a bordo. Risparmi il mio equipaggio
Khan
: Le faccio una controproposta: accetterò i suoi termini se... se... in aggiunta alla sua persona, lei mi consegnerà i dati e tutto il materiale relativo al Progetto chiamato... Genesi.
Kirk
: Genesi? Che cos'è?
Khan
: Non offenda la mia intelligenza, Kirk.
Kirk
: Mi dia almeno il tempo di richiamare i dati sul computer.
Khan
: Le darò sessanta secondi, Ammiraglio.
Kirk
: Sgombrate la Plancia!
Spock
: Almeno sappiamo che non ha il Genesi.
Kirk
: Continui ad annuire come se le dessi degli ordini. Signor Saavik, elabori i dati della console di comando della Reliant.
Saavik
: La console della Reliant?
Kirk
: Presto!
Khan
: Quarantacinque secondi!
Spock
: Il codice del prefisso?
Kirk
: È tutto quello che abbiamo.
Saavik
: Dati elaborati, Signore!
Khan
: Ammiraglio!
Kirk
: Li stiamo cercando!
Khan
: Ammiraglio!
Kirk
: La prego... La prego deve darci tempo. La Sala Comando è distrutta, il computer in avaria.
Khan
: Il tempo è un lusso che non può permettersi, Ammiraglio!
Kirk
: Maledizione!
Khan
: Allora, Ammiraglio?
Kirk
: Fra poco ci siamo, Khan!
Spock
: Il numero di codice della Reliant è: 16309.
Saavik
: Non riesco a capire...
Kirk
: Deve imparare perché le cose funzionano su una nave stellare.
Spock
: Ogni nave ha un suo codice...
Kirk
: ... per impedire al nemico di fare ciò che stiamo tentando noi: usare la nostra console per costringere la Reliant ad abbassare i suoi schermi.
Spock
: Sempre che non abbia cambiato codice. È piuttosto intelligente.
Khan
: Quindici secondi, Ammiraglio!
Kirk
: Khan, chi ci assicura che manterrà la parola?
Khan
: Io non ho nessuna parola da mantenere, Ammiraglio. Dal mio punto di vista lei non ha alcuna alternativa.
Kirk
: Lei è stato chiarissimo! Pronti a ricevere la nostra trasmissione! Signor Sulu! Fasatori sul bersaglio, e attendere il mio ordine!
Sulu
: Fasatori puntati!
Khan
: Il tempo è scaduto, Ammiraglio!
Kirk
: Ecco che arriva. Ora, Signor Spock!
Joachim
: Signore! Stanno scendendo i nostri schermi!
Khan
: Li sollevi!
Joachim
: Non ci riesco!
Khan
: Dov'è l'ausiliario? L'ausiliario!
Kirk
: Fuoco! Fuoco!
Khan
: Fuoco! Fuoco!
Joachim
: Non possiamo far fuoco, Signore!
Khan
: Perché non possiamo?
Joachim
: Hanno danneggiato il comando fotonico e la barra warp! Dobbiamo ritirarci!
Khan
: Nooo!
Joachim
: Dobbiamo, Signore!
Khan
: Nooo!
Joachim
: L'Enterprise può aspettare! Non può andare da nessuna parte, Signore!
Sulu
: Ce l'ha fatta!
Kirk
: No, non ho fatto niente! Mi sono fatto sorprendere come un idiota. Sto diventando vecchio. Signor Saavik, continui pure a citare i regolamenti! Vediamo di scoprire a quanto ammontano le nostre avarie.
Dal film:
Star Trek 2 - L'ira di Khan
Scheda film e trama
Frasi del film
Saavik
: Giornale di bordo, data stellare 80 1 30.3. Nave Stellare Enterprise in missione di addestramento in Gamma Hydra. Sezione 14, coordinate 22/87/4.
Nyota Uhura
: Non capisco...
Saavik
: Zona Neutrale in avvicinamento.
Uhura
: C'è qualcosa di strano.
Saavik
: Tutti i sistemi regolari e funzionanti.
Hikaru Sulu
: Stiamo lasciando la sezione 14 per la sezione 15.
Saavik
: Attenzione: programmare rotta parabolica per evitare Zona Neutrale.
Sulu
: Signorsì! Cambio di rotta programmato.
Uhura
: Comandante? Ho in arrivo un messaggio sul canale di emergenza.
Saavik
: Sugli altoparlanti!
Kojiro Vance
: Emergenza! Qui è la Kobayashi Maru, 19 periodi all'esterno di Altair 6. Siamo entrati in collisione con una mina gravitazionale, e abbiamo una perdita di potenza. Lo scafo è in avaria e abbiamo danni a cose e persone.
Uhura
: Qui nave stellare Enterprise. Vostro messaggio ricevuto. Potete darci le vostre coordinate? Ripeto, qui nave stellare Enterprise...
Vance
: Enterprise, la nostra posizione è Gamma Hydra sezione 10.
Saavik
: Nella Zona Neutrale...
Vance
: Scafo danneggiato. Sistemi di sicurezza in avaria. Richiesta di assistenza! Richiesta di assistenza!
Saavik
: Check-in della Kobayashi Maru.
Computer
: Classificazione: nave portacarburante elettronico III Classe. Equipaggio 81. Passeggeri 300.
Saavik
: Maledizione! Signor Sulu? Tracci una rotta d'intercettazione.
Sulu
: Posso ricordare al Comandante che se una nave stellare entra nella Zona...
Saavik
: Sono al corrente delle mie responsabilità, Signore.
Computer
: Attenzione.
Sulu
: Due minuti all'intercettazione.
Computer
: Siamo entrati in Zona Neutrale.
Sulu
: Stiamo entrando in Zona Neutrale.
Spock
: Stiamo violando il trattato, Comandante.
Saavik
: Sala trasportatori, prepararsi ad accogliere i sopravvissuti a bordo.
Uhura
: Comandante! Non ho più il segnale.
Computer
: Allarme! Sensori indicano tre caccia Klingon su 3 1 6 punto 4 in rapido avvicinamento.
Saavik
:
Viso
re. Posti di battaglia! Attivare gli schermi!
Sulu
: Schermi attivati!
Saavik
: Informi i Klingon che siamo in missione di salvataggio.
Uhura
: Comandante, hanno bloccato tutte le frequenze.
Computer
: Klingon in rotta di attacco e di avvicinamento.
Saavik
: Ci sono addosso.
Computer
: Klingon in rotta di attacco e di avvicinamento.
Saavik
: Signor Sulu, allontaniamoci!
Sulu
: Tenterò, Comandante.
Computer
: Allarme. Torpedini Klingon attivate. Allarme.
Saavik
: Manovra di evasione! Sala macchine, rapporto avarie!
MONTGOMERY "SCOTTY" Scott
: Generatore principale colpito, Comandante!
Saavik
: Attivare l'energia ausiliaria! Prepararsi a rispondere al fuoco!
Uhura
: Aaah!
Cadetto
: Cedono gli schermi, Comandante!
Saavik
: Fuoco da tutti i fasatori!
Spock
: Energia zero sulle armi. Aaah!
Scott
: Comandante, è inutile! È la nostra fine!
Saavik
: Attivare i mezzi di salvataggio! Iniziare abbandono nave! Equipaggio abbandono nave! Ripeto equipaggio abbandono nave!
James Tiberius Kirk
: Okay, aprite.
Saavik
: Qualche consiglio, Ammiraglio?
Kirk
: Cominci a pregare Signor Saavik, i Klingon non fanno prigionieri. Luci!
Voce
: Motori attivati.
Kirk
: Comandante...
Spock
: Allievi! In Sala Operativa!
Intercom
: Personale Manutenzione, recarsi sul simulatore in plancia. Personale Manutenzione, sul simulatore plancia.
Kirk
: Dottore, cura te stesso.
Leonard "Bones" McCoy
: Tutto qui quello che ha da dire? Che ne pensa della mia interpretazione?
Kirk
: Non ho mai fatto il critico teatrale. Signor Saavik, vuole restare sulla nave che affonda?
Saavik
: Chiedo il permesso di parlare apertamente.
Kirk
: Accordato.
Saavik
: Questo non era il test giusto per saggiare la mia abilità di comando
Kirk
: Perché no?
Saavik
: E me lo chiede? Non c'era modo di vincere.
Kirk
: Può capitare a un Comandante di dover affrontare una situazione disperata, ci ha mai pensato?
Saavik
: No, Signore, non ci ho mai pensato.
Kirk
: Sapere affrontare la morte è importante almeno quanto affrontare la vita, non crede?
Saavik
: L'eventualità a cui lei accennava non mi ha mai sfiorato, Comandante.
Kirk
: Bene, d'ora in avanti avrà qualcosa a cui pensare.
Intercom
: Allievi macchine! Riunione sul ponte C! Allievi macchine! Riunione sul ponte C!
McCoy
: Ammiraglio? Non sarebbe più facile rimettere un equipaggio esperto a governare questa nave?
Kirk
: Galoppare nelle galassie è un gioco da giovani, Dottore.
Uhura
: E questo,che cosa significherebbe?
Dal film:
Star Trek 2 - L'ira di Khan
Scheda film e trama
Frasi del film
C'è quella che ‐ a mio av
viso
‐ appare la truffa più clamorosa, addirittura anche dimostrata. Proprio nel bilancio di Banca Etruria del 2013 è, infatti, scritto che non si sarebbero più rinnovati i bond istituzionali per la bellezza di 125 milioni di euro. Per altri 161 milioni di euro, cosa fa la Banca Etruria? Raccoglie quelli che aveva dato in giro. Si arriva così alla cifra di 285 milioni di euro, per la quale la banca non poteva però più permettersi di non essere finanziata. Allora cosa fa? La banca lo scrive nel bilancio. Dove sono la Banca d'Italia e la CONSOB? Qui si parla di un'associazione occulta, che comprende il Governo, per truffare e rubare ai cittadini, perché ‐ ripeto ‐ lo scrive. La banca scrive chiaramente che passa dagli investitori istituzionali, quelli qualificati, in grado di comprendere bene, alla granularizzazione, e cioè alla vendita dei titoli ai poveri risparmiatori, che vengono così imbrogliati. C'è anche la testimonianza di un direttore di banca di un piccolo paesino in Provincia di Perugia che dichiara quello che è successo.
Barbara Lezzi
Cit. da
Intervento al Senato, 22 dicembre 2015
Frasi di Barbara Lezzi
Un mondo già di
viso
in imperialismi e un terzo dissidente che dice: No, né con gli uni né con gli altri, siamo socialisti, ma socialisti nazionali. Era una terza posizione tra il socialismo sovietico e il capitalismo yankee.
Juan Perón
Frasi di Juan Perón
È incredibile come persone che sono sempre state vicine possano diventare all'improv
viso
estranee.
Ira Levinson
Dal film:
La risposta è nelle stelle
Scheda film e trama
Frasi del film
Quando il sole tramontò parve che provasse un nuovo affanno; le sue lagrime scorrevano così abbondanti che una delle converse si mosse a pietà e le asciugò il
viso
, ché la poveretta l'aveva tutto bagnato e non ci vedeva più. Poi agitò le labbra come se chiamasse; io mi chinai su di lei; fece uno sforzo per accostare il suo
viso
al mio, e mi sussurrò all'orecchio quel suo ultimo desiderio con uno stento affannoso che spezzava il cuore... Il rantolo la soffocava. Indovinai più che non mi dicesse. Corsi a prendere l'involto che mi avea designato, e allorché me lo vide fra le mani sorrise come sorridono gli angeli del paradiso... Quando il rantolo non la soffocava, diceva sempre: «Per lui! per lui!». Sarà stato delirio. Volle che le facessi veder tutto: i fogli, i capelli, il crocifisso, le foglie secche; le baciò, le baciò tanto, che una di quelle foglie l'ho tolta dalle sue labbra dopo morta.
Poi volse appena il capo dall'altra parte e sospirò lievemente... Parve che si addormentasse... e si addormentò per sempre.
Povera suor Maria!
Però ella adesso è fra i beati e prega il Signore per noi miseri peccatori che abbiamo la debolezza di piangere la sua morte. Devo anche aggiungere, a lode della madre abbadessa e di tutta la comunità, e a conforto di tutti coloro che l'amarono in vita, che le sue esequie furono commoventissime. Più di trenta messe furono celebrate a tutti gli altari della chiesa e al De-profundis ardevano più di cento candele. Mi raccomandi al Signore nelle sue orazioni, e mi creda con stima:
Sua devotissima serva
Suor Filomena
[Explicit]
Giovanni Verga
Cit. da
Storia di una capinera
Frasi di Giovanni Verga
Tu hai bisogno di vivere alla grand'aria, come me, e per noi altri infermi di mente e di nervi la grand'aria è la vita di una grande città, le continue emozioni, il movimento, le lotte con sé e con gli altri, se vuoi pur così. Tutto quello che senti ribollire dentro di te irromperà improv
viso
, vigoroso, fecondo appena sarai in mezzo ai combattenti di tutte le passioni e di tutti i partiti.
Giovanni Verga
Cit. da
Lettera a Luigi Capuana, 13 marzo 1874
Frasi di Giovanni Verga
Ho visto per la prima volta il giovane Federer nel corso del torneo jr. di Wimbledon del 1998. Era il 2° o 3° turno di una gara che avrebbe finito col dominare, e io passavo per caso tra i vialetti dei campi secondari. Vidi un tipo battere, fare un passo in avanti e affrontare un rimbalzo con una velocità di braccio, più che insolita, incredibile. D'un colpo, quel
viso
squadrato, ornato di un naso a patata, parve sovrapporsi ad un altro, biondo, di qualcuno che conoscevo bene, con cui avevo addirittura giocato: Lew Hoad. Quello che spinse Pancho Gonzales ad affermare: "Io sarò certo il miglior tennista del mondo ma, se è in giornata, Lew Hoad mi batte".
[Repubblicait, 7 luglio 2009]
Gianni Clerici
Frasi di Gianni Clerici
Eva Braun
: Io lo conosco bene. Mio marito. Da oltre quindici anni. Tuttavia ripensandoci non so niente di lui, malgrado parli molto. Sono venuta con gioia a Berlino, ma lui è cambiato rispetto a prima. Ora mi parla solo di cani e di diete vegetariane. Sapesse come odio la sua Blondie. Ogni tanto le do dei calci quando è sotto il tavolo e Adolf si chiede perché la cagna si comporti in modo strano.
[ridono]
Traudl Junge
: A volte mi sembra che non voglia aprirsi con nessuno, aprirsi veramente. In privato lui è così pieno di premure e all'improv
viso
... dice cose così brutali.
Eva Braun
: Intende quando è il Führer.
Dal film:
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Scheda film e trama
Frasi del film
Hitler
: Io avevo dei grandissimi progetti per il popolo tedesco e per il mondo. Nessuno ha voluto capirmi. Nemmeno i più vecchi compagni di lotta. Che grande occasione abbiamo avuto. Il totale dominio del mondo era alla nostra portata. Troppo tardi. L'unica cosa che sia andata a buon fine è l'attacco a
viso
scoperto che ho condotto contro il giudaismo, attacco che ha liberato lo spazio vitale tedesco dagli influssi del veleno ebraico. Adesso resta la parte più facile. C'è ancora quell'estremo istante...
[ride sommessamente]
poi avrò la pace eterna.
Speer
: Ma voglia risparmiare il popolo, Mein Führer.
Hitler
: Se il popolo tedesco soccombesse affrontando questa prova non potrei versare nemmeno una lacrima. Non avrebbe meritato altro. Sarebbe solo andato incontro al destino che lui stesso si è preparato.
Speer
: Da alcuni mesi devo togliermi questo peso... Da mesi non eseguo i suoi ordini di distruggere tutto. Ci sono prove documentali che non solo ho ignorato i suoi ordini, ma anche... che li ho coscientemente trasgrediti. Dovevo farglielo sapere.
[Hitler spezza una matita e la getta per terra]
Però la mia assoluta lealtà nei suoi confronti non è mai venuta meno.
[Speer si alza dalla poltrona]
Hitler
: Si metta in viaggio. Allora, arrivederci.
Speer
[porge la mano per salutare il Führer, ma quest'ultimo non lo fa]
: Le auguro ogni bene.
Dal film:
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Scheda film e trama
Frasi del film
Un
viso
è come la copertina di un libro: può suscitare la voglia di sfogliarlo (oppure di riporlo subito nello scaffale). Ma solo cominciando a leggerlo ci si rende conto se vale la pena di continuare oppure no.
Piero Angela
Cit. da
Ti amerò per sempre
Frasi di Piero Angela
L'amore, dunque, colpisce in modo subdolo, spesso improv
viso
. È un sentimento irrazionale che penetra dolcemente e invade tutto l'organismo, come un'endovenosa che si diffonde capillarmente e che modifica il nostro modo di pensare e di agire. Provocando, a volte, una narcosi totale.
Piero Angela
Cit. da
Ti amerò per sempre
Frasi di Piero Angela
La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
|
può essere il tempo della nostra felicità.
|
L'animale è morto o è quasi morto.
|
Rimangono l'uomo e la sua anima.
|
Vivo tra forme luminose e vaghe
|
che non sono ancora le tenebre.
|
Buenos Aires,
|
che prima si lacerava in suburbi
|
verso la pianura incessante,
|
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
|
le sfocate case dell'Once
|
e le precarie e vecchie case
|
che chiamiamo ancora il Sur.
|
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
|
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
|
il tempo è stato il mio Democrito.
|
Questa penombra è lenta e non fa male;
|
scorre per un mite pendio
|
e assomiglia all'eternità.
|
I miei amici non hanno volto,
|
le donne sono quel che erano molti anni fa,
|
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
|
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
|
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
|
ma è una dolcezza, un ritorno.
|
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
|
ne avrò letti solo alcuni,
|
quelli che continuo a leggere nella memoria,
|
a leggere e a trasformare.
|
Dal Sud, dall'Est, dall'Ovest, dal Nord,
|
convergono i cammini che mi hanno portato
|
nel mio segreto centro.
|
Quei cammini furono echi e passi,
|
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
|
giorni e notti,
|
dormiveglia e sogni,
|
ogni infimo istante dello ieri
|
e di tutti gli ieri del mondo,
|
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
|
gli atti dei morti, il condi
viso
amore, le parole,
|
Emerson e la neve e tante cose.
|
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
|
alla mia algebra, alla mia chiave,
|
al mio specchio.
|
Presto saprò chi sono.
Jorge Luis Borges
Titolo della poesia:
Elogio all'ombra
Frasi di Jorge Luis Borges
L'incandescente mattina di febbraio in cui Beatriz Viterbo morì, dopo un'imperiosa agonia che non si abbassò un solo istante al sentimentalismo né al timore, notai che le armature di ferro di piazza della Costituzione avevano cambiato non so quale av
viso
di sigarette; il fatto mi dolse, perché compresi che l'incessante e vasto universo già si separava da lei e che quel mutamento era il primo di una serie infinita.
Jorge Luis Borges
Cit. da
L'Aleph ‐ Incipit
Frasi di Jorge Luis Borges
L'odore del caffè ed i giornali, | la domenica e il suo tedio. Di mattina | e sulla pagina intravista quella vana | pubblicazione di versi allegorici | di un collega felice. Il vecchio | giace prostrato e bianco nella decente | abitazione di povero. Stancamente | guarda il suo volto nello specchio. | Pensa, non più stupito, che quel
viso
| è lui. La mano distrutta | non è lungi la fine. La sua voce dichiara: | Quasi non sono, ma i miei versi ritmano | la vita e il suo splendore. Io fui Walt Whitman.
Jorge Luis Borges
Frasi di Jorge Luis Borges
Non c'è problema? Ma come parli, Guerrieri? Sei impazzito? Dopo non c'è problema ti rimangono tre passaggi: un attimino, quant'altro e piuttosto che nell'immonda accezione disgiuntiva. A quel punto sei maturo per andare all'inferno, nel girone degli assassini della lingua italiana.
[Guido Guerrieri: da Le perfezioni prov
viso
rie]
Gianrico Carofiglio
Frasi di Gianrico Carofiglio
Suzanne
: Ah, questi giochi sono come una droga: non smetti mai.
Joseph
: Nemmeno stavolta.
Georgette
: Nemmeno stavolta neanch'io.
Suzanne
: ... questa fissazione, ed eccola là.
Joseph
: Lei mi permette?
I Cliente
: Bisogna lasciar fare.
Joseph
: Ha una cosa qua.
Suzanne
: Mi ricorda moltissimo una persona, tale e quale.
Georgette
: Ma...
Suzanne
: Era un contorsionista.
Joseph
: Com'è bella, Georgette... quando arrossisce.
Suzanne
: È stato la rovina della mia vita.
I Cliente
: È acqua passata.
Joseph
: Sembra un fiore di campo.
Georgette
: No, è l'effetto dell'aerofagia, questo.
Suzanne
: ... si snodava e giocava, si snodava e giocava...
II Cliente
: Buongiorno a tutti.
Suzanne
: Poi con l'artrosi si è dovuto calmare.
II Cliente
: Fa bel tempo oggi, eh?
Amelie
: Camel con filtro per...
Georgette
: Brava! Brava! Viva la Francia! Brava! Mi ha sporcata tutta! Brava! Dieci e lode! Dieci e lode, eh? Mi ha beccata in pieno! Mi scusi, Amélie mi ha versato...
Suzanne
: Ognuno vive come gli pare, ma oggi sembrano tutte uscite da una fotocopiatrice. Io preferisco essere come sono.
I Cliente
: Lei è sempre bella.
Suzanne
: Beh, sì, che c'entra? Io sono un caso a parte. Ma la poveretta non si meritava quella fine.
I Cliente
: Che è successo?
Suzanne
: Si era rifatta. Si era rifatta il
viso
.
I Cliente
: Ah, ah. Com'è buona lei! Si è rifatta tutta!
Suzanne
: Sì, vabbè, comunque... sapete cos'è successo veramente sul Monte Bianco?
II Cliente
: No.
Suzanne
: Beh, con il freddo, il silicone che aveva in faccia si è gelato. Ecco perché era tutta un bozzo tumefatto. Irriconoscibile.
I Cliente
: Oh... e che ha fatto?
Suzanne
: Eh? Ha premuto sui bozzi per farli rientrare.
I Cliente
: E ci è riuscita? La faccia ora com'è?
Suzanne
: Una groviera.
I Cliente
: ...
Suzanne
: Sì, ma è svenuto quando l'ha vista.
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
Paul
: Allora. Sei pronto?
Auggie
: Pronto. Quando vuoi.
Paul
: Sono tutt'orecchie.
Auggie
: Mi ricordo quella volta che mi hai chiesto come ho iniziato a fare le foto. Beh, questa è la storia della mia prima macchina fotografica. Veramente, prima e unica. Mi segui fin qui?
Paul
: Parola per parola.
Auggie
: Dunque. Ecco come sono andate le cose. Okay. Era l'estate del '76, all'epoca del mio primo lavoro per Vinnie, l'estate del Bicentenario. Una mattina al negozio un ragazzo cominciò a rubare delle cose. Stava giù, alla scansia dei tascabili, e si infilava le riviste porno sotto la maglietta. Non l'ho visto sùbito, c'era gente intorno al bancone, ma come me ne sono accorto, ho iniziato a strillare. Lui è scappato come un coniglio, shhh! E quando sono uscito fuori dal bancone, aveva già le chiappe sulla Settima Strada. L'ho rincorso per circa un isolato, poi ho lasciato stare. Gli era caduta qualcosa mentre scappava. E... dato che non me la sentivo più di correre, l'ho raccolta, per vedere cosa fosse. Era il suo portafogli. Non c'erano soldi dentro, ma c'era la sua patente, e altre tre o quattro fotografie. Avrei potuto farlo arrestare, certo, c'era nome e indirizzo sulla patente, ma sai, mi dispiaceva. Era solo un teppistello. E una volta viste quelle foto nel portafogli, non ce l'ho più fatta ad essere veramente arrabbiato con lui. Roger Goodwin. Si chiamava così. In una di quelle foto, mi ricordo, stava in braccio alla madre.
In un'altra aveva un trofeo in mano, della scuola, e rideva, felice, come se avesse vinto alla lotteria. Proprio non me la sentivo. Un povero ragazzo di Brooklin. Non era una cosa grave. Tanto chi se ne importa di un paio di giornaletti porno? E così, mi sono tenuto il portafogli. Ehm... ogni volta che sentivo il bisogno di riportarglielo, io rimandavo, e non l'ho mai fatto. Finché arriva Natale, e io non ho niente da fare. Vinnie voleva invitarmi, ma la madre si era ammalata, e lui e la moglie erano corsi a Miami, all'ultimo minuto. Quindi me ne stavo a casa mia, quella mattina. Mi sentivo un po' solo. Quando l'occhio va sul portafogli di Roger Goodwin. Mi sono detto
: "che diavolo, perché non faccio qualcosa di buono? Mi infilo il cappotto e gli riporto il portafogli". Abitava dalle parti di Boerum Hill, nelle case popolari. Mi ricordo che faceva un freddo cane, quel giorno. Mi sono perso molte volte prima di trovarlo. Le case sono tutte uguali, laggiù. Giri nello stesso punto e credi di stare da un'altra parte.
Comunque, alla fine arrivo al palazzo che cercavo, alla casa che cercavo, e suono il campanello. Non succede niente. Penso che non ci sia nessuno. Suono di nuovo, per esserne sicuro. Ormai sto per andarmene; aspetto un altro po', e sento trafficare dietro la porta. E una voce di vecchia chiede
: "Chi è?". E io dico: "Sto cercando Roger Goodwin". "Sei tu, Roger?", mi dice. E dà quindici mandate per aprire la porta. Avrà avuto almeno 80 anni, se non addirittura 90! E la prima cosa che noto di lei è che è cieca. "Lo sapevo che saresti venuto, Roger", dice. "Lo sapevo che non avresti dimenticato nonna Ethel a Natale". E poi apre le braccia, e mi si avvicina per abbracciarmi. Non ho tempo per riflettere, capisci? Devo dire qualcosa in fretta. E prima che realizzo ciò che sta accadendo, le parole mi escono dalla bocca. "Proprio così, nonna Ethel", dissi, "sono tornato a trovarti per Natale". Non mi chiedere perché l'ho detto. Non ne ho la minima idea. Mi è uscito così.
D'improv
viso
la signora comincia ad abbracciarmi, davanti alla porta, e anch'io l'abbraccio. Era come se tutti e due avessimo deciso di giocare questo gioco senza doverne stabilire le regole. Sapeva benissimo che non ero il nipote. Era vecchia e debole, ma non così andata da non saper distinguere un perfetto sconosciuto ad uno di famiglia. Fu felice di fare come se fosse vero. E dato che non avevo di meglio da fare, fui contento di assecondarla. Insomma, entrammo in casa e passammo la giornata insieme, e quando mi chiedeva quello che facevo, io le mentivo. Le raccontai che avevo trovato lavoro in una tabaccheria, le dissi che stavo per sposarmi, inventai centinaia di storie, e lei faceva finta di credere a ogni cosa. "Ma bene, Roger", diceva, muovendo il capo e sorridendo, "ho sempre saputo che ti sarebbe andata bene". Mah. Dopo un po', cominciai ad avere fame, e siccome in casa non c'era niente da mangiare, andai a cercare un negozio lì vicino, e tornai su carico di roba. Pollo arrosto, zuppa di verdure, patate bollite, insomma un mucchio di roba.
Nonna Ethel aveva un paio di bottiglie nascoste in camera da letto, eh, eh, eh! E così fra tutti e due riuscimmo a mettere su una discreta cena di Natale. Eravamo tutti e due un po' brilli, mi ricordo, e dopo pranzo andammo a metterci di là, nel soggiorno, dove si stava seduti più comodi. Dovevo fare pipì, così a un certo punto ho chiesto scusa e sono andato al bagno, in fondo al corridoio. E qui la cosa prende un'altra piega. Era già stato stravagante giocare al nipote di nonna Ethel, ma quello che feci poi fu decisamente folle, e non me lo sono mai perdonato da allora. Entro nel bagno, e accatastate contro il muro vicino alla doccia, vedo una pila di sei o sette macchine fotografiche, del tutto nuove.
Macchinette trentacinque millimetri, ancora nella scatola. Non avevo mai scattato una foto in vita mia, e tantomeno avevo mai rubato. Ma come vidi quella pila di macchinette abbandonate nel bagno, decisi che ne volevo una tutta per me. Una come quelle. E senza pensarci un istante, ne prendo una, me la metto sotto il braccio, apro la porta del bagno e torno nel soggiorno. Non ci ho messo più di tre minuti, ma nel frattempo nonna Ethel si era addormentata. Troppo Chianti, immagino. Andai in cucina, a lavare i piatti, e in mezzo a quel fracasso lei dormiva come una bambina. Non c'era motivo di disturbarla, quindi decisi di andarmene. Non potei lasciarle neanche un biglietto di saluto, dato che era cieca. Me ne andai e basta. Misi il portafogli del nipote sul tavolo. Ripresi la macchinetta e lasciai l'appartamento. Fine della storia.
Paul
: L'hai più rivista? Sei mai tornato a trovarla?
Auggie
: Una volta, tre o quattro mesi dopo. Io stavo malissimo per il furto della macchinetta, non l'avevo neanche usata. Finalmente decisi di riportarla, ma nonna Ethel lì non c'era più. Qualcun altro viveva in quell'appartamento, e non sapeva dove fosse finita.
Paul
: Probabilmente era morta.
Auggie
: Sì, probabilmente.
Paul
: Il che vuol dire che ha passato il suo ultimo Natale con te.
Auggie
: Forse sì. Non ci avevo mai pensato.
Paul
: È stata una buona azione, Auggie. Hai fatto una bella cosa per lei.
Auggie
: Le ho mentito, le ho rubato un oggetto, e tu la chiami una buona azione?
Paul
: Beh, l'hai fatta felice. La macchinetta era sicuramente... rubata, non l'hai tolta al... al proprietario.
Auggie
: Qualsiasi cosa nel nome dell'arte, eh?
Paul
: No, non è proprio così. In fondo ne hai fatto un buon uso.
Auggie
: E tu ora hai la tua storia di Natale, no?
Paul
: Sì, immagino di sì. Il raccontare è un vero talento, Auggie. Per fare una bella storia devi sapere quali bottoni spingere. Tu sei al pari dei maestri.
Auggie
: Che vuoi dire?
Paul
: Voglio dire che è una bella storia.
Auggie
: Cazzo, se non confidi i tuoi segreti agli amici, allora che amico sei?
Paul
: Giusto. Non varrebbe la pena di vivere altrimenti, no? "Il racconto di Natale di Auggie Wren", scritto da Paul Benjamin.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Una patria è un composto di più famiglie; e come di solito si sostiene la propria famiglia per amor proprio, quando non si abbia un interesse contrario, così per lo stesso amor proprio si sostiene la propria città o il proprio villaggio che si chiama patria. Più questa patria ingrandisce e meno la si ama, poiché l'amore suddi
viso
si indebolisce. È impossibile amare teneramente una famiglia troppo numerosa che si conosce appena.
Voltaire
Cit. da
Dizionario Filosofico
Frasi di Voltaire
L'appartenenza a un sistema di sicurezza sovrannazionale non dovrebbe, a mio av
viso
, basarsi su alcun arbitrario parametro di democrazia. Il solo requisito da parte di tutti dovrebbe essere l'elezione popolare diretta dei rappresentanti destinati all'organizzazione sovrannazionale ‐ parlamento e consiglio ‐ per scrutinio segreto in ogni paese membro. Tali rappresentanti dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che i singoli governi, il che aumenterebbe la natura pacifista dell'organizzazione.
[Guerra atomica o pace, II]
Albert Einstein
Cit. da
Out of My Later Years
Frasi di Albert Einstein
La scuola dovrebbe sempre tendere a sfornare giovani dalla personalità armonica, non degli specialisti. Il che, a mio av
viso
, vale in un certo senso anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una professione del tutto specifica. Bisognerebbe sempre dare la priorità allo sviluppo di una capacità generale di pensiero e di giudizio indipendente, non all'acquisizione di una competenza specialistica.
[Sull'istruzione - Discorso tenuto ad Albany, 15 ottobre 1936]
Albert Einstein
Cit. da
Out of My Later Years
Frasi di Albert Einstein
L'umanità ha perfettamente ragione di collocare i predicatori di alti valori morali e spirituali al di sopra degli scopritori di verità obiettive. Quel che l'umanità deve a personalità come Buddha, Mosè, e Gesù è, a mio av
viso
, infinitamente più elevato di tutti i risultati del pensiero analitico e speculativo.
Albert Einstein
Cit. da
Il lato umano
Frasi di Albert Einstein
Un giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in latino) un messaggio che mi parve impersonale e di scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in memoria di Calvino e dell'av
viso
che avrei ricevuto la laurea honoris causa dall'università di Ginevra. Evidentemente la gente dell'università interpretò nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però non mi diede ulteriori chiarimenti.
Albert Einstein
Cit. da
Il lato umano
Frasi di Albert Einstein
Queste ricerche, piene di presentimenti, perseguite nell'ombra per lunghi anni, quell'ardente desiderio di raggiungere lo scopo, quelle alternative di fiducia e di stanchezza, quell'improv
viso
irrompere della verità luminosa, tutto questo insomma non può essere veramente conosciuto che da colui che l'ha vissuto.
[Da: Origine della teoria della relatività generalizzata - Conferenza all'Università di Glasgow, 20 giugno 1933]
Albert Einstein
Cit. da
Il mondo come io lo vedo
Frasi di Albert Einstein
Ero seduto nell'Ufficio brevetti a Berna quando all'improv
viso
mi ritrovai a pensare: se una persona cade liberamente, non avverte il proprio peso. Sobbalzai. Questo pensiero semplice mi colpì profondamente e mi spinse verso una teoria della gravitazione.
Albert Einstein
Cit. da
Pensieri di un uomo curioso
Frasi di Albert Einstein
Lorentz è una meraviglia di intelligenza e ha un tatto squisito. Un'opera d'arte vivente! A mio av
viso
era il più intelligente tra i teorici presenti
[al Congresso Solvay di Bruxelles]
.
Albert Einstein
Cit. da
Pensieri di un uomo curioso
Frasi di Albert Einstein
Quando si considera un uomo, si potrebbe credere che fosse una totalità in sé e questo lo si crede ancora fino al momento in cui si vede, nella presa di possesso dell'amore, che esso è solo una metà che corre ala ricerca dell'altra metà. Non c'e nulla di comico in una mezza mela, il comico verrebbe a presentarsi soltanto se una mela intera fosse una mezza mela; non c'e contraddizione nel primo caso, bensì nell'ultimo. Se si prende sul serio il contenuto di quel modo di dire che la donna è solo un mezzo uomo, essa non sarebbe per niente comica in amore. L'uomo invece che ha goduto della stima dei concittadini come un uomo intero, lui, si, diventa comico quando all'improv
viso
comincia a trottare qua e là e con ciò tradisce il fatto di essere soltanto un mezzo uomo
Kierkegaard
Cit. da
In Vino Veritas
Frasi di Soren Kierkegaard
Le lacrime non conoscevano da troppo tempo la forma delle mie guance, la linea del mio
viso
, la luce del difuori. Silenziose per natura, arrivate agli occhi cadevano all'indietro giù fino in fondo al cuore che sempre più faticava a galleggiare.
Fabio Volo
Cit. da
È una vita che ti aspetto
Frasi di Fabio Volo
Il suo
viso
era bello con un risveglio in un luogo che senti tuo.
Fabio Volo
Cit. da
Il giorno in più
Frasi di Fabio Volo
Uomo
: È stato un proiettile, vero?
Forrest
: Un proiettile?
Uomo
: Che è saltato fuori e l'ha morso.
Forrest
: Oh... Sì, signore. Mi ha morso dritto nel posteriore, sì. Dissero che era una ferita da un milione di dollari, ma... quei soldi ce l'avrà l'esercito, perchè non ho ancora visto un centesimo di quei dollari. La sola cosa buona quando uno è ferito nel posteriore è il gelato. Mi dettero tutto il gelato che volevo. E indovini un po'? Nel letto accanto al mio c'era un mio buon amico. Tenente Dan, le ho portato gelato alla crema. Tenente Dan, gelato alla crema!
Infermiere
: È l'ora del bagno, tenente. Harper!
I Soldato
: Cooper. Larson. Webster. Gump. Gump?
Forrest
: Sono Forrest Gump.
I Soldato
: Kyle. Nichols. McMill. Johnson. Tyler. Holiday.
Gomer Pyle
: Sorpresa! Sorpresa, sorpresa!
II Soldato
: Gump, come fai a guardare questo mucchio di stronzate? Spegni il tele
viso
re.
Annunciatore
: Dalla D.M.Z., siete all'ascolto delle trasmissioni per le Forze Americane in Vietnam. Qui è il canale 6, di Saigon.
III Soldato
: Bella presa, Gump. Ci sai giocare? Vieni. Ti faccio vedere io. Tieni. Ora, il segreto del gioco è che qualunque cosa succede, non devi mai, mai perdere d'occhio la pallina. Dai.
Forrest
: Non so perché, ma il ping-pong mi veniva naturale.
III Soldato
: Vedi? Qualunque idiota ci riesce.
Forrest
: Così cominciai a giocarci sempre. Giocavo a ping-pong anche quando non avevo nessuno con cui giocare a ping-pong. Quelli dell'ospedale dicevano che mi calzava come un guanto, chissà volevano dire. Anche il tenente Dan veniva a vedermi giocare. Giocavo a ping-pong talmente tanto che ci giocavo anche nel sonno.
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Sto vivendo il sogno della mia vita, che si è realizzato all'improv
viso
. Ma la parte che amo di questa esperienza è imparare da registi incredibili come Christopher Nolan, dagli stilisti con cui lavoro, dai personaggi di cui studio la vita prima di interpretarli.
Jessica Chastain
Cit. da
Vanityfair.it, intervista 4 novembre 2014
Frasi di Jessica Chastain
C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun difetto.
Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All'improv
viso
spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse:
‐ "
Beh, a dire il vero... il tuo cuore è molto meno bello del mio.
"
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, il cuore del vecchio batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere:
‐ "
Starai scherzando?!
" ‐ disse. "
Confronta il tuo cuore con il mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.
"
‐ "
E' vero!
" ‐ ammise il vecchio. ‐ "
Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condi
viso
.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.
Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?
"
Il giovane rimase senza parole. Lacrime copiose iniziarono a rigargli il volto. Prese allora un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore. Poi il vecchio prese un pezzo del suo cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane.
Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse:
‐ "
Se la nota musicale dicesse: Non è la nota che fa la musica... Non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: Non è una parola che può fare una pagina... Non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: Non è una pietra che può alzare un muro... Non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: Non è una goccia d'acqua che può fare un fiume... Non ci sarebbero gli oceani.
Se l'uomo dicesse: Non è un gesto d'amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo... Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini
".
Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più
il cuore più bello del mondo
, eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua; così il mondo ha bisogno di te, ha bisogno del tuo amore, perché sei unico ed insostituibile.
Da:
Il cuore più bello del mondo
Wade
: Per quanto mi riguarda, quando c'è un problema si chiama un professionista.
Jerry
: No. Hanno detto che non vogliono sbirri. Sono stati più che chiari, Wade. Hanno detto che se informiamo la polizia, la faranno fuori senza pensarci su.
Wade
: Mi sembra scontato che dicano così. Come faccio a fidarmi? Hanno in mano Jean. Se consegno il milione di dollari a quei bastardi, chi mi garantisce che la rilasceranno?
Jerry
: Non abbiamo scelta, purtroppo.
Wade
: Un milione di dollari sono un bel mucchio.
Jerry
: Sì, ma la situazione è semplice.
Wade
: Quei bastardi hanno in mano mia figlia.
Jerry
: La situazione è molto semplice, Wade. Se gli diamo quello che vogliono, perché non dovrebbero lasciarla andare? Devi... tu devi starmi a sentire questa volta, Wade.
Wade
: Sì, ma che ne sai tu? Tu parli tanto per parlare. Io dico che la polizia può darci dei buoni consigli.
Guarda, chiamiamo dei professionisti.
Jerry
: No. Niente sbirri. Non se ne parla. Riguarda me questa storia, Wade.
Wade
: Dio!
Jerry
: Jean è mia moglie, no?
Stan
: Devo riconoscere, Wade, che sono d'accordo con Jerry.
Wade
: Beh...
Stan
: Dobbiamo proteggere Jean perché non abbiamo carte in mano, Wade, ce l'hanno tutte loro, conducono loro il gioco.
Jerry
: Assolutamente.
Wade
: Porca...
Stan
: Purtroppo...
Wade
: Allora perché... perché non... Senti, Stan, pensavo di offrirgli mezzo milione, eh?
Jerry
: No, ma che cosa stai dicendo? Non ci pensare nemmeno, non esiste, non...
Stan
: Non siamo a un mercato in piazza, Wade.
Jerry
: Esatto.
Stan
: Dobbiamo fare buon
viso
a cattiva sorte.
Jerry
: Esatto.
Stan
: Allora, qual è la prossima mossa, Jerry?
Jerry
: Hanno detto che mi chiameranno per dirmi dove lasciare i soldi. La somma dev'essere pronta per domani.
Wade
: Merda!
Cassiera
: È andato tutto bene oggi?
Jerry
: Sì, molto bene, grazie.
Wade
: Andiamo, Stan.
Jerry
: Lei come va?
Stan
: Okay, allora, prepareremo i soldi per domani. Non preoccuparti, Jerry. Senti, vuoi qualcuno in casa con te in attesa che chiamino?
Jerry
: No, no, non vogliono nessun altro, vogliono trattare solo con me. Sono stati chiari.
Stan
: Eh, già.
Jerry
: Se mettiamo il telefono sotto controllo, se ne accorgeranno.
Stan
: Ah-ah.
Jerry
: Sai, può darsi che sia solo un bluff però, come hai detto tu, sono loro a condurre il gioco.
Stan
: D'accordo. E, senti, con Scotty pensi di cavartela?
Jerry
: Beh, già, c'è... Scotty. Sì, troverò modo di parlargli.
Stan
: Eh!
Jerry
: Ciao, come va, Scott?
Scotty
: Papà, cosa le faranno? Cosa vogliono fare alla mamma?
Jerry
: Non aver paura, Scott. Non le faranno del male. Quelli... I rapitori vogliono... vogliono solo i soldi.
Scotty
: Sì, ma se qualcosa dovesse andare storto, papà?
Jerry
: No, no, no, no, no. Andrà tutto bene. Il nonno e io stiamo facendo il possibile per affrontare la situazione adeguatamente.
Scotty
: Non sarebbe meglio informare la polizia?
Jerry
: No, no. Non lo deve sapere nessuno. Dobbiamo stare molto attenti con quella gente. Chiedilo a Grossman, ti confermerà quello che dico.
Scotty
: Sì, papà, ma...
Jerry
: Faremo in modo di far tornare la mamma, ma dobbiamo stare al gioco. Capisci? La condizione è questa. Quindi se telefona Lorraine o Sylvia, devi dire che la mamma è andata in Florida con Pearl e Marty. Hm? È la cosa migliore da fare.
Carl
: Oh! Ah, ah, ah, ah! Oops! Ah, ah, ah, ah! Oddio! Ah, ah, ah!
Segretaria
: Tieni, Marge, questo è per te.
Radio
: Le autopattuglie 2-4 sono pronte in garage.
Marge
: Grazie.
Agente
: Ciao.
Radio
: Le autopattuglie 2-4 sono pronte in garage.
Marge
: Ciao. Ciao, Bobby. Buongiorno.
Radio
: L'agente Morris è atteso nell'ufficio...
Marge
: Ah, Janie, sono nel mio ufficio se mi cercano.
Janie
: Va bene.
Marge
: Ah, ciao, tesoro.
Norm
: Ti ho portato qualcosa da mangiare, Marge. Cosa c'è lì dentro, lombrichi?
Marge
: Sì.
Norm
: Oh, grazie, amore.
Marge
: Ma figùrati. Grazie per il pranzo. Sembrano in forma, eh? Vediamo cosa c'è. Hamburger?
Norm
: Ah-ah.
Marge
: Come procede il quadro?
Norm
: Molto bene. Anche gli Hautman parteciperanno con un dipinto quest'anno.
Marge
: Ah, tu sei molto più bravo.
Norm
: Loro sono in gamba.
Marge
: Sono in gamba, ma tu sei più bravo di loro.
Norm
: Ma... Lo credi davvero?
Marge
: Ma quanti hamburger mi hai portato?
Lou
: Ciao, Norm. Come procede il dipinto?
Norm
: Non mi lamento, grazie.
Marge
: Scoperto niente su quell'auto?
Lou
: Nessun motel ha registrato una Ciera ieri sera, ma due uomini la sera prima si sono fermati al Blue Ox e hanno registrato una Ciera lasciando in bianco lo spazio della targa.
Marge
: Direi che è una buona traccia.
Lou
: Già.
Marge
: Il Blue Ox è dove si fermano i camionisti sulla 35?
Lou
: Sì. Al banco c'era il proprietario. Dice che erano in dolce compagnia.
Marge
: Ah, sì?
Lou
: Sì.
I Prostituta
: Sì, tutt'e due. Anche lei è andata all'università.
II Prostituta
: Ho frequentato Normandale per un anno e mezzo.
I Prostituta
: Sì, è là che ci siamo conosciute.
II Prostituta
: Però poi ho lasciato.
I Prostituta
: Sì, ha voluto lasciare.
II Prostituta
: Sì.
Marge
: Di dove siete esattamente?
I Prostituta
: Chaska.
II Prostituta
: LeSeure, ma ho fatto il liceo a White Bear Lake. Forza, Bears!
Marge
: Okay. Allora, ditemi: che aspetto avevano quei due?
I Prostituta
: Beh, quello mingherlino era un tipo curioso.
Marge
: In che senso?
I Prostituta
: Non saprei, era curioso.
Marge
: Non puoi essere un po' più precisa?
I Prostituta
: Non saprei cosa dire. Non era circonciso, ecco.
Marge
: Qualcos'altro di curioso a parte quello?
I Prostituta
: Cioè?
Marge
: Allora hai avuto rapporti sessuali col piccoletto?
I Prostituta
: Ah! Hm-hm.
Marge
: Qualcos'altro che puoi dirmi di lui?
I Prostituta
: No. Come ho detto era un tipo curioso, più curioso della media, direi.
Marge
: E il suo amico invece?
II Prostituta
: Lui era un po' più vecchio. E fumava come una ciminiera.
Marge
: Ah, sì?
II Prostituta
: Sì. Di continuo, si accendeva una sigaretta dopo l'altra.
Marge
: Ah-ah.
II Prostituta
: Sai, una di quelle cose a livello inconscio.
Marge
: Eh, sì, può succedere.
II Prostituta
: Eh, sì.
I Prostituta
: Hanno detto che stavano andando a Minneapolis.
Marge
: Ah, sì?
I Prostituta
: Sì, sì, ti può essere utile?
Marge
: Puoi scommetterci.
Prostitute
: Ah, ah!
Marge
: Grazie.
Carl
: E dai! Porca puttana! Oh, Cristo! Scatola di merda! Qui passano i giorni senza un cazzo da fare. Che stronzo di un tele
viso
re, non fa... E dai, porca puttana, fa' vedere qualcosa, dammi un
segnale! Porca puttana! Avanti, muoviti! Vaffanculo! Andiamo, sintonìzzati un po', bastardo, dai! Avanti! Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo!
Don Wescott
: Il coleottero trasporta la preda nel suo nido, dove continuerà a nutrire i suoi piccoli per sei mesi. In primavera le larve si schiudono e il ciclo ha di nuovo inizio.
Marge
: Norm, sono al capolinea.
Norm
: Ah, sì?
Wescott
: Qui lo vediamo liberarsi dell'involucro larvale.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Jerry
: Porca... Tesoro? Ho fatto la spesa. Sì, Wade, sono... sono Jerry. Io... Wade, sono Jerry. Non so cosa fare. Si tratta di
Jean. Non so cosa fare. Mia moglie... Non so cosa fare, si tratta di... Sì, Wade, sono Jerry, odd... Wade, sono Jerry. Senti, ti devo parlare. È successa una cosa... oddio, è terribile!
Centralinista
: Sì, dica pure.
Jerry
: Wade Gustafson, per favore.
Gaear
: Chiudi quella boccaccia, o ti rimetto nel portabagagli, hai capito?
Carl
: Cazzo, hai detto la frase più lunga della settimana! Ah, porca puttana! La targa. È per la targa. Mi sono dimenticato la targa. Non ti preoccupare, ci penso io. Vedi di startene buona lì
dietro, signora, altrimenti dovremo... insomma, farti fuori. Ehi, ci penso io. Buonasera, agente, mi dica.
Agente
: Questa macchina è nuova, signore?
Carl
: Oh, certamente, agente, puzza ancora di nuovo, eh.
Agente
: Lei dovrebbe esporre una targa prov
viso
ria, o sul portatarga o almeno attaccata sul lunotto posteriore, lo sa?
Carl
: Ha ragione, agente...
Agente
: Mi faccia vedere patente e libretto, per favore.
Carl
: Senz'altro. Già, volevo proprio attaccare la targa per essere perfettamente in regola, ma mi è proprio passato di mente. Penso che la cosa migliore sia sistemare la faccenda qui sul
posto.
Agente
: Cos'è questo, signore?
Carl
: Beh, la patente e il libretto. Sa, vorrei essere in regola. E pensavo che si poteva anche sistemare la cosa qui, adesso.
Agente
: Lo rimetta in tasca, prego. E scenda dalla macchina, per favore.
Gaear
: Fa' silenzio, per Dio!
Carl
: Oh. Oh, cazzo!
Gaear
: "Ci penso io". Tu le persone le incanti con lo sguardo, eh?
Carl
: Oh, merda.
Gaear
: Pensa a toglierlo dalla strada.
Carl
: Sì.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Carl
: Cazzo, apri almeno il finestrino! Sai che è provato che il fumo passivo è cancre... Eh... fa venire il cancro. Guarda, ecco Minneapolis. Vedi quel grattacielo pieno di vetrate? È il più alto in tutto il Midwest, dopo, ehm, Sears, ehm, di Chicago, o il John Hancock, credo. Sei mai stato a Minneapolis?
Gaear
: No, mai.
Carl
: Non è che muori se dici qualcosa.
Gaear
: L'ho detta.
Carl
: No. È la prima parola che hai detto da quattro ore in qua. È un... è un torrente di parole in piena, un vulcano in eruzione. Porca puttana, sta' un po' zitto, eh. Cazzo. Quant'è che sto seduto al volante? Non ho mai smesso di guidare da quando abbiamo lasciato Brainerd, cerco solo di scambiare due parole, cazzo, per tenere su il morale, combattere la noia della strada e tu non sai nemmeno fare un po' di conversazione. Ma vaffanculo, allora smetto di parlare. Se ti piace così. Per carità, in silenzio. Dobbiamo giocare a questo gioco? Va bene. Poi vediamo come va a finire. Assoluto silenzio. Ah!
Reilly Diefenbach
: Signor Lundegaard? Reilly Diefenbach, della finanziaria GMAC. Come vanno le cose?
Jerry
: Molto bene, lei come sta?
Diefenbach
: Benone, signor Lundegaard. È un'impresa riuscire a parlarle.
Jerry
: Già, abbiamo molto da fare, ma non ci dispiace affatto.
Diefenbach
: Ah, ne sono sicuro. La chiamo perché su queste ultime pratiche di finanziamento che ha inviato
non si riesce a leggere il numero di matricola dei veicoli.
Jerry
: Sì, ma ho già ricevuto... è tutto a posto, i finanziamenti sono stati erogati. Ho ricevuto i...
Diefenbach
: Sì, i 320mila dollari li abbiamo mandati il mese scorso.
Jerry
: Esatto, è tutto sistemato.
Diefenbach
: Sì, però non siamo in grado di identificare i veicoli che le abbiamo finanziato, perché i numeri di matricola sui moduli sono illeggibili. Lei dovrebbe semplicemente...
Jerry
: Ma le pratiche sono già archiviate, ho avuto gli importi.
Diefenbach
: Sì, ma noi abbiamo dei re
viso
ri in ufficio, e dobbiamo assicurarci che i veicoli che abbiamo finanziato esistano davvero.
Jerry
: Beh, certo, è chiaro che esistono.
Diefenbach
: Ah, beh, non lo metto in dubbio. Però non abbiamo i numeri di matricola, quindi se lei volesse dettarmeli adesso...
Jerry
: Come no, certo... Eh, bene... Vede, non li ho a portata di mano. Posso mandarle le copie per fax?
Diefenbach
: No. No, no, no, no, il fax non va bene, perché ce li ho già sul fax, non si legge un'acca.
Jerry
: Sì, dirò alla mia segretaria di spedirle le copie.
Diefenbach
: Ecco, per posta è meglio. Sa, se non possiamo fare riscontro con le matricole, dovremo revocare il finanziamento erogato.
Jerry
: Sì, quant'era la cifra?
Diefenbach
: 320mila dollari. Devo allegare le singole somme ai relativi veicoli, capisce?
Jerry
: Sì. D'accordo, nessun problema, le mando i moduli per fax.
Diefenbach
: No, no, no, no, no, non per fax!
Jerry
: Volevo dire per posta, glieli faccio inviare subito.
Diefenbach
: D'accordo, allora siamo intesi.
Jerry
: Okay, molto bene.
Dale
: Siamo ancora qui con Katie Carlson.
Katie Carlson
: Salve.
Dale
: Ma prima di proseguire voremmo ricordare al nostro pubblico che questo mese di marzo, per il secondo anno di fila, in collaborazione con la Twin City Travel, organizzeremo una crociera di due settimane lungo il Nilo. È un viaggio bellissimo, come già sapete, e vorremmo che tutti voi vi partecipaste. E lo diciamo sul serio. Molto bene, allora, per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, diciamo che questa mattina Katie ci insegnerà come preparare in casa le uova Holidazzle. Katie, devo ammettere che...
Katie
: Cosa?
Dale
: ... che sono rimasto sorpreso quando ho preso in mano questo.
Katie
: Perché?
Dale
: Questo è un guscio vuoto.
Katie
: Esattamente, Dale.
Dale
: Beh, come hai fatto a svuotarlo? C'era un uovo qui dentro, no?
Katie
: Certo.
Dale
: Ecco, appunto, non capisco come fai. Non mi dirai che hai una gallina vuota da qualche parte che fa le uova vuote?
Katie
: Ah, ah!
Jean
: Aaah!
Gaear
: Mi ci vuole una pomata.
Carl
: Eh?
Gaear
: Mi ci vuole una pomata. Allora hai fatto?
Carl
: Merda.
Jean
: Aaah!
Jerry
: Ah. Come va, Stan? Tutto bene, Wade?
Stan Grossman
: Piacere di rivederti, Jerry. Se i numeri sono giusti, l'affare non è niente male.
Jerry
: Oh, i numeri sono giusti, anzi, giustissimi.
Wade
: La cosa è fattibile.
Stan
: Congratulazioni, Jerry.
Jerry
: Ti ringrazio, Stan. È stato...
Wade
: Beh, che percentuale vorresti per aver ideato l'affare?
Jerry
: Eh?
Stan
: L'analisi finanziaria è dettagliata. Dobbiamo solo conoscere il tuo compenso.
Jerry
: Il mio compenso? Wade, ma di che diavolo sta parlando?
Wade
: Stan e io siamo d'accordo.
Jerry
: Sì.
Wade
: Investiremo.
Jerry
: Sì.
Wade
: Ma dobbiamo parlare del tuo compenso per averci proposto l'affare.
Jerry
: No, aspetta, io ti ho proposto l'affare perché tu mi prestassi il capitale necessario. Quest'affare lo voglio fare io.
Stan
: Jerry, tu ci stai proponendo un investimento.
Jerry
: Sì, esatto.
Stan
: E tu vuoi dire... Che cosa vuoi dire?
Wade
: Vuoi dire che noi mettiamo i soldi e tu riscuoti quando arrivano i profitti?
Stan
: Eh, eh, eh, eh!
Jerry
: No... No, sapete, io... io restituisco il capitale e... e pago tutti gli interessi. Anche un punto in più del tasso bancario.
Stan
: Noi non siamo una banca.
Wade
: Se volessi avere solo gli interessi di banca andrei alla MidWest Federal, dal vecchio Bill Diehl.
Stan
: Non è alla Norstar?
Wade
: No, è sempre...
Jerry
: No, no. A me... a me non serve una percentuale, mi ci vuole... La percentuale a quanto ammonta? Un 10%? Non mi risolve il problema. Io ho bisogno del capitale.
Stan
: Non ci passa neanche per la testa di darti 750mila dollari.
Wade
: Ma che cosa pensavi? Voglio complete garanzie se devo avere solo interessi di banca, copertura totale. E non mi sembra sia il tuo caso.
Jerry
: Sì, però io... io... Vi garantisco che vi restituirò fino all'ultimo centesimo.
Wade
: Non sto parlando della tua dannata parola, Jerry. Cristo! Ma che cavolo?
Stan
: Non siamo una banca, Jerry.
Wade
: Senti, non voglio tagliarti fuori dall'affare. Accetta, è conveniente. Siamo intesi che qualora tu non fossi interessato, non ti opporrai a che noi ci si muova autonomamente.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Charlie Firpo
: Primo, se io sto dormendo e mi svegliano all'improv
viso
, mi viene da piangere. Secondo quando mi viene da piangere io mi arrabbio. Terzo, quando m'arrabbio, mi alzo, scendo, e divento intrattabile.
Scagnozzo
: Ma allora scusa, non piangere!
Dal film:
Pari e dispari
Scheda film e trama
Frasi del film
[Su Anna Magnani]
Il suo lavoro mi ha catturato. All'inizio la conoscevo poco, ma avevo visto delle foto del suo
viso
ed ero rimasta affascinata perché rappresentava la vita, si presentava in un modo diverso da ogni attrice americana. Era un'attrice straordinaria e la sento molto vicina a me sia perché come me proveniva dal teatro sia perché era identificata con Roma. Per tutta la mia carriera sono stata identificata nel prototipo della donna americana della working class.
Frances McDormand
Frasi di Frances McDormand
Vivo a Roma, ma ogni tanto sento il bisogno di ritirarmi in cima a un monte, a riflettere. E ho un desiderio profondo di continuare a lavorare, per poter dare una nuova identità alla donna matura. Anche per questo sto lasciando esplodere le rughe sul mio
viso
, alla fine la bellezza si fa giustizia da sola, l'età accomuna tutte. Voglio dimostrare che le donne mature sono splendide, e vogliose d'amore. La vita non finisce dopo i 60.
Eleonora Giorgi
Cit. da
Vanity Fair, intervista, 13 settembre 2016
Frasi di Eleonora Giorgi
Padre Karras
: Senta signora MacNeil, la mia unica paura è quella di fare più male che bene a sua figlia.
Chris MacNeil
: Niente di quello che farà può peggiorare la situazione.
Padre Karras
: Non lo posso fare. Ho bisogno di prove che la Chiesa accetti come indizi di possessione.
Chris MacNeil
: Per esempio?
Padre Karras
: Se parlasse qualche lingua che non ha mai conosciuto.
Chris MacNeil
: Che altro?
Padre Karras
: Non lo so, dovrei cercare sui testi.
Chris MacNeil
: Credevo che lei fosse un esperto.
Padre Karras
: Non esistono gli esperti, probabilmente si intende di possessione come qualsiasi prete. Senta, sua figlia non dice di essere un demone ma dice di essere il Diavolo in persona. Se lei avesse visto tutti gli psicopatici che ho visto io saprebbe che è come dire di essere Napoleone Bonaparte. Lei vuol sapere cosa penso sia meglio fare per sua figlia: sei mesi, in osservazione, nel miglior ospedale che può trovare.
Chris MacNeil
: Se io vedessi un suo doppione, stesso
viso
, stessa voce... tutto quanto... sentirei che non è Regan. Lo sentirei dentro. E posso dire che quella cosa là di sopra non è mia figlia. Adesso lei deve dirmi che sa ed è convinto che mia figlia ha soltanto dei disturbi mentali e basta, deve dirmi che è convinto che un esorcismo non le servirebbe a niente, su mi dica questo!!!
Dal film:
L'esorcista
Scheda film e trama
Frasi del film
Mi chiedo spesso se dentro lo specchio | il mio
viso
| il mio corpo ci sia ancora.
Cesarina Vighy
Cesarina Vighy
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto sventolando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la mattina la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella mattina giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su bicchieri rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del mattino e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il muro e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improv
viso
dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
Cit. da
Urlo
Commenti:
1
Frasi di Allen Ginsberg
Sento il profumo di mia madre, un profumo che da bambino mi dava tranquillità: un profumo misto di rosa e limone. Tenue. Ma non mi sta abbracciando per il voto, altrimenti le sue lacrime non inumidirebbero il mio
viso
. Solo allora capisco. (Leo)
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improv
viso
qualcuno o qualcosa spazza via tutto. Allora a che serve?
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
Cambio faccia cambio modo di pensare | se una goccia di una lacrima versata | ti accarezza il
viso
mentre ridi e dici | che è la pioggia.
Annalisa Scarrone
Cit. da
Una finestra tra le stelle
Frasi di Annalisa Scarrone
L'assenza di un genitore può essere giustificata a mio av
viso
solo dalla morte. Se sono in vita e non si occupano dei propri figli, li ritengo poco responsabili.
Nadia Rinaldi
Frasi di Nadia Rinaldi
L'amore non è solo un'emozione violenta e cutanea. E' un marchio nella carne. E' il sentirti inespresso e incompleto senza di lei. E' non riuscire più a godere un mondo che aveva un senso solo finché era condi
viso
.
Massimo Gramellini
Cit. da
Cuori allo specchio
Frasi di Massimo Gramellini
Non ho fretta, tanto dentro di me ci sono due trentenni. Non dico certo che sia facile. Ero un colonnello e mi sono ritrovato all'improv
viso
retrocesso a caporale.
[Dopo la morte di Andrea Brambilla]
Nino Formicola
Frasi di Nino Formicola
René
: Molti di voi hanno di
viso
con me più di quindici anni di progetti. Quanta strada abbiamo fatto, eh? Tante esperienze, belle, brutte, facili, difficili. Ora, si apre una nuova fase. Ci saranno tanti altri progetti che noi faremo ancora insieme! Ma non questo film.
[tutti i membri della vecchia troupe ci rimangono male]
Per questo film, La casta, voi non ci sarete signori. Ma dovete capirmi... Io come regista vi chiedo di capirmi e di fidarvi...
Duccio
[appena arrivato, a Biascica]
: Minchia, mi sono perso il discorsone di René. Com'era?
René
: Davvero, scusatemi.
Biascica
: René, io te rompo er culo!
Itala
: A fijo de na mignotta! Ma che se fa così?
[Tutti cominciano a inveire contro René, a minacciarlo, a lanciargli cose]
Dal film:
Boris - Il film
Scheda film e trama
Frasi del film
Intervistatore
: Mancano due giorni Arthur e tutti parlano di Björn Borg, lo svedese che a soli ventiquattro anni potrebbe entrare nella storia vincendo il suo quinto Wimbledon. McEnroe riuscirà a tirare Borg giù dal suo trono?
Ashe
: Borg giocherà con un'enorme pressione addosso: si aspettano tutti che vinca. McEnroe al contrario parte sfavorito.
Intervistatore
: Hai giocato con entrambi, chi è il più forte?
Ashe
: McEnroe ha più talento ma giocare con Borg è come farsi prendere a martellate. E se Borg è un martello pneumatico, McEnroe invece è una lama affilata: un taglio qui, un taglio là e all'improv
viso
sei ricoperto di sangue. Anche se le ferite non sono tanto profonde, alla fine... muori dissanguato.
Dal film:
Borg McEnroe
Scheda film e trama
Frasi del film
Presentatore del talk show
: Sai, non credo sia un'esagerazione dire che tu e Borg avete due personalità totalmente diverse da quello che sembra...
McEnroe
: Non fai che nominare Borg, si è nascosto e sta per saltare fuori all'improv
viso
? Continui a parlare di lui ma ci sono io qui... È me che stai intervistando.
Presentatore del talk show
: Però lo sai che Borg viene spesso descritto come "pura perfezione e zero emozioni", che dici, perde mai le staffe?
McEnroe
: Non lo so.
Dal film:
Borg McEnroe
Scheda film e trama
Frasi del film
Sull'Appia Antica, per un periodo, abitò anche Roman Polanski. Girava "What?" con Romy Schneider. Avemmo un flirt, non ne ho un ricordo speciale. In quel periodo avevo una storia più intensa con il produttore Bob Evans, anche lui di stanza prov
viso
ria a Roma. I due erano amici, si scazzarono. Roman era geloso, lo lasciai.
Marina Ripa di Meana
Frasi di Marina Ripa di Meana
Non avevo una lira, ma vivevo da miliardaria. Vivevo al Grand Hotel. Ero spesata dall'industriale Roberto Gancia, detto Sgancia. Si era innamorato di me ed era bello, alto, playboy. Erano tempi in cui gli uomini facevano ancora follie per le donne. Un giorno, ero nella villa sull'Appia dove avevo vissuto con Angeli, davo una colazione per gli amici, Gancia incluso, e fra argenti e cristalli, cercavo di fare charme. All'improv
viso
, piombò la proprietaria di casa urlando che c'erano affitti arretrati. Io credevo che l'affitto lo pagasse ancora Angeli, capisce? Allora, Gancia mi disse che dovevo trasferirmi al Grand Hotel. Traslocai con mia figlia Lucrezia, il cane Banana e il mio intero entourage, perché nel frattempo Gancia si era offerto di ristrutturare il mio atelier, perciò i vestiti li producevo e vendevo in hotel. Poi mi procurò un grosso contratto di Prêt-à-porter col Giappone, col quale mi sono comprata la villa che ho in Umbria.
Marina Ripa di Meana
Frasi di Marina Ripa di Meana
Una volta che sei nell'esercito, lei significa molto di più per te che solo una nonna. Lei è la regina. E poi all'improv
viso
, è come iniziare a realizzare, sai, wow, questo è un grosso problema. E poi ti viene la pelle d'oca e poi il resto.
Principe Harry
Frasi di Principe Harry
Voglio bene al mio nuovo volto. Conosco la fatica e il dolore che c'è in ogni pezzetto di pelle. Tutto quello che sono me lo sono costruito. In casa ho molte fotografie di me prima. Le guardo spesso e provo tenerezza. Mi sembra il
viso
di una donna fragile, intatta. Una donna che mi vien voglia di proteggere.
Lucia Annibali
Frasi di Lucia Annibali
L'universo femminile è quello che mi intriga di più. Le donne sono un po' come le canzoni, imprevedibili, e all'interno delle canzoni cerco sempre di mettere qualcosa tipo una storia che sembra drammatica e poi arriva lo sfondo positivo. E in questo vedo una prerogativa spiccatamente femminile, quella di trovare sempre delle soluzioni all'improv
viso
e sorprenderti.
Bungaro
Frasi di Bungaro
Ci insegnano maestri, professori
avvocati, muratori,
tele
viso
ri, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali,
le stelle.
Ci sono lezioni facili,
e lezioni difficili,
brutte, belle e così così.
Ci si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino ad arrabbiarsi...
Gianni Rodari
Frasi di Gianni Rodari
Una donna non la perdi cosi all'improv
viso
... Di solito accumula troppo dolore, troppe lacrime e troppe delusioni. E alla fine decide che quello non è più il posto per lei.
Alberto Zuccalà
Sono stato convinto che alla fine sarei morto per una malattia cardiaca, che avrei esaurito il mio tempo e ogni trattamento, la tecnologia non avrebbe continuato a fronteggiare la mia malattia. E adesso, tutto l'improv
viso
, quando si ottiene un cuore nuovo, la vita si apre di nuovo com prima.
[I was convinced that eventually I would die of heart disease, that we'd run out of time and out of treatment, the technology wouldn't keep ahead of my disease. And now all of the sudden, when you get the new heart, your life opens up before you again.]
Dick Cheney
Frasi di Dick Cheney
Mi sveglio ogni mattina letteralmente con un sorriso sul mio
viso
, grato per un altro giorno che non avrei mai pensato di vedere.
[I wake up every morning literally with a smile on my face, grateful for another day I never thought I'd see.]
Dick Cheney
Frasi di Dick Cheney
Sono diventato popolare all'improv
viso
, anche se io in quel periodo non me ne rendevo conto. I fotoromanzi erano una specie di ambiente familiare, si giravano sempre con le stesse persone. Io, timidissimo, avevo accettato perché quei soldi mi servivano: guadagnavo 5 milioni al mese, lavorando poco più di una settimana. Per il resto, la mia vita era normale. Avevo una ragazza, andavo a scuola, non frequentavo lo spettacolo. Ricevevo solo tonnellate di lettere.
Massimo Ciavarro
Cit. da
Vanityfair.it, 3 giugno 2015
Frasi di Massimo Ciavarro
Il mondo è di
viso
in due, e ognuno fa la sua scelta di campo. Da una parte, i penitenti a testa bassa: come Galileo Galilei che accettò di abiurare in ginocchio di fronte al tribunale dell'Inquisizione, o Renato Cartesio, che preferì non pubblicare il suo trattato
[...]
. Dall'altra parte, gli impenitenti a testa alta: come Giordano Bruno, al quale fu messo il morso sul rogo per impedirgli di continuare a bestemmiare fino all'ultimo, o Benedetto Spinoza, che fu maledetto e radiato dalla comunità ebraica.
Piergiorgio Odifreddi
Cit. da
Il matematico impenitente
Frasi di Piergiorgio Odifreddi
Oggi stavo sulla metro e un tipo mi ha coinvolto in una conversazione, niente di impegnativo, la classica persona sola che ti parla del tempo. Ho cercato di essere simpatico e accomandante, ma mi faceva male la testa per la sua banalità. Non so neppure come sia accaduto esattamente, ma all'improv
viso
gli ho vomitato addosso, non gli ha fatto piacere e io non riuscivo a smettere di ridere.
[leggendo il diario di John Doe]
William Somerset
Dal film:
Seven
Scheda film e trama
Frasi del film
E all'improv
viso
capì che il disgusto che negli ultimi tempi aveva provato per la gente
[...]
era disgusto per se stesso.
Lev Tolstoj
Cit. da
Resurrezione
Frasi di Lev Tolstoj
Una delle più penose condizioni per i gelosi (e gelosi sono tutti nella nostra vita di società) è trovarsi costretti a quelle relazioni mondane che mettono in una grande e pericolosa intimità gli uomini e le donne. Bisogna diventar ridicoli oppure permettere l'intimità nei balli, l'intimità tra i medici e le loro clienti, l'intimità con gli artisti, i pittori e specialmente i musicisti. Le persone si occupano insieme della più nobile tra le arti, la musica: perciò è necessaria quella tale intimità, e quell'intimità non ha nulla di biasimevole: soltanto un marito scioccamente geloso può vedervi qualcosa di male. E intanto tutti sanno che proprio a mezzo di occupazioni, e specialmente della musica, avviene la maggior parte degli adultèri nel nostro mondo. Evidentemente li avevo messi nella medesima situazione penosa nella quale mi trovavo io: per un pezzo non mi riuscì di dir nulla. Ero come una bottiglia capovolta dalla quale l'acqua non esce perché è troppo piena. Volevo ingiuriarlo, scacciarlo, ma invece sentivo che dovevo invece mostrarmi amabile e affettuoso con lui. E così feci. Finsi di approvare tutto, per quello stesso strano sentimento che mi obbligava a rivolgermi a lui con tanta maggiore gentilezza quanto più la sua presenza mi era penosa. Gli dissi che mi affidavo al suo gusto e consigliai lo stesso a mia moglie. Egli rimase ancora un poco, quanto bastava per cancellare la sgradevole impressione che aveva prodotto la mia subitanea entrata nella stanza, con quel
viso
stravolto e quel mio silenzio, e poi se ne andò, figurando di aver finalmente deciso quel che si dovesse suonare. Io ero interamente persuaso che a paragone di ciò che li preoccupava la questione dei pezzi da suonare era per loro senza alcuna importanza.
Lev Tolstoj
Cit. da
La sonata a Kreutzer
Frasi di Lev Tolstoj
E all'improv
viso
ciò che lo tormentava e che non tornava, ‐ tutto all'improv
viso
cominciò a tornare, da un lato, da due, da dieci, da tutti i lati. Ho pietà di loro, bisogna non farli soffrire. Liberarli e liberare me stesso da queste sofferenze. «Come torna bene e come è facile, ‐ pensò. ‐ E il male? ‐ si chiese. ‐ Dov'è andato? Ebbene, dove sei, male?».
Stette attento.
«Sì, eccolo. E con questo? Dolga pure».
«E la morte? Dov'è?».
Cercò la sua solita paura della morte e non la trovò. Dov'è? Ma che morte? Non c'era più paura perché non c'era più morte.
Invece della morte, la luce.
‐ Dunque è così! ‐ disse d'un tratto ad alta voce. ‐ Che gioia!
Tutto questo non fu che un attimo per lui, ma il senso di quell'attimo ormai non poteva più mutare. Per i presenti la sua agonia durò ancora due ore. Qualcosa gorgogliava nel suo petto; il suo corpo macerato si scuoteva. Poi il gorgòglio e il rantolo si fecero sempre più rari.
‐ È finito! ‐ disse qualcuno.
Egli udì questa parola e se la ripeté nell'anima. «Finita la morte, ‐ si disse. ‐ Non c'è più, la morte».
Trasse il fiato, si fermò a mezzo, s'irrigidì e morì.
[Explicit]
Lev Tolstoj
Cit. da
La morte di Ivan Il'ic
Frasi di Lev Tolstoj
Colloquio con Serëa. Egli, senza ragione, si è comportato in modo rozzo. Mi sono addolorato e gli ho detto tutto in faccia: il suo borghesismo, la sua ottusità, malvagità, presunzione. E lui si è messo all'improv
viso
a dire che nessuno lo ama e ha cominciato a piangere. Dio, come mi ha fatto male. Ho camminato tutto il giorno. Dopo pranzo ho preso Serëa e gli ho detto: «Mi vergogno...» Lui si è messo a singhiozzare, a baciarmi e a dire: «Perdonami, perdonami». Da tempo non avevo provato niente di simile. Ecco la felicità. (15 luglio 1884)
Lev Tolstoj
Cit. da
I diari
Frasi di Lev Tolstoj
L'amo quando di notte o di mattina mi sveglio e vedo: lei mi guarda e mi ama. E nessuno, meno di tutti io, può impedirle di amare come lei sa, a suo modo. L'amo quando è seduta vicino a me, e noi sappiamo che ci amiamo l'un altro, e essa dice: Lëvocka, e si ferma: perché i tubi del camino sono dritti? oppure perché i cavalli vivono a lungo? o cose simili. L'amo quando stiamo a lungo soli, e io dico: che facciamo, Sonja? che possiamo fare? Lei ride. L'amo quando s'arrabbia con me e d'improv
viso
, in un batter d'occhio, il suo pensiero e le sue parole diventano aspri: smettiamo, mi dai fastidio; dopo un minuto già mi sorride timidamente. L'amo quando lei non mi vede e non sa che ci sono, e io l'amo a modo mio. L'amo quando è una bambina col vestito giallo e sporge la mascella inferiore e tira fuori la lingua, l'amo quando vedo la sua testa rovesciata all'indietro, e ha il
viso
serio e spaventato, infantile e appassionato, l'amo quando... (5 gennaio 1863)
Lev Tolstoj
Cit. da
I diari
Frasi di Lev Tolstoj
Nella mia mente cominciò a prendere forma un'idea. All'improv
viso
, seppi cosa dovevo fare.
Eddie Morra
Dal film:
Limitless
Scheda film e trama
Frasi del film
Quando hai una bambina di un anno e ti dicono che tra due mesi morirai, puoi decidere di accelerare la fine oppure di proiettarla nel tempo dell'amore, che è l'eternità. Solo la morte di tua figlia ti apparirebbe più insopportabile del saperla condannata a crescere senza di te. Per esorcizzare il distacco, una giovane madre di Tre
viso
aggredita da un tumore rarissimo ha cercato il modo di accompagnare la sua creatura per mano fino ai confini della maggiore età. Lo ha trovato nel linguaggio muto dei gesti, che a differenza delle parole arrivano diritti al cuore. Ha scelto e affidato al marito diciotto regali da consegnare alla figlia uno per volta, a ogni compleanno. Bambole, giochi, libri per l'infanzia, vestiti da adolescente e infine un mappamondo di sughero dove ha segnato con delle puntine tutti i luoghi che avrebbe voluto visitare con lei.
Chissà che cosa ne sarà stato del mondo, quando la diciottenne scarterà l'ultimo pacchetto. Non potendo prevedere il futuro, sua madre le ha donato il proprio passato. Non ci sarà per sgridarla quando combinerà la prima sciocchezza né per consolarla quando subirà la prima delusione. Ma le ha lasciato un testamento di regali per ricordarle che sua madre non l'ha mai né abbandonata né rifiutata. L'ha amata. Solo per un attimo, purtroppo. Ma l'amore di questa madre è un attimo che dura tutta una vita.
Massimo Gramellini
Cit. da
Avrò cura di te, 'Il caffè', Corriere.it, 30 settembre 2017
Frasi di Massimo Gramellini
Mentre vincevo gli scudetti a Modena, io andavo due volte alla settimana a fare minivolley con i bambini di una polisportiva. Alle 16,15 scappavo dalla palestra e rientravo in squadra perché Velasco mi faceva storie, ovviamente voleva multarmi perché per lui era inconcepibile che io andassi ad allenare due volte alla settimana il minivolley. E ho portato all'interno di questo percorso tutta una serie di giochi: sia il tuffo strisciato alla coreana, cosa che all'epoca non veniva assolutamente insegnato, sia il bagher rovesciato in alto che poi mi è servito nel campionato del mondo per un punto contro i cubani. Cercavo di far capire alle ragazzine che tenendo le mani di fianco al corpo, tipo pistolero, si poteva capire se la palla in arrivo era da difendere in bagher avanti, oppure sopra la testa utilizzando proprio l'impugnatura del bagher rovesciato per proteggersi il
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, perché al tempo non si poteva usare il palleggio.
Andrea Lucchetta
Frasi di Andrea Lucchetta
C'era una volta un re con cinque figli. Nelle sue ultime volontà affermò che alla sua morte il suo regno avrebbe dovuto essere di
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dai suoi figli in cinque regioni, in modo tale che ogni regione avesse un confine comune con le altre quattro. Possono essere soddisfatti i termini della sua volontà?
August Ferdinand Möbius
Frasi di August Ferdinand Möbius
Katie
: Papà, qual è la cosa più straordinaria che hai mai visto?
Ben
: La cosa più straordinaria che ho mai visto? Una volta quando ero bambino, mentre giocavo con la fionda, vidi un passerotto. Non so perché, ma lo colpii.
Katie
: Hai ucciso un uccellino?
Ben
: Non volevo farlo. Non so perché gli ho tirato, ci sono stato male. Pregai Dio che lo riportasse in vita. E all'improv
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il passerotto si svegliò, si svegliò e volò via.
Katie
: Dio l'ha salvato.
Ben
: Già, sarà così...
Dal film:
Lazarus Project
Scheda film e trama
Frasi del film
Sono già oggi trascorsi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni da che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane che suonavano a distesa nella tripla cerchia della Cité, dell'Université e dell'intera città.
Il 6 gennaio 1482 non è però un giorno che la storia ricordi. Nulla di rimarchevole nell'evento che così scuoteva fin dal mattino, le campane e i borghesi di Parigi. Non si trattava né di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquario portato in processione, né di una rivolta di scolari nella vigna di Laas, né di un ingresso del nostro temutissimo signor Messere il re, nemmeno di una bella impiccagione di briganti e di brigantesse in Place dela Justice a Parigi. Non era neanche l'arrivo, così frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasciata tutta pennacchi e decorazioni. Erano trascorsi soltanto due giorni da che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata a Parigi, con grande preoccupazione di Sua Eminenza il cardinale di Borbone, il quale, per far piacere al re, aveva dovuto far buon
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a tutta quella rozza ressa di borgomastri fiamminghi, e lusingarli, a Palazzo Borbone con una molto bella moralità, satira e farsa, mentre una pioggia battente inondava alla sua porta i suoi magnifici arazzi.
Victor Hugo
Cit. da
Notre-Dame de Paris ‐ Incipit
Frasi di Victor Hugo
Rose
: Non è disonorevole, te l'assicuro. Questo è il salotto. La luce ti va bene?
Jack
: Cosa?
Rose
: Agli artisti non occorre la luce giusta?
Jack
: Già, tutto ciò è vero, ma non sono abituato a lavorare in simili condizioni di miseria. Monet!
Rose
: Conosci la sua tecnica?
Jack
: Certamente. Guarda l'uso che fa dei colori qui. Non è straordinario?
Rose
: È vero. È straordinario. Cal insiste a voler scarrozzare quest'orribile coso dappertutto.
Jack
: Non dovrebbe essere di ritorno da un momento all'altro?
Rose
: No, almeno finché durano sigari e brandy.
Jack
: Che bello. Cos'è, uno zaffiro?
Rose
: Un diamante. Un diamante rarissimo. Jack, voglio che tu mi ritragga come una delle tue ragazze francesi. Con questo addosso.
Jack
: D'accordo.
Rose
: Con solo questo addosso. L'ultima cosa di cui ho bisogno è un altro ritratto in cui sembro una bambola di porcellana. Come committente, mi aspetto di ricevere quello che ho ordinato.
Jack
: Mettiti sul... sul letto. Sul divano. Sdraiati. Sì, così va bene. Metti...
Rose
: Dimmi quando la posizione è giusta.
Jack
: Metti il braccio dietro, come prima. Così. Alza l'altro braccio, ecco, la mano mettila lì, vicino al
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. Bene.
Adesso, abbassa la testa. Occhi a me. Tienili fissi su di me. E cerca di stare immobile.
Rose
: Come sei serio. Ho l'impressione che tu stia arrossendo, signor Grande Artista. Non riesco a immaginare monsieur Monet che arrossisce.
Jack
: Ma lui dipinge paesaggi. Rilassa il volto.
Rose
: Scusa.
Jack
: È vietato ridere.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Rose
: Quella fu l'ultima volta che il Titanic vide la luce del giorno.
Lovett
: Allora siamo arrivati al tramonto. Alla notte dell'affondamento mancano solo sei ore.
Bodine
: Incredibile. Smith se ne sta lì, impalato, con un av
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di allarme iceberg in quella cazzo di mano - mi scusi - in mano, e ordina di aumentare la velocità.
Lovett
: Ci sono ventisei anni d'esperienza che lavorano contro di lui. È convinto che vireranno in tempo non appena avvisteranno qualcosa di voluminoso. Ma il timone è troppo piccolo per una nave di quella stazza. Non è in grado di virare in tempo. Tutte le sue informazioni sono errate.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Coro
: Protect them by Thy guiding hand / From every peril on the land / O spirit whome the Father sent / To spread abroad the firmament / O wind of Heaven, by Thy might / Save all who dare the eagle's flight / And keep them by Thy watchful...
Jack
: Salve, signor Andrews.
Andrews
: Salve, Jack.
Steward
: Signore.
Jack
: Devo solo parlare un momento con qualcuno.
Steward
: Signore, non dovrebbe essere qui.
Jack
: Devo solo parlare con una persona. Ero qui ieri sera, non si ricorda di me?
Steward
: No, temo proprio di no. Ora deve tornarsene da dove è venuto.
Jack
: Ve lo dirà lui. Devo solo... devo solo dire una cosa a...
Lovejoy
: Il signor Hockley e la signora Dewitt Bukater continuano ad apprezzare la sua assistenza, e mi hanno chiesto di darle questo, come segno della loro riconoscenza.
Jack
: Non voglio i suoi soldi. La prego, voglio solo...
Lovejoy
: E mi hanno anche chiesto di ricordarle che lei ha un biglietto di terza classe, e che la sua presenza qui non è più gradita.
Jack
: La prego, voglio solo parlare un momento con Rose. Per favore!
Lovejoy
: Signori, potete cortesemente accompagnare il signor Dawson in terza classe? E far sì che ci rimanga.
Steward
: Certo, signore. Tu, andiamo.
Coro
: Hear us when we cry to Thee / For those in peril on the sea...
Ruth
: E perché ha due ruote, il timone?
Andrews
: Questa viene usata solo quando ci si avvicina alla costa.
Harold Bride
: Mi scusi, signore. Un altro av
viso
iceberg. È arrivato adesso dalla Noordam.
Smith
: Grazie, Sparks. Oh, non si preoccupi. È normale in questo periodo dell'anno. Infatti stiamo perdendo velocità. Ho appena ordinato di accendere le ultime caldaie.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Colonnello Archibald Gracie
: Vuole un po' di brandy?
Cal
: Tutto ciò è inammissibile! Cosa ti ha fatto pensare di poter mettere le mani addosso alla mia fidanzata? Guardami, feccia umana!
Rose
: Cal.
Cal
: Che ti è saltato in mente?
Rose
: Cal, smettila.
Cal
: Dovrei darti una...
Rose
: È stato un incidente.
Cal
: Un incidente?
Rose
: Davvero. Banalissimo. Mi ero sporta e sono scivolata. Mi ero sporta un po' troppo per vedere... ah... ehm... le... le...
Cal
: Eliche?
Rose
: Le eliche, e... e sono scivolata. Sarei caduta in mare, ma il signor Dawson mi ha salvata, e per poco non cadeva anche lui in acqua.
Cal
: Volevi vedere le... voleva vedere le eliche! Eh!
Gracie
: Come dico spesso, donne e motori non legano.
Commissario Di Bordo
: Le cose sono andate così?
Jack
: Sì, più o meno è andata così.
Gracie
: Beh, allora il ragazzo è un eroe. Buon per te, figliolo, ben fatto. Visto che tutto è andato per il meglio, propongo di tornare al nostro caro brandy, eh, eh.
Cal
: Guardati. Ti stai congelando. Meglio riportarti al coperto.
Gracie
: Ah... Forse qualcosa per il ragazzo...
Cal
: Certamente. Ehm... Signor Lovejoy, credo che un biglietto da venti basti.
Rose
: Oh, è questo il prezzo corrente per il salvataggio della donna che ami?
Cal
: Rose è scontenta. Che si può fare? Ci sono. Forse potrebbe unirsi a noi per cena domani sera, e... e deliziare i nostri commensali con il suo eroico racconto.
Jack
: Senz'altro. Sarò dei vostri.
Cal
: Bene. Allora è deciso. Sarà sicuramente interessante.
Gracie
: Hm, hm!
Jack
: Posso... sfilarti una sigaretta?
Lovejoy
: Le conviene allacciarle, quelle. È straordinario pensare che la signorina possa essere scivolata così all'improv
viso
e lei abbia avuto il tempo di togliersi giacca e scarpe, le
pare?
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Riccardo
: Incredibile. Mi hai scioccato. Come hai fatto a mentirmi per tutto questo tempo? Insomma, tu eri questo!
Giada
: Questo e molto di più.
Riccardo
: Confessa, ora puoi aprirti. Era un trucco? Come nelle favole per testare i miei sentimenti? Poi magari sei anche una principessa!
Giada
: No, scemo! Magari. Guarda che io sono sempre io. Non è cambiato niente.
Riccardo
: Hm.
Giada
: È solo che così ti piaccio di più. Almeno spero.
Riccardo
: Ma che scherzi? Certo che sì! Ora sei davvero tu. E poi è pure passata la mezzanotte e ancora non te sei trasformata. Perciò siamo salvi.
Giada
: All'improv
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la gente ti vuole. Gli stessi che fino al giorno prima ti schifavano come se avessi la lebbra.
Franca
: Allora? E no, me devi dire di più, anima mia! Sta' a vedere che è ricco!
Giada
: Quello che sei dentro non c'entra. Non conta, nessuno lo vede né vuole saperlo.
Professore
: Signorina, lei ha un curriculum eccellente. Se vuole proseguire la sua carriera con la mia cattedra, non vedo impedimenti. A me serve proprio gente nuova e fresca come lei. Fresca come lei!
Giada
: La verità è che pensavo di essere migliore degli altri, solo perché non mi sentivo come loro.
Riccardo
: Mi sa che mi potrei innamorarmi di te. Hai tutto quello che mi piace, a letto e fuori dal letto.
Giada
: Non ho capito bene.
Riccardo
: A letto e fuori dal letto.
Giada
: Quella cosa l'ho capita. Quell'altra, di innamorare... Dici serio?
Riccardo
: Sì.
Giada
: Ora so che non c'è niente di intelligente ad essere infelici. Prima non lo sapevo, perché non ero mai stata felice.
Alessia
: Oh, mio Dio! No, non ce la posso fare.
Katia
: Cosa?
Alessia
: Quella bora ripulita. Pure qui me la devo ritrovare!
Katia
: Ammazza! Diventa sempre più carina, però.
Alessia
: Ma sei scema? Anche tu vuoi entrare a far parte del Giada fan club? Ma si può sapere che ci trovate tutti in quella... svoltafiletti?
Katia
: Ma perché ti scaldi tanto? Non hai niente da invidiarle. Mica ti frega che Riccardo preferisce lei, no?
Alessia
: Ma sai che me ne frega a me se lui ha tanto cattivo gusto!
Katia
: Infatti, che ti frega?
Alessia
: Eppure sono convinta che la nostra Giadina non sappia proprio tutto. Sicuramente non sa dei giovedì di Riccardo. Sennò perché non la porta?
Giada
: Al privé? No, non credo. Magari la prossima volta.
Alessia
: No! Non mi dire che tu e Ricky ci date buca!
Giada
: Dovrete fare a meno di noi. E Ricky cena con i suoi.
Alessia
: Ah, sì, capisco. Che noia! E allora vieni tu! Le donne di Riccardo sono anche nostre amiche. Puoi portare anche lei, la tua amica, se vuoi.
Sara
: E grazie, ma tanto a noi non ci fanno entrare.
Alessia
: E che problema c'è? Vi facciamo mettere in lista. Io!
Sara
: Perfetto! Andata!
Alessia
: Meraviglioso! Sono convinta che ci divertiremo un mondo. Allora andiamo. A stasera. Bacio, bacio, tesori! Andiamo, Kati?
Katia
: Bacio, bacio.
Sara
: Ciao.
Giada
: Mica lo so se mi va di andare con quelle iene.
Sara
: E no, eh! Non si può fare. Stai sempre a dire quanto ti diverti nel jet-set, e 'na volta che mi invitano pure a me, tu non vuoi andare? No, è proprio escluso.
Giada
: E va bene. Prepàrati. Stasera ti porto a vivere.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Mentre prendo la penna per affidare alla carta paziente, in pieno ozio e ritiro sano del resto, se anche stanco, molto stanco (cosi che potrò procedere solo a piccole tappe e con riposi frequenti) mentre dunque mi dispongo a vergare le mie confessioni nella nitida e piacevole calligrafia che mi è propria, sono pur colto dalla fuggevole preoccupazione se in realtà io sia, per preparazione e per studi, adeguato all'impresa. Siccome però tutto quanto ho da comunicare trae materia dalle mie immediate esperienze, mancanze e passioni, così che son perfetto padrone dell'argomento, quel dubbio potrebbe al più riferirsi al mio tatto, alla compostezza nell'esprimermi cose per le quali a mio av
viso
non sono decisivi gli studi regolarmente seguiti, ma piuttosto il naturale ingegno e la buona educazione. Questa non mi è mancata, giacché io provengo da una famiglia della buona borghesia, se anche da una casa poco seria.
Thomas Mann
Cit. da
Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull ‐ Incipit
Frasi di Thomas Mann
Di corpo esile e minuto, sparuto ed emaciato anche nel
viso
, con un cappello sordido piazzato sulla nuca in modo da lasciar sfuggire un ciuffo di capelli rossicci da sotto la testa, se ne stava un po' discosto dai suoi, sulla ghiaia, in una posa di impertinente spavalderia, e lanciava, percuotendo le corde in un irruente canto declamativi, i suoi frizzi verso la terrazza, facendo un tale sforzo che le vene gli si gonfiavano sulla fronte. Non sembrava di stampo veneziano, piuttosto della razza dei comici napoletani, mezzo ruffiani, mezzo commedianti, brutali e protervi, pericolosi e spassosi.
Thomas Mann
Cit. da
La morte a Venezia
Frasi di Thomas Mann
Aspettava, Kate Croy, che suo padre rincasasse, ma egli la faceva attendere in modo incomprensibile, e c'erano momenti in cui la ragazza presentava a se stessa, nello specchio sul caminetto, un
viso
addirittura impallidito dall'irritazione che l'aveva portata al punto di andarsene senza vederlo. A quel punto però era rimasta; cambiando posto, muovendosi dal logoro divano alla poltrona ricoperta di una stoffa lucida che dava l'impressione ‐ l'aveva provata ‐ dello scivoloso e insieme dell'appicicaticcio. Aveva guardato le stampe giallastre sulle pareti e l'unica rivista dell'anno prima che insieme con un lumetto di vetro colorato e uno sgualcito centrino bianco lavorato coi ferri cooperava a ravvivare l'effetto del tappeto violaceo sulla tavola principale; soprattutto, di tanto in tanto, aveva fatto una breve sosta sul balconcino a cui si accedeva dalle due porte-finestre.
Henry James
Cit. da
Le ali della colomba ‐ Incipit
Frasi di Henry James
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