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Bergman: Torniamo sulla Iwo Jima, dove si trova la nostra telecamera. Gli elicotteri di recupero e soccorso della Marina già in volo girano in tondo in attesa del primo contatto radio.

Barbara: Mamma!

I Giornalista: Tre minuti al distacco del paracadute ritardatore.

II Giornalista: Siamo in attesa dell'annuncio del contatto.

Inco: Un minuto e trenta secondi alla fine del blackout.

Cronkite: Nessuna astronave in fase di rientro ha mai tardato più di tre minuti a uscire dal blackout. Questo è il momento critico. Reggerà lo scudo termico? Il modulo di comando sopravviverà all'intenso calore del rientro? Altrimenti, vi sarà solo silenzio.

Jeffrey: Mamma, mi stringi troppo.

Marilyn: Oh, mi dispiace tesoro, scusa.

Jeffrey: Okay.

Inco: Okay, volo, siamo a tre minuti. Siamo in attesa del contatto radio.

Gene: Ricevuto.

Ken: Odyssey, qui Houston. Mi sentite? Odyssey, qui Houston. Mi sentite?

Cronkite: Il momento previsto per il ristabilimento del segnale in cui si supponeva che gli astronauti sarebbero usciti dal blackout è arrivato ed è passato. La miglior cosa che tutti possiamo fare è ascoltare e sperare. Stiamo per apprendere se lo scudo termico, che come ricorderete è stato danneggiato dall'esplosione di tre giorni fa, ha resistito oppure no all'infernale calore del rientro.

Ken: Odyssey, qui Houston. Mi sentite? Odyssey, qui Houston. Mi sentite?

Inco: Tre minuti e trenta secondi, restiamo in ascolto.

Ken: Odyssey, qui Houston. Mi sentite? Odyssey, qui Houston. Mi sentite?

Inco: Siamo a quattro minuti. Restiamo in ascolto.

Ken: Odyssey, qui Houston. Mi sentite?

Jim: Salve, Houston, qui Odyssey. È un piacere risentirvi.

Ken: Odyssey, qui Houston. Bentornati a casa. Felice di rivedervi.

Andy: Ottimo lavoro, Ken.

Ken: Grazie.

Andy: Sei stato grande. Bravo.

Donna: Ce l'hanno fatta!

BIMBO: Sono tornati a casa!

Lunney: Okay, Deke.

Jim: Houston, stiamo galleggiando. La navicella è al sicuro. Qui Apollo 13. Passo e chiudo.

Gene: Bel lavoro!

Susan: Papà! Papà!

Jim: La nostra missione fu definita un fallimento di grande successo perché tornammo sani e salvi, ma sulla Luna non ci arrivammo mai. Più tardi venne accertato che una serpentina di riscaldamento difettosa all'interno dei serbatoi di ossigeno aveva provocato una scintilla durante il rimescolamento a freddo, causando l'esplosione sulla Odyssey. Si trattava di un difetto minore, prodottosi due anni prima che io venissi nominato comandante del volo. Fred Haise sarebbe dovuto andare sulla Luna con l'Apollo 18, ma la sua missione fu annullata a causa dei tagli di bilancio. Non volò più nello spazio. E neppure Jack Swigert, che lasciò la NASA e fu eletto al Congresso per lo Stato del Colorado. Ma morì di cancro prima di assumere la carica. Ken Mattingly andò in orbita intorno alla Luna come pilota del modulo di comando dell'Apollo 16, e comandò uno Shuttle senza mai avere avuto il morbillo. Gene Kranz, direttore delle operazioni di volo, è andato in pensione da poco tempo. Molti altri collaboratori del controllo missione sono passati ad altre cose, ma alcuni sono ancora là. E quanto a me, i sette straordinari giorni di Apollo 13 furono i miei ultimi nello spazio. Ho osservato altri colleghi passeggiare sulla Luna e tornare sani e salvi. Seduto in sala controllo, oppure a casa nostra, a Houston. Qualche volta mi sorprendo a guardare la Luna, ricordando gli incredibili eventi del nostro lungo viaggio, pensando alle migliaia di persone che lavorarono per riportare noi tre a casa. Guardo la Luna e mi chiedo: quando ci torneremo? E chi ci andrà questa volta?

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