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Commenta la poesia di Attilio Bertolucci

Lasciate che m'incammini per la strada in salita | e al primo batticuore mi volga, | già da stanchezza e gioia esaltato ed oppresso, | a guardare le valli azzurre per la lontananza, | azzurre le valli e gli anni | che spazio e tempo distanziano. | Così a una curva, vicina | tanto che la frescura dei fitti noccioli e d'un'acqua | pullulante perenne nel cavo gomito d'ombra | giunge sin qui dove sole e aria baciano la fronte le mani | di chi ha saputo vincere la tentazione al riposo, | io veda la compagnia sbucare e meravigliarsi di tutto | con l'inquieta speranza dei migratori e dei profughi | scoccando nel cielo il mezzogiorno montano | del 9 settembre '43. Oh, campane | di Montebello Belasola Villula Agna ignare, | stordite noi che camminiamo in fuga | mentre immobili guardano da destra e da sinistra | più in alto più in basso nel faticato appennino | dell'aratura quelli cui toccherà pagare | anche per noi insolventi, | ma ora pacificamente lasciano splendere il vomere | a solco incompiuto, asciugare il sudore, arrestarsi | il tempo per speculare sul fatto | che un padre e una madre giovani un bambino e una serva | s'arrampicano svelti, villeggianti fuori stagione | (o gentile inganno ottico del caldo mezzodì), | verso Casarola ricca d'asini di castagni e di sassi. | Potessero ascoltare, questi che non sanno ancora nulla, | noi che parliamo, rimasti un po' indietro, | perdutisi la ragazza e il bambino più sù in un trionfo | inviolato di more ritardatarie e dolcissime, | potessi io, separato da quel giovane | intrepido consiglio di famiglia in cammino, | tenuto dopo aver deciso già tutto, tutto gettato nel piatto | della bilancia con santo senso del giusto, | oggi che nell'orecchio invecchiato e smagrito mi romba | il vuoto di questi anni buttati via. Perché, | chi meglio di un uomo e di una donna in età | di amarsi e amare il frutto dell'amore, | avrebbe potuto scegliere, maturando quel caldo | e troppo calmo giorno di settembre, la strada | per la salvezza dell'anima e del corpo congiunti | strettamente come sposa e sposo nell'abbraccio? | Scende, o sale, verso casa dai campi | gente di Montebello prima, poi di Belasola, assorta | in un lento pensiero, e già la compagnia fotestiera | s'è ricomposta, appare impicciolita più in alto | finché l'inghiotte la bocca fresca d'un bosco | di cerri: là | c'è una fontana fresca nel ricordo | di chi guida e ha deciso | una sosta nell'ombra sino a quando i rondoni | irromperanno nel cielo che fu delle allodole. Allora | sarà tempo di caricare il figlio in cima alle spalle, | che all'uscita del folto veda con meraviglia | mischiarsi fumo e stelle su Casarola raggiunta.

Attilio Bertolucci

Titolo della poesia: Verso Casarola

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