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Giada: ... l'etnocentrismo...

Riccardo: Ehi, ma non ti annoi a studiare sempre?

Giada: È necessario. E poi preferisco studiare che essere costretta a divertirmi.

Riccardo: Tu vieni proprio da un altro pianeta, eh? Guarda là. Tutto in mostra. Poi ci parli e magari scopri che non hanno niente da dire. A quella sta bene farsi trattare come un oggetto. Si fanno mercificare. Tu invece... no.

Giada: Riccardo...

Riccardo: Sì.

Giada: È un paio di giorni che cerco uno dei miei taccuini. Quello che non ti volevo dare. Per caso ce l'hai tu?

Riccardo: Io?

Giada: Sì, tu. O forse ce l'ha la ragazza che ama farsi mercificare. Pensi che sono cretina? Mi prendi pure per il culo?

Riccardo: Va bene. Scusa.

Giada: Sei un essere spregevole. Come ti sei permesso? È una violenza, lo capisci?

Riccardo: E dai! Non esagerare adesso. Ho sbagliato. Ma non so come fare con te. Io volevo... solo cercare di capirti un po'.

Giada: Ma che cazzo te ne frega di capirmi!

Riccardo: Effettivamente non lo so! Però mi frega. Senti, ormai le ho lette le cose che hai scritto. E ci ho pure pensato, sul serio! Tu dici cose giuste, ma... ci hai troppa rabbia. Tu ci rosichi troppo. La vita può essere presa anche in un altro modo, sai? Giada, io non voglio insegnarti niente. Lo so che pensi che sono un coglione.

Giada: Mh.

Riccardo: E forse hai anche ragione.

Giada: Mh.

Riccardo: Ma almeno quando c'è il sole, io sorrido. Oggi c'è il sole, Giada. Te ne sei accorta?

Giada: Sì, però non mi piace che tu...

Riccardo: Lo so, ho sbagliato. E... Ti chiedo scusa. Dai, sai che facciamo? Oggi niente lezione. Ci sei mai salita sul tetto? No? Ti va? Così ci godiamo questo splendido sole.

Giada: È proprio bello qui.

Riccardo: Senti, ti va di venire a cena da me questa sera?

Giada: Dici che ho fatto bene ad accettare subito?

Sara: Minimo.

Giada: Ho chiesto anche il permesso in trattoria. Non so, sono confusa. So solo che quando ci penso mi sento una stretta allo stomaco. Che significa?

Sara: Che ti sto invidiando.

Giada: Beh, non c'è molto da dire. Vengo da un paesello vicino a Roma. E ci torno poco per non sentire le lagne di mia madre. Mi faccio un gran culo per pagarmi gli studi. Fine. E tu?

Riccardo: Neanche io ho molto da dire. Sempre stato qui. Con mio padre parlo poco, mia madre invece parla troppo. E nella vita non vorrei fare un cazzo, tranne divertirmi.

Giada: Certo che noi due non abbiamo proprio niente in comune.

Riccardo: Già. Eppure sei a cena qui. Curioso, no?

Giada: Sì. Infatti è strano. Perché sono qui?

Riccardo: Beh, perché magari ci sono cose che ancora non ci siamo detti. Forse.

Giada: Cose tipo?

Riccardo: Posso? Sei più bella così. Perché li porti?

Giada: Perché non ci vedo. Senza mi sento persa.

Riccardo: Forse è meglio. Non trovi?

Giada: Non lo so. Dici?

Riccardo: Non ti piace guardarci?

Giada: Preferisco esserci.

Riccardo: C'è qualcosa che non va?

Giada: Non così.

Riccardo: E come?

Giada: Dolcemente.

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