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Paul: Oh. Gesù!

Rashid: Eh, eh!

April Lee: Mi sembrava di averla riconosciuta. Lei è Paul Benjamin, lo scrittore, vero?

Paul: Lo confesso.

April: Aspetto da tempo il suo nuovo romanzo. Ha qualcosa in cantiere?

Paul: Beh, io...

Rashid: Come no, sta già un pezzo avanti. Di questo passo finirà... finirà entro l'estate.

April: Meraviglioso.

Rashid: Ah, mi scuso, non avrei voluto dirglielo all'ultimo momento, ma il signor Benjamin e io andremo a una festa stasera, e saremmo veramente lieti se lei volesse accompagnarci. Vero, signor Benjamin?

Paul: Sì. Ne saremmo onorati.

April: Cosa si festeggia?

Rashid: È il mio compleanno.

April: Il tuo compleanno? E quante persone sono state invitate a questa festa?

Rashid: Beh, veramente non la chiamerei proprio "festa". È più che altro una cena, per festeggiare il mio compleanno. La lista degli invitati è piuttosto ristretta, per ora siamo solo il signor

Benjamin e io. Se lei accetta saremo in tre.

April: Hm, capisco. Una cenetta intima. Non è un numero un po' imbarazzante il tre? Come si dice: "due sono pochi, tre sono troppi".

Rashid: Tre sono troppi. Sì, me ne rendo conto, sì. Ma devo assolutamente tenere d'occhio il signor Benjamin, dovunque vada. Devo tenerlo d'occhio che non si metta nei guai.

April: Ah, cosa sei, il suo guardiano?

Rashid: Veramente, sono suo padre.

April: Ah, ah, ah, ah!

Paul: E sì! La gente presume che sia io il padre. È una deduzione logica, dato che mi vede più grande di lui di qualche anno. Ma in effetti è vero esattamente il contrario: lui è il padre, e io il figlio.

April: Ah, ah, ah, ah!

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