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Frase di Albert Einstein

Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano. Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.

[Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks. [...] Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.]

Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo Religion: German Martyrs, pubblicato sul Time Magazine del 23 dicembre 1940. La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da Time Magazine, Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal Time Magazine («It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.»). Secondo lo scienziato William C. Waterhouse lo stralcio riportato dal Time Magazine sarebbe stato estrapolato da un commento casuale rilasciato dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein viveva ancora in Germania. L'opinione di Waterhouse trova conferma in una lettera successiva dello scienziato, risalente al 14 novembre 1950.

Si tratta di una lettera di risposta ad una missiva invitagli da un pastore di una chiesa di Brooklyn, l'11 novembre 1950. Nella lettera il pastore ricordò che dopo l'avvento di Hitler, Einstein aveva rilasciato tale dichiarazione (una copia venne allegata alla lettera) e chiese gentilmente ad Einstein di inviargli una copia manoscritta di quel brano. Einstein rispose così: «Sono colpito dal tono generoso e leale della Sua lettera dell'11 novembre. Sono tuttavia un po' imbarazzato. Le parole che Lei cita non sono mie. Poco dopo l'ascesa al potere da parte di Hitler, ebbi un colloquio con un giornalista su questi argomenti. Da allora le mie osservazioni sono state rielaborate ed esagerate: non le riconosco più. Non posso trascrivere in buona fede il brano che Lei mi manda, credendolo mio. L'argomento è ancora più imbarazzante per me perché, come Lei, sono estremamente critico nei confronti degli atteggiamenti e soprattutto delle attività politiche del clero ufficiale nel corso della storia. Quindi il brano, anche se potessi trascriverlo con le mie parole originali (che non ricordo particolareggiatamente) dà un'impressione sbagliata del mio pensiero a riguardo.»

Breve biografia di Albert Einstein

Albert Einstein, nasce il 14 marzo del 1879 a Ulm, in Germania, da genitori ebrei non praticanti. Un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove suo padre Hermann apre, col fratello Jacob, una piccola officina elettrotecnica. L'infanzia di Einstein si svolge nella Germania di Bismarck, un paese in via di massiccia industrializzazione, ma anche retto con forme di dispotismo che si fanno sentire a vari livelli e in vari ambienti della struttura sociale. L'infanzia Il piccolo Albert è per istinto un... continua su Biografieonline.it

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