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Commenti alla frase di Leonardo da Vinci

  • da stampare nella mente... degli insegnanti!!

    Da: Luca Torchio
    Data: lunedì 25 luglio 2011 alle ore 21:34
  • Le regole dell’amor cortese

    L’amicizia ha sempre avuto, nel comune pensare, una connotazione alternativa, subalterna all’amore. Da giovani, quando una ragazza non contraccambiava il nostro sentimento, l’amicizia era quella condizione dell’anima, quella categoria morale, quello stato di necessità che permetteva comunque di tenerla vicina e, in tal modo, di continuare a sperare in qualche suo futuro (improbabile) ravvedimento. Si riservava e riversava una forma di “amor cortese”, prioritario e privilegiato: vera e propria regola di comportamento che nel tempo ha tanto prodotto, quantomeno in testi di poesie, canzoni, romanzi. Una forma di affettività possessiva connotava tale incorrisposta passione che, ben di più delle ordinarie amicizie, ne rappresentava metro e misura, la identificava inequivocabilmente ad un qualsiasi sguardo estraneo. Tempi ormai passati, che si ripropongono sempre e comunque uguali ma differenti, poiché esistono emozioni che vivranno in noi per sempre ed uniche, irreplicabili, momenti mai perduti, irriproducibili. Ma questo pare interessare poco, la vita fugge e sfugge; è utile e sufficiente vivere al nostro meglio quest’unica presente, comprendendo, se possibile, l’incomprensione, l’inesperienza, il fraintendimento: essi esistono per divenire opportunità di crescita e, come mancanze, affievolirsi col tempo; ma potranno anche cronicizzarsi, se non le riconosceremo come tali. L’uomo ha bisogno di regole per calcare il palcoscenico dell’esistenza, e questa vita ne è il teatro. Un immenso dedalo di convenzioni ci impone scelte e tende a condizionarci, nessuno escluso, nell’espressione. Non è la vita selvaggia, istintiva e primordiale, quella che agli albori dell’umanità poteva fare a meno di sovrastrutture mentali, che prediligeva l’azione del sopravvivere alle tante ragioni del vivere: essa prevedeva regole naturali poiché nella natura e con la natura si svolgeva e confrontava, spietata nella selezione e nel contempo vivificante. Ora la natura si è “accomodata” all’uomo, la vita si è civilizzata ed ha tradotto nella realtà il quotidiano avvelenamento della città preconizzato in qualche canzone del “Molleggiato”, quando il gas di scarico delle automobili rendeva l’aria irrespirabile. In realtà, pur nelle più disparate condizioni ambientali, ogni affetto permane, senza distinzione di sorta, equamente pregiato: amicizia, amore e tutto ciò che ne crea loro contorno e sostrato. Tra le tante regole tramandate, vale la pena menzionarne una che pare esser trascurata, forse perché considerata fuori moda: quella della cortesia. Poiché la cortesia, anch’essa forma d’amore, ha regole deduttive, antiche e nobili, la cui premessa essenziale è il rispetto di noi stessi e della nostra misterica esistenza. E’ la cortesia ciò che, oggi, fa la vera differenza tra individui, più di un titolo accademico, più della professione, più di una sedicente carriera. La cortesia e la sua regola, da molti dimenticata.

    Da: massimiliano bertorelli
    Data: lunedì 25 luglio 2011 alle ore 9:10

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