Commenti alla frase di Karl Popper
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grande questa frase peccato a comentare lui e preciso. muore un universo di modi come lui ha vissuto. se ha scelto un uomo una via per vivere e quella la ha fatto felice allora tutti piangono per la sua scomparsa perche ha vissuto felicemente e ha fatto molti felici se non il contrario infelice se fu avra seminato disgrazie altrui. carl popper e il piu grande razionalista pensiero degli ultimi tempi.
grazie mille di questo sitoDa: anitaData: domenica 30 ottobre 2011 alle ore 15:06 -
Credo che non dica nel vero senso della parola ciò che ha confermato. Piuttosto direi che quando l'uomo viene a conoscenza della morte di un suo simile, Dentro se avvenga una distruzione in parte psichica. Quel che prova è l'inutilità e la sua debolezza nei confronti della vita e tutto ciò che comprende il nostro essere. E' la volta in cui sentiamo mancarci il terreno da sotto i piedi e l'inevitabile crollo di tutte le idee e le cose create per vivere la nostra vita. Perchè basta un attimo a ridurci in nulla, la Morte, che inaspettatamente distrugge tutte le speranze da noi riposte in essa.
Da: FancescaData: domenica 30 ottobre 2011 alle ore 13:44 -
Sì ; ma quell'uomo non muore "per nulla" ;
muore e lascia il posto ad un altro ;
perchè "un altro universo " si crei , occorre che uno "muoia" ...
Perchè Dio , o la Natura , o il Caso abbian voluto così , non si sa ; ma è così .
Anche il più piccolo atomo del corpo di quell' uomo non finirà nel "nulla",
ma , se credete come me al principio del "nulla si crea nulla si distrugge" ,
diventerà " qualcos' altro" .
Noi stessi siam fatti di atomi ;
codesti atomi , sotto forma di energìa o di materia erano già presenti il primo istante del "big bang" ...
Da questo particolare punto di vista ( ne esistono tanti altri )
la "morte" ... dipende dai punti di vista ...
gli atomi non "muoiono" , mutano .Da: Joe BassData: sabato 29 ottobre 2011 alle ore 19:49 -
Sempre dopo ce ne accorgiamo. La presunzione prima, la disinformazione poi, ce lo impediscono, nonstante ciò accada sovente rimaniamo cociutamente convinti di "sapere".
Da: Giorgio NardariData: sabato 29 ottobre 2011 alle ore 11:42