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Ladri di biciclette

Frasi del film

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Frasi di Ladri di biciclette

Riassunto e trama del film Ladri di biciclette

[da Wikipedia]

Roma, secondo dopoguerra. Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), un disoccupato, trova lavoro come attacchino comunale. Per lavorare deve però possedere una bicicletta e la sua è impegnata al Monte di Pietà, per cui la moglie Maria è costretta a dare in pegno le lenzuola per riscattarla. Proprio il primo giorno di lavoro, però, mentre tenta di incollare un manifesto cinematografico, la bicicletta gli viene rubata. Antonio rincorre il ladro, ma inutilmente.

Andato a denunciare il furto alla polizia, si rende conto che le forze dell'ordine per quel piccolo e comune furto non potranno aiutarlo. Tornato a casa amareggiato, capisce che l'unica possibilità è mettersi lui stesso alla ricerca della bicicletta. Chiede quindi aiuto a un suo compagno di partito, che mobilita i suoi colleghi netturbini. All'alba, insieme al figlio Bruno, che lavora in un distributore di benzina, e al compagno di partito, si reca a cercare la bicicletta dapprima a Piazza Vittorio e poi a Porta Portese, dove solitamente vengono rivenduti gli oggetti rubati. Tuttavia non c'è niente da fare: la bicicletta, probabilmente ormai smembrata nelle sue parti, non si trova.

Proprio a Porta Portese, Antonio riconosce il ladro in compagnia di un vecchio barbone, perdendolo subito di vista. Anche il vecchio vuole sfuggire a Ricci che lo segue fino a una mensa dei poveri, dove dame di carità della pia borghesia romana distribuiscono minestra e funzioni religiose agli affamati. L'uomo pretende di essere accompagnato dal barbone al recapito del ladro ma, approfittando di una sua distrazione, il vecchio si dà alla fuga. Ormai perse le speranze, Antonio arriva persino a rivolgersi a una "santona", una sorta di veggente che accoglie nella sua casa un'umanità varia, afflitta e disgraziata; ma il responso sibillino della donna è quasi una presa in giro. Subito dopo, solo per caso, Antonio s'imbatte nuovamente nel colpevole in un rione malfamato, dove però tutti gli abitanti prendono fermamente le difese del ladro, minacciando il derubato. Nemmeno un carabiniere, non trovando prove concrete, può fare alcunché per arrestare il colpevole.

Stravolti dalla stanchezza, Antonio e Bruno attendono il tram per tornare a casa, quando Antonio nota una bicicletta incustodita e, preso dalla disperazione, tenta maldestramente di rubarla, ma viene subito fermato e aggredito dai passanti. Solo il pianto disperato del figlio, che muove a pietà i presenti, gli evita il carcere. Bruno stringe la mano al padre e i due si allontanano tra la folla mentre su Roma scende la sera.

La storia del film "Ladri di biciclette"

Dopo l'insuccesso commerciale di Sciuscià, con un pubblico abituato ai film dei "telefoni bianchi" degli anni del ventennio fascista o ai grandi film di Hollywood, De Sica volle a tutti i costi realizzare questo secondo film, al punto da investire il proprio denaro nella sua produzione.

Del romanzo originale, così come delle sceneggiature (oltre sei, più quella dello stesso De Sica), nel film non è rimasto nulla. Il racconto, adattato da Cesare Zavattini, mostra però una traccia di queste sceneggiature nella serie di quadri che accompagna la vicenda del protagonista. Sono dei bozzetti che vogliono "realisticamente" mostrare al pubblico la vita italiana dell'immediato dopoguerra.

"Un ritorno alla realtà", così avevano detto i critici in occasione della proiezione di Sciuscià; una realtà a cui voleva tornare lo stesso De Sica dopo le sue esperienze di attor giovane canterino nei film di Mario Mattoli e Mario Camerini degli anni trenta. Aveva detto De Sica: "La letteratura ha scoperto da tempo questa dimensione moderna che puntualizza le minime cose, gli stati d'animo considerati troppo comuni. Il cinema ha nella macchina da presa il mezzo più adatto per captarla. La sua sensibilità è di questa natura, e io stesso intendo così il tanto dibattuto realismo".

Fu per questo che il regista, nonostante le grandi difficoltà a reperire fondi per la realizzazione del film, rifiutò i sostanziosi aiuti dei produttori statunitensi che però avrebbero voluto al posto di Maggiorani addirittura Cary Grant. Maggiorani venne scelto, come Enzo Staiola, per via del suo modo di camminare. L'attrice che interpretò il personaggio di Maria, la moglie del protagonista, fu Lianella Carell, una giovane giornalista e scrittrice romana, che dopo un incontro con De Sica per un'intervista fu sottoposta a un provino e inserita nel cast. In seguito la Carell girerà altri film ma senza la fortuna professionale di quella prima pellicola.

Il pubblico del cinema Metropolitan di Roma non accolse bene il film, anzi reclamava la restituzione del prezzo del biglietto. Tutt'altra l'accoglienza a Parigi, con la presenza di tremila personaggi della cultura internazionale. Entusiasta e commosso, René Clair abbracciò al termine della proiezione De Sica dando il via a quel successo mondiale che ebbe in seguito il film con i cui proventi il regista riuscì finalmente a pagare i debiti contratti per la produzione di Sciuscià.

Anno

1948 (76 anni fa)

Titolo originale

Ladri di biciclette

Genere

Drammatico

Durata

93 minuti (1 ora e 33 minuti)

Regia

Vittorio De Sica

Film di Vittorio De Sica

Data di uscita

mercoledì 24 novembre 1948

Poster e locandina

Attori del film Ladri di biciclette

Lamberto Maggiorani nel ruolo di Antonio Ricci
Enzo Staiola nel ruolo di Bruno, suo figlio
Lianella Carell nel ruolo di Maria, sua moglie
Elena Altieri nel ruolo di signora benefattrice
Gino Saltamerenda nel ruolo di Baiocco
Vittorio Antonucci nel ruolo del ladro della bicicletta
Giulio Chiari nel ruolo di un attacchino dei manifesti
Michele Sakara nel ruolo del segretario della festa di beneficenza
Fausto Guerzoni nel ruolo di l'attore della Filodrammatica
Carlo Jachino nel ruolo di un mendicante
Massimo Randisi nel ruolo del ragazzo borghese alla trattoria
Ida Bracci Dorati nel ruolo di la "santona"
Peppino Spadaro nel ruolo del brigadiere
Mario Meniconi nel ruolo di lo spazzino
Checco Rissone nel ruolo del vigile in Piazza Vittorio
Giulio Battiferri nel ruolo di un cittadino della folla che difende il vero ladro
Sergio Leone nel ruolo di uno studente del seminario
Memmo Carotenuto nel ruolo di un cittadino della folla che difende il vero ladro

Biografie correlate al film Ladri di biciclette

Sceneggiatura

Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi d'Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri, Gherardo Gherardi

Soggetto

Luigi Bartolini, Cesare Zavattini

Musiche

Alessandro Cicognini

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