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Gramellini, sull'uso delle bambole di gomma in Giappone

Gramellini, sull'uso delle bambole di gomma in Giappone
Immaginate di essere una donna occidentale e di leggere in un boccheggiante Caffè di mezza estate che il fisioterapista giapponese Masayuki Ozaki di anni 45 vive con la moglie, la figlia e Mayu, una bambola di un metro e settanta conosciuta in un negozio specializzato, con cui condivide il letto e i pensieri più intimi. Immaginate di apprendere dalla viva voce di Ozaki che egli è innamorato perso della sua Mayu, capace di ascoltarlo senza mai dargli addosso e di amarlo senza mai accampare un mal di testa, a differenza della moglie con cui non fa sesso dall'epoca dei samurai. Immaginate infine di scoprire che Ozaki sarà anche un caso clinico ma non è un caso isolato, essendo solo uno dei duemila giapponesi che ogni anno aggiungono una protesi di plastica ai loro matrimoni sciancati. E adesso provate a mettervi nei panni di lei.

Non della bambola. Della moglie. Che vede suo marito piazzarle la rivale in casa. Senza neanche l'ipocrisia di sistemarla in un appartamentino, come si faceva con le amanti in carne e ossa di ieri, o di cambiare il codice del telefonino, come si fa con quelle di oggi. Non essendo intralciate dal kimono culturale della consorella nipponica, potreste prendere in considerazione tre ipotesi. 1) Fare a pezzi la bambola. 2) Fare a pezzi il marito. 3) Risparmiarli entrambi, contenti loro, e precipitarvi al negozio a comperare un bambolo. Anche se uno in grado di non parlare ossessivamente di calciomercato e di togliersi i calzini prima di andare a letto, o almeno di mettersene di puliti, pare che neppure in Giappone lo abbiano ancora inventato.

[Il caffè di Gramellini, Bambola d'ossigeno, Corriere.it, 8 agosto 2017]

Breve biografia di Massimo Gramellini

Massimo Gramellini nasce il 2 ottobre del 1960 a Torino, da una famiglia di origini romagnole. Quando ha solo nove anni, diventa orfano di madre: mamma Giuseppina, infatti, malata di cancro, si getta dalla finestra di casa suicidandosi (Massimo conoscerà la storia in tutti i suoi dettagli solo nel 2010, tramite una persona vicina ai suoi familiari, dopo aver pubblicato il romanzo "L'ultima riga delle favole"). Dopo aver conseguito la maturità classica all'Istituto San Giuseppe del capoluogo piemontese, intraprende gli studi di... continua su Biografieonline.it

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