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Aforismi Antonio - parte 2
Frasi trovate
:
1.169
Lo studio che ho fatto sugli intellettuali è molto vasto come disegno e in realtà non credo che esistano in Italia libri su questo argomento. Esiste certo molto materiale erudito ma disperso in un numero infinito di riviste e archivi storici locali. D'altronde io estendo molto la nozione di intellettuale e non mi limito alla nozione corrente che si riferisce ai grandi intellettuali. Questo studio porta anche a certe determinazioni del concetto di Stato che di solito è inteso come Società politica (o dittatura, o apparato coercitivo per conformare la massa popolare secondo il tipo di produzione e l'economia di un certo momento dato) e non come un equilibrio tra Società politica con la Società civile (o egemonia di un gruppo sociale sull'intiera società nazionale esercitata attraverso le organizzazioni così dette private, come la chiesa, i sindacati, le scuole ecc.) e appunto nella società civile specialmente operano gli intellettuali (Ben. Croce, per es., è una specie di papa laico ed è uno strumento efficacissimo di egemonia anche se volta per volta possa trovarsi in contrasto con questo o quel governo ecc.). Da questa concezione della funzione degli intellettuali, secondo me, viene illuminata la ragione o una delle ragioni della caduta dei Comuni medioevali, cioè del governo di una classe economica, che non seppe crearsi la propria categoria di intellettuali e quindi di esercitare un'egemonia oltre che una dittatura; gli intellettuali italiani non avevano un carattere popolare-nazionale ma cosmopolita sul modello della Chiesa e a Leonardo era indifferente vendere al duca Valentino i disegni delle fortificazioni di Firenze. I Comuni furono dunque uno stato sindacalista, che non riuscì a superare questa fase e a diventare Stato integrale come indicava invano il Machiavelli che attraverso l'organizzazione dell'esercito voleva l'egemonia della città sulla campagna, e perciò si può chiamare il primo giacobino italiano (il secondo è stato Carlo Cattaneo ma con troppe chimere in testa). Così ne deriva che il Rinascimento deve essere considerato un movimento reazionario e repressivo in confronto dello sviluppo dei Comuni ecc. Ti faccio questi accenni per farti persuasa che ogni periodo della storia svoltasi in Italia, dall'Impero romano al Risorgimento, deve essere guardato da questo punto di vista monografico. (a Tatiana, 7 settembre 1931)
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Non c'era ragione di essere impressionata. Devi sapere che io sono morto una volta e poi sono resuscitato, ciò che dimostra che ho sempre avuto la pelle dura. Da bambino, a 4 anni, ho avuto delle emorragie per tre giorni di seguito, che mi avevano completamente dissanguato, accompagnate da convulsioni. Il medico mi aveva dato per morto e mia madre ha conservato fino al 914 circa la piccola bara e il vestitino speciale che dovevano servire per seppellirmi; una zia sosteneva che ero resuscitato quando lei mi unse i piedini con l'olio di una lampada dedicata a una madonna e perciò quando mi rifiutavo di compiere gli atti religiosi mi rimproverava aspramente ricordando che alla madonna dovevo la vita, cosa che mi impressionava poco, a dir la verità. (a Tatiana, 7 settembre 1931)
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Io penso che una persona intelligente e moderna deve leggere i classici in generale con un certo «distacco», cioè solo per i loro valori estetici, mentre l'«amore» implica adesione al contenuto ideologico della poesia; si ama il «proprio» poeta, si «ammira» l'artista «in generale». (a Giulia, 1 giugno 1931; 1965)
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Carissima mamma, ecco il quinto natale che passo in privazione di libertà e il quarto che passo in carcere. Veramente la condizione di coatto in cui passai il natale del 26 ad Ustica
[43]
era ancora una specie di paradiso della libertà personale in confronto alla condizione di carcerato. Ma non credere che la mia serenità sia venuta meno. Sono invecchiato di quattro anni, ho molti capelli bianchi, ho perduto i denti, non rido più di gusto come una volta, ma credo di essere diventato più saggio e di avere arricchito la mia esperienza degli uomini e delle cose. Del resto non ho perduto il gusto della vita
[...]
. Dunque non sono diventato vecchio, ti pare? Si diventa vecchi quando si incomincia a temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò non possiamo più fare. In questo sono sicuro che neanche tu sei diventata vecchia nonostante la tua età. Sono sicuro che sei decisa a vivere a lungo, per poterci rivedere tutti insieme per poter conoscere tutti i tuoi nipotini: finché si vuol vivere, finché si sente il gusto della vita vita e si vuole raggiungere ancora qualche scopo, si resiste a tutti gli acciacchi e a tutte le malattie. (15 dicembre 1930)
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Il padre Brown è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un'apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. Sherlock Holmes è il poliziotto "protestante" che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità. D'altra parte Chesterton è un grande artista, mentre Conan Doyle era un mediocre scrittore, anche se fatto baronetto per meriti letterari; perciò in Chesterton c'è un distacco stilistico tra il contenuto, l'intrigo poliziesco e la forma, quindi una sottile ironia verso la materia trattata che rende più gustosi i racconti.
[a Tania, 6 ottobre 1930; 1965]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Su per giù tu immagini me come uno che insistentemente rivendica il diritto di soffrire, di essere martirizzato, di non essere defraudato neanche di un minuto secondo e di una sfumatura della sua pena. Io sarei un nuovo Gandhi che vuole testimoniare dinanzi ai superi e agli inferi i tormenti del popolo indiano, un nuovo Geremia o Elia o non so chi altro profeta d'Israello che andava in piazza a mangiare cose immonde per offrirsi in olocausto al dio della vendetta, ecc. ecc. Non so come ti sei fatta questa concezione, che è molto ingiusta nei tuoi rapporti verso di me, ingiusta e inconsiderata. Ti ho detto che io sono eminentemente pratico; io penso che non capisci ciò che io voglia dire con questa espressione, perché non fai nessuno sforzo per metterti nelle mie condizioni (probabilmente quindi io ti dovrò apparire come un commediante o che so io). La mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro.
[a Tatiana, 19 maggio 1930]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi. Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione. Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e al loro dignità di uomini.
Ti abbraccio teneramente.
Nino (10 maggio 1928)
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Mi preoccupa molto lo stato d'animo della mamma, d'altronde non so come fare per rassicurarla e consolarla. Vorrei infonderle la convinzione che io sono tranquillissimo, come realmente sono, ma vedo che non riesco. C'è tutta una zona di sentimento e di modi di pensare che costituisce una specie di abisso tra noi. Per lei il mio incarceramento è una terribile disgrazia alquanto misteriosa nelle sue concatenazioni di cause ed effetti; per me è un episodio nella lotta politica che si combatteva e si continuerà a combattere non solo in Italia, ma in tutto il mondo, per chissà quanto tempo ancora. Io sono rimasto preso, così come durante la guerra si poteva cadere prigionieri, sapendo che questo poteva avvenire e che poteva avvenire anche di peggio. Ma temo che anche tu la pensi come la mamma e che queste spiegazioni ti rassomiglino a un indovinello espresso ancora in una lingua sconosciuta.
[a Teresina, 20 febbraio 1928]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Ho sempre l'ossessione di essere per essere ridotto ad una epistolografia convenzionale e, ciò che è il peggio del convenzionalismo, ad una epistolografia convenzionalmente carceraria.
[a Giulia, 2 maggio 1927]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
La mia vita scorre sempre uguale. Leggo, mangio, dormo e penso. Tu però non devi pensare a tutto ciò che pensi e specialmente non devi farti illusioni. Non perché io non sia arcisicuro di rivederti e di farti conoscere i miei bambini
[...]
, ma perché sono anche arcisicuro che sarò condannato e chissà a quanti anni. Tu devi capire che in ciò non c'entra niente per nulla né la mia rettitudine, né la mia coscienza, né la mia innocenza o colpevolezza. È un fatto che si chiama politica, appunto perché tutte queste bellissime cose non c'entrano per nulla. Tu sai come si fa coi bambini che fanno la pipì nel letto, è vero? Si minaccia di bruciarli con la stoppa accesa in cima al forcone. Ebbene: immagina che in italia ci sia un bambino molto grosso che minaccia continuamente di fare la pipì nel letto di questa grande genitrice di biade e di eroi; io e qualche altro siamo la stoppa (o il cencio) accesa che si mostra per minacciare l'impertinente e impedirgli di insudiciare le candide lenzuola. Poiché le cose sono così, non bisogna né allarmarsi, né illudersi; bisogna solo attendere con grande pazienza e sopportazione.
[alla mamma, 25 aprile 1927]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
Ti immagino seria e tetra, senza un sorriso neanche sfuggevole. Vorrei farti rallegrare in qualche modo. Ti racconterò delle storielle; che te ne pare? Ti voglio, per esempio, come intermezzo alla descrizione del mio viaggio in questo mondo così grande e terribile, dire qualcosa intorno a me stesso e alla mia fama, di molto divertente. Io non sono conosciuto all'infuori di una cerchia abbastanza ristretta; il mio nome è storpiato perciò in tutti i modi più inverosimili: Gramasci, Granusci, Gràmisci, Granìsci, Gramàsci, fino a Garamàscon, con tutti gli intermedi più bizzarri. A Palermo, durante una certa attesa per il controllo dei bagagli, incontrai in un deposito un gruppo di operai torinesi diretti al confino; insieme a loro era un formidabile tipo di anarchico ultra individualista, noto coll'indicazione di «Unico»
[41]
che rifiuta di confidare a chiunque, ma specialmente alla polizia e alle autorità in generale, le sue generalità: «sono l'Unico e basta», ecco la sua riposta. Nella folla che lo attendeva, l'Unico riconobbe tra i criminali comuni (mafiosi) un altro tipo, siciliano (l'Unico deve essere napoletano o giù di lì), arrestato per motivi compositi, tra il politico e il comune, e si passò allora alle presentazioni. Mi presentò: l'altro mi guardò a lungo, poi domandò: «Gramsci,
Antonio
?» Sì,
Antonio
!, risposi. «Non può essere, replicò, perché
Antonio
Gramsci deve essere un gigante e non un uomo così piccolo» – Non disse più nulla, si ritirò in un angolo, si sedette su uno strumento innominabile e stette, come Mario sulle rovine di Cartagine, a meditare sulle proprie illusioni perdute. Evitò accuratamente di parlare con me durante il tempo in cui restammo ancora nello stesso camerone e non mi salutò quando ci separarono.
[a Tania, 19 febbraio 1927]
Antonio Gramsci
Cit. da
Lettere dal carcere
Frasi di Antonio Gramsci
[Su
Antonio
Conte]
Riconosco in lui la mia stessa intensità, la stessa passione che mi animava. Ha il fuoco dentro. Gli auguro di non bruciarsi, di gestire i propri demoni interiori meglio di quanto sono riuscito a fare io.
Arrigo Sacchi
Cit. da
Corriere della Sera, intervista, 7 novembre 2023
Frasi di Arrigo Sacchi
Mentre in Europa risorgono i nazionalismi, l'amministrazione Trump rilancia il protezionismo. Nazionalismo e protezionismo sono nemici mortali della democrazia liberale e riformista. Mi ha confortato sentire la signora Merkel, di recente a Davos, mettere in guardia l'Occidente da questi pericoli.
Giorgio Napolitano
Cit. da
Corriere della Sera, 28 gennaio 2018
Frasi di Giorgio Napolitano
[Prima delle elezioni politiche del 4 marzo 2018]
Da quando in una legge elettorale è comparsa l'indicazione del capo del partito o della coalizione si è lasciato credere che il presidente del Consiglio sia eletto dal popolo invece che dal Parlamento, e tale ambiguità viene alimentata nell'opinione pubblica anche in questa campagna.
Giorgio Napolitano
Cit. da
Corriere della Sera, 28 gennaio 2018
Frasi di Giorgio Napolitano
Penso che percorrendo la carriera al contrario, guardando indietro, si riesca a vedere una strada. Ho scritto storie e poesie, ma il mio background era di grandi lavoratori. Io stesso ho lavorato su dei pescherecci. Ma ho dovuto ascoltare la voce del mio cuore e la decisione fondamentale è stata di non badare a quel che pensavano quelli che mi volevano bene, avrei dovuto fare quel che volevo fare.
Kevin Costner
Cit. da
31 marzo 2019
Frasi di Kevin Costner
Ogni volta che le cose mi sono andate bene è perché mi sono affidato alle storie. Mi metto nei panni dello spettatore quando decido di fare qualcosa, mi chiedo se avrei voglia di vedere quel film, se nel buio della sala imparerei qualcosa, se mi emozionerei, se ne sarei sorpreso. Come per un buon libro, vorrei condividerlo? Come quando ascolti una grande canzone e non vedi l'ora di dirlo. Metto a me stesso questo tipo di pressione, perché voglio che la gente senta di non aver sprecato i propri soldi per vedere il film. E non voglio nemmeno che pensi di aver visto per la terza o quarta volta la stessa storia. Voglio fare dei sequel, ma devono essere tanto buoni quanto l'originale. Metto questo tipo di pressione perché credo nel pubblico e ci credo così tanto che non taglio qualcosa perché mi dicono "no, questo è troppo forte, la gente non vuole vederlo!" Io penso che invece abbiano bisogno di vederlo, perché può essere importante nell'economia della storia, perché quel qualcosa può dare più valore a ciò che accade dopo. Non ero tanto bravo in matematica, ma sento la matematica nei film, per come tutto si somma nel fare una buona storia.
Kevin Costner
Cit. da
31 marzo 2019
Frasi di Kevin Costner
Ogni volta che c'è qualcosa che affronta i poteri forti c'è tanta gente che ne è felice. Ma quelle stesse persone non sarebbero della stessa idea se si trovassero coinvolte in prima persona, se qualcuno come Bonnie e Clyde facesse del male alla loro famiglia. C'è anche chi pensa che Escobar sia stato un eroe, il punto di vista delle persone cambia molto a seconda delle situazioni.
Kevin Costner
Cit. da
31 marzo 2019
Frasi di Kevin Costner
Gli uomini forti non sono rumorosi, sono calmi. Le donne forti non sono rumorose, sono calme. Quel che si richiede a un leader è che sia un gran pensatore. Alcuni problemi del vostro paese così come del mio paese sarebbero facilmente risolvibili, è questione di buon senso: "quello non funziona, sistemiamolo. Quest'altro non va, risolviamo." C'è poi un 20% di problemi di natura più complessa, che è difficile da risolvere per sua natura e c'è bisogno di qualcuno che ci lavori quotidianamente. Ma non può farlo qualcuno la cui principale preoccupazione è essere rieletto, che è più interessato a vendicarsi per un torto. Lavorare per la gente deve essere una professione altruistica e richiede grandi riflessioni.
Kevin Costner
Cit. da
31 marzo 2019
Frasi di Kevin Costner
Il nonno
Antonio
, nel giardino della casa di Ravenna, aveva molti alberi: c'erano melograni, mandorli, fichi e un giuggiolo. Il nonno mi disse che il giuggiolo era mio e che ne potevo fare quello che mi pareva. Cominciai a vendere le giuggiole alla signora che aveva il banchetto davanti al cinema. Con queste attività ho sempre sbarcato il lunario autonomamente, benché il babbo desse a me e a Franco una piccola paghetta settimanale. Furono esperienze che mi insegnarono anche qualcosa, perché se dal giuggiolo tu ricavi un utile, cominci a preoccuparti di come va in inverno, quando aspetti che arrivino le nuove giuggiole.
Raul Gardini
Cit. da
A modo mio
Frasi di Raul Gardini
Ho avuto la fortuna, nei primi anni della mia vita, di essere circondato da figure incisive. Nonna Assunta, la madre di mia madre, aveva un carattere fortissimo. Anche suo marito, nonno
Antonio
, era un personaggio pieno di bontà e di senso dell'umorismo. Possedevano una fonderia di ghisa e bronzo, un'impresa difficile da gestire nel periodo tra le due guerre. E mia nonna Assunta imprimeva una forza incredibile all'azienda. C'era poi il padre di mio padre, nonno Silvio, che appena i figli si laurearono cedette loro tutto il patrimonio e si ritirò con dieci alveari in un podere di campagna. E per timore che i figli non riuscissero a esprimersi secondo le doti naturali, non parlava mai d'affari con loro. Mio zio Mario, fratello di mio padre, era un uomo bellissimo e pieno di carisma. All'età di ventiquattro anni aveva fondato Jesolo, e della cittadina veneta era stato anche il podestà. La mia famiglia aveva abitudini abbastanza nomadi: si abitava a Ravenna, ma anche a Cava Zuccherina, tra Jesolo e Caorle, oppure a Porto Tolle, dove i miei avevano iniziato un'opera di bonifica. Ci seguiva sempre un gruppo di persone che non potrò mai dimenticare: Peppino il pescatore, detto "il Moro", uno che era stato in Cina durante la rivolta dei Boxer ai primi del secolo; Nello il falegname, un anarchico con tutte le sue brave idee; l'altro Peppino, quello che ammazzava il maiale e che pescava le anguille. È stato lui a farmi prendere la prima anguilla della mia vita. Avevo ancora le sottanine, eppure me lo ricordo come se fosse ora, perché fu la prima volta che sentii tirare la canna. E poi c'era mio padre Ivan, un personaggio assolutamente indiscutibile. Un punto di riferimento per tutti. Lo zio Mario verificava con mio padre. Il nonno
Antonio
verificava con mio padre. La nonna Assunta verificava con mio padre. Peppino verificava con mio padre e anche l'altro Peppino, quello del maiale e delle anguille, si comportava allo stesso modo. Verificavano tutte le cose che facevano. E c'era sempre un miglioramento. Era un mondo geometrico, quello che ho visto nella mia prima infanzia. E ogni linea, ogni angolo, riconduceva alla persona di mio padre.
Raul Gardini
Cit. da
A modo mio
Frasi di Raul Gardini
La passione non calcola mai il prezzo. Il cuore ha le sue ragioni che la ragione rifiuta di conoscere, ha detto Pascal.
[15]
Se la mia interpretazione è giusta, voleva dire che un cuore, infiammato dalla passione, inventa ragioni che sembrano non solo plausibili ma definitive per dimostrare come si possa rinunziare al mondo per l'amore. La passione ci convince che è giusto sacrificare l'onore e che la vergogna è un prezzo basso. La passione distrugge. Distrusse
Antonio
e Cleopatra, Tristano ed Isotta, Parnell e Kitty O' Shea. E se non distrugge, muore. Può darsi allora che uno si trovi di fronte alla convinzione disperata di aver distrutto i migliori anni della propria vita, di essersi disonorato, di aver sopportato le pene spaventose della gelosia, ingoiato le più amare mortificazioni, prodigato tutta la propria tenerezza, versato infine tutte le ricchezze della propria anima su una nullità, su un essere sciocco, su una specie di attaccapanni dei propri sogni che non valeva un centesimo bucato. (Maugham: cap. IV, 6)
William Somerset Maugham
Cit. da
Il filo del rasoio
Frasi di William Somerset Maugham
[A Maurizio Belpietro]
Tu stesso ricordi che un partito non è una caserma e che su certi argomenti è normale che cambino gli orientamenti. Bene. Se da un lato ti chiedi come le posizioni di Gianfranco Fini su biotestamento e fecondazione possano accompagnarsi all'integralismo di deputati come Giuseppe Valditara e
Antonio
Buonfiglio, tuttavia, lo stesso ragionamento doveva essere valido all'interno del PdL.
[...]
A non esserci, poi, e spiace dirlo, è la libertà di coscienza: sbandierata a parole, sono diversi i deputati che hanno raccontato anche pubblicamente – Chiara Moroni tra queste – come le pressioni siano sempre state di senso contrario.
Filippo Facci
Cit. da
ilpost.it, 20 agosto 2010
Frasi di Filippo Facci
Mi piacerebbe, dunque, negare che parte delle candidature del Pdl facciano espressamente schifo, e che siano solamente plastilina nelle mani del capi-listone. Ma non ci riesco. Nessuno, per definizione, è indegno di entrare in Parlamento: ma quando vedi certi esclusi ti prudono le mani. Militari contro militari, imprenditori contro imprenditori, sindacalisti contro sindacalisti, handicappati contro handicappati, e portavoce, parenti, segretarie, scienziati contro scienziati: va bene tutto. Ma ditemi perché dev'esserci la moglie di Emilio Fede e non Daniele Capezzone, cui Berlusconi di ripiego ha offerto di fare il suo portavoce. Ditemi perché dev'esserci la chirurga di Berlusconi e la fisioterapista di Berlusconi quando di converso hanno spazzato e non sostituito praticamente tutti i liberali (da Alfredo Biondi a Egidio Sterpa a Lino Jannuzzi) per infilare oltretutto anche il tassista Loreno Bittarelli, capopolo della cricca corporativa più illiberale d'Occidente. Non hanno candidato Paolo Cirino Pomicino, ma abbiamo la giornalista del Tg4 Gabriella Giammanco, e Gabriella Carlucci, Elisabetta Gardini, l'avvocatessa Nunzia Di Girolamo già indicata come «la nuova Mara Carfagna» come se ci fossimo già abituati alla vecchia. Chissà che hanno pensato Elio Vito e
Antonio
Martusciello nel vedersi esclusi a vantaggio della nota conduttrice Elisa Alloro: questo mentre Maurizio Gasparri aveva il fegato di spiegare che le sciampiste stanno tutte a sinistra, dove pure abbondano segretarie e portavoce che di politica capiscono poco ma di accondiscendenza già di più. In compenso nel Pd non c'è l'islamista moderato Khaled Foud Allam, e non c'è neppure Nando Dalla Chiesa: ma c'è Massimo Calearo, che sino a due settimane fa aveva la suoneria del cellulare (sul serio) con l'inno di Forza Italia.
Filippo Facci
Cit. da
Il Riformista, 12 marzo 2008
Frasi di Filippo Facci
Canta. Eccone due che si son salvati: l'ebreo e la negra. salvati. Magari si saran creduti perduti fino alla fine, annegati nell'esistenza. E tuttavia nessuno potrà pensare a me come io penso a loro. Nessuno, nemmeno Anny. Per me sono un po' come morti, un po' come eroi da romanzo; si son lavati del peccato d'esistere. Non completamente beninteso - ma quel tanto che un uomo può fare. Quest'idea mi sconvolge d'un tratto, perché non speravo nemmeno più questo. Sento qualcosa che mi sfiora timidamente e non oso nemmeno muovermi per paura che scompaia. Qualcosa che non conoscevo più: una specie di gioia.
La negra canta. Allora, è possibile giustificare la propria esistenza? Un pochino? Mi sento straordinariamente intimidito. Non che abbia molta speranza. Ma sono come uno completamente gelato dopo un viaggio nella neve, che entri di colpo in una camera tiepida. Penso che resterebbe immobile vicino alla porta, ancora freddo, e che lenti brividi percorrerebbero il suo corpo.
Some of these days
You'll miss me honey.
Non potrei forse provare... Naturalmente, non si tratterebbe d'un motivo musicale... ma non potrei forse, in un altro genere?... Dovrebbe essere un libro: non so far altro. Ma non un libro di storia: la storia parla di ciò che è esistito - un esistente non può mai giustificare un altro esistente. Il mio errore era di voler resuscitare il signor di Rollebon. Un'altra specie di libro. Non so bene quale - ma bisognerebbe che s'immaginasse, dietro le parole stampate, dietro le pagine, qualche cosa che non esistesse, che fosse al di sopra dell'esistenza. Una storia, per esempio, come non possono capitarne, un'avventura. Dovrebbe essere bella e dura come l'acciaio, e che facesse vergognare le persone della propria esistenza.
Me ne vado, mi sento incerto. Non oso prendere una decisione. Se fossi sicuro d'aver talento... Ma mai - mai ho scritto niente di questo genere; articoli storici, sì - e ancora. Un libro. Un romanzo. E ci sarebbe gente che leggerebbe questo romanzo e direbbe: è
Antonio
Roquentin che l'ha scritto, era un tipo rosso che si trascinava per i caffè, e penserebbe alla mia vita come io penso a quella di questa negra: come a qualcosa di prezioso e di semileggendario. Un libro. Ma naturalmente da principio ciò non sarebbe che un lavoro noioso e stanchevole, non m'impedirebbe d'esistere né di sentire che esisto. Ma verrebbe pure un momento in cui il libro sarebbe scritto, sarebbe dietro di me e credo che un po' della sua luce cadrebbe sul mio passato. Allora, forse, attraverso di esso, potrei ricordare la mia vita senza ripugnanza. Forse un giorno, pensando precisamente a quest'ora, a quest'ora malinconica in cui attendo, con le spalle curve, che sia ora di salire sul treno, sentirei il mio cuore battere più in fretta e mi direi: quel giorno a quell'ora è cominciato tutto. E arriverei - al passato, soltanto al passato - ad accettare me stesso.
Scende la notte. Al primo piano dell'albergo Printania si sono illuminate due finestre. Il cantiere della stazione nuova odora forte di legno umido: domani pioverà, a Bouville.
Jean-Paul Sartre
Cit. da
La nausea
Frasi di Jean-Paul Sartre
[Cosa è cambiato nel calcio negli ultimi decenni?]
Tutto. Io sono della generazione di Marco Tardelli e
Antonio
Cabrini. Era un'epoca più normale, non c'era il divismo, non c'erano i procuratori né tutti i milioni di oggi. La sera dopo la partita si andava a cena insieme e tutto questo mi è rimasto dentro. Se fosse meglio o peggio non lo so. È rimasto uguale il fischio dell'arbitro, quando inizia e finisce la magia della partita.
Evelina Christillin
Cit. da
Intervista, 28 aprile 2022
Frasi di Evelina Christillin
L'oblio in cui cade il lavoro della Notari è quello inflitto alla donna regista (e dalle pagine del libro riemergono infatti decine di registe italiane dimenticate), ma è anche parte del destino della città in cui nasce il lavoro della regista.
Lucia Annunziata
Frasi di Lucia Annunziata
Nella chiesa di sant'
Antonio
, un giorno di non so quale solennità, un vecchio più che ottuagenario, dopo aver pregato alquanto inginocchioni, volle mettersi a sedere; e prima, con la cappa, spolverò la panca. «Quel vecchio unge le panche!» gridarono a una voce alcune donne che vider l'atto. La gente che si trovava in chiesa (in chiesa!), fu addosso al vecchio; lo prendon per i capelli, bianchi com'erano; lo carican di pugni e di calci; parte lo tirano, parte lo spingon fuori; se non lo finirono, fu per istrascinarlo, così semivivo, alla prigione, ai giudici, alle torture. «Io lo vidi mentre lo strascinavan così,» dice il Ripamonti: «e non ne seppi più altro: credo bene che non abbia potuto sopravvivere più di qualche momento».
Alessandro Manzoni
Cit. da
I promessi sposi
Frasi di Alessandro Manzoni
[Alla domanda su come sceglie i suoi film]
Non ho mai una direzione precisa, è l'istinto e l'interesse che mi suscitano le persone e le storie a spingermi a scegliere. Ho appena finito di girare un film nel freddo Arkansas, che racconta un posto di bianchi invaso dagli oppiacei e dal metadone, di teste di cazzo, con un regista molto giovane e intelligente, esordiente, alle prese con un lungometraggio molto duro. Ogni regista è diverso, da Jane Campion a Paolo Sorrentino, da Spike Jonze, che esordiva con me, a Frears, da
Antonio
ni a Schlöndorff, da Susanne ai Coen. I ruoli sono sempre diversi e forse è questo che mi piace, andare altrove, sempre, soddisfare la mia inesauribile curiosità. Devo sentire molti stimoli, un'atmosfera di collaborazione mai conforme e conformista.
John Malkovich
Frasi di John Malkovich
Meloni è esattamente nel solco di Mussolini, più che sul fronte del fascismo su quello del populismo. L'opportunismo funambolico, la prontezza a rinnegare, ad abiurare, fu una delle caratteristiche più efficaci del Duce nella sua scalata al potere.
Antonio Scurati
La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima, ne trasforma l'essenza,
[...]
la cala e la isola nello spazio reale e, isolandola, la idealizza
[...]
: forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro impenetrabile, si pone come presenza altamente problematica dell'ideale nel reale, dell'assoluto nel relativo.
Antonio Canova
Frasi di Antonio Canova
Ciò che mi rende più impaziente è vedere l'effetto che l'opera produrrà sulle anime del pubblico.
Antonio Canova
Frasi di Antonio Canova
Dici se hai da dire, perché
se hai da dire devi dire;
diversamente,
osserva il silenzio e usa l'ascolto;
quello che avrai ben compreso
domani ti sarà determinante.
Antonio Antonuccio
Antonio Antonuccio
Ladybug
: Mi hai pugnalato?
[Quando aprendo una pota del treno un ragazzo estrae un pugnale e lo colpisce ma lo salva il cellulare nel taschino all'altezza del cuore, e inizia l'aggressione, lui si difende con la valigetta]
Benito
Antonio
Martínez
: Rovinerò la tua vita come tu hai rovinato la mia!
Ladybug
: Ragazzo, non so nemmeno chi sei!
Dal film:
Bullet Train
Scheda film e trama
Frasi del film
[Su Mobutu Sese Seko]
Coraggioso, politicamente astuto, conservatore nel suo approccio di governo, e relativamente onesto in un paese dove la corruzione del governo è uno stile di vita.
Henry Kissinger
Frasi di Henry Kissinger
Segni non ha abbastanza salute per assumere responsabilità di governo, ma ne ha troppa per rinunciarvi.
Alcide De Gasperi
Frasi di Alcide De Gasperi
Era il Sanremo del 1966, avevo 19 anni e ho cantato Nessuno mi può giudicare, una canzone che era destinata a Celentano, ma per fortuna lui disse di no. Me l'avevano presentata come un tango, ma per me tango, all'epoca (ora non più) era tutto quello che sapeva di vecchio. Pensavo: manco morta lo faccio questo pezzo. Poi, in realtà, l'abbiamo modificato e io l'ho cantato. Ero talmente contenta di andare a Sanremo!
[...]
E poi sul palcoscenico mi è accaduta una cosa che posso raccontare, inspiegabilmente a un certo punto, mentre cantavo, il ritmo della canzone mi ha portato a fare quel movimento che poi divenne così famoso. L'avevo copiato dai Gufi: a settembre, avevo cantato a Milano all'Intras' Club, dove c'erano anche I Gufi, bravissimi, e uno di loro, cantando un brano di tradizione popolare, Sant'
Antonio
allu desertu, faceva roteare le mani. Mi venne spontaneo ripetere quel movimento mentre ero sul palco di Sanremo. E poi c'erano i capelli: ero andata a tagliarli dai Vergottini.
Caterina Caselli
Cit. da
25 settembre 2020
Frasi di Caterina Caselli
Antonio
Di Pietro è una vergogna per la magistratura e per la politica.
Pier Ferdinando Casini
Cit. da
l'Unità, 7 febbraio 2006
Frasi di Pier Ferdinando Casini
A correre con Berlusconi per Palazzo Chigi ci andremmo a impiccare in una polemica sul conflitto d'interessi.
Pier Ferdinando Casini
Frasi di Pier Ferdinando Casini
Per
Antonio
Di Pietro ci vuole un ruolo di primo piano nell'alleanza di centro-destra, la sua collocazione più naturale. Dovrebbe essere uno dei leader della coalizione.
Pier Ferdinando Casini
Frasi di Pier Ferdinando Casini
Caro Di Pietro, i tuoi articoli rivelano passione civile e senso dell'opinione pubblica e mi inducono a darti un caloroso e rispettoso benvenuto. Ho trovato nelle tue parole qualche assonanza con lo sforzo che anche noi stiamo facendo per moderare i toni della contesa e per superare le derive ideologiche che costituiscono il retaggio di un tempo andato. Il mio benvenuto, perciò, è ancora più caloroso. Da parte mia ti esprimo consenso soprattutto per il tuo rifiuto della politica urlata, insultata, violentata e per l'insieme delle tue considerazioni che vale a segnalare quanto sia indispensabile un lavoro comune per riportare lo scontro politico su binari meno estremizzati e rissosi. Spero sia l'inizio di un percorso. Noi del Ccd lo abbiamo avviato da tempo. Se è lo stesso, ci incontreremo. Se sarà diverso, vale almeno la constatazione di esserci trovati in sintonia oggi su quello che l'interesse generale richiede.
Pier Ferdinando Casini
Cit. da
La Stampa, 24 marzo 1995
Frasi di Pier Ferdinando Casini
Doc
: Vecchio scemo.
Earp
: Sei ridotto al solitario, eh Doc?
Doc
: Un gioco che va fatto da soli.
Earp
: Non vorrai mandarmi in giro con questo buio? Lo sai che da un po' di tempo credo ai fantasmi?
Doc
: Così mi stavi cercando.
Earp
: Già.
Doc
: Perché?
Earp
: Una settimana fa hanno rapinato un treno della MKT: trecentomila dollari, in oro.
Doc
: Una mano fortunata.
Earp
: E nessuno vivo. Nessuno per andare in giro a raccontare chi è stato.
Doc
: Professionisti.
Earp
: Quanti ne conosci, Doc, che siano capaci di farlo?
Doc
: Molti.
Earp
: Senti, t'ho detto che nessuno è uscito vivo da quella faccenda e invece no. Uno gliel'ha fatta ed è campato abbastanza per venire a raccontarmi com'è andata e chi è stato.
Doc
: Avanti. Un'altro piccolo sforzo e gliel'hai fatta. Sputa.
Earp
: Bill. Il nostro vecchio amico Bill Sant'
Antonio
.
Doc
: Dove vuoi arrivare?
Earp
: Sono arrivato.
Doc
: Per questo m'hai detto che da un po' di tempo credi ai fantasmi.
Dal film:
Dio perdona. Io no!
Scheda film e trama
Frasi del film
Io vi conosco, si può dire da sempre. Vi conosco troppo bene per non sapere quali sono le cose che non sopportate.
Bill Sant'Antonio
Dal film:
Dio perdona. Io no!
Scheda film e trama
Frasi del film
E sono molti i miei uomini.
Bill Sant'Antonio
Dal film:
Dio perdona. Io no!
Scheda film e trama
Frasi del film
[«Cosa ha rappresentato Paola Pigni per l'atletica italiana?»]
Per lo sport italiano, direi. E soprattutto per quello femminile. Lei ha aperto una via. Il messaggio lanciato da quel bronzo olimpico nei 1500 metri a Monaco 1972 è ancora qui. Le ragazze, le campionesse che sono venute dopo ne sono testimoni, hanno trovato la strada spianata davanti al loro talento.
Sara Simeoni
Frasi di Sara Simeoni
Nei rapporti con le persone sono molto selettivo. È necessario per vivere bene.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Trovo pericolosi i lettori che dicono: "Che meraviglia!", ma non mi spiegano perché e dove possono esserci eventuali difetti.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
La letteratura e un'isola. Ci sto bene come lettore e come scrittore. È l'unica cosa che mi va di fare.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Io debbo essere in grosso anticipo. Lavorare sotto pressione mi fa stare male e non mi fa scrivere bene.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Con
Antonio
Sellerio siamo amici anche se non ci vediamo mai. C'è un rapporto di stima reciproca enorme.
Antonio
non mi impone mai nulla e in generale non lo fa con nessun autore che pubblica. E questo lo trovo bellissimo.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Io e Rocco stiamo per fatti nostri. Il punto è che il personaggio non ti appartiene più, non è più tuo. Sei solo un suo tramite. Hai scelto di condividere questo oggetto con le persone? Bene. Ne devi tenere conto. Finché mi diverto a scrivere di Rocco, lo farò. Quando non mi divertirò più, smetterò. Sono contrario ai libri forzati, di natura esclusivamente editoriale. Da lettore mi sento offeso.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Correggere mi rompe le balle. Vorrei essere perfetto fin dalla prima stesura.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Il ritmo arriva mentre scrivi. Da questo punto di vista sono fortunato. Io da adolescente suonavo la batteria e avrei voluto fare il musicista. Quell'esperienza mi permette di sentire se il libro sta andando fuori ritmo. Rileggendo ti accorgi se sei fuori dal seminato. A quel punto bisogna avere il coraggio di togliere.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Venendo dal teatro, la teatralità mi è rimasta dentro e la trasferisco sulla pagina.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Ero estraneo al mondo dell'editoria. Come lo sono adesso. Frequento poche persone. Non ho moltissime amicizie con i miei colleghi e come casa editrice conosco solo Sellerio, con la quale pubblico da anni.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Quando ho iniziato nell'89 c'era molto teatro: Vacis, Ronconi che ci insegnava in Accademia, Raffello Sanzio, teatri pubblici e privati, sperimentazioni, compagnie grandi e piccole: c'era una vita teatrale intensissima. Noi allievi dell'Accademia potevamo scegliere, ogni sera, uno spettacolo sempre diverso da vedere. E capitavano sorprese piacevoli. Potevi trovare Carmelo Bene in un teatro di seconda fascia così come succedeva anche di sorbirsi pappe spaventose; ma siccome per noi l'ingresso era gratis, uscivamo senza problemi. Il teatro era vivo e se ne faceva tanto. Adesso tutto questo è morto.
[...]
A causa di vent'anni di Berlusconi che del teatro se ne è sempre disinteressato.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Fin da piccolo mi piaceva raccontare storie. Ero uno di quei bambini terrificanti che voleva attenzione a tutti i costi. E il teatro mi è sembrato il mezzo migliore per farlo. È stata una bella vita per molti anni.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
[Sulle fiction televisive]
Ne ho fatte più di 45 ed è stato davvero fastidioso e frustrante. Perché era una catena di montaggio. Spartivi le scene con colleghi – chiamiamoli così – che a malapena sapevano la parte a memoria. Non c'era grande differenza fra lavorare in una serie tv o in un negozio. Quando succede questo, riprendi in mano vecchie passioni e cambi strada.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Il giallo, il poliziesco, il noir (chiamalo come vuoi) entra subito nel tessuto sociale e non è un racconto sull'ombelico dello scrittore. La forza del giallo, per me, è di parlare della società che trovi ogni giorno. Se vuoi, il giallo è la versione semplice di quello che è sempre stato il romanzo: una caccia a qualcosa. La cosa bella del giallo è quella di escludere l'autobiografia dell'autore. Lo scrittore più è fuori da ciò che scrive e meglio è. Parlare di se stessi è volgare per me. È pornografia pura.
Antonio Manzini
Cit. da
sipario.it, intervista, marzo 2021
Frasi di Antonio Manzini
Uscì dal Salone del Libro. Fuori pioveva.
Aprì l'ombrello. Si voltà verso Sergej e Aldo: «Posso tornare in albergo?».
Quelli annuirono. Giorgio Volpe si incamminò. Ora che il libro era uscito, che il suo codice prodotto si avviava a mantenere le promesse commerciali, poteva tirare un respiro di sollievo. Bianca lo attendeva in camera. Aveva voluto risparmiare alla moglie la presentazione. La sua umiliazione. L'avrebbe stretta fra le braccia e insieme avrebbero fatto programmi per il futuro. Per esempio c'era da cercare il ristorante a Londra per Filippo, il primogenito, che ormai s'era trasferito lì a fare lo chef stellato, e bisognava capire se Flavia, al suo terzo divorzio, avrebbe voluto mantenere l'attico a San Babila oppure prendere quel negozio a Sappada. Una cosa però era certa, la dottoressa Celletti, dall'alto della sua benevolenza, gli aveva promesso una settimana di riposo prima di attaccare il suo prossimo romanzo che, con i calcoli trimestrali, avrebbe dovuto consegnare entro e non oltre il 12 agosto. Aveva già in mente il titolo: Il fondo del barile.
La vita non era poi tanto male.
[Explicit]
Antonio Manzini
Cit. da
Sull'orlo del precipizio
Frasi di Antonio Manzini
Si voltò e risalì le scale.
«Porca troia...» mormorò e il sudore ghiacciato cominciò a scendergli lungo la schiena. Si concentrò sui gradini che lo portavano all'ufficio, il cuore aveva raggiunto le orecchie. A metà tragitto si bloccò e si voltò verso le montagne soffocate dalle nuvole. Si sentì toccare il polpaccio. Guardò in basso. Lupa gli annusava i pantaloni. Si chinò a guardarla negli occhi evitando la lingua saettante. «Lo sai, amore? Una volta qualcuno ha scritto che il passato è un morto senza cadavere. Non per me, no. Nel mio ci sono più cadaveri di un obitorio...»
Entrò in questura. Incrociò Casella e Deruta che scendevano le scale sorridenti.
«Dove andate? »
«Pensavamo di andarci a prendere...»
«Un cazzo. Nel mio ufficio. Ricominciamo daccapo»
«Daccapo?» disse Deruta.
«Daccapo. Non ci abbiamo capito niente, Deruta. Forza, al lavoro, il caffè ce lo facciamo su da me.»
I due agenti seguirono il vicequestore.
[Explicit]
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
«Sono stato a Udine. Trovato in gran forma Enzo Baiocchi».
«Sempre detto che a certa gente il carcere dona»
«E mi sono fatto due chiacchiere con il nostro amico.» Si fermò e guardò il vicequestore. «Mi ha detto un sacco di cose interessanti. Per esempio che io non ero andato troppo lontano dalla verità.»
«Quale verità?».
«Quante ce ne sono secondo lei?».
«Lei è un uomo di legge, dottor Baldi, quindi saprà meglio di me che le verità sono tante. Dipende da che prospettiva le inquadriamo.»
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
«
[...]
La giustizia sarà lenta ma ha i suoi tempi, di ricerca, di riflessione. Non si può sparare a zero e decidere il colpevole.»
«È così» Prese la parola Baldi. «La giustizia non si fa con la rabbia o con la fretta. SI fa con calma e onestà. Se spariamo a zero e non approfondiamo non pagano i colpevoli, o quantomeno non pagano tutti i colpevoli.»
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
Brizio alzò il bicchiere pieno di vino. «A che brindiamo?» Chiese Rocco.
«A che voi brinda'? A noi, all'amicizia, alla vita, alla Roma?»
«Lascia perde l'ultima. Basta a noi, all'amicizia e alla vita.»
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
Ci sono delle regole, imbecille, e te non le conosci, questo è chiaro. E adesso ti dico il decalogo Schiavone, apri bene le orecchie e metti a memoria. Non si ruba sul luogo di lavoro, non si ruba negli spogliatoi di una palestra, non si ruba ai ragazzini, alle mamme, ai vecchi e si ruba ai ladri, ai corrotti, ai figli di puttana e ai mercenari. Non si ruba alle mignotte, si ruba ai papponi, non si rubano le pensioni, si svaligiano le banche, ammesso che hai i coglioni e sai fare un lavoro pulito. Non si ruba al tossico, si ruba al fornitore. Non si ruba il portafogli del cadavere, ma quello dell'omicida. E soprattutto, quando si ruba, se si vuole rubare, non ci si fa beccare. Come vedi è piuttosto semplice.
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
Il Poker è dieci per cento fortuna, cinquanta tattica e quaranta osservazione.
Antonio Manzini
Cit. da
Fate il vostro gioco
Frasi di Antonio Manzini
Le poste sono come le unghie e i capelli. Quando uno muore quelli continuano a crescere. E così fanno lettere e bollette. Continuano ad arrivare al destinatario anche se è già sottoterra.
Antonio Manzini
Cit. da
Pista nera
Frasi di Antonio Manzini
«Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un'occhiata all'Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l'Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all'economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente 'sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?»
La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone. «Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?»
«Un po' sì».
«No. anche perché non basta cambiare le teste di serie. qui c'è mezza classe politica da mandare al confino. Ma non si stia a preoccupare, sono solo un po' schifato da quello che vedo e leggo sui giornali ogni giorno. Mi stia bene e mi tenga informato.»
Antonio Manzini
Cit. da
Pista nera
Frasi di Antonio Manzini
Rocco Schiavone aveva una sua personalissima scala di valutazione delle rotture di coglioni che la vita insensibilmente gli consegnava ogni giorno. La scala partiva dal sesto grado, ovvero tutto ciò che riguarda i doveri casalinghi. Giri per negozi, idraulici, affitti. Al settimo c'erano invece i centri commerciali, la banca, le poste, i laboratori di analisi, i dottori in generale con un'attenzione particolare ai dentisti, per finire con le cene di lavoro o con i parenti, che almeno grazie a Dio se ne stavano a Roma. L'ottavo grado vedeva in primis il parlare in pubblico, poi le pratiche burocratiche di lavoro, il teatro, riferire a questori o magistrati. Al nono i tabaccai chiusi, i bar senza l'Algida, incontrare qualcuno che gli attaccasse delle chiacchiere infinite, e soprattutto gli appostamenti con agenti che non si lavavano. Poi per ultimo c'era il decimo grado della scala. Il non plus ultra, la madre di tutte le rotture di coglioni: il caso sul groppone.
Antonio Manzini
Cit. da
Pista nera
Frasi di Antonio Manzini
Cornacchie magre volavano in circolo sopra le sterpaglie in cerca di cibo. Qualcuna si avventurava anche al centro della carreggiata deserta se c'era da piluccarela carcassa di qualche animaletto sfortunato appena maciullato da un'auto. Rocco odiava quegli uccelli. anche a Roma avevano preso il sopravvento sugli altri volatili. Sbranavano le uova di passeri, pettirossi, cinciallegre ed erano sempre più numerosi. Stavano diventando i padroni dei cieli italiani, a Roma ormai gli unici a tenergli testa erano i gabbiani e i pappagalli verdi che avevano colonizzato i grandi parchi cittadini. Quelli erano rapaci veri, venivano dal Brasile e in quanto a fame non avevano certo da imparare da una cornacchia italiana. Ogni volta che a Villa Borghese o a Villa Ada li vedeva volare in formazione come degli stuka, verdi e rossi coi loro richiami sgraziati, pensava al primo scemo che aveva aperto la gabbia e s'era fatto scappare il Pappagallo Alfa, il pioniere di quella che ora era un'enorme colonia aggressiva e micidiale che stava finendo di massacrare i passeri e gli altri uccellini romani. Comunque, in quanto a bellezza, i pappagalli erano assolutamente superiori a quelle cornacchie spelacchiate e sgraziate. Rocco aspettava trepidante il momento in cui a Roma il cretino di turno si sarebbe lasciato scappare un anaconda. L'Anaconda Alfa. Lì sì che le cose si sarebbero fatte interessanti. Se non altro sarebbe diminuita in maniera esponenziale la popolazione dei ratti romani, ormai grossi come alani e davanti ai quali qualsiasi gatto scappava a zampe levate. Ecco, gli sarebbe piaciuto vederli di fronte ad un anaconda del delta delle Amazzoni, lungo una decina di metri, che ingoia in pochi minuti una bufala campana. Anche questo sarebbe stato un effetto collaterale della globalizzazione, un effetto benefico secondo Rocco Schiavone. Certo poi sarebbe stato un po' complesso affrontare serpenti abbarbicati sui rami dei platani del lungotevere ma almeno il nemico era visibile, meno subdolo, elegante e bello da guardare. In più non era portatore di malattie infettive come i sorci. Magari avrebbe anche incrementato la produzione di borse e scarpe. Chissà.
Antonio Manzini
Cit. da
La costola di Adamo
Frasi di Antonio Manzini
Non esistono delitti perfetti. E sa perché? perché sono stati commessi. E tanto basta. Semmai esistono colpevoli molto fortunati.
Antonio Manzini
Cit. da
La costola di Adamo
Frasi di Antonio Manzini
Italo annuì condividendo in pieno l'opinione del suo capo. Sapeva infatti che le seccature o rotture di coglioni della vita, il vicequestore le aveva catalogate per gradi. Dal sesto in su.
Nella sua personalissima scala di valori al sesto grado c'erano i bambini che urlano nei ristoranti, i bambini che urlano nelle piscine, i bambini che urlano nei negozi, in generale i bambini che urlano. Poi le telefonate che offrono impossibili contratti convenienza per luce-acqua-gas-cellulare, la coperta che scappa dal materasso e scopre i piedi in una fredda notte d'inverno e gli apericena. Al settimo grado c'erano i ristoranti lenti nel servizio, gli intenditori di vino e il collega che aveva mangiato aglio la sera prima. All'ottavo gli spettacoli che andassero oltre l'ora e un quarto, fare o ricevere regali, le macchinette dei videopoker e Radio Maria. Al nono grado c'era l'invito a un matrimonio, a un battesimo, a una comunione o anche semplicemente a una festa. I mariti che si lamentano delle mogli, le mogli che si lamentano dei mariti. E al decimo grado, sul podio più alto delle rotture di coglioni, il massimo che la vita bastarda gli poteva propinare per rovinargli le giornate, regnava sovrano il caso di omicidio sul groppone.
Antonio Manzini
Cit. da
La costola di Adamo
Frasi di Antonio Manzini
L'ospedale Sant'Eugenio si erge squallido e spettrale in una bella via residenziale del quartiere EUR, abitata dai pini e costeggiata da ville, non distante da quello che la generazione di Rocco chiamava il Palasport o Palaeur e che era stato ribattezzato con Palalottomatica nell'epoca delle corporazioni e degli sponsor. Era un declino del quale non si vedeva la fine. Qualche giorno prima la cupola della basilica dei santi Pietro e Paolo era stata coperta da un'enorme pubblicità di una marca di borse che, forse, finanziava un restauro della chiesa. C'era da aspettarsi, dunque, che il Circo Massimo sarebbe stato ribattezzato Fiat 500, dal momento che a giorni se ne attendeva il lancio, la fontana di Trevi Acqua Ferrarelle e i portici di San Pietro gli Abbracci del Mulino Bianco. Da quella sponsorizzazione selvaggia non si sarebbe salvato niente, forse neanche l'abito corale del papa.
Antonio Manzini
Cit. da
7-7-2007
Frasi di Antonio Manzini
«Alle due di un martedì mattina di maggio al vicequestore Rocco Schiavone di stanza ad Aosta da ben nove lunghissimi mesi piomba l'ennesima rottura di coglioni di decimo grado!» disse ad alta voce. Pietro e Giovanna lo guardavano senza capire. Non potevano sapere, come quelli che lavoravano o avevano a che fare con Rocco Schiavone da settembre, che il vicequestore aveva una graduatoria tutta personale di quelle che lui definiva rotture di coglioni. Cioè le incombenze e i casi quotidiani che lo indispettivano e gli rendevano la vita un inferno. Italo Pierron addirittura ne stava facendo una raccolta per esporli nella bacheca della questura, in modo che fosse chiaro a tutti cosa dire e cosa non dire al «capo». Le noie o rotture di coglioni partivano dal sesto grado a salire. Fra quelle più leggere, appunto il sesto grado, c'erano gli idraulici o i muratori che tendevano a non rispettare mai un orario promesso, gli zero dell'Iban, le moto smarmittate, le penne vecchie quando aveva bisogno di scrivere un appunto velocemente. Al settimo grado si trovavano le cacche dei cani sul marciapiede, perdere il segno del libro, il finger food. All'ottavo c'erano le letterine di Equitalia, ma dopo aver querelato uno degli impiegati quelle s'erano fatte più rare dei granchi blu reali, andare a messa, cosa che non faceva dal 1980, la sabbia nelle vongole, il vino che sa di tappo e pranzare dopo le due. Al nono grado le sfuriate meteorologiche, freddo neve vento tempesta e grandine, i cretini, andare a votare e le carie. Al decimo grado, sovrano e imperiale, c'era il massimo delle rotture di coglioni che la vita poteva riservargli: il caso sul groppone. E quel martedì di maggio Rocco aveva capito che davanti a lui si ergeva immensa e improcrastinabile una rottura di decimo grado.
Antonio Manzini
Cit. da
Non è stagione
Frasi di Antonio Manzini
«Una cosa strana...
[...]
Sono stata ieri in un ospedale, e come oggi stavo dietro ad un vetro, ma per vedere il figlio di mia sorella appena nato.»
«E oggi hai visto uno che se ne sta andando. Capito, Elena? L'ospedale è tipo un aeroporto. Aerei che decollano e altri che atterrano.»
[da La ruzzica de li porci]
Antonio Manzini
Cit. da
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Frasi di Antonio Manzini
Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.
[da L'accattone]
Antonio Manzini
Cit. da
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Frasi di Antonio Manzini
Non esiste Rocco Schiavone o se esiste io non l'ho mai conosciuto. Come nascono i personaggi io non lo so. Nascono... ogni giorno si aggiunge un particolare, prendono forma come un esperimento da laboratorio poi piano piano si alzano e camminano con le loro gambe.
Antonio Manzini
Cit. da
mangialibri.com, intervista, marzo 2015
Frasi di Antonio Manzini
Non faccio più l'attore da qualche anno. È una fase finita della mia vita, un amore che è andato man mano ingrigendosi con gli anni e la routine. Comunque tra fare l'attore e lo scrivere esiste un parallelismo, secondo me. Sono due modi diversi ma complementari di raccontare storie. Farlo con il corpo e la voce nel primo caso, con la penna e in prima persona nel secondo.
Antonio Manzini
Cit. da
mangialibri.com, intervista, marzo 2015
Frasi di Antonio Manzini
Rocco
[Schiavone]
è una persona scorretta, tratta male i sottoposti... però piace perché non è bugiardo. È uno che dice la verità, e poi ci rimette. Per questo sta simpatico: non mente. Nemmeno alle donne.
Antonio Manzini
Cit. da
ibs.it, intervista, ottobre 2016
Frasi di Antonio Manzini
[Sul cinema]
E' una frequentazione che è finita.
[...]
È un po' come lasciarsi con una moglie a cui non hai più niente da dire. Mi piace di più scrivere.
Antonio Manzini
Cit. da
ibs.it, intervista, ottobre 2016
Frasi di Antonio Manzini
Sono onnivoro. Il noir alla lunga stanca. Le letture, come tutte le cose della vita, sono ciclotimiche. Si passano dei periodi dove si attaccano solo i classici e non si vuol vedere altro, per poi deragliare sorridendo verso altri generi, il giallo, il noir, i saggi, i romanzi di formazione.
Antonio Manzini
Cit. da
mangialibri.com, intervista, marzo 2015
Frasi di Antonio Manzini
Modelli non ne ho. Semplicemente ho autori che amo particolarmente e che ogni tanto rileggo per ricordarmi quanto ancora sia distante dalla loro bravura, dalla loro perfezione narrativa.
Antonio Manzini
Cit. da
mangialibri.com, intervista, marzo 2015
Frasi di Antonio Manzini
Antonio
Capuano
: 'O cinema! Vonno fà tutte quant' 'stu cazz'e cinema. Ma pe' da' fo cinema ci vonn'e palle. E tu 'e palle le tieni, guaglio'?
Fabietto
: Ho fortissimi dubbi.
Antonio
Capuano
: E allora ti serve un dolore. 'O tieni un dolore?
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
Ma è mai possibile che 'sta città nun te fa veni' in mente niente 'a raccuntà? Insomma, Schisa, 'a tieni coccosa 'a ricere? O si' nu strunz' come a tutti quant gli altri? 'A tieni'na cosa da raccontà?
Antonio Capuano
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
Nessuno inganna il proprio fallimento. E nessuno se ne va veramente da questa città.
Antonio Capuano
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
Un dolore? No, no. Tu non tieni nessun dolore. Tu tieni una speranza. E la speranza fa fare film consolatori. La speranza è una trappola.
Antonio Capuano
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
Ricodati: chi nun tene coraggio, nun se cocca che femmene belle.
Antonio Capuano
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
A me piace il conflitto, hai capito guaglio' ? Senza conflitto non si progredisce. Senza conflitto è solo sesso e o'sesso non serve a nient.
Antonio Capuano
Dal film:
È stata la mano di Dio
Scheda film e trama
Frasi del film
Lo scoop più grosso lo feci quando seppi che
Antonio
Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale, raccontava in giro che un generale gli aveva raccontato che per stoppare il referendum sulla Guardia di Finanza era andato da Scalfaro che a sua volta era intervenuto su due membri della Corte Costituzionale. Io mi feci invitare a una cena, mi misi vicino a Baldassarre e ascoltai il suo racconto che il giorno dopo finì sul giornale. Al confronto il Watergate era una marachella.
Maurizio Belpietro
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Sette, intervista, 9 gennaio 2001
Frasi di Maurizio Belpietro
Quando ho iniziato a scrivere questo libro sulle complessità del tifo calcistico in generale, e sulle mille complicazioni dell'essere un tifoso dell'Inter in particolare, il popolo nerazzurro stava festeggiando la conquista di uno scudetto; quando l'ho terminato, il clima di festa ha lasciato campo libero a un'atmosfera luttuosa, i sorrisi ai musi lunghi, la gioia alla tristezza, poi alla rabbia, poi ancora alla paura, quindi allo sconforto.
Ho iniziato a scrivere questo libro con i massimi dirigenti dell'Inter che promettevano un altro scudetto già per la stagione successiva, «abbiamo vinto il nostro diciannovesimo titolo nazionale e il prossimo anno vinceremo il ventesimo», importante perché alla conquista del ventesimo scudetto sulla maglia puoi cucire una seconda stella gialla (se ne aggiunge una ogni dieci scudetti, per cui gli scudetti multipli di dieci si chiamano «scudetti della stella»); quando l'ho finito, tutti i bookmaker che avevano indicato l'Inter come la strafavorita della stagione 2021-22 hanno rivisto al ribasso le loro previsioni.
La prima parola di questo libro è stata scritta quando i due principali artefici dell'ultimo anno di successi nerazzurri, l'allenatore
Antonio
Conte e l'attaccante Romelu Lukaku, erano ancora sotto contratto con la società; quando ho messo l'ultimo punto alla fine dell'ultima pagina, nessuno dei due figurava più tra i tesserati dell'Inter. Tra i protagonisti dell'ultima meravigliosa stagione c'era anche un terzino marocchino di nome Achraf Hakimi; non c'è più neanche lui.
Tommaso Labate
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Interista social club
‐ Incipit
Frasi di Tommaso Labate
[Su Rino Gaetano]
Era uno spirito anarchico, uno che scriveva quello che gli passava per la testa senza rispondere a codici precisi né sociali né politici.
Vincenzo Mollica
Frasi di Vincenzo Mollica
[Rino Gaetano]
Ma lui aveva una grande forza che era l'ironia e l'ironia non sempre veniva capita in quegli anni, in cui tutti erano molto settari.
[...]
Lui badava a fare le sue canzoni e le sue canzoni dovevano rispecchiare fedelmente il suo pensiero ma anche la bizzarria, quella bizzarria positiva che accompagnava il suo pensiero, la capacità che aveva di deformare la realtà per raccontarla meglio, usando l'arma del paradosso.
[...]
Il cantautore più paradossale ed è stato quello che costruendo i paradossi più incredibili raccontava poi con perfetto realismo quelli che erano i suoi tempi, quella che era la sua vita, che erano i suoi amori.
Vincenzo Mollica
Frasi di Vincenzo Mollica
[Sulle canzoni di Rino Gaetano]
Sono canzoni che se le riascolti ancora oggi hanno tutte un loro perché, una loro verità e una loro attualità. Era un vero fustigatore, era uno che metteva un dito nella piaga e ci metteva pure un po' di sale se serviva per allargare quella brutta ferita.
Vincenzo Mollica
Frasi di Vincenzo Mollica
[Su Rino Gaetano]
C'è la canzone Nuntereggae più che è una canzone di grande divertimento anche, però aveva il coraggio delle sue azioni, non si tirava mai indietro: nomi e cognomi per tutti e nei tempi in cui fare nome e cognome per tutti era molto difficile.
Vincenzo Mollica
Frasi di Vincenzo Mollica
Quando abbiamo collaborato insieme a "La pelle che abito" nel 2011, erano passati 22 anni dall'ultima volta che avevamo lavorato insieme. Mi presentai con una zaino pieno di tutte le mie "medaglie", quello che avevo fatto in quegli anni. Ne ero molto orgoglioso. Ma Pedro mi disse: «Questa è solo merda. Voglio te, il vero te». E da allora la nostra relazione durante il film è stata, creativamente, come prendersi a schiaffi tutto il tempo».
Antonio Banderas
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VanityFair.it, 16 maggio 2019
Frasi di Antonio Banderas
Mi ha detto: «troverai un sacco di riferimenti a persone che conosci, tu stesso compreso». Ma non avrei mai immaginato che avrei dovuto avere i capelli come i suoi e indossare i suoi vestiti. Persino l'appartamento nel quale abbiamo girato è la copia esatta del suo in Madrid. A quel punto ho capito: «Devo interpretare Pedro».
Antonio Banderas
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VanityFair.it, 16 maggio 2019
Frasi di Antonio Banderas
Le scene che Almodovar mi fece fare negli anni Ottanta furono molto difficili perché all'epoca non era comune che gli attori eterosessuali interpretassero personaggi gay. Allora molti attori pensavano che il pubblico ti avrebbe identificato con il personaggio.
Antonio Banderas
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Repubblica.it, 5 maggio 2010
Frasi di Antonio Banderas
Il governo Bush fa il suo lavoro in maniera orrenda. E ciò porta il paese in una situazione molto difficile.
Antonio Banderas
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Repubblica.it, 3 ottobre 2005
Frasi di Antonio Banderas
[Gatto con gli stivali]
È un personaggio sorprendente, è sempre stato un po' misterioso e continua ad esserlo. Una delle cose che lo caratterizzano è il contrasto: fin dall'inizio, in studio, ci eravamo chiesti se farlo parlare come un ragazzino o se dargli una voce profonda, come è stato, una scelta fondamentale ai fini della sua comicità, con quel 'vocione' che non corrisponde alla sua statura. E poi è anche un po' trasgressivo, piccoli dettagli che magari i bambini non noteranno, ma i loro genitori sì, tipo quelle strizzatine d'occhio un po' furbette.
Antonio Banderas
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Repubblica.it, 19 marzo 2011
Frasi di Antonio Banderas
Dio per me non è neanche un'ipotesi.
Giorgio Parisi
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la Repubblica, 31 dicembre 2010
Frasi di Giorgio Parisi
Cosa de notte po' lo juorno pare.
[Una cosa fatta di notte poi il giorno si vede]
[Le cose fatte di nascosto prima o poi si scoprono]
Proverbio campano
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