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Alberto Zangrillo
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Frasi di Alberto Zangrillo
Alberto Zangrillo
Medico italiano
13 aprile 1958
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Finora abbiamo vissuto di proiezioni statistiche, epidemiologiche, matematiche, ma non di dati clinici. Chi ha conosciuto il virus sul territorio e soprattutto in ospedale non ha avuto la possibilità di essere ascoltato dal Comitato tecnico-scientifico.
[...]
Le indicazioni del Governo riguardano tutti allo stesso modo. Ma, sulla base di un lavoro svolto su più di 4.500 pazienti, siamo giunti alla conclusione che esiste una categoria ben precisa di cittadini che possono sviluppare la forma più grave dell'infezione virale. E' nei loro confronti che dobbiamo esercitare prudenza, ossia le stesse norme di buon senso che finora hanno saputo manifestare gli italiani. Per capirci: impedire la socializzazione dei ragazzi è un controsenso, se poi non si controlla il giovane adulto di 18-20 anni che va a trovare il nonno.
Basta terrorismo mediatico, dobbiamo basarci sulla realtà. Il popolo italiano è fatto di persone mature che hanno dimostrato di credere a quello che ci è stato detto. Si sono chiusi in casa, ora dobbiamo dire loro "comportatevi con buonsenso, se avete la febbre state a casa, contattate il medico in presenza di sintomi". Insomma, proteggi te stesso e gli altri.
Gli scienziati non sono solo coloro che albergano nel comitato tecnico-scientifico, non è la battaglia tra il povero clinico di paese e l'alto scienziato del comitato tecnico-scientifico. Io parlo da professore universitario che ha vissuto due mesi in ospedale, senza mai abbandonare i malati e vedendone morire un sacco. Ho rispetto per chi non c'è più e per i loro familiari ma gli italiani devono sapere la verità piuttosto che sapere che oggi ci sono 40 casi in più e che i decessi registrati oggi non sono altro che quelli ricoverati in terapia intensiva da due mesi.
Io parlo con le evidenze cliniche e scientifiche alla mano. Rispondo con quello che osservo e non da solo. Con me ci sono tutti i colleghi che da tre mesi gestiscono questa vicenda.
Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più.
Gli italiani vanno trattati con buonsenso, non ho detto che devono togliersi la mascherina o che possono fare assembramenti, ubriacarsi e "fottersene". Ho detto che se riusciamo ad adottare norme di buon senso, probabilmente, debelleremo definitivamente il Covid-19. Nessuno può dire se il virus tornerà a settembre o ottobre, qualcuno forse non vede l'ora.
Si tratta di organizzare un sistema triangolare in cui l'istituzione ospedaliera, la sanità regionale e il medico di medicina generale sono in collegamento per sorvegliare i soggetti a rischio. E questo al fine di agire con tempestività. La cura tempestiva a domicilio, se adottata correttamente è una cura efficace.
Il Paese deve essere pronto per la fase 3. L'osservazione clinica sta producendo tutti gli elementi utili non per fare la scelta coraggiosa, ma quella razionale che avvia la fase della ripresa.
Sono tre mesi che tutti ci sciorinano una serie di numeri che hanno evidenza zero, che hanno valore zero: siamo passati da Borrelli, da Brusaferro, al presidente del Consiglio superiore di sanità. Tutto questo ha portato a bloccare l'Italia mentre noi lavoravamo e adesso noi, che abbiamo visto il dramma, chiediamo di poter ripartire velocemente perché vogliamo curare le persone che altrimenti non riusciamo a curare. Non ce ne frega niente né del campionato né di dove vanno in vacanza gli italiani, ma dobbiamo ritornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale.
I tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta, ma non si può continuare a portare l'attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più.
Una cosa che trovo fastidiosa di questo paese è che i clinici siano da una parte e gli scienziati dall'altra. Noi dobbiamo intenderci sulla qualifica di scienziato perché se andiamo a vedere i parametri io sono molto più scienziato di tanti autoproclamatosi scienziati, anche facenti parte del comitato tecnico. Perché in Italia e nel mondo per esser scienziati bisogna produrre scientificamente e la produzione scientifica ha dei parametri molto precisi: basta andare nei motori di ricerca e nelle librerie internazionali e vedere quello che ha prodotto scientificamente Zangrillo. E alla fine se vogliamo facciamo la classifica.
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