Frasi di Carlo Vanzina

• In una cinematografia seria come quella americana, noi Vanzina saremmo venerati come Spielberg. Qui dobbiamo vergognarci.
• Mio padre [il regista Steno, pseudonimo di Stefano Vanzina] mi portò da Monicelli che era un suo grande amico e col quale avevano lavorato tanto insieme; all'inizio mi trattò malissimo, non voleva certo che mi sentissi privilegiato in quanto figlio di.
• [Sugli anni ottanta] Si tratta di un'epoca abitualmente considerata superficiale e vuota ma in fondo in quel periodo non si parlava né di crisi, né di "spread". Erano gli anni in cui stava per cominciare l'edonismo della cosiddetta "Milano da bere" da noi raccontato in vari film.
• Da ragazzino tenevo degli album che riempivo con tutti i film che vedevo e ne vedevo tantissimi - raccontava - scrivevo le mie minicritiche, mettevo già le stellette anche se non si usava, scrivevo tutto il cast, dagli attori al direttore della fotografia. Ero un vero malato di cinema.
• [Sugli anni ottanta] Quegli anni sono stati gli ultimi spensierati; i momenti plumbei erano ancora lontani.
• In Sapore di mare, che girammo nel 1983, raccontavamo una particolare estate degli anni '60, simile a quelle che io e mio fratello trascorrevamo da ragazzi nella vicina Castiglioncello. Quel film ebbe un grande successo e con gli anni è diventato un vero e proprio cult.

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