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La meglio gioventù

Frasi del film

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Frasi di La meglio gioventù

Riassunto e trama del film La meglio gioventù

[da Wikipedia]

La meglio gioventù è una saga familiare che si dipana dall'Italia del 1966 a quella del 2003. La pellicola narra la storia di una famiglia di Roma, i Carati, concentrandosi principalmente sulle figure dei due fratelli Matteo (Alessio Boni) e Nicola (Luigi Lo Cascio). In essa vengono documentate pressoché tutte le fasi della loro vita, dal loro viaggio nel fiore della loro giovinezza, negli anni della contestazione e della controcultura agli anni della maturità, nel 2000. Fra i temi centrali del film vi sono l'interazione fra la sfera personale e quella politica, l'analisi storica dei periodi considerati ed il tema del bivio (si sottolinea come anche i piccoli eventi della vita possano diventare punti di svolta per scelte più importanti nel futuro, nelle sue certezze ed ucronie).

Estate 1966

Il film narra la storia di due fratelli romani, Matteo e Nicola Carati (Luigi Lo Cascio), rispettivamente studenti in Lettere e Medicina. Essi vivono con i genitori Angelo (Andrea Tidona) ed Adriana (Adriana Asti) milanese trapiantata a Roma, e hanno due sorelle: la maggiore, Giovanna (Lidia Vitale) e la più piccola, Francesca (Valentina Carnelutti). Durante la prima parte del film vengono presentati i personaggi principali, gli amici più cari Carlo (Fabrizio Gifuni) e Berto (Giovanni Scifoni) (Giovanni Scifoni), i rapporti più importanti. La premessa di partenza della pellicola è l'innamoramento di Matteo nei confronti di Giorgia (Jasmine Trinca), ragazza problematica di 16 anni orfana di madre originaria di un piccolo paese dell'appenino abruzzese ossia Pietracamela. La giovane vive in una clinica e, a causa di vicende gravi e ignote all'interno della sua famiglia non parla quasi mai, ha paura di toccare gli altri e viene "curata" tramite l'elettroshock. Matteo la conosce e riesce a starle vicino lavorando come logoterapista (figura che accompagna i malati, parlandoci e passeggiandoci per farli sentire a proprio agio) nell'istituto in cui lei è rinchiusa. In questo periodo stringe amicizia con lei, parlandole e condividendo le sue passioni per la letteratura e per la fotografia. Fra i due si crea un legame ed una notte Matteo, impietosito, decide di portarla via da quella violenta istituzione.

L'occasione giusta per sottrarla a tale luogo è la vacanza estiva con meta Capo Nord che il fratello Nicola ed i suoi amici hanno programmato per chiudere l'anno universitario. Il giorno della partenza Matteo si presenta con la ragazza al seguito; nel gruppo di ragazzi si sollevano pareri discordanti su questa decisione. Per ovviare al "problema" i fratelli Matteo e Nicola decidono di separarsi momentaneamente dal gruppo e di deviare il proprio viaggio per portare la ragazza al sicuro, da suo padre: questa decisione è legata al fatto che per andare all'estero sarebbe stato necessario passare dal Brennero e, in assenza di un passaporto della giovane, i ragazzi sarebbero stati facilmente individuati come fuggiaschi. Raggiunto Pietracamela, vengono a sapere dal parroco che il padre della ragazza si è trasferito da qualche anno a Ravenna. Arrivati a Ravenna il giorno dopo, i due fratelli riescono a trovare il padre di Giorgia il quale lo informano degli scorretti trattamenti a cui è sottoposta la figlia in istituto. L'uomo però non si mostra quasi per niente interessato ai problemi che affliggono la giovane ragazza e, anziché riprenderla a vivere con sé, preferisce che venga riportata in clinica ribadendo più volte di non poterla accudire e di averla messa li spendendo molti soldi per farla guarire, come se quasi non credesse a ciò che gli hanno detto i due fratelli. Alterato da questo atteggiamento nettamente superficiale, Matteo reagisce violentemente contro di lui, ma infine i tre si allontanano.

Stando insieme, il rapporto fra i giovani si cementa ed anche Nicola inizia ad interessarsi a Giorgia, con la dolcezza e l'umanità che solo un aspirante medico ha verso un malato. I tre giovani si spostano di stazione in stazione, fin quando un giorno, per una distratta fatalità del destino, Giorgia viene catturata dalla polizia e riportata in istituto. I due fratelli soffrono fortemente per aver perso le sue tracce, ma in loro permane il ricordo di una estate diversa ed in un certo senso unica.

Le strade dei due si dividono: Matteo torna a Roma, smette gli studi e decide di arruolarsi nell'esercito. Nicola, invece, in attesa di ricominciare l'Università raggiunge infine la Norvegia, mantenendosi lavorando in una segheria. I due si scrivono per un po', mandandosi cartoline e lettere piene d'affetto; questa fase di transizione viene spezzata nel momento in cui Nicola viene a conoscenza, tramite la tv norvegese, dell'alluvione che ha colpito la città di Firenze il 4 novembre. Decide di partire per la città come angelo del fango e qui rincontra suo fratello, anch'egli in missione umanitaria. Il capitolo si chiude con l'incontro fra Nicola ed una studentessa universitaria di Torino, Giulia, che lo incanta suonando il pianoforte nel fangoso ed affollato piazzale degli Uffizi.

Febbraio 1968

Sono passati due anni e Nicola, che ha deciso di specializzarsi in psichiatria, e Giulia vivono insieme a Torino. Sono innamorati e nel pieno fervore della grande contestazione, di cui sono strenui difensori. I due ancora non sono intenzionati a sposarsi. Il fratello Matteo, già misuratosi con l'inclemenza dell'Arma, sta facendo carriera al suo interno.

Primavera 1974

La lotta fra forze di polizia e manifestanti continua ad impazzare come una scia senza fine dopo la cortina di fumo del Sessantotto. Nicola e Giulia si trovano in uno scontro di piazza a Torino e si trovano a scappare dai manganelli della polizia. Giulia, suonando ad un campanello a caso, urla di dover entrare perché incinta ed in pericolo. Nicola prende questa affermazione come una pensata dell'ultimo momento, ma Giulia lo guarda negli occhi facendogli capire che aspetta veramente un bambino. Sentendo che è una femmina, i due decidono di chiamarla Sara. La figlia nasce lo stesso anno, fuori dal matrimonio, ma è come un dono dal cielo per tutta la famiglia: i nonni Angelo e Adriana visitano la casa di Nicola a Torino per vedere la loro nipotina ed anche Matteo si fa vivo.

La loro vita sembra procedere tranquilla, ma purtroppo le loro differenze caratteriali iniziano a farsi vedere. Giulia continua a frequentare l'ambiente dei collettivi, la sua ideologia comunista, mentre Nicola si allontana dai suoi fervori giovanili, capendo che è il momento della responsabilità. Inizia a lavorare come psichiatra in una casa di cura per mantenere la sua famiglia. La passione per questo incarico, grazie anche alla vicinanza della sorella maggiore Giovanna (divenuta magistrato), gli permetteranno di combattere dall'interno i mali della malaorganizzazione dei manicomi; su tutti, i maltrattamenti verso i malati di psichiatri apparentemente integerrimi, che lui smaschera per i mostri che sono.

Matteo nel frattempo si è unito ai reparti mobili della polizia: si trova dal lato dei manganelli e osserva disilluso il dolore della contestazione dall'interno (uno dei suoi compagni di reparto viene picchiato e ridotto su una sedia a rotelle da un manifestante). Turbato dalla situazione, Matteo accetta un altro incarico come fotografo forense in Sicilia.

Estate 1977

Nicola e Giulia stanno arrivando ad un punto di svolta: la bambina sta crescendo e Giulia non riesce a separarsi dalle sue idee anarchiche e sovversive, arrivando a frequentare le Brigate Rosse. L'ideologia della donna è degenerata: si è passati dai sassi alle pistole. Ormai disinteressata al marito e alla vita familiare, una notte prepara di nascosto le valigie per andarsene per sempre da casa. Scoperta da Nicola, viene fermata sulla porta, ma non riesce a dare spiegazioni. Nicola, pur sapendo di dover allevare una figlia da solo, la lascia andare e ne è lacerato.

Ad ogni modo decide di continuare la sua attività di psichiatra, combattendo ancora per la liberazione dei malati (il suo modello ispiratore è Franco Basaglia). Accompagnato dai carabinieri, durante un controllo sulla qualità di una casa di cura apparentemente pulita, egli scopre che nei sotterranei di quest'ultima vengono tenuti rinchiusi alcuni malati in condizioni disumane. Fra questi malati ritrova anche Giorgia, la ragazza dell'estate del '66, la quale versa in uno stato di semincoscienza e delirio. Il manicomio viene chiuso e Nicola decide di seguire clinicamente la sua amica perduta da tempo.

Matteo invece vive da solo in Sicilia fotografando scene del crimine e non portando avanti alcun rapporto umano. Per caso, fra i tavoli di un caffè vicino al porto di Palermo, incontra una fotografa amatoriale, Mirella (Maya Sansa). Egli si presenta come "Nicola", non volendo dire il suo vero nome e nascondendo i particolari sulla sua vita: di rimando Mirella appare molto aperta e parla della sua vita, della sua casa a Stromboli e del suo sogno di diventare bibliotecaria. Il dialogo fra i due si chiude con lui che le consiglia di lavorare in una bella biblioteca che frequentava quando viveva a Roma, quella di villa Celimontana. A causa del suo carattere, integerrimo ma impulsivo e a tratti insubordinato, Matteo decide di lasciare momentaneamente la Sicilia sfruttando delle ferie, seppur forzate dal proprio superiore. Matteo si reca così a Torino, passando per la natìa Roma, dove però decide di non incontrare la famiglia. Il padre Angelo, nel frattempo, si è ammalato di cancro. Il tempo passa e le cure risultano meramente palliative. La medicina non è in grado di curare Angelo ed egli muore, prima che il figlio Matteo riesca a parlargli per un'ultima volta (nonostante lo abbia osservato di nascosto dai finestrini della sua macchina).

Estate 1982

L'Italia si appresta a vincere il suo terzo Mondiale e le vite dei personaggi procedono in modo piuttosto canonico. La figlia di Nicola, Sara, è cresciuta ed esprime il lecito desiderio di rivedere la madre. La madre Giulia, di rimando, è sempre più invischiata nelle Brigate Rosse e si dà alla macchia. Tuttavia, colta da nostalgia per la figlia, contatta Vitale Micavi - che nel frattempo si è riconvertito a manovale - perché chieda a Nicola di permetterle di rivedere la figlia Sara proprio nel corso della finale del Mondiale; Giulia si troverà al Museo regionale di scienze naturali di Torino. Per tale ragione Nicola farà in modo di trovarsi lì con la figlia, che la vedrà di sfuggita senza riconoscerla.

Autunno 1983

Un anno dopo gli eventi appena descritti Matteo (che ha ora un incarico molto più rilevante nella polizia) cammina per la biblioteca di Roma di cui parlava a Mirella e la incontra nuovamente, questa volta in veste di bibliotecaria. Poche parole e i due si riconoscono e decidono di rivedersi. Qualche sera dopo, dopo una partita di bowling di coppia, fanno l'amore in macchina. Ma la vita per Matteo non è facile: è angosciato dai suoi obiettivi di lavoro (incredibilmente fra questi c'è quello di stanare terroristi, fra cui Giulia, e questo lo tormenta), percepisce la solitudine ed il rischio di chi si trova in una posizione come la sua. Combattuto, decide di uscire dalla vita di Mirella.

Dicembre 1983

È la sera di Capodanno. La famiglia Carati si è ritrovata al gran completo a giocare a carte: c'è Nicola, la mamma, le sorelle, l'amico Carlo (ora sposato con la sorella minore, Francesca), i figli. Si respira aria di gioia in attesa della mezzanotte, ma Matteo non c'è. Egli si trova infatti al commissariato, sta facendo gli straordinari su un caso di spaccio di cocaina. Uscito dalla stanza dell'interrogatorio, nervoso e snervato, incontra Mirella: la ragazza è lì per chiedergli perché è sparito da giorni e per sapere perché gli ha sempre mentito sul suo nome (per anni ormai Mirella ha creduto che si chiamasse Nicola) e sulla sua professione (fino a quel giorno, prima che si informasse, pensava fosse un ingegnere). Lui le risponde violentemente, la scaccia via e lei non riesce a dirgli che in realtà era venuta per svelare che aspetta un bambino da lui.

Matteo decide di uscire dal commissariato, visitare finalmente sua madre e festeggiare con la sua famiglia. Dopo poco però se ne va via, prima della mezzanotte, quasi senza salutare. L'unico che saluta è suo fratello, sulla porta, con uno sguardo commosso e che sa di presentimento. Sarà il loro ultimo incontro.

Tornato a casa, telefona a Mirella, ma risponde la segreteria telefonica, con cui Matteo resta muto. Quando questa decide finalmante di alzare la cornetta, Matteo ha già messo giù. A quel punto Matteo si mette pigramente ad innaffiare le piante del suo balconcino e poi, mentre alla trasmissione in TV, fanno il conto alla rovescia per il nuovo anno, così come sta facendo tutta la sua famiglia, in modo del tutto inaspettato si lancia dal balcone, uccidendosi.

Nei giorni seguenti la famiglia è devastata dalla tragedia. La madre, Adriana, non si sente più in grado di fare il suo lavoro di insegnante, preferendo una vita in solitudine a Roma. Nicola, con la sensazione che avrebbe potuto salvare Matteo e non volendo fare lo stesso errore nuovamente, organizza con la sorella Giovanna la cattura di Giulia, per impedirle di uccidere qualcun altro o di rimanere uccisa. Giulia viene condannata a 17 anni di carcere. Durante questo periodo di prigionia Nicola le fa visita, chiedendole la sua mano, ma viene respinto.

Primavera 1992 - 1995

Camminando per la strada Nicola trova un manifesto di una mostra di fotografia, nel quale riconosce gli occhi di suo fratello. La fotografia è stata scattata da Mirella. A seguito di questo evento viene incoraggiato da Giorgia (il cui stato di malattia è migliorato ancora, tanto da poter finalmente uscire dalla casa di cura e vivere la sua vita) ad incontrare Mirella, di cui Nicola non sa nulla. Vincendo le resitenze di Nicola, Giorgia lo convince a informarsi direttamente alla galleria d'arte sull'autrice della foto di suo fratello.

Scopre così che Mirella ora vive a Stromboli ed è impegnata in Sicilia in un servizio fotografico sulla strage di Capaci, in cui ha perso la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Incontrata Mirella, in una chiesa, Nicola scopre di avere un nipote, Andrea, di cui Matteo era padre biologico. Nicola ne parla con la madre Adriana e decide di visitare con lei il ragazzo, che ora ha sette anni e sta sull isola. La madre di Nicola, ora nonna, ispirata da un nuovo significato della sua vita decide di restare con Mirella e suo nipote. Morirà lì, qualche anno più tardi. Nicola, dopo aver saputo della dipartita della madre, si reca in Sicilia per visitare Mirella e stare vicino a questa parte della sua famiglia.

Nel frattempo, Sara, ora poco più che ventenne, sta ancora male per le scelte sbagliate intraprese dalla madre. Decide quindi di trasferirsi a Roma, dalla zia Francesca e lo zio Carlo, per studiare restauro. Qui si fidanza con un ragazzo, Mimmo.

Primavera 2000

Giulia, dopo l'uscita di prigione, è seriamente pentita nei confronti della figlia Sara. Lavora ora come archivista alla Biblioteca Nazionale di Firenze ed invia alla figlia una foto che ha ritrovato: in essa vi sono lei e suo padre nel 1966, quando erano giovani ed innamorati nella Firenze dell'alluvione. Sara, ora felice e rafforzata dalla vita, è incoraggiata da Nicola ad affrontare la madre e a cercare di sistemare le cose. Giulia e Sara si incontrano e ritrovano finalmente un legame. Trascinata dall'evento, durante una visita alla basilica di Santo Spirito, Sara dice alla madre un segreto che nessuno ancora sa: è incinta di Mimmo ed il suo unico desiderio è che la mamma suoni per lei. Giulia suona l'organo della chiesa per la figlia e le promette che la andrà a trovare alla nascita del bambino.

Nicola, nell'ubriachezza di una sera a casa di Carlo, finalmente riesce a farsi aprire gli occhi sulla morte di suo fratello Matteo, che è oggettivamente l'unico ostacolo fra lui e Mirella per essere felici. Nicola e Mirella, camminando in silenzio, riescono finalmente a superare il dolore e a lasciar andar via la figura di Matteo per sempre. Si baciano e confessano il proprio amore reciproco.

2003

Il film si conclude con il figlio di Matteo, Andrea, che visita la Norvegia, in particolare Capo Nord, luogo in cui il padre e Nicola sarebbero dovuti andare insieme in quell'estate del 1966, senza mai completare il loro viaggio.

Anno

2003 (21 anni fa)

Genere

Drammatico, Sentimentale

Durata

360 minuti (6 ore)

Regia

Marco Tullio Giordana

Film di Marco Tullio Giordana

Data di uscita

domenica 22 giugno 2003

Poster e locandina

Attori del film La meglio gioventù

Luigi Lo Cascio nel ruolo di Nicola Carati
Alessio Boni nel ruolo di Matteo Carati
Jasmine Trinca nel ruolo di Giorgia Esposti
Adriana Asti nel ruolo di Adriana Carati
Sonia Bergamasco nel ruolo di Giulia Monfalco
Fabrizio Gifuni nel ruolo di Carlo Tommasi
Maya Sansa nel ruolo di Mirella Utano
Valentina Carnelutti nel ruolo di Francesca Carati
Nila Carnelutti nel ruolo di Francesca Carati a 8 anni
Camilla Filippi nel ruolo di Sara Carati
Greta Cavuoti nel ruolo di Sara Carati a 8 anni
Sara Pavoncello nel ruolo di Sara Carati a 5 anni
Andrea Tidona nel ruolo di Angelo Carati
Lidia Vitale nel ruolo di Giovanna Carati
Claudio Gioè nel ruolo di Vitale Micali
Giovanni Scifoni nel ruolo di Berto
Paolo Bonanni nel ruolo di Luigino
Riccardo Scamarcio nel ruolo di Andrea Utano
Francesco La Macchia nel ruolo di Andrea Utano a 6 anni
Paolo De Vita nel ruolo di Don Vito
Mario Schiano nel ruolo di Professore di medicina
Giorgio Crisafi nel ruolo di Direttore Villa Quieta
Michele Melega nel ruolo di Professore di lettere
Pippo Montalbano nel ruolo di Commissario di Palermo
Antonello Puglisi nel ruolo di Sacerdote di Palermo
Roberto Accornero nel ruolo di Presidente del tribunale di Torino
Stefano Abbati nel ruolo di Spacciatore
Giovanni Martorana nel ruolo di Maghrebino
Patrizia Punzo nel ruolo di Gallerista
Fabio Camilli nel ruolo di Detenuto Tangentopoli
Domenico Centamore nel ruolo di Enzo
Mimmo Mignemi nel ruolo di Saro
Kristine M. Opheim nel ruolo di Ermione
Therese Vadem nel ruolo di Therese
Maurizio Di Carmine nel ruolo di Terrorista
Krum De Nicola nel ruolo di Brigo
Walter Da Pozzo nel ruolo di Mario
Sergio Risso nel ruolo di Maggiordomo
Emilia Marra nel ruolo di Dottoressa
Alessandro Trotta nel ruolo di Poliziotto
Nicola Vigilante nel ruolo di Infermiere
Joana Jiménez nel ruolo di Lolita
Maria Grazia Bon nel ruolo di Portinaia
Gaspare Cucinella nel ruolo di Viddanù

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Soggetto e sceneggiatura

Sandro Petraglia, Stefano Rulli

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