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Aforismi Calcio - parte 2
Frasi trovate: 654
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Mauro Pinato
Mauro Pinato
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Antonio Padellaro
Cit. da La strage e il miracolo: 23 gennaio 1994. La mafia all'olimpico ‐ Incipit
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- C'è un vecchio detto dalle mie parti: Se a una libellula togli le ali, avrai un brutto insetto. Ma se a un brutto insetto aggiungi le ali, avrai una libellula.
Questo detto mi ha fatto tornare in mente la mia maestra delle scuole elementari, la signora Dalla Torre, la quale aveva previsto grandi cose per il mio futuro. Ora vi racconterò brevemente un fatto che ora che ci penso, ha proprio cambiato in positivo la mia vita.
Ero un ragazzino ordinario da tutti i punti di vista. Ero di statura normale e provenivo da una famiglia del ceto medio. Non ero lo studente più brillante, ma non ero nemmeno il peggiore della classe.
Ricordo la signora Dalla Torre come una donna severa sui trentacinque anni. Aveva un figlio che frequentava la mia stessa scuola: io lo conoscevo bene perché l'anno precedente giocavamo nella stessa squadra di calcio. Un giorno, mentre attraversavo il cortile alla fine delle lezioni, il figlio della signora Dalla Torre si avvicinò e mi invitò ad andare a giocare ai videogiochi a casa sua.
L'idea mi tentava, ma avevo paura di imbattermi nella signora Dalla Torre. Compresa la mia esitazione, il mio amico mi assicurò che sua mamma rientrava di rado prima delle quattro del pomeriggio. Acconsentii, facendo presente che me ne sarei andato prima di quell'ora.
Ci divertimmo moltissimo con i suoi videogiochi, che ci rapirono al punto da farci dimenticare l'orario. Ad un certo punto la porta di casa si spalancò e sentii la signora Dalla Torre entrare. Mi irrigidii, immaginando che sarei stato sgridato oppure messo in castigo per aver giocato invece di fare i compiti.
Con mia sorpresa, la signora Dalla Torre mi salutò con un gran sorriso. Si rivolse a me con gentilezza e mi abbracciò come se fossi suo figlio.
Grazie a quell'abbraccio compresi che la mia maestra in realtà era una persona gentile e amorevole, che in classe appariva severa per mantenere il controllo dei suoi scolari.
Preparò una merenda buonissima a base di Nutella, una cosa che accordava a suo figlio soltanto in rare occasioni: mi fece sentire così un ospite speciale.
Mentre mangiavo mi accarezzò affettuosamente il capo e disse:
"Sarai un buon studente e un autentico modello per i tuoi amici. Sono sicura che diventerai una persona straordinaria, che porterà saggezza e felicità a tantissima gente".
Nel mio giovane cuore provai un'emozione difficile da esprimere a parole. Di fatto, dopo quel giorno, mi misi a studiare sodo e cercai di essere un esempio positivo per gli altri studenti. Poiché la signora Dalla Torre aveva riposto la sua fiducia in me, ero determinato a non deluderla.
Oggi, ora, penso di essere diventato ciò che sono, grazie alle sue parole di quel pomeriggio. Senza quel suo incoraggiamento non avrei avuto la fiducia necessaria per eccellere negli studi, né per diventare docente universitario e guida spirituale. Oggi non manco mai di infondere motivazione nei miei studenti e al prossimo.
Se a una libellula togli le ali, avrai un brutto insetto. Ma se a un brutto insetto aggiungi le ali, avrai una libellula.
Fallo anche tu. A tutti quelli che conosci aggiungi sempre le ali. Una storia vera
Nel 1995, a Pittsburgh, McArthur Wheeler decise di rapinare due banche nel medesimo giorno. Non indossava alcuna maschera o camuffamento apparente. Quello che vedete nella foto sotto è un frame di una delle telecamere di sicurezza di uno dei due istituti. Quando, nel giro di poche ore, la polizia lo mise in stato di arresto, Wheeler rimase incredibilmente sorpreso di essere stato riconosciuto e individuato attraverso le immagini delle telecamere.
Il succo di limone
La spiegazione che fornì agli agenti lasciò tutti senza parole. Wheeler infatti sosteneva che prima di uscire di casa, armato e pronto per rapinare le due banche, si fosse coperto il viso di succo di limone.
Secondo le sue parole, alcuni giorni prima un amico gli aveva fatto vedere che scrivendo su di un foglio alcune parole utilizzando succo di limone, la scritta rimaneva invisibile fino a quando non la si metteva vicino a una fonte di calore. Si tratta di un esperimento elementare che si può fare anche a casa.
Wheeler era quindi convinto che cospargersi il viso di limone e stare lontano da fonti di calore sarebbe stato sufficiente per diventare invisibile. Prima di recarsi in banca si era anche scattato una polaroid ma, forse per la foga, aveva sbagliato mira e aveva inquadrato il soffitto. Questa fotografia gli aveva però confermato ciò che voleva: era diventato invisibile.
Wheeler non era sotto l'effetto di stupefacenti o alcool ma era, semplicemente, molto stupito e incredulo di essere stato smascherato.
L'esperimento scientifico
Questa vicenda solleticò la curiosità di due ricercatori della Cornell University: David Dunning e Justin Kruger. Secondo Dunning, Wheeler era troppo stupido per comprendere di essere stupido.
Quindi riunirono un gruppo di volontari per compiere un esperimento. Ad ogni partecipante fu chiesto quanto si considerasse competente in tre differenti aree: grammatica, ragionamento logico, umorismo.
Successivamente fu loro chiesto di compilare un test per verificare quanto realmente fossero preparati su questi tre argomenti.
I risultati dell'esperimento confermarono quanto già sospettato. I soggetti che si erano autodefiniti "molto competenti" nelle tre aree, nelle prove avevano poi ottenuto le valutazioni peggiori. Al contrario, coloro che inizialmente si erano sottovalutati erano risultati tra i migliori.
Nel corso di quattro studi, gli autori hanno trovato che i partecipanti appartenenti all'ultimo quartile della classifica per quanto riguarda i risultati dei test su umorismo, grammatica e logica, sovrastimavano di molto il proprio livello di performance e di abilità. Sebbene i punteggi li accreditassero nel 12° percentile, essi reputavano di essere nel 62°.
Frasi sul tema
Come sosteneva infatti anche Darwin, L'ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza.
Anche Bertrand Russell aveva scritto che Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni.
Il dottor Geraint Fuller, neurologo, commentò l'articolo dei due ricercatori facendo notare che anche Shakespeare si espresse in modo analogo in "Come vi piace": Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.
A volte, oggi, si legge la divertente battuta: Quando sei morto non sei tu a soffrire perché non sai di essere morto. Soffrono gli altri. Succede lo stesso quando sei stupido.
L'esempio dei talent show
L'esempio lampante e più immediato dei nostri giorni sono le trasmissioni televisive come i Talent Show, nei quali a volte si presentano personaggi che di talentuoso non hanno nulla. Cantanti incredibilmente stonati, ballerini completamente scoordinati o comici con repertori a dir poco banali che, non appena eliminati, rimangono interdetti e nel più completo stupore.
Gli spettatori da casa e in studio ridono per queste reazioni, ma i diretti interessati restano seriamente feriti e non riescono a comprendere perché i giudici non siano in piedi ad applaudire le loro performance.
Anche in molti quiz vediamo partecipare persone con una cultura incredibilmente sotto la media, ma che hanno inviato la domanda di ammissione convinti di poter vincere dei soldi grazie alla loro preparazione; poi rimangono interdetti quando il conduttore dice loro che la Rivoluzione Francese non è avvenuta nel 1970 o che Hitler non è morto nel 1991.
Nella vita quotidiana
Nella vita quotidiana è molto comune vedere persone che parlano con apparente competenza di argomenti che conoscono superficialmente e che pretendono di avere ragione sulle idee di persone che sugli stessi temi hanno studiato e lavorato una vita.
Allo stesso tempo è frequente che un esperto si esprima con cautela perché sa bene che le teorie e le competenze sono in continuo mutamento. E anche che le apparenti certezze franano con facilità.
Il fenomeno amplificato dal web
Un tempo le persone come Wheeler erano relegate a "macchiette" della società e venivano sbeffeggiate dai vicini di casa che, una volta girato l'angolo, si dimenticavano di loro.
Oggi invece i social network hanno completamente trasformato il tessuto sociale, permettendo a ognuno di avere l'illusione di essere in grado di rapportarsi alla pari con gli esperti, dando magari loro dei bugiardi su argomenti dei quali non si ha alcuna conoscenza se non brevi letture di frasi scritte da altre persone, probabilmente altrettanto incompetenti.
Nessuno infatti parla quasi mai per esperienza diretta ma sulla base di qualcosa detta dal "cugino dell'amico" e su queste basi si ritengono esperti di qualsiasi argomento. Politica in tempo di elezioni, calcio ogni lunedì, economia quando arriva una multa a casa. In questo ambiente proliferano come funghi le fake news, sulle quali la gente basa giudizi ed emette sentenze, a volte anche di morte.
Guai poi a chi si permette di far notare loro che si tratta di una bufala. Nella migliore delle ipotesi il malcapitato viene ignorato e si continua ad inveire verso un immaginario imputato; nel caso peggiore invece si scatena una reazione violenta, simile alla frenesia alimentare dei piranha.
Da questo punto di vista, Internet, seppure sia uno strumento meraviglioso, ha il demerito di aver aumentato a dismisura questa convinzione. Infatti, se un tempo si era quasi costretti a frequentare persone dello stesso ceto culturale e sociale, e le massime autorità che si incontravano erano il sindaco del paese, il medico e l'allenatore della squadra della parrocchia, oggi non è più così.
Ora, se lo si desidera, si può entrare nella pagina di un immunologo di fama mondiale credendo di poter discutere con lui alla pari di vaccini e prevenzione, sul profilo di un leader politico per spiegargli come far uscire l'Italia dalla crisi e sui social di un commissario tecnico per dargli imperdibili suggerimenti su come schierare la nazionale. Il tutto in 5 minuti.
Un altro brutale esempio sono le recensioni sulle strutture ristoratrici e alberghiere. Oggi la gente è convinta che sia sufficiente assistere a qualche colorita esclamazione di alcuni celebri chef in tv per potersi eleggere a recensori sopraffini, sufficientemente preparati per poter giudicare, spesso negativamente, i lavori di ristoranti stellati.
Spesso si leggono stroncature che abbassano la media di ristoranti, portati avanti magari con sacrifici e fatica, scritte da persone che sanno a malapena aprire una scatoletta di tonno. Le campagne elettorali svolgono in una realtà simile: persone completamente estranee alla politica si insultano tra di loro, credendosi più preparate del loro interlocutore.
Riflessione finale
Nessuno dei "Wheeler" che leggerà questa storia capirà di essere anch'egli un "Wheeler". Al contrario, si sentirà in dovere di dare ragione al fatto che il mondo è pieno di stupidi.
Perché... come un morto non sa di essere morto, uno stupido non sa di essere stupido.-