Frasi di Carlo Betocchi

Carlo Betocchi

Poeta italiano

23 gennaio 1899 - 25 maggio 1986

Frasi in elenco: 6

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• La poesia è nata da sé, spontaneamente su un'onda d'amore, sull'onda d'amore per le cose che erano intorno a me che sentivo fraterne e unite in uno stesso destino e in una stessa fine.
• Chi crede in Dio si appresti ad essere l'ultimo dei salvati, ma sulla croce, ed a bere tutta l'amarezza dell'abbandono. Poiché Dio è quello che è.
• Sono uno straccio coi nervi a pezzi e finirò fuori della finestra! [...] Io sono in bilico tra il suicidio e lo sdegno angoscioso della mia condizione. Ti abbraccio col pianto alla gola: da disperato. [Da una lettera a Giorgio Caproni]
• La poesia dei Frammenti [Clemente Rebora] è come uno di quei relitti di automobili che, si dice in America, mettono su un piedistallo nel mezzo di un quadrivio battuto dalle macchine, per ricordare a chi corre troppo l'accidente probabile... La poesia di Rebora ha voluto essere così, ha preferito servire di più, che essere più bella.
• Lei è un caro figliolo, tale la poesia, tale la lettera. Ciò che Lei mi dice è all'altezza della sua ispirazione, vera e profonda: e dei doni che Lei ha ricevuto [...]. Li custodisca, figliolo caro, con la virtù, con lo studio, e con l'amore intenso che Lei ha per la verità. [Da una lettera a Giovanni Raboni]
• Si maturava la ricchezza | di qualche lavoro, | di godimento e di speranza. | E il suo volto era remoto, | e il più remoto Iddio | era quello che pregavamo.

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