Il ritorno di don Camillo
Frasi del film
Frasi di Il ritorno di don Camillo
Riassunto e trama del film Il ritorno di don Camillo
La storia continua con le avventure di don Camillo, sollevato dall'incarico di parroco del suo paesino per punizione, cui si aggiunge il viaggio forzato nella remota parrocchia di Montenara, sperduta tra i monti.
Qui, in un ambiente freddo, svolge il suo ministero nel luogo frequentato dalla sola perpetua.
Nel frattempo nel paese di Don Camillo (Fernandel), Peppone (Gino Cervi) si ritrova ad affrontare molti problemi e non ha neanche l'aiuto del nuovo parroco.
Solo il ritorno di don Camillo porrà fine alle dispute che coinvolgono anche un proprietario terriero - Cagnola (Thommy Bourdelle), che non voleva cedere parte delle sue terre per costruire un argine sul Po, per prevenire alluvioni, e che, in un alterco, ferisce il compagno detto "il nero", credendo di averlo addirittura ucciso e viene ferito a sua volta da Peppone, che anch'esso teme di averlo ammazzato.
Entrambi per avere un alibi si rivolgono a Don Camillo nel suo esilio a Montenara.
Don Camillo riesce a calmare la situazione, strappando la promessa a Cagnola che egli avrebbe ceduto le terre necessarie per fare l'argine.
Per questo fatto, Peppone si rivolge al vescovo per far tornare Don Camillo al suo paesino, e viene accontentato, con l'ammonimento da parte del prelato, che poi non venga più a lamentarsi se riceverà ancora tavolate in testa.
Al ritorno al paese Don Camillo dovrà porre fine ad una rissa alla casa del popolo scoppiata al termine di un incontro di Boxe, organizzato appositamente in contemporanea con l'arrivo del parroco alla stazione, per evitare ad esso un bagno di folla che sarebbe stato "il trionfo della reazione".
Poi accade che Cagnola si rimangia la promessa delle terre, ritenendo l' argine inutile per prevenire alluvioni, che puntualmente si verificheranno subito, e in modo tale che anche l'argine eventualmente costruito non sarebbe servito a niente.
Anche il "Nero" se la cava, ma il vecchio medico del paese, il dott.
Spiletti, conservatore ma amato dal popolo per la sua professionalità sempre dimostrata verso tutti e senza distinzione politica, dato per morente varie volte, ma sempre "resuscitato" puntualmente, propone a questi di vendergli l'anima ("Se non credi all'anima vendimela.
Se non ce l'hai davvero, vorrà dire che ci ho rimesso i soldi, ma se ce l'hai diventa mia").
Il Nero tra mille dubbi, pensando anche che non sia giusto vendere qualcosa che non ha, l'anima appunto, si lascia però convincere.
Ciò gli procurerà un serio problema psicologico che lo turberà per parecchio tempo, finché non interverrà Don Camillo stracciando il contratto regolarmente stipulato per la vendita dell'anima e bruciando le banconote ricevute dal Nero, (che voleva restituire al dottore) come sacrileghe.
Don Camillo avrà poi a che fare con Marchetti (Paolo Stoppa), un ex gerarca fascista del posto, tornato al paese in incognito dopo averlo lasciato dopo la guerra, travestito da indiano a carnevale, che viene riconosciuto da Peppone che ben ricorda l'olio di ricino fattogli bere durante il ventennio.
L'ex gerarca si rifugia in canonica, ma anche Don Camillo aveva lo stesso tipo di conto in sospeso.
Finirà che prima Peppone berrà dell'olio di ricino, da lui stesso comprato per rendere pan per focaccia all'ex camicia nera, sotto la minaccia di un fucile strappato a Don Camillo e ritenuto carico da parte del fascista, poi sarà questi a bere con la forza quell'olio, il fucile infatti era scarico e sarà facilmente sopraffatto dal prete e poi cacciato, infine il Cristo imporrà a Don Camillo di bere anche lui l'olio di ricino, come penitenza per la violenza usata.
Altri problemi Don Camillo li avrà col figlio di Peppone, svogliato a scuola e per questo messo in collegio da cui scappa sovente, riuscirà a parlargli e a convincere il padre di riportarlo a scuola al paese, dove in una lite col figlio di Cagnola viene ferito gravemente, ma riesce a guarire anche per le preghiere del parroco; e con la sfida tra gli orologi del campanile e della casa del popolo: per evitare che nessuno dei due sia in ritardo rispetto all'altro, il parroco e Peppone spostano continuamente in avanti le lancette dei rispettivi orologi, ottenendo che non si sa più che ora sia in paese.
L'alluvione arriverà e sarà tremenda, ma Don Camillo resterà sulla torre campanaria, che svetta sul paese completamente allagato e da là manderà messaggi di conforto e di speranza alla popolazione sfollata.
Data di uscita
mercoledì 23 settembre 1953
Poster e locandina
Attori del film Il ritorno di don Camillo
Fernandel | nel ruolo di Don Camillo |
Gino Cervi | nel ruolo di Peppone |
Edouard Delmont | nel ruolo di Il dottor Spiletti |
Paolo Stoppa | nel ruolo di Marchetti |
Alexandre Rignault | nel ruolo di Francesco "il Nero" Gallini |
Thommy Bourdelle | nel ruolo di Cagnola |
Enzo Staiola | nel ruolo di Mario Cagnola |
Lia Di Leo | nel ruolo di la maestrina |
Tony Jacquot | nel ruolo di Don Pietro |
Charles Vissieres | nel ruolo di Il vescovo |
Arturo Bragaglia | nel ruolo del cantoniere |
Claudy Chapelaind | nel ruolo di Beppo Bottazzi |
Manoel Gary | nel ruolo di Cerratini, delegato del PCI |
Leda Gloria | nel ruolo di La signora Bottazzi |
Pina Gallini | nel ruolo di la perpetua di Montenara |
Saro Urzì | nel ruolo di Brusco, il barbiere |
Miranda Campa | nel ruolo di La signora Spiletti |
Marco Tulli | nel ruolo di Lo Smilzo |
Jean Debucourt | nel ruolo di voce crocifisso |
Roberto Loreti | nel ruolo del figlio piccolo di Peppone |
Checco Durante | nel ruolo di droghiere |
Andrè Hildebrand | nel ruolo di un membro dell'opposizione |
Robert Lombard | nel ruolo di un musicista |
Jean Mollier | nel ruolo di popolano |
Rina Morelli | nel ruolo di una donna che prega |
Giovanni Onorato | nel ruolo di Scartazzini |
Gian Paolo Rosmino | nel ruolo di signor Spiletti |
Bernardo Severani | nel ruolo di medico |
Lino Solari | nel ruolo di popolano |
Beppe Tosi | nel ruolo di popolano |
Gloria Villar | nel ruolo di figlia del signor Spiletti |
Biografie correlate al film Il ritorno di don Camillo
Sceneggiatura
Julien Duvivier, René Barjavel Giuseppe Amato
Soggetto
Musiche
Alessandro Cicognini