Proverbi fiorentini

I proverbi fiorentini sono anelli solidi e resistenti che sanciscono il legame tra il passato e il futuro e che consolidano la continuità tra i tempi antichi e il presente: è solo grazie a essi che si può capire lo spirito ironico e disincantato di una popolazione cresciuta immersa nell’arte.

I proverbi fiorentini, d’altro canto, non possono non riflettere la maestosa creatività e l’eccezionale fantasia che contraddistingue la città dalla quale provengono: e, al contempo, forniscono strumenti utili per conoscere le relazioni sociali e i rapporti tra ragione ed etica: in sostanza, i segreti di un'intera civiltà.

• Si fa come quello che si tagliò i' cinci pe' fa' dispetto alla moglie.
  
  [Vendicarsi in modo da danneggiare paradossalmente più se stessi della vittima]
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• In corpo c'è buio.
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• Fare come il Lica, che lo prendeva nel culo per pagarsi la fica.
  
  [Si narra di tale Lica, garzone in San Frediano, che pare cedesse alle avances omosessuali del proprio padrone in cambio di denaro e che poi spendesse questa cifra nelle case di tolleranza]
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• Porterebbero via i'ffumo alle candele.
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• L'è come levassi la sete co' i' pprosciutto.
  
  [Intraprendere una strada che sembra veloce ma in realtà lunghissima]
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• Firenze la città dell'arte, va in culo a chi arriva e a chi parte.
  
  [Si dice a chi minaccia insistentemente di andarsene, di dare le dimissioni, etc]
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• Poggio e buca fà pari.
  
  [Dicesi quando si vuole addolcire la pillola e vedere un lato positivo che pareggi i conti i questo caso poggio=salita buca=discesa salita + discesa = pianura]
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• Trattare qualcuno com'un pellaio.
  
  [Fare una sfuriata, mettere in cattiva luce qualcuno]
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• Avé' più corna di un cesto di lumache.
  
  [Essere un gran cornuto]
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• Senza lilleri 'un si làllera.
  
  [Senza i soldi non si fa niente]
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• Bisognerebbe fa' di Prato campi e di Campi prato.
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• Porco pulito 'un fu ma' grasso.
  
  [E' un invito a non essere schizzinosi col cibo]
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• Cazzo ritto 'un vò' pensieri.
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• Quando Monte Morello c'ha il cappello, fiorentino piglia l'ombrello.
  
  [Detto meteorologico. Di solito le nuvole sui monti a nord di Firenze preannunciano pioggia in città e nella piana]
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• Duro te? Duro io!
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• Culo alto ci fo un salto.
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• Meglio una cosa fatta che cento da fare.
  
  [Meglio agire che perdere tempo tra mille dubbi e progetti ambiziosi]
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• Meglio avé' paura che buscanne.
  
  [Meglio aver paura che prenderle: come dire, la prudenza non è mai troppa]
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• Gli fa come i' nonno alla nonna.
  
  [Si dice di qualcosa di nessuna efficacia]
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• Tira più i' filo di una sottana che un carro di buoi della Chiana.
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• Brozzi (o Sesto), Peretola e Campi la peggio genìa che Cristo campi.
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• Sogni e curregge rimangono n'i' lletto.
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• A Firenze quanto a buona educazione, siamo sempre andati nel culo a tutti.
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• A Marradi, seminan fagioli e nascon ladri.
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• È come da' le perle a' maiali.
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• Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio.
  
  [Proverbio lucchese di origine medievale: la Repubblica di Pisa, era solita attaccare e saccheggiare la lucchesia, per questo era meglio avere un morto in casa che un guerriero pisano alla porta. A questo, i Pisani sono soliti rispondere con «Provare per credere!» oppure «Che Dio ti accontenti!»]
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• Chi 'unn ha testa abbia gambe.
  
  [Chi non si ricorda di prendere qualcosa deve avere gambe buone per tornare indietro a prenderla]
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• N'i' piatto pulito 'un ci si sputa.
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• Gli fa come i' cinci a una vecchia.
  
  [Si dice di qualcosa di nessuna efficacia]
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• Culo basso ci fo un passo.
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• "...e anche questa l'è fatta e fatta bene", disse quello che ammazzò la moglie.
  
  [Detto pratese quando una cosa viene fatta male e in fretta - riferendosi a un fatto di cronaca dei primi del 1900]
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• È come volé' mètte' la gravatta al maiale.
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• Signa maligna, né levaci nuora né metterci figlia; se proprio lo devi fare, metticela ma non ce la levare.
  
  [Antico detto che suggeriva di non imparentarsi con donne di questa cittadina della periferia]
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• Mettere qualcuno davant'a' cani.
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• San Gimignano dalle belle torri e dalle belle campane, gli uomini brutti e le donne befane.
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• Crescere qualcuno a mollichella.
  
  [Coccolare qualcuno]
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• Quando Monte Morello c'ha il cappello e Fiesole la cappa, fiorentini arriva l'acqua.
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• Vicchio Mugello, Scarperia un coltello, Borgo uno scrittoio, Dicomano un cacatoio.
  
  [Antico blasone mugellano]
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• Quando la bocca prende e i'culo rende, si va in culo alle medicine e a chi le vende.
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• Mangiare il fumo alle schiacciate.
  
  [Si dice di persona particolarmente abile e scaltra]
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• Tira di più un pelo di fiha che un carro di bovi.
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• Fare come il Lica, che lo metteva nel culo alla moglie per serbare la fica.
  
  [Lica sarebbe un garzone in San Frediano, che pare cedesse alle avances omosessuali del proprio padrone in cambio di denaro e che poi spendesse questa cifra nelle case di tolleranza]
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• Siena di tre P è piena: palio, panforte e puttane.
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• Siena di tre cose tu sei piena: di torri, di campane e di figli di puttane.
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• La morte la c'ha a trovà' vivi.
  
  [Si dice quando facciamo qualcosa di fuori dal normale "o i cche tu fai?? ti butti coll'elastiho? - bungee jumping - è si nini la morte la m'ha-a troà vivo"]
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• I' ggioho 'un vale la candela.
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• Meglio avé' paura che toccanne.
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• Pane di Prato, vin di Pomino, potta lucchese e cinci fiorentino.
  
  [Detto volgare che riassumerebbe «il meglio della Toscana»]
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• Peretola, Brozzi e Campi la peggio genia che Cristo stampi.
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• Brozzi (o Sesto), Peretola e Campi, Dio li fece e buttò via gli stampi.
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• Avé' più culo che anima.
  
  [Avere una fortuna sfacciata]
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• Guelfo non son, né Ghibellin m'appello: chi mi dà da mangiar, tengo per quello.
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• «Organizziamoci», disse quello che facéa l'orge.
  
  [L'aneddoto completo vorrebbe che il tizio in questione dicesse: «Si fa l'orge, si fa l'orge, ma poi n'i' cculo lo piglio sempre io ‐ organizziamoci!». Si dice in situazioni di caos intollerabili]
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• La pesca di' Giunti, acqua fino alle palle e pesci punti.
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• L'ha visto più soffitti lei d'un imbianchino.
  
  [Detto di donna che ha giaciuto in innumerevoli letti]
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• Si fa come i'Nardi che da presto fece tardi.
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• T'ha' fatto i' guadagno d'i' Lica.
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• Da Montelupo si vede Capraia, Dio fa le coppie e poi le appaia.
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• Non si sputa mai ni' piatto in do' si mangia.
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• Prato città dello sconforto; o piove, o tira vento o suona a morto.
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• Icché ci vah ci hole.
  
  [Quel che ci va, ci vuole]
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• Chi 'unn ha cervello abbia gambe.
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• Chi ha paura 'un va' alla guerra.
  
  [Chi non rischia non vince]
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• Reggi Reggello ché Cascia la pende.
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• Tempo e culo 'un si comandano.
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• Siamo alle porte co' sassi.
  
  [Siamo a ridosso di una scadenza, non c'è tempo da perdere]
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• Se tu fossi alto quanto tu sè bischero tu berresti alle grondaie.
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• Non m'è rimasto nemmen gl'occhi pe' piangere.
  
  [Detto da qualcuno che ha perso tutto, in disgrazia economica]
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• Donne e oche, tienine poche.
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• O più panico o meno uccelli.
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• Quando Monte Morello c'ha il cappello e la Calvana la sottana, domani l'è buriana.
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• Tre "C" sono i pericoli dei vecchi: catarro, cascate e Cafarella.
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