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Frase di Cesare Cantù
Due d'agosto, bel dì! gran gente accorre
In barca, in cocchio, a piedi, ad uno, a torme,
Fortuna d'osti. - Oggi Giuditta bea
L'aure del Lario co' soavi accenti,
Onde incantata la città d'Insubria
Oro profuse, coniò bronzi, intanto
Che colui che del Merto e del Compenso
In lavoro immortal librò le leggi,
Da niun saputo, in abbandon moriva.
In barca, in cocchio, a piedi, ad uno, a torme,
Fortuna d'osti. - Oggi Giuditta bea
L'aure del Lario co' soavi accenti,
Onde incantata la città d'Insubria
Oro profuse, coniò bronzi, intanto
Che colui che del Merto e del Compenso
In lavoro immortal librò le leggi,
Da niun saputo, in abbandon moriva.
[da: Giuditta Pasta a Como, in Posie, Successori Le Monnier, Firenze, 1870, p. 155]
[Il 2 agosto 1829, Giuditta Pasta cantò a Como]
["colui": Melchiorre Gioia, autore del Merito e le Ricompense, morto nel 1829]
Breve biografia di Cesare Cantù
Cesare Cantù nasce a Brivio (Lecco) il giorno 5 dicembre 1804. Compiuti gli studi a Milano presso il Collegio barnabita di Sant'Alessandro, a soli 17 anni (1821) ottiene il posto di supplente di grammatica a Sondrio, città dove resterà sino al 1827.
Successivamente a fino al 1832 sarà a Como, poi a Milano, dove insegna al collegio...
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