Commenti alla frase di Omero
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Caelum non animum mutant qui trans mare currunt - Orazio.
Da: Giampaolo MezzabottaData: venerdì 6 ottobre 2017 alle ore 7:19 -
La frase è di Orazio! Ugo Gioli
Da: Ugo GioliData: giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 22:40 -
Questo componimento è indirizzato da Quinto Orazio Flacco all'amico Bullazio. Il destinatario, personaggio per noi ignoto, quasi certamente un ricco nevrastenico alla vana ricerca di un angolo in cui trovare la pace, se ne va girovagando per luoghi ameni dell'Asia Minore, di cui tanto si favoleggiava, alla ricerca di una felicità introvabile, è pervaso sottilmente dalla triste sensazione di noia unita all'irrequietezza che spinge l'uomo alla commutatio loci, a cambiare cielo e a desiderare la città quando è in campagna e viceversa. Nell'epistola il poeta rivolge domande che non fanno soltanto risaltare curiosità geografiche o storiche, ma , soprattutto, sono punto di partenza per riflessioni gnomiche. Nell'ultima parte dell'epistola, il poeta, riprendendo il motivo del carpe diem, invita l'amico a non sprecare la vita, ma a godere di qualunque ora lieta gli darà la sorte, così, alla fine, potrà dire di aver vissuto felicemente in qualsiasi condizione e in qualunque luogo avrà abitato, consapevole dellassioma secondo cui caelum non animum mutant, qui trans mare currunt » (v. 27), la località e non lo stato danimo cambiano coloro i quali viaggiano per fuggire sè stessi, l'animo si deve mutare, non il luogo in cui si vive". Non sono la compagnia o la solitudine, insomma, a dare la tranquillità, ma l'equilibrio dell'animo e chi lo possiede non ha bisogno di nulla, neppure di viaggiare. La felicità e la pace interiore, in breve, si possono trovare dovunque, se si ha l'animo in pace, quello che andiamo cercando non è lontano, ma si può trovare anche in un piccolo paese, se in noi alberga la serenità. Chi ha l'animo non turbato da passioni, è felice dovunque ".
Da: Matilde PerrieraData: giovedì 5 ottobre 2017 alle ore 14:31