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Indice degli autori
Aforismi Giovanni - parte 4
Frasi trovate
:
1.383
[Su Papa
Giovanni
Paolo II]
Io vedo in lui un umanista, che ha compreso a fondo, molto a fondo, le tragedie del comunismo, le ragioni della sua degenerazione. Ma anche un uomo che ha capito molto bene la realtà di un certo capitalismo, la sua brutalità, la sua vuotezza, il cui materialismo pratico non è affatto migliore del materialismo filosofico di una certa interpretazione del marxismo.
Mikhail Gorbaciov
Cit. da
La Stampa, 22 gennaio 1998
Frasi di Mikhail Gorbaciov
[Su Papa
Giovanni
Paolo II]
Lui è stato, e rimane, una persona che è uscita anche al di fuori della sua propria missione spirituale. Non è stato fermato né dagli attentati contro di lui né dalle minacce. È stato sempre un fermo e convinto difensore delle idee dell'umanesimo. È stato un grande umanista.
Mikhail Gorbaciov
Frasi di Mikhail Gorbaciov
Figlio numero 1
: Allora papà: che ne pensi?
Earl McGraw
: Sai figlio numero 1? Quello che penso è così dannatamente macabro che esito a dirlo ad alta voce.
Figlio numero 1
: Provaci comunque, pà.
Earl McGraw
: Allora, qui abbiamo un caso di omicidio veicolare. Il nostro vecchietto ha ammazzato quelle belle bambine. Ha usato una macchina e non un'accetta, ma quelle sono morte ugualmente.
Figlio numero 1
: Ebbene? Che hai intenzione di fare?
Earl McGraw
: Non farò un bel niente, accidenti. Il procuratore dice che non c'è reato. Ognuna di quelle povere ragazze nuotava nell'alcol, fluttuava nell'erba... e il vecchio Hooper, di la, invece, è pulito come un agnellino.
Figlio numero 1
: Ma tu sei sicuro? Tu credi davvero che abbia ucciso quelle ragazze?
Earl McGraw
: Non lo posso dimostrare. Ma visto che pensare non costa niente lo posso pensare e quindi lo penso.
Figlio numero 1
: Si pà, ma... anche lui è ridotto molto male.
Earl McGraw
: Si, si è ridotto male ma, dannazione, quelle belle ragazze sembravano masticate e poi sputate da un fottutissimo gigante.
Figlio numero 1
: Come mai nessuna è sopravvissuta?
Earl McGraw
: Cazzo... 2 tonnellate di metallo, 300 km all'ora, carne, ossa e il vecchio caro Newton... come cazzo facevano a sopravvivere?
Figlio numero 1
: Perché?
Earl McGraw
: Vedi... posso ipotizzare che sia una cosa di sesso, non può essere altro. Impatto a velocità elevata, lamiere contorte, vetri infranti, quattro anime prelevate nello stesso istante: forse solo così quel depravato riesce a sparare la sua roba gelatinosa. Possiamo solo accusare quel bastardo di massacro veicolare di un'autostoppista con quella scatola della morte, vale a dire il vecchio, caro danneggiamento pubblico. Ma... è spuntato un dannato barista che testimonierà che Stuntman Mike non ha bevuto per tutta la serata e che la sua passeggera era stata mollata dal suo ragazzo nientemeno che sotto una dannatissima pioggia. E gli aveva chiesto lei un passaggio. Ora, sulla carta, sembrerà che lui le voleva dare una mano. Insomma, così la vedrà la giuria.
Figlio numero 1
: E allora che fare, pà?
Earl McGraw
: Sai... potrei mettermi da solo a lavorare sul caso, si, nelle ore libere. Cercare le prove, si, dimostrare la teoria, qualunque sia e diventare il tormento di quel lurido figlio di puttana, dovunque va lui, vado anch'io. Oppure potrei impiegare la stessa dannata quantità di tempo ed energia a seguire il circuito Nascar, figliolo. Si, mi piacerebbe parecchio. E sarei molto più felice se scegliessi la seconda. E proprio perché non posso punire quel Frankenstein per quello che ha fatto, ti dico, come il Signore disse a
Giovanni
, che se dovesse farlo di nuovo, ti posso assicurare che non lo farà qui nel Texas.
Dal film:
Grindhouse - A prova di morte
Scheda film e trama
Frasi del film
Sul piano politico si vivono i mesi dell'emergenza. Il governo di solidarietà nazionale va incontro a una vita problematica. Le tensioni di quei giorni non risparmiano nemmeno il Quirinale. Il presidente Leone, investito da un tiro incrociato di critiche e attacchi, sceglie di dimettersi. È la prima volta che ciò accade nella storia della Repubblica. Con voto plebiscitario il Parlamento elegge Sandro Pertini alla più alta carica dello Stato. In sessanta giorni muoiono due papi, Paolo VI e
Giovanni
Paolo I, cioè Albino Luciani. Sul soglio di Pietro sale un cardinale polacco, Karol Wojtyla; si chiamerà
Giovanni
Paolo II. Di qui a poco il mondo politico perde un altro leader, Ugo La Malfa. Quanto al quadro politico, l'ipotesi di un ingresso effettivo dei comunisti nell'esecutivo si conferma impraticabile.
Sergio Zavoli
Cit. da
La notte della Repubblica
Frasi di Sergio Zavoli
Il processo, detto del 7 Aprile, divide non solo Padova, ma l'opinione pubblica italiana. A favore di Calogero si schiera il Pci padovano; contro, una gran parte dei socialisti e la nuova sinistra, che chiamano «teorema» il complesso delle accuse; una ricostruzione astratta, sostengono, per criminalizzare il movimento. L'opinione di Calogero non è condivisa dal giudice istruttore
Giovanni
Palombarini, il quale ridimensiona le accuse ponendo in risalto le differenze tra Autonomia e brigatisti. Il processo, che si conclude in Cassazione a circa dieci anni dai primi arresti, convalida solo in parte le tesi originarie. Viene in sostanza riconosciuta fondata quella secondo cui Negri e altri capi dell'Autonomia sarebbero stati i promotori di una trama eversiva, per l'appunto autonoma, prolungatasi senza interruzione dal '71 al '79.
Sergio Zavoli
Cit. da
La notte della Repubblica
Frasi di Sergio Zavoli
Io, Ennio Morricone, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po' lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta , amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita.
C'è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.
Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea,
Giovanni
, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca , Valentina, Francesco e Luca.
Spero che comprendano quanto li ho amati.
Per ultima Maria (ma non ultima).
A lei rinnovo l'amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare.
A Lei il più doloroso addio.
Ennio Morricone
Frasi di Ennio Morricone
Non fu
Giovanni
Paolo II a compiere la rivoluzione, non da solo. Agimmo insieme per superare l'epoca delle divisioni, ognuno assolse il proprio compito. Reagan, Gorbaciov, le forze democratiche, noi. Il Papa ci ispirò, con l'esortazione ad abbattere i confini ci diede la forza e la sicurezza che fosse giunta l'ora di passare all'azione. Avevamo davanti domande insolubili e un'enorme opera da compiere. C'era da cambiare il sistema sociale, il linguaggio politico. Dovevamo reinventare tutto. Wojtyła mi ha dato la parola, io le ho dato corpo.
Lech Walesa
Cit. da
corriere.it, 5 giugno 2020
Frasi di Lech Walesa
L'AIDS è una patologia grave, i farmaci possono curarla ma non guarirla del tutto.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
Abbiamo a che fare con un virus infido. Quando sembra aver mollato ecco che rispunta fuori, pronto a ripartire rapidamente. Guardiamo cosa è successo in Calabria e, nel Lazio, a Fondi e Nerola. La circolazione era ritenuta bassa eppure ha colpito con focolai improvvisi.
Giovanni Rezza
Cit. da
corriere.it, intervista, 29 marzo 2020
Frasi di Giovanni Rezza
Anche quando vedremo che la diminuzione dei casi è chiara e decisa e che non si tratta di un semplice rallentamento non si potrà dichiarare tana liberi tutti. Guardiamo l'esempio di Wuhan. I casi si sono azzerati definitivamente il 19 marzo eppure stanno programmando la ripresa con estrema prudenza.
Giovanni Rezza
Cit. da
corriere.it, intervista, 29 marzo 2020
Frasi di Giovanni Rezza
Abbiamo visto decrescere la trasmissione del virus nelle ex zone rosse del Nord, a Codogno in particolare, dove le chiusure sono scattate prima. Nel resto d'Italia sono cominciate l'8 marzo. In sole 2 settimane gli effetti del blocco non sono visibili, per avere chiarezza bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile.
Giovanni Rezza
Cit. da
corriere.it, intervista, 29 marzo 2020
Frasi di Giovanni Rezza
Ancora dobbiamo vedere gli effetti chiari delle misure di contenimento e già pensiamo alla vita normale? Non esiste. Il virus non scompare per incanto e se anche avessimo la bacchetta magica per eliminarlo dovremmo fare i conti col resto d'Europa, con i Paesi che non hanno adottato provvedimenti forti prendendo a modello la città di Wuhan, dove è cominciata l'epidemia. Che facciamo, sigilliamo le frontiere per difenderci?
Giovanni Rezza
Cit. da
corriere.it, intervista, 29 marzo 2020
Frasi di Giovanni Rezza
Una pandemia è un'epidemia che si diffonde a livello globale.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 19 giugno 2009
Frasi di Giovanni Rezza
[Sulla cura per l'AIDS]
Certamente i cocktail dei farmaci antiretrovirali hanno migliorato la qualità della vita dei sieropositivi, oltre ad averla allungata. Ma ricordiamo sempre che quelle pillole vanno prese ogni giorno e a vita, possono comparire effetti collaterali, si può andare incontro a resistenza e bisogna quindi cambiare farmaco ed è necessario, inoltre, tenere continuamente il paziente sotto controllo. Certo, si sono fatti passi avanti, ma non bisogna mai abbassare la guardia.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
[Sull'HIV]
Le caratteristiche sono molto diverse rispetto a quelle del passato, rispetto a 15-20 anni fa. Allora si trattava quasi esclusivamente di tossicodipendenti. L'identikit era quindi presto fatto: un giovane tossicodipendente per via endovenosa, di 30 anni, di sesso prevalentemente maschile. Oggi le caratteristiche sono molto cambiate. L'HIV è un'infezione trasmessa soprattutto per via sessuale, sia omo che eterosessuale, colpisce anche le donne, anche se in misura minore rispetto agli uomini. E poi si è alzata l'età media, 40 anni. Per gli uomini addirittura supera i 40. Il malato di HIV non è più facilmente identificabile come in passato e inoltre aumentano gli stranieri, ma questo è naturale con l'incremento dei flussi migratori nel nostro Paese.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
[Sull'AIDS]
Ci sono buone e cattive notizie. Le buone sono dovute al fatto che diminuiscono i casi di malattia conclamata e diminuiscono i morti. Basti pensare che nell'anno del picco, il 1995, morivano di Aids 10 persone al giorno, oggi muore una persona ogni due giorni. È un successo della terapia. La cattiva notizia riguarda il fatto che le nuove infezioni sono sempre stabili, quindi il numero di sieropositivi continua ad aumentare.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
A fronte del fatto che diminuiscono i casi di malattia conclamata
[AIDS]
, però l'incidenza di nuove infezioni da HIV è ormai stabile negli ultimi 5 anni. Siccome si vive più a lungo, è aumentata cioè la sopravvivenza di pazienti sieropositivi. Le nuove infezioni si cumulano all'aumento della sopravvivenza e questo comporta un aumento del numero totale dei sieropositivi che ormai supera i 120mila in Italia.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
Si è persa la memoria generazionale dell'AIDS. I giovani non ne hanno memoria, proprio perché sono giovani. Gli anziani ne hanno perso la memoria, perché non hanno visto i propri amici morire di AIDS. Questo fa sì che la percezione del rischio tenda ad abbassarsi. Più del 60% delle persone a cui oggi viene fatta diagnosi di AIDS, infatti, scopre di essere sieropositivo proprio quando viene già fatta la diagnosi della malattia. Questo non riguarda solo gli eterosessuali ma anche gli omosessuali. Non riguarda, invece, i tossicodipendenti, i quali sanno benissimo di essere a rischio e si sottopongono al test. Questo ritardo nel test, il ritardo della conoscenza del proprio stato di sieropositività, provoca un ritardo dell'inizio della terapia ed è pericoloso. Meglio iniziare subito la terapia oggi che i farmaci ci sono.
Giovanni Rezza
Cit. da
iss.it, intervista, 5 dicembre 2007
Frasi di Giovanni Rezza
[Su Papa
Giovanni
XXIII]
Il Papa e io possiamo essere divergenti su molte questioni, ma siamo uniti nel desiderio della pace.
Nikita Kruscev
Cit. da
Dal colloquio con Norman Cousins
Frasi di Nikita Kruscev
Con la caduta del comunismo, papa
Giovanni
Paolo II ha lanciato un appello per la libertà umana nel suo senso più vero: la libertà che difende la dignità di ogni persona ed è sempre orientata al bene comune.
Bernie Sanders
Cit. da
Discorso in Vaticano, 15 aprile 2016
Frasi di Bernie Sanders
Dobbiamo riconoscere che gli avvertimenti di papa
Giovanni
Paolo II sugli eccessi di una finanza incontrollata erano profondamente preveggenti. Venticinque anni dopo la Centesimus annus, la speculazione, i flussi finanziari illeciti, la distruzione dell'ambiente e l'indebolimento dei diritti dei lavoratori sono molto più gravi di un quarto di secolo fa. Gli eccessi della finanza, anzi la diffusa criminalità finanziaria nelle borse, hanno giocato un ruolo diretto nel causare la più grave crisi finanziaria mondiale dopo la Grande Depressione.
Bernie Sanders
Cit. da
Discorso in Vaticano, 15 aprile 2016
Frasi di Bernie Sanders
Quando tu non ti occupi più dei poveri, non ricolleghi le periferie, i mercati rionali, i giovani disoccupati, i giovani precari, i pensionati con la minima alle viscere del Paese, e attraverso loro non vai nelle istituzioni. Ma giri a destra dall'altra parte e ti occupi.
[Interrotto,...]
Abbiamo pensato che dire: «Rottamo tutto, cambio tutto, li mando a casa», perché il Paese non funzionava, fosse sufficiente. E, invece, la rottamazione, alla prova del Governo, evidentemente non ha convinto gli italiani.
Francesco Boccia
Frasi di Francesco Boccia
Non ci sono intoccabili. Non mi fraintenda ma ho più paura dello Stato che della mafia.
Giovanni Falcone
Dal film:
Il traditore
Scheda film e trama
Frasi del film
Faccia i nomi Buscetta.
Giovanni Falcone
Dal film:
Il traditore
Scheda film e trama
Frasi del film
[Riferendosi a Gianni Letta]
Il braccio destro di Berlusconi ha una grande influenza negli ambienti della Santa Sede: l'aveva ai tempi di
Giovanni
Paolo II e ce l'ha soprattutto oggi con Joseph Ratzinger.
Claudio Cerasa
Cit. da
La presa di Roma, BUR Rizzoli, 2009
Frasi di Claudio Cerasa
Agile e solo vien di colle in colle
|
quasi accennando l'arduo cipresso.
|
Forse Francesca temprò qui li ardenti
|
occhi al sorriso?
|
|
Sta l'erta rupe, e non minaccia: in alto
|
guarda, e ripensa, il barcaiol, torcendo
|
l'ala de' remi in fretta dal notturno
|
Adria: sopra
|
|
fuma il comignol del villan, che giallo
|
mesce frumento nel fervente rame
|
là dove torva l'aquila del vecchio
|
Guido covava.
|
|
Ombra d'un fiore è la beltà, su cui
|
bianca farfalla poesia volteggia:
|
eco di tromba che si perde a valle
|
è la potenza.
|
|
Fuga di tempi e barbari silenzi
|
vince e dal flutto de le cose emerge
|
sola, di luce a' secoli affluenti
|
faro, l'idea.
|
|
Ecco la chiesa. E surse ella che ignoti
|
servi morian tra la romana plebe
|
quei che fûr poscia i Polentani e Dante
|
fecegli eterni.
|
|
Forse qui Dante inginocchiossi? L'alta
|
fronte che Dio mirò da presso chiusa
|
entro le palme, ei lacrimava il suo
|
bel San
Giovanni
;
|
|
e folgorante il sol rompea da' vasti
|
boschi su' l mar. Del profugo a la mente
|
ospiti batton lucidi fantasmi
|
dal paradiso:
|
|
mentre, dal giro de' brevi archi l'ala
|
candida schiusa verso l'oriente,
|
giubila il salmo In exitu cantando
|
Israel de Aegypto.
|
|
Itala gente da le molte vite,
|
dove che albeggi la tua notte e un'ombra
|
vagoli spersa de' vecchi anni, vedi
|
ivi il poeta.
|
|
Ma su' dischiusi tumuli per quelle
|
chiese prostesi in grigio sago i padri,
|
sparsi di turpe cenere le chiome
|
nere fluenti
|
|
al bizantino crocefisso, atroce
|
ne gli occhi bianchi livida magrezza,
|
chieser mercé de l'alta stirpe e de la
|
gloria di Roma.
|
|
Da i capitelli orride forme intruse
|
a le memorie di scalpelli argivi,
|
sogni efferati e spasimi del bieco
|
settentrione,
|
|
imbestiati degeneramenti
|
de l'oriente, al guizzo de la fioca
|
lampada, in turpe abbracciamento attorti,
|
zolfo ed inferno
|
|
goffi sputavan su la prosternata
|
gregge: di dietro al battistero un fulvo
|
picciol cornuto diavolo guardava
|
e subsannava.
|
|
Fuori stridea per monti e piani il verno
|
de la barbarie. Rapido saetta
|
nero vascello, con i venti e un dio
|
ch'ulula a poppa,
|
|
fuoco saetta ed il furor d'Odino
|
su le arridenti di due mari a specchio
|
moli e cittadi a Enosigeo le braccia
|
bianche porgenti.
|
|
Ahi, ahi! Procella d'ispide polledre
|
àvare ed unne e cavalier tremendi
|
sfilano: dietro spigolando allegra
|
ride la morte.
|
|
Gesú, Gesú! Spalancano fa tetra
|
bocca i sepolcri: a' venti a' nembi al sole
|
piangono rese anch'esse de' beati
|
màrtiri l'ossa.
|
|
E quel che avanza il Vínilo barbuto,
|
ridiscendendo da i castelli immuni,
|
sparte - reliquie, cenere, deserto -
|
con l'alabarda.
|
|
Schiavi percossi e dispogliati, a voi
|
oggi la chiesa, patria, casa, tomba,
|
unica avanza: qui dimenticate,
|
qui non vedete.
|
|
E qui percossi e dispogliati anch'essi
|
i percussori e spogliatori un giorno
|
vengano. Come ne la spumeggiante
|
vendemmia il tino
|
|
ferve, e de' colli italici la bianca
|
uva e la nera calpestata e franta
|
sé disfacendo il forte e redolente
|
vino matura;
|
|
qui, nel conspetto a Dio vendicatore
|
e perdonante, vincitori e vinti,
|
quei che al Signor pacificò, pregando,
|
Teodolinda,
|
|
quei che Gregorio invidiava a' servi
|
ceppi tonando nel tuo verbo, o Roma,
|
memore forza e amor novo spiranti
|
fanno il Comune.
|
|
Salve, affacciata al tuo balcon di poggi
|
tra Bertinoro alto ridente e il dolce
|
pian cui sovrasta fino al mar Cesena
|
donna di prodi,
|
|
salve, chiesetta del mio canto! A questa
|
madre vegliarda, o tu rinnovellata
|
itala gente da le molte vite,
|
rendi la voce
|
|
de la preghiera: la campana squilli
|
ammonitrice: il campanil risorto
|
canti di clivo in clivo a la campagna
|
Ave Maria.
|
|
Ave Maria! Quando su l'aure corre
|
l'umil saluto, i piccioli mortali
|
scovrono il capo, curvano la fronte
|
Dante ed Aroldo.
|
|
Una di flauti lenta melodia
|
passa invisibil fra la terra e il cielo:
|
spiriti forse che furon, che sono
|
e che saranno?
|
|
Un oblio lene de la faticosa
|
vita, un pensoso sospirar quiete,
|
una soave volontà di pianto
|
l'anime invade.
|
|
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
|
roseo 'l tramonto ne l'azzurro sfuma,
|
mormoran gli alti vertici ondeggianti
|
Ave Maria.
Giosuè Carducci
Titolo della poesia:
La chiesa di Polenta
Frasi di Giosuè Carducci
Mi schiacciò di elogi fino alla nausea, fino a dirmi che dopo la vittoria mi avrebbe condotto lui stesso in Campidoglio. Risposi che aspiravo solo a finir bene la guerra e ad ecclissarmi poi. Non ci mancherebbe altro che la parodia di Scipione e di Mario! Ma in Italia, pur di fare della retorica, son capaci di tutto!
[Riferendosi al colloquio con Paolo Boselli, nuovo presidente del Consiglio, che si era recato a Udine per incontrarlo]
Luigi Cadorna
Frasi di Luigi Cadorna
Il pensiero è azione, è la prima e fondamentale delle forme del nostro fare. Nulla è producibile che non sia pensato. Se nella civiltà europea si è sviluppato un pensiero scientifico di un certo tipo, è anche perché, nella sua tradizione, rimane fondamentale quel prologo del vangelo di
Giovanni
in cui è detto che il Logos si fa carne. Lì è una rivelazione religiosa, ma lo stesso principio vale anche per la filosofia dell'Occidente.
Massimo Cacciari
Cit. da
corriere.it, intervista, 20 aprile 2019
Frasi di Massimo Cacciari
Aldo
: Allora se proprio devo fare questa cosa mi voglio divertire, voglio fare il cardinale!
Giovanni
: Guarda che potrebbe funzionare.
Giacomo
: Ma non si è mai visto nel mondo della finanza!
Dal film:
Il ricco il povero e il maggiordomo
Scheda film e trama
Frasi del film
Il modo di vivere la religiosità cambia in base alle culture dei vari popoli. In Brasile, il Paese che ho amato di più anche perché vi sono stata due anni, la Chiesa è giovane e molto creativa, in Giappone, la percentuale di cristianesimo è irrisoria ma ho sentito una forte accoglienza e curiosità nei confronti della mia fede, in America, dipende molto da dove vai, ma si respira una religiosità intensa, aperta ed anche legata alle tradizioni... mi raccontava un frate che a NY hanno una parrocchia vicino a Broadway dove un suo confratello celebra le messe a mezzanotte o comunque in orari comodi ed accessibili alla gente del luogo.. da questo comprendo anche il desiderio della Chiesa di camminare insieme ai propri fedeli cercando di adattarsi ai bisogni dei luoghi in cui è sita. In Polonia, si respira la presenza di Papa
Giovanni
Paolo II ed una fede profonda e vera... insomma mi sono trovata bene in ogni luogo e ritornerei volentieri ovunque perché da ogni esperienza custodisco ricordi e ricchezze preziose per la mia fede.
Cristina Scuccia
Cit. da
domanipress.it, intervista, 12 aprile 2018
Frasi di Cristina Scuccia
Livia, sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano. Si passeggiava, io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa ti ricordi? Sì, lo so, ti ricordi. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sapevano, non sanno e non sapranno, non hanno idea. Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del Paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. La contraddizione mostruosa che fa di me un uomo cinico e indecifrabile anche per te, gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sanno la responsabilità. La responsabilità diretta o indiretta per tutte le stragi avvenute in Italia dal 1969 al 1984, e che hanno avuto per la precisione 236 morti e 817 feriti. A tutti i familiari delle vittime io dico: sì, confesso. Confesso: è stata anche per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Questo dico anche se non serve. Lo stragismo per destabilizzare il Paese, provocare terrore, per isolare le parti politiche estreme e rafforzare i partiti di Centro come la Democrazia Cristiana l'hanno definita "Strategia della Tensione" sarebbe più corretto dire "Strategia della Sopravvivenza". Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto,
Giovanni
, Mino, il caro Aldo, per vocazione o per necessità ma tutti irriducibili amanti della verità. Tutte bombe pronte ad esplodere che sono state disinnescate col silenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo, e noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato, noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa e lo so anch'io.
Giulio Andreotti
Dal film:
Il divo
Scheda film e trama
Frasi del film
E a tutti i santi verso i quali ho peccato con il pensiero, con le parole e le azioni, mia colpa, mia colpa, mia massima colpa. Supplico la Santa Vergine Maria Immacolata, san Michele arcangelo, san
Giovanni
Battista, e i Santi Apostoli Pietro e Paolo di intercedere
[...]
E misericordioso nostro Dio, ci concedi il perdono, l'assoluzione e la remissione dei peccati. Amen.
[La famiglia O'Hara, pregando insieme]
Dal film:
Via col vento
Scheda film e trama
Frasi del film
Prima delle gare venne da me l'allenatore di Wilma Rudolph. Disse: Wilma vorrebbe scambiarsi la tuta con te. Risposi: Caspita, certo. Ci incontrammo: lei parlava inglese, io lo parlavo malissimo, fra noi poche parole, all'inizio furono solo grandi sorrisi e occhiate. Rimasi abbagliato: dalla sua capacità di trasmettere gioia di vivere. Dopo pochi minuti, senza neppure che ce ne accorgessimo, eravamo mano nella mano a passeggio per il villaggio olimpico. Avevamo anticipato di tre anni Martin Luther King e quel suo sogno un giorno di vedere bianchi e neri tenersi per mano. Io vinsi un oro, lei tre. Subito dopo mi presentai al villaggio delle donne. Volevo passare dalla fase platonica a quella aristotelica. Non fu possibile. Il comitato olimpico Usa aveva imbarcato Wilma verso casa... Poi scoprii che su di lei aveva messo gli occhi un atleta di nome Cassius Clay... Nel caso, lo scatto e la curva veloce dei 200 mi sarebbero serviti. Era splendida Wilma.
[...]
Se io e Wilma andavamo mano nella mano in tempi in cui imperava la segregazione razziale e le battaglie per i diritti erano solo all'inizio... Devo molto al prof di filosofia degli anni del liceo classico: si chiamava
Giovanni
Turin. Fu lui a inculcarci il sacro valore dell'uguaglianza.
Livio Berruti
Cit. da
ilgiornale.it, intervista, 26 dicembre 2018
Frasi di Livio Berruti
Il campione fa ombra ai dirigenti sportivi. Il politico utilizza il campione per la propria immagine, ma poi lo tiene a distanza. Io sono sceso in campo solo una volta, nel 1988, contro Primo Nebiolo, per via dello scandalo del salto truccato di
Giovanni
Evangelisti ai Mondiali di Roma '87. Proprio Nebiolo aveva fatto di tutto per coprire la vicenda. Mi candidai solo per combattere lui. E per fortuna vinse Gianni Gola.
Livio Berruti
Cit. da
ilgiornale.it, intervista, 26 dicembre 2018
Frasi di Livio Berruti
Irene
: C'è qualche terrone qui?
[
Giovanni
e Giacomo fissando Aldo]
Aldo
: Effettivamente sono nato a Palermo... però come ben può vedere ho delle forti contaminazioni normanne... poi mio papà mi ha iscritto qui, a metà strada tra le due culture...
Irene
: Ma che cazzo stai dicendo?!
Aldo
[in preda alla disperazione]
: La prego, dottoressa... c'è stato uno sbaglio: siamo innocenti!
Irene
: Sei tu, sei tu che hai avuto la brillante idea di farvi beccare proprio stasera, eh?! Ma che razza di banda siete??
Dal film:
La banda dei Babbi Natale
Scheda film e trama
Frasi del film
Quando penso che un giorno tutto questo sarà di mia figlia... e quindi anche tuo... mi sale la bile al cervello! Mi girano troppo le palle! Mi hai fatto venire una voglia di sparare!
[a
Giovanni
]
Padre di Veronica
Dal film:
La banda dei Babbi Natale
Scheda film e trama
Frasi del film
[Dagli interrogatori con
Giovanni
Falcone]
Non sono un infame. Non sono un pentito. Sono stato mafioso e mi sono macchiato di delitti per i quali sono pronto a pagare il mio debito con la giustizia.
Tommaso Buscetta
Cit. da
Cose di Cosa Nostra
Frasi di Tommaso Buscetta
Giovanni
Cucchi
: Vorremmo parlare con i medici.
Guardia carceraria
[Al citofono]
: Avete il permesso del tribunale?
Giovanni
: Veramente dovreste avercelo voi il permesso del tribunale.
Guardia
: No, siete voi che dovete chiederlo al tibunale.
Giovanni
: Senta ma che ce sta prendendo in giro?
Guardia
: Moderiamo i termini, eh! Queste sono le regole, non le sto facendo io.
Rita Calore
: E ce ne dite un pezzetto al giorno di regole! Tre volte che veniamo qui per niente! Che ne sappiamo noi come funzionano ste cose?
Giovanni
: Ieri il suo collega ci ha detto che il permesso sarebbe arrivato oggi!
Guardia
: Signori miei il mio collega può dirvi quello che vuole, ma le cose stanno così. Arrivederci.
Dal film:
Sulla mia pelle
Scheda film e trama
Frasi del film
Rita Calore
: Stefano dove sta?
Giovanni
Cucchi
: È andata male, Rita.
Rita
: Ma che significa è andata male?
Ilaria Cucchi
: Stefano?
Giovanni
: Stefano è in prigione.
Ilaria
: Ma come è in prigione, scusa, i carabinieri avevano detto che...
Giovanni
: È il giudice che decide, no i carabinieri.
Ilaria
: E quindi ora che succede?
Giovanni
: Bisogna aspettà il processo, l'hanno fissato il 13 novembre.
Rita
: Fra un mese?
Giovanni
: Un mese. Stefano non stava bene, c'aveva dei lividi in faccia...
Rita
: Che vuol dire dei lividi?
Giovanni
: Dei lividi, Rita, dei rossori, qui, soprattutto sulla parte sinistra.
Rita
: Gli hanno menato?
Giovanni
: Me sa'.
Ilaria
: Ma l'avvocato Frattali non ha detto nulla?
Giovanni
: Frattali non c'era, c'era uno d'ufficio.
Rita
: Ma com'è possibile, i carabinieri ci avevano detto che era stato avvertito.
Giovanni
: Magari Stefano ha dimenticato il numero, no?.
Ilaria
: Macché ha dimenticato, ce l'ha sul telefono da dieci anni...
Giovanni
: Magari gliel'hanno sequestrato! Glielo tolgono, no, quando lo arrestano?
Ilaria
: Ma papà, ma chiamare il proprio avvocato è un diritto, lo sanno pure i bambini.
Giovanni
: E che te devo dì? 'Na cosa è sicura: stanotte Stefano le ha prese da un detenuto. J'hanno menato.
Dal film:
Sulla mia pelle
Scheda film e trama
Frasi del film
Giovanni
Cucchi
: Je l'hai detto all'ingegnere de Frascati che lo saluto?
Stefano Cucchi
: No papà.
Giovanni
: Perché?
Stefano
: Perché voglio che la gente la smette da vedemme solo come er fijjo der geometra
Giovanni
Cucchi. Quindi non te 'i posso saluta' tutti gli ingegneri che incontro, dai. I documenti firmati li ho lasciati giù in ufficio, eh?
Giovanni
: Bravo.
Stefano
: Te so piaciuto che sta cosa te l'ho risolta in du' secondi?
Giovanni
: Sì, mi sei piaciuto, eh? Solo che io spero che quando vai in giro per lavoro, non parli così.
Stefano
: Mamma mia papà, sta 'n fissa co st'italiano.
Giovanni
: Dije qualche cosa tu che hai fatto 'a maestra per trent'anni.
Rita Calore
: Giova', io ormai c'ho perso le speranze.
Stefano
: Ecco brava, poi i tempi cambiano, no?
Giovanni
: Sì, i tempi cambiano, ma l'italiano quello è.
Stefano
: Vabbè, comunque 'o sapete chi è il più paraculo de tutti gli ingegneri? Quello che scassa er mondo e a mezzogiorno e mezza chiude tutto e va a magna', ciao.
Dal film:
Sulla mia pelle
Scheda film e trama
Frasi del film
La pace venne poi naturalmente come il pericolo incalzava lì fuori, e li buttava fra le braccia l'uno dell'altro, stringendoli a difendere roba e vita. Luciano, primo allo sbaraglio sulla porta, disse risolutamente, mentre si udiva crescere e avvicinarsi il rumore della folla minacciosa:
- Via! Via di qua, vossignoria.
- Tu piuttosto! Pensa a tua moglie! Mettiti almeno al riparo, qui dietro al pilastro.-
In quella vera stretta d'ansia e di confusione, quando Sidoro, come un angelo dal cielo annunziò di lassù: "La forza! Ecco i soldati!", padre e figli si strinsero nelle braccia gli uni degli altri, don Mondo, tornando da morte a vita, balbettando:
- Figli! Figli miei!
[Explicit]
Giovanni Verga
Cit. da
Dal tuo al mio
Frasi di Giovanni Verga
In casa Navarra era festa, quella sera. Il povero barone don Raimondo, che arrabattavasi da anni ed anni in mezzo ai debiti e agli altri guai, colla croce di due figlie da marito per giunta, ne dava una, delle figliuole, al figlio unico di don Nunzio Rametta, ch'era entrato nella zolfara dei Navarra senza scarpe ai piedi e col piccone in mano, ed ora aveva denari a palate e si chiamava col don. La ragazza, è vero, s'era fatta tirare pei capelli a dir di sì, non per l'umiliazione di dover scendere sino al figliuolo di un zolfataro e diventare signora Rametta senz'altro, ahimè, i guai della casa baronale li conosceva anche lei, e il viso rosso se l'era dovuto fare altre volte, quando i creditori venivano a chiedere il fatto loro, gridando e strepitando, e lei doveva dire che il babbo non era in casa ma pure, alla sua età, ci aveva in capo il suo romanzetto anch'essa, e ne aveva fatto del piangere per strapparsi dal cuore Lucio Santoro, suo cugino, prima di chinare il capo al matrimonio col figlio di Rametta! Basta, parenti amici il cugino don Rocco sopratutto, gliene avevano dette tante: Ma che siete pazza? Rifiutare un terno al lotto! Quell'altro che non possiede nulla! Ma guarda il povero papà tuo! E ora suo padre, in maniche di camicia e cravatta bianca, arrampicato su di una vecchia seggiola di cucina, stava accendendo la lumiera di Venezia in sala, per la cerimonia del contratto nuziale, raso di fresco, e sfavillante di contentezza, pover'uomo. Isidoro, in gala anche lui, colla livrea antica sui calzoni di colore, era tutto intento a dargli una mano, se mai, col viso in aria.
Giovanni Verga
Cit. da
Dal tuo al mio
‐ Incipit
Frasi di Giovanni Verga
E cos'altro aveva in mente
Giovanni
se non quel che è virtuoso? Cosicché egli non poteva sopportare un'unione disonesta perfino nel caso del re, dicendo: "Non è lecito per te averla in moglie". Lui poteva essere rimasto in silenzio, se egli non avesse considerato indecoroso non dire la verità per paura della morte, far cadere il ministero profetico di fronte all'autorità del re o adoperarsi in adulazioni. Sapeva bene che sarebbe morto in quanto avversava il re, ma preferì la virtù alla salvezza fisica. Cosa c'è di più utile della passione per portare i santi verso la gloria?
[Quid autem aliud Ioannes nisi honestatem consideravit? ut inhonestas nuptias etiam in rege non posset perpeti, dicens: Non licet tibi illam uxorem habere. Potuit tacere, nisi indecorum sibi iudicasset mortis metu verum non dicere, inclinare regi propheticam auctoritatem, adulationem subtexere. Sciebat utique moriturum se esse, quia regi adversabatur: sed honestatem saluti praetulit. Et tamen quid utilius quam quod passionis viro sancto advexit gloriam?]
[Da De Officiis, libro III, cap. 14, parte 89]
Sant'Ambrogio
Frasi di Sant'Ambrogio
Io senza capelli | sono una pagina senza quadretti, | un profumo senza bottiglia, | una porta chiusa senza la maniglia, | biglia senza pista, | un pescatore sprovvisto della sua migliore esca, | Don
Giovanni
senza una tresca.
Niccolò Fabi
Cit. da
Capelli
Frasi di Niccolò Fabi
L'Atleta vero è colui che ha valori. La fatica dell'allenamento, la disciplina, l'accettazione del limite, il superare con fiducia gli ostacoli, il non arrendersi nelle difficoltà. Il saper vincere senza umiliare l'avversario, il saper perdere senza sentirsi sconfitto.
[Maratona di Roma 2000, saluto ai maratoneti]
Papa Giovanni Paolo II
Frasi di Papa Giovanni Paolo II
Tanti genitori che dopo la Cresima dei figli dicono: Ci siamo liberati di questo peso, ora ci rivediamo per il matrimonio. Con queste premesse, poi è logico che un adolescente, che vede i genitori come degli esempi da seguire, si allontani dalla vita della parrocchia e spesso anche dall'esperienza religiosa. Però mi ricordo sempre le parole di
Giovanni
Paolo II sul fatto che se la gente non va più in chiesa è la Chiesa che deve andare a riprendersi la gente.
Massimiliano Ossini
Cit. da
famigliacristiana.it, intervista, 17 novembre 2017
Frasi di Massimiliano Ossini
Se un paese come la Germania mantiene per anni un surplus tra il 6 e l'8 per cento del Pil senza che la sua valuta si apprezzi rispetto a quella di paesi in deficit significa che questo strumento di riequilibrio economico di mercato è stato eliminato, e non che si è eliminata una policy sbagliata. Sostanzialmente questa è la situazione all'interno dell'eurozona.
Giovanni Tria
Cit. da
formiche.net, 30 dicembre 2016
Frasi di Giovanni Tria
Una svalutazione può certo essere manovrata per imbrogliare i nemici tramite politiche monetarie ad hoc, ma il tasso di cambio è essenzialmente un prezzo e come tale può determinarsi sul mercato o distorto, come qualsiasi altro prezzo, impedendo al mercato di funzionare. Ma come ogni altro prezzo è un mezzo di riequilibrio se determinato almeno in parte dal mercato.
Giovanni Tria
Cit. da
formiche.net, 30 dicembre 2016
Frasi di Giovanni Tria
Non sappiamo ancora cosa sarà questo reddito di cittadinanza e, quindi, le risorse richieste e l'ampiezza del pubblico dei beneficiari. Esso sembra oscillare tra una indennità di disoccupazione un poco rafforzata, (e tale da avvicinarla a sistemi già presenti in altri paesi europei, come ad esempio in Francia, certamente più generosa dell'Italia con chi perde il lavoro) e magari estesa a chi è in cerca di primo impiego, e un provvedimento, improbabile, tale da configurare una società in cui una parte della popolazione produce e l'altra consuma.
Giovanni Tria
Frasi di Giovanni Tria
Interessante è l'obiettivo della flat tax, che coincide con l'obiettivo di riduzione della pressione fiscale come condizione di una politica di crescita, soprattutto se si vede questo obiettivo non tanto come un modo per aumentare il reddito spendibile di famiglie e imprese, e quindi sostenere la domanda interna, ma come un modo per aumentare il rendimento dei fattori produttivi, lavoro e capitale, e quindi anche degli investimenti. Naturalmente, conterà anche in questo caso la sua declinazione specifica per valutarne la sostenibilità. Si parla di partire con una doppia aliquota. La questione è tecnicamente complessa ma ciò che conta è avviare il processo di semplificazione del sistema e la sua sostenibilità dipende non tanto dall'aliquota unica o le due aliquote, ma dal livello delle aliquote.
Giovanni Tria
Frasi di Giovanni Tria
Dove avevano saputo far le cose bene era stato a Miraglia, un paesetto mangiato dal colèra e dalla fame, il giorno in cui s'erano viste lì pure certe facce nuove per la via dove da un mese non passava un cane, e la povera gente, senza pane e senza lavoro, aspettava il colèra colle mani in mano.
Giovanni Verga
Cit. da
Vagabondaggio - Quelli del colèra
Frasi di Giovanni Verga
Volevano morir piuttosto di una schioppettata, o d'altra morte che manda Dio. Ma il colèra, no, non lo volevano! Nonostante, lo scomunicato male andavasi avvicinando di giorno in giorno, tale e quale come una creatura col giudizio, che faccia le sue tappe di viaggio, senza badare a guardie e a fucilate.
Giovanni Verga
Cit. da
Vagabondaggio - Quelli del colèra
Frasi di Giovanni Verga
Il colèra mieteva la povera gente colla falce, a Regalbuto, a Leonforte, a San Filippo, a Centuripe, per tutto il contado ‐ e anche dei ricchi: il parroco di Canzirrò, ch'era scappato ai primi casi, e veniva soltanto in paese per dir messa a sole alto, l'aveva pigliato nell'ostia consacrata: a don Pepè, il mercante di bestiame, gliel'aveva dato invece in una presa di tabacco, alla fiera di Muglia, un sensale forestiero ‐ per conchiudere il negozio ‐ diceva lui. Cose da far rizzare i capelli in testa! Avvelenata persino la fontana delle Quattro Vie; bestie e cristiani vi restavano, là!
Giovanni Verga
Cit. da
Vagabondaggio - Quelli del colèra
Frasi di Giovanni Verga
Quando il sole tramontò parve che provasse un nuovo affanno; le sue lagrime scorrevano così abbondanti che una delle converse si mosse a pietà e le asciugò il viso, ché la poveretta l'aveva tutto bagnato e non ci vedeva più. Poi agitò le labbra come se chiamasse; io mi chinai su di lei; fece uno sforzo per accostare il suo viso al mio, e mi sussurrò all'orecchio quel suo ultimo desiderio con uno stento affannoso che spezzava il cuore... Il rantolo la soffocava. Indovinai più che non mi dicesse. Corsi a prendere l'involto che mi avea designato, e allorché me lo vide fra le mani sorrise come sorridono gli angeli del paradiso... Quando il rantolo non la soffocava, diceva sempre: «Per lui! per lui!». Sarà stato delirio. Volle che le facessi veder tutto: i fogli, i capelli, il crocifisso, le foglie secche; le baciò, le baciò tanto, che una di quelle foglie l'ho tolta dalle sue labbra dopo morta.
Poi volse appena il capo dall'altra parte e sospirò lievemente... Parve che si addormentasse... e si addormentò per sempre.
Povera suor Maria!
Però ella adesso è fra i beati e prega il Signore per noi miseri peccatori che abbiamo la debolezza di piangere la sua morte. Devo anche aggiungere, a lode della madre abbadessa e di tutta la comunità, e a conforto di tutti coloro che l'amarono in vita, che le sue esequie furono commoventissime. Più di trenta messe furono celebrate a tutti gli altari della chiesa e al De-profundis ardevano più di cento candele. Mi raccomandi al Signore nelle sue orazioni, e mi creda con stima:
Sua devotissima serva
Suor Filomena
[Explicit]
Giovanni Verga
Cit. da
Storia di una capinera
Frasi di Giovanni Verga
Monte Ilice, 3 Settembre 1854
Mia cara Marianna.
Avevo promesso di scriverti ed ecco come tengo la mia promessa! In venti giorni che son qui, a correr pei campi, sola! tutta sola! intendi? dallo spuntar del sole insino a sera, a sedermi sull'erba sotto questi immensi castagni, ad ascoltare il canto degli uccelletti che sono allegri, saltellano come me e ringraziano il buon Dio, non ho trovato un minuto, un piccolo minuto, per dirti che ti voglio bene cento volte dippiù adesso che son lontana da te e che non ti ho più accanto ad ogni ora del giorno come laggiù, al convento.
Giovanni Verga
Cit. da
Storia di una capinera
Frasi di Giovanni Verga
Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia ci guardava con occhio spaventato; si rifuggiava in un angolo della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime. Ma non osava ribellarsi, non osava tentare di rompere il fil di ferro che la teneva carcerata, la povera prigioniera. Eppure i suoi custodi, le volevano bene, cari bambini che si trastullavano col suo dolore e le pagavano la sua malinconia con miche di pane e con parole gentili. La povera capinera cercava rassegnarsi, la meschinella; non era cattiva; non voleva rimproverarli neanche col suo dolore, poiché tentava di beccare tristamente quel miglio e quelle miche di pane; ma non poteva inghiottirle. Dopo due giorni chinò la testa sotto l'ala e l'indomani fu trovata stecchita nella sua prigione. Era morta, povera capinera! Eppure il suo scodellino era pieno. Era morta perché in quel corpicino c'era qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete.
Allorché la madre dei due bimbi, innocenti e spietati carnefici del povero uccelletto, mi narrò la storia di un'infelice di cui le mura del chiostro avevano imprigionato il corpo, e la superstizione e l'amore avevano torturato lo spirito: una di quelle intime storie, che passano inosservate tutti i giorni, storia di un cuore tenero, timido, che aveva amato e pianto e pregato senza osare di far scorgere le sue lagrime o di far sentire la sua preghiera, che infine si era chiuso nel suo dolore ed era morto; io pensai alla povera capinera che guardava il cielo attraverso le gretole della sua prigione, che non cantava, che beccava tristamente il suo miglio, che aveva piegato la testolina sotto l'ala ed era morta.
Ecco perché l'ho intitolata: Storia di una capinera.
Giovanni Verga
Cit. da
Storia di una capinera ‐ Incipit
Frasi di Giovanni Verga
La malaria non ce l'ha contro di tutti. Alle volte uno vi campa cent'anni, come Cirino lo scimunito
[...]
Egli non prendeva più né solfato, né medicine, né pigliava le febbri. Cento volte l'avevano raccolto disteso, quasi fosse morto, attraverso la strada; infine la malaria l'aveva lasciato, perché non sapeva più che farsene di lui. Dopo che gli aveva mangiato il cervello e la polpa delle gambe, e gli era entrata tutta nella pancia gonfia come un otre, l'aveva lasciato contento come una pasqua, a cantare al sole meglio di un grillo.
Giovanni Verga
Cit. da
Novelle rusticane, Malaria
Frasi di Giovanni Verga
Però dov'è la malaria è terra benedetta da Dio.
Giovanni Verga
Cit. da
Novelle rusticane, Malaria
Frasi di Giovanni Verga
È che la malaria v'entra nelle ossa col pane che mangiate, e se aprite bocca per parlare, mentre camminate lungo le strade soffocanti di polvere e di sole, e vi sentite mancar le ginocchia, o vi accasciate sul basto della mula che va all'ambio, colla testa bassa. Invano Lentini, e Francofonte, e Paternò, cercano di arrampicarsi come pecore sbrancate sulle prime colline che scappano dalla pianura, e si circondano di aranceti, di vigne, di orti sempre verdi; la malaria acchiappa gli abitanti per le vie spopolate, e li inchioda dinanzi agli usci delle case scalcinate dal sole, tremanti di febbre sotto il pastrano, e con tutte le coperte del letto sulle spalle.
Giovanni Verga
Cit. da
Novelle rusticane, Malaria
Frasi di Giovanni Verga
Così, nel crocchio, narrava le noie che gli aveva date quel cristiano ‐ uno che faceva della notte giorno, e non si sapeva come pigliarlo, e non era contento mai. ‐ Pazienza servire quelli che realmente son nati meglio di noi... Basta, dei morti non si parla.
‐ Si vede com'era nato... ‐ osservò gravemente il cocchiere maggiore. ‐ Guardate che mani!
‐ Già, son le mani che hanno fatto la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!...
‐ Allora, ‐ disse il portinaio, ‐ devo andare a chiudere il portone?
‐ Sicuro, eh! È roba di famiglia. Adesso bisogna avvertire la cameriera della signora duchessa.
[Explicit]
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Il mondo andava ancora pel suo verso, mentre non c'era più speranza per lui, roso dal baco al pari di una mela fradicia che deve cascare dal ramo, senza forza di muovere un passo sulla sua terra, senza voglia di mandar giù un uovo. Allora, disperato di dover morire, si mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui. Mastro Nardo e il garzone dovettero portarlo di nuovo in paese, più morto che vivo.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
A quelle parole don Gesualdo montò in furia: ‐ I denari!... Vi stanno a tutti sugli occhi i denari che ho guadagnato!... A che mi servono... se non posso comprare neanche la salute?... Tanti bocconi amari m'hanno dato... sempre!...
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e tutto il resto in una volta, chè li ho fradici dai dispiaceri... A schioppettate! Voglio ammazzarne prima una dozzina! A chi ti vuol togliere la roba levagli la vita!
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Egli aveva di queste uscite buffe alle volte, da solo a solo con sua moglie, quando era contento della sua giornata, prima di coricarsi, mettendosi il berretto da notte, in maniche di camicia. A quattr'occhi con lei mostravasi proprio quel che era, bonaccione, colla risata larga che mostrava i denti grossi e bianchi, passandosi anche la lingua sulle labbra, quasi gustasse già il dolce del boccone buono, da uomo ghiotto della roba.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Fra tutte quelle piccine, in tutte le famiglie, succedeva lo stesso diavoleto che mastro-don Gesualdo aveva fatto nascere nei grandi e nel paese. Non si sapeva più chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusione generale fra chi era stato sempre in prima fila, e chi veniva dopo.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
E anche lui, adesso che la roba passava per le sue mani, comprendeva finalmente i dispiaceri che aveva dato alla povera donna; se ne pentiva, cercava di farseli perdonare, colla pazienza, colle cure amorevoli standole sempre intorno, sorvegliando l'inferma e la gente che veniva a farle visita, impallidendo ogni volta che la mamma tentava di snodare lo scilinguagnolo dinanzi agli estranei. Sentiva una gran tenerezza al pensare che la povera paralitica non poteva muoversi né parlare per togliergli la roba siccome aveva minacciato.
‐ No, no, non lo farà! Son cose che si dicono in un momento di collera... Vorrei vederla!... Sono infine il sangue suo... Morirebbe d'accidente lei per la prima, se dovesse lasciare la sua roba a questo e a quello...
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Oramai, per amore o per forza, mastro-don Gesualdo s'era ficcato nel parentado, e bisognava fare i conti con lui. Tutti perciò volevano vedere la bambina ‐ un fiore, una rosa di maggio.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Nei piccoli paesi c'è della gente che farebbe delle miglia per venire a portarvi la cattiva nuova.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Lo vedete? Comincia ad affezionarmisi. Già i figliuoli sono un gran legame. Speriamo almeno che abbiano ad esser felici e contenti loro; giacché io... Volete che ve la dica, eh, canonico, come in punto di morte? Mi sono ammazzato a lavorare... Mi sono ammazzato a far la roba... Ora arrischio anche la pelle, a sentir voi!... E che ne ho avuto, eh? ditelo voi!...
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Voglio che tu sii meglio di una regina, se andiamo d'accordo come dico io!... Tutto il paese sotto i piedi voglio metterti!... Tutte quelle bestie che ridono adesso e si divertono alle nostre spalle!... Vedrai! vedrai!... Ha buon stomaco, mastro-don Gesualdo!... da tenersi in serbo per anni ed anni tutto quello che vuole... e buone gambe pure... per arrivare dove vuole... Tu sei buona e bella!... roba fine!... roba fine sei!...
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
‐ Sapete cosa ho da dirvi? ‐ si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su. ‐ Che se non avessi il vitalizio della mia commenda di Malta per non crepare di fame, sarei costretto a dare uno schiaffo anch'io a tutta la nobile parentela... Sarei costretto a scopar le strade!...
E se ne andò borbottando.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Don Diego non stava né peggio né meglio. Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza cercare di fuggire il suo destino, badando solo di non incomodare gli altri, e tenersi per sé i suoi guai e le sue miserie.
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Ciascuno fa il suo interesse... Al giorno d'oggi l'interesse va prima della parentela...
‐ Perché dovrei averli tutti contro?... Non fo male a nessuno... Fo gli affari miei...
‐ Eh, caro don Gesualdo! ‐ scappò a dire infine il canonico. ‐ Gli affari vostri fanno a pugni con gli affari degli altri, che diavolo!... Apposta bisogna tirarli dalla vostra... Fra di loro si danno la mano... son tutti parenti... Voi siete l'estraneo... siete il nemico, che diavolo!
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
‐
[...]
Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione...
Allora si rivolse verso don Diego, con grande enfasi, pigliandosela coi tempi nuovi:
‐ Adesso non c'è altro Dio! Un galantuomo alle volte... oppure una ragazza ch'è nata di buona famiglia... Ebbene non hanno fortuna! Invece uno venuto dal nulla... uno come mastro-don Gesualdo, per esempio!...
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
‐ Eh? Cos'è stato? Lo sapete voi? Adesso si chiamano nervi... malattia di moda... Vi mandano a chiamare per un nulla quasi potessero pagare le visite del medico! ‐ rispose Tavuso burbero.
Quindi, piantando anche lui gli occhiali in faccia a donna Sarina:
‐ Volete che ve la dica? Le ragazze a certa età bisogna maritarle!
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
Frasi di Giovanni Verga
Suonava la messa dell'alba a San
Giovanni
; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, si udí un rovinio, la campanella squillante di Sant'Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando: "Terremoto! San Gregorio Magno!"
Giovanni Verga
Cit. da
Mastro-don Gesualdo
‐ Incipit
Frasi di Giovanni Verga
Il poveraccio tossiva che pareva soffocasse, col dorso curvo, e dimenava tristamente il capo: ‐ «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a farcelo, e non vogliono andarsene.
‐ Io non sono una passera. Io non sono una bestia come loro! rispondeva 'Ntoni. Io non voglio vivere come un cane alla catena, come l'asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girar la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o finire in bocca ai pescicani.
‐ Ringrazia Dio piuttosto, che t'ha fatto nascer qui; e guardati dall'andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono. «Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova». Tu hai paura del lavoro, hai paura della povertà; ed io che non ho più né le tue braccia né la tua salute non ho paura, vedi! «Il buon pilota si prova alle burrasche». Tu hai paura di dover guadagnare il pane che mangi; ecco cos'hai!
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
[Su Mena]
Ma la ragazza cantava come uno stornello, perché aveva diciotto anni, e a quell'età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli uccelli vi cantano nel cuore.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Per me io voglio morire dove son nato
[...]
Ringrazia Dio piuttosto, che t'ha fatto nascer qui; e guardati dall'andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Ogni buco ha il suo chiodo, chi l'ha vecchio e chi l'ha nuovo!
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Il buon pilota si prova alle burrasche.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Gesù, il più gran rivoluzionario che ci sia stato.
Giovanni Verga
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I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Ecco qua! la ferrovia da una parte e i vapori dall'altra. A Trezza non ci si può più vivere, in fede mia!
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Così dicendo si fregava le mani e rideva, ma colle labbra e non col cuore.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Certuni non sanno star soli neppure in paradiso.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Almeno voleva sapere perché al mondo ci doveva essere della gente che se la gode senza far nulla, e nasce colla fortuna nei capelli, e degli altri che non hanno niente, e tirano la carretta coi denti per tutta la vita?
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Ad ogni uccello, suo nido è bello.
Giovanni Verga
Cit. da
I Malavoglia
Frasi di Giovanni Verga
Vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un esercito di formiche, tracciando sbadatamente il nome del vostro ultimo ballerino sulla sabbia del viale? Qualcuna di quelle povere bestioline sarà rimasta attaccata alla ghiera del vostro ombrellino, torcendosi di spasimo; ma tutte le altre, dopo cinque minuti di pànico e di viavai, saranno tornate ad aggrapparsi disperatamente al loro monticello bruno. ‐ Voi non ci tornereste davvero, e nemmen io; ‐ ma per poter comprendere siffatta caparbietà, che è per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l'orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori.
Giovanni Verga
Cit. da
Vita dei campi (1880), Fantasticheria
Frasi di Giovanni Verga
Tu hai bisogno di vivere alla grand'aria, come me, e per noi altri infermi di mente e di nervi la grand'aria è la vita di una grande città, le continue emozioni, il movimento, le lotte con sé e con gli altri, se vuoi pur così. Tutto quello che senti ribollire dentro di te irromperà improvviso, vigoroso, fecondo appena sarai in mezzo ai combattenti di tutte le passioni e di tutti i partiti.
Giovanni Verga
Cit. da
Lettera a Luigi Capuana, 13 marzo 1874
Frasi di Giovanni Verga
Solo rimaneva solenne e immutabile, il paesaggio, colle lunghe linee orientali, dai toni caldi e robusti. Sfinge misteriosa, che rappresentava i fantasmi passeggeri, con un carattere di necessità fatale.
Giovanni Verga
Cit. da
Di là del mare, Novelle rusticane, 1883
Frasi di Giovanni Verga
Suocera e nuora insieme
[nella stessa casa]
ci stanno proprio come due mule selvagge alla stessa mangiatoia.
Giovanni Verga
Cit. da
Pentolaccia, in Vita dei campi, 1880
Frasi di Giovanni Verga
Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all'orizzonte. Poi l'Etna si accese tutt'a un tratto d'oro e di rubini, e la costa bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontori oscuri.
Giovanni Verga
Cit. da
Di là del mare, Novelle rusticane, 1883
Frasi di Giovanni Verga
Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll'uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata.
Ma con tutto ciò Lola di massaro Angelo non si era fatta vedere né alla messa, né sul ballatoio, ché si era fatta sposa con uno di Licodia, il quale faceva il carrettiere e aveva quattro muli di Sortino in stalla.
Giovanni Verga
Cit. da
Cavalleria rusticana
‐ Incipit
Frasi di Giovanni Verga
Don Peppino Esposito
: Giù la testa!
Mastro Agostino
: Ma che giù la testa, giù la maschera! Guappo di cartone!
Dal film:
San Giovanni decollato
Scheda film e trama
Frasi del film
Don Peppino Esposito
: Ma a Don Peppino Esposito chi glielo dice imbecille?
Don Raffaele
: Io!
Don Peppino Esposito
: Come sarebbe?
Don Raffaele
: Volevo dire Io no!
Dal film:
San Giovanni decollato
Scheda film e trama
Frasi del film
Don Peppino Esposito
: Ditemi che non è vero! Ditemi che non è vero!
Mastro Agostino
: Non è vero! Ma è vero!
Dal film:
San Giovanni decollato
Scheda film e trama
Frasi del film
In primis et antimonio una scarpa fine si fa di capretto o di vitellino di latte. Questa è la madre del vitello, chiamata volgarmente vacchetta. Secondis, questa tinta è fatta col vitriuolo, sì, vitriuolo, e difatti un signore appena sopra vi poggia il dito del pipistrello della mano se lo sporca, se lo annirifica. Terzis, questa suola non è battuta a dovere e difatti dopo un giorno o due di marcia o di camminamento a piedi mette fuori la lingua come un cane da caccia. Ancora due parole, non ho finito verbo. Gli elastici sono di cotone e non di seta, e perciò cedono, vedi che cedono? La tramezza è usata, fraudolente. I punti di questo guardione sono dati con la zappa e non con la lesina, dico lesina. Ed infine, mio caro amico, le solette interne, guarda, sono di cartone e non di pelle. Perciò, mio carissimo signor ciabattino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista, che è meglio. Rimembris omnibus, cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa, ostregheta!
Mastro Agostino Miciacio
Dal film:
San Giovanni decollato
Scheda film e trama
Frasi del film
Quegli stolti preferivano essere in disaccordo col Sole piuttosto che trovarsi d'accordo col Papa!
[Frase attribuita]
Voltaire
Frasi di Voltaire
[Palermo]
Poi mia nonna Rosa incontrò mio nonno. Era di Palermo, si chiamava
Giovanni
Inzerillo. Si sposarono qui ed emigrarono prima a Brooklyn e poi a Broadway.
John Turturro
Cit. da
Dal film-documentario Prove per una tragedia siciliana, 2009
Frasi di John Turturro
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