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Aforismi Morte - parte 18
Frasi trovate
:
3.088
Mentre mia moglie mi serviva la cena le presi la mano e le dissi: "
Devo parlarti
". Lei annuì e mangiò con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi, quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca. Mi feci coraggio e le dissi: "
Voglio il divorzio
".
Lei non sembrò disgustata dalla mia domanda e mi chiese piano: "
Perché?
"
Quella sera non parlammo più e lei pianse tutta la notte. Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle, aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna: Valentina.
Io ormai non amavo più mia moglie, mi faceva solo tanta pena, mi sentivo in colpa, e per questa ragione sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio. Lei quando vide l'atto lo strappò in mille pezzi.
Avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme e ora eravamo due perfetti estranei.
A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me, per tutte le sue energie, però non potevo farci nulla: io amavo Valentina.
All'improvviso mia moglie cominciò a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione, l'idea del divorzio cominciava ad essere realtà.
Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva, non cenai e mi misi a letto, ero molto stanco dopo una giornata passata con Valentina. Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre lì seduta a scrivere, mi girai e continuai a dormire.
La mattina dopo mia moglie mi presentò le condizioni affinché accettasse la separazione: non voleva la casa, non voleva l'auto tanto meno il negozio, soltanto un mese di preavviso, quel mese che stava per cominciare l'indomani. Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla di tutto questo fosse accaduto.
Il suo ragionamento era semplice : "
Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non è giusto distrarlo con i nostri problemi
".
Io fui d'accordo però lei mi fece un'ulteriore richiesta. "
Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta: in questo mese ogni mattina dovrai prendermi in braccio e portarmi in braccio fino a lasciarmi fuori dalla porta di casa
".
Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio e per superare quel momento di tensione in pace.
Raccontai la cosa a Valentina che scoppiò in una fragorosa risata dicendo: "
Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie: dille che oramai tu sei mio! Se ne faccia una ragione!
".
Era tanto tempo che io e mia moglie non avevamo più intimità, così quando la presi in braccio il primo giorno, eravamo ambedue imbarazzati. Nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo: "
Grande papà! Papà ha preso la mamma in braccio!
".
Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore. Camminai una decina di metri con mia moglie in braccio. Lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce: "
Non dirgli nulla del divorzio e del nostro accordo, per favore
".
Acconsentii con un cenno, sempre imbarazzato e anche un po' irritato, e la lasciai sull'uscio. Come ogni mattina lei uscì e andò a prendere l'autobus per recarsi al lavoro.
Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati, lei si appoggiò al mio petto e potetti sentire il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo. Mi resi conto che non era più così giovane: qualche ruga, qualche capello bianco. Si notava che portava i segni di un dolore interno. Mi chiesi cosa avessi fatto, come si fosse ridotta così.
Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina, avvertii che l'intimità stava ritornando tra noi: questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio. Nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più. Non dissi nulla a Valentina.
Ogni giorno che passava era più facile prendere mia moglie in braccio, e il mese passava velocemente. Ogni giorno che passava la sentivo più leggera.
Una mattina lei stava scegliendo dall'armadio i vestiti: si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse: "
I miei vestiti mi vanno grandi
". In quell'occasione mi resi conto quanto fosse dimagrita in quei giorni. Di colpo realizzai che era entrata in depressione: a causarla erano stati il troppo dolore e la troppa sofferenza, pensai.
Senza accorgermene le toccai i capelli, nostro figlio entrò all'improvviso nella nostra stanza e disse: "
Papà, è arrivato il momento di portare la mamma in braccio!
". Per lui quel rito era diventato un momento basilare della sua giornata e della sua vita. Mia moglie abbracciò forte mio figlio ed io girai la testa, ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio.
Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo. La abbracciai senza muovermi e sentii quanto fosse leggera e delicata. Mi venne da piangere!
Arrivò l'ultimo giorno e aprendomi a lei le dissi: "
Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimità con te...
".
Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina. Mia moglie restò a casa.
Mi diressi verso il posto di lavoro, ma a un certo punto passando davanti alla casa di Valentina mi fermai, scesi e corsi sulle scale. Lei mi aprì la porta
e io le dissi: "
Perdonami, ma
non voglio più divorziare da mia moglie
".
Lei mi guardò e disse: "
Ma sei impazzito?!
".
Io le risposi: "
Amo mia moglie. Un periodo di stress, di noia e di routine ci aveva allontanato, ma ora ho capito i veri valori della vita! Dal giorno in cui l'ho portata in braccio mi sono reso conto, osservandola e guardandola, che voglio farlo per il resto della mia vita!
"
Valentina pianse, mi tirò uno schiaffo ed entrò in casa sbattendomi la porta in faccia.
Io scesi le scale velocemente, tornai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori. Comprai un mazzo di rose per mia moglie. La ragazza del negozio mi chiese: "
Cosa scriviamo sul biglietto?
"
Le dissi: "
Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché
morte
non ci separi
".
Arrivai di corsa a casa, salii i gradini a due a due ed entrai di corsa, precipitandomi in camera felicissimo e col sorriso sulle labbra.
Trovai mia moglie a terra. Era morta.
Negli ultimi mesi stava lottando contro il cancro e io invece ero occupato a sciupare il mio tempo con Valentina, senza nemmeno accorgermene.
Lei non me lo aveva detto: sapeva che stava per morire e per questo motivo volle un mese di tempo. Sì, un mese... affinché a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio. Affinché nostro figlio non subisse traumi. Affinché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre.
Lei aveva chiaro quali fossero i dettagli, i semplici dettagli, che contano in una relazione. Non sono la casa, la macchina, i soldi... Queste sono cose effimere che sembrano saldare un'unione e invece possono dividerla. Cerchiamo sempre di mantenere accesa la fiamma, alimentare il matrimonio con giorni felici, ricordando sempre il primo giorno della nostra più bella storia d'amore.
A volte non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo. A volte capiamo il valore delle cose solo quando le abbiamo perdute.
Da:
Matrimonio in crisi
Alle 7 e 30 del 19 settembre 1985 Città del Messico viene sconvolta da un terremoto. In meno di dieci minuti decine di migliaia di persone sarebbero
morte
in questo tragico avvenimento. Un'orribile sciagura per la città più grande del mondo. Il Messico era appena stato scelto per ospitare le finali della tredicesima Coppa del mondo, e questo onore era ora messo a repentaglio. È un tributo ai messicani che sono riusciti, in otto mesi, a risollevare le loro sorti, e sono stati capaci di opsitare la Coppa del mondo con entusiasmo e dignità. Dalla tragedia è sorto uno spirito di unità e di intento nazionale. L'orgoglio sportivo dei messicani è stato ripristinato. Qualunque risultato positivo sarà ora considerato un sovrappiù.
voce narrante
Dal film:
Hero: The Official Film of the 1986 FIFA World Cup
Frasi del film
[Nick si trova al talkshow "Joan", in presenza di un ragazzo malato di cancro e alcuni oppositori del mercato del tabacco e chiede la parola]
Nick
: Joan... Come può una multinazionale del tabacco trarre profitto dalla
morte
di questo giovane ragazzo? Scusate il cinismo, ma è la realtà. Per noi questo significherebbe perdere un cliente. Non è solo un augurio, è un nostro fondamentale interesse: mantenere Robin vivo e fumatore!
Ron
: Ma è assolutamente...
Nick
: Lasci che le dica una cosa, Joan... e la prego, mi permetta di condividerla con l'ottimo e preoccupatissimo pubblico di oggi. I Ron Goode di questo mondo vogliono che i Robin Williger muoiano.
Ron
: Che cosa?!?!?
Nick
: E sapete perché? Perché così il loro budget si moltiplica. Questa non è altro che una speculazione sulle tragedie umane e lei, signore, dovrebbe vergognarsene!
Ron
: Ah, io dovrei vergognarmi?
Nick
: Se volete saperlo, noi stiamo per investire 50 milioni di dollari in pubblicità allo scopo di convincere i ragazzi a non fumare. Penso che siamo tutti d'accordo sul fatto che non ci sia niente di più importante dei nostri figli.
Dal film:
Thank You for Smoking
Scheda film e trama
Frasi del film
Tutte le settimane ci vediamo da Ber's. Siamo i principali portavoce dell'industria del tabacco, alcol e armi da fuoco. Siamo la squadra MDM: Mercanti Di
Morte
.
Nick Naylor
Dal film:
Thank You for Smoking
Scheda film e trama
Frasi del film
Hasta la victoria siempre. Patria o muerte.
[Fino alla vittoria sempre. Patria o
morte
]
Ernesto Che Guevara
Frasi di Ernesto Che Guevara
La
morte
non è niente. Sono solamente andato nella stanza accanto. Io sono io, voi siete voi. Quello che eravamo gli uni per gli altri lo siamo sempre. Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlate con me come avete sempre fatto. Non adoperate un tono diverso. Non abbiate un'aria triste e solenne, continuate a ridere di quello che ci faceva ridere insieme. Che il mio nome sia pronunciato come lo è sempre stato, senza enfasi di alcun tipo, e senza traccia d'ombra. La vita significa quello che ha sempre significato. E' quella che è sempre stata, il filo non è tagliato. Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita? Io vi aspetto, non sono lontano, semplicemente dall'altra parte del cammino. Vedete, tutto è bene.
Charles Péguy
Commenti:
1
Frasi di Charles Péguy
Mortillaro
: Tutti che vogliono andare a scuola: beduini che vogliono fare i medici, beduini che vogliono fare i professori! E ditelo, voi volete un mondo senza beduini!
Vivaldi
: Mortillà, tu non devi bere, che poi i beduini sono ottime persone. Sei un razzista.
Mortillaro
: Eccolo là, ha parlato il difensore dei beduini. Beduini, accomodatevi!
...
Mortillaro
: Qualcuno avrebbe dovuto avvisarmi, e io non ci sarei proprio andato a scuola! Avrei lasciato perdere! E invece nessuno mi ha detto niente, e mi hanno fatto prigioniero a sei anni, una creatura! E non mi hanno rilasciato più. E a che pro?
Lugo
: Non lo so.
Mortillaro
: In trent'anni di carriera avrò avuto 3-4000 alunni e uno, ma dico uno, che abbia fatto carriera? Nessuno! Ma perché in trent'anni di carriera non ho incontrato nemmeno un membro della futura classe dirigente? Tu te le poni queste domande? Perché la classe dirigente non viene a studiare il francese da me? Ma che c'ho fatto io alla classe dirigente? ... Io sono entrato nella zona della
morte
.
Dal film:
La scuola
Scheda film e trama
Frasi del film
Questa è una storia di Mafia.
Ma non la solita storia di Mafia, di quelle che crediamo, anche se non è vero, di aver già sentito raccontare tante volte. Questa è una storia di Mafia molto particolare. È la storia di un uomo in crisi, di una
morte
misteriosa, di grandi personaggi da romanzo, buoni e cattivi, di intrighi.
Carlo Lucarelli
Cit. da
Misteri d'Italia - Antonino Gioè ‐ Incipit
Frasi di Carlo Lucarelli
C'è un club di cui sicuramente nessuno vorrebbe far parte, anche se i suoi membri sono famosi e geniali, artisti amati e affascinanti come Janis Joplin, per esempio, o Jim Morrison, o Brian Jones, Kurt Cobain, Gram Parsons e Robert Johnson. Si chiama Club del 27, e ha questo nome perché tutti i suoi membri sono morti a ventisette anni, alcuni di loro anche a distanza di pochi giorni, come Janis Joplin, per esempio, e un altro grande della musica attorno alla cui
morte
sono nate numerosissime leggende, e anche qualche ipotesi. Si chiama Jimi Hendrix.
Carlo Lucarelli
Cit. da
La faccia nascosta della luna
Frasi di Carlo Lucarelli
Hildy
: Vedo che sfoggi la solita grinta.
Walter
: È la prima volta che mi giostro un governatore, cosa posso fare per te?
Hildy
: Ti dispiace se mi metto a sedere?
Walter
: C'è sempre stata la lampada alla finestra per te!
[Walter fa cenno a Hildy di sedersi sulle sue gambe.]
Hildy
: Sono già saltata da quella finestra molto tempo fa.
[Walter prende una sigaretta.]
Hildy
: Posso averne una anch'io? Grazie... e un fiammifero... grazie.
Walter
: Bene bene, quanto tempo è?
Hildy
: Quanto tempo è cosa?
Walter
: Andiamo, lo sai, quanto tempo è che non ci vediamo noi due?
Hildy
: Fammi pensare un attimo, 6 settimane a Rino, poi le Bermuda, 4 mesi circa direi. Eppure mi sembra ieri.
Walter
: Forse era ieri Hildy. Di un po', ti sono mai comparso in sogno?
Hildy
: No, no non funziona più, non mi riconosceresti per come sono cambiata.
Walter
: Oh, sì, invece. Ti riconoscerei sempre ovunque in qualsiasi momento...
Hildy
: «...sempre, ovunque»: ah, ti stai ripetendo, caro, queste sono le parole della tua dichiarazione.
Walter
: Noto che te le ricordi ancora.
Hildy
: Certo, è perché le ricordavo che ho divorziato.
Walter
: Eh, questo non te lo perdonerò mai.
Hildy
: Questo che?
Walter
: Il divorzio! Mia cara.
Walter
: Una cosa che ti fa perdere la fiducia in te stesso, ti dà la sensazione di essere superfluo.
Hildy
: Per la verità i divorzi servono proprio a questo.
Walter
: Ah, tu hai un'idea all'antica del divorzio, come se fosse eterno, fino a che
morte
non vi riunisca. Oggi però il divorzio non vuol dire più niente, Hildy, sono 2 parole dette da un giudice distratto. Ma tra me e te c'è qualcosa che non potrà cambiare mai!
Hildy
: Uhm, be' in fondo hai ragione, in un certo senso.
Walter
: Certo che ho ragione.
Hildy
: Tu mi piaci, sì, questo è vero. Vorrei che tu non fossi un lestofante.
Walter
: Oh, senti, io...
Hildy
: Perché avevi promesso di non opporti al divorzio e poi invece hai fatto di tutto per ritardare e insabbiare la faccenda.
Walter
: Ah, le mie intenzioni erano buone, ma sai com'è... Non ti manca tanto l'acqua come quando il rubinetto è asciutto.
Hildy
: Un lumacone della tua specie, che noleggia un aereo per scrivere in cielo: "Hildy pensaci bene non dimenticare mai il tuo dolce Walter". Anche il giudice corse alla finestra per vedere cosa succedeva.
Walter
: Be', non faccio per vantarmi, ma al momento mi sembrò un'idea più che eccellente. Dopo tutto ero un marito che non voleva veder distrutto il suo focolare domestico.
Hildy
: Quale focolare?
Walter
: Ma come quale? Quello che ti avevo promesso, non te ne ricordi?
Hildy
: Ma come no, per inaugurarlo dopo la luna di miele vero? Bella luna di miele!
Walter
: Non è colpa mia se proprio allora ci fu una tremenda frana in quella miniera. Io volevo passare la luna di miele con te, Hildy, te lo giuro.
Hildy
: Tutto ciò che so, è che invece di 2 settimane ad Atlantic City con mio marito, ho passato quasi 2 settimane in una miniera come cronista! Non vorrai negarlo, spero.
Walter
: Negarlo? Ne sono orgoglioso, abbiamo battuto tutti con quel servizio!
Hildy
: E anche se fosse? Non mi ero di certo sposata per questo! Oh, ma tanto a che serve? Senti, senti un attimo: quello che sono venuta qui a dirti è di smetterla di telefonarmi dodici volte al giorno e di mandarmi dieci telegrammi...
Walter
: Vado forte con i telegrammi, vero? Lo dicono tutti quanti!
Hildy
: Vuoi ascoltare quello che devo dirti?
Walter
: Lo so, lo so, non vale la pena litigare, sei tornata per lavorare qui con me al giornale, se vediamo poi che da buon amici non funziona, ci risposiamo di nuovo!
Hildy
: Cosa, come?
Walter
: Certo, io non ti serbo nessun rancore, tesoro.
Hildy
: Oh Walter, sei un vero fenomeno, anche se detestabile. Ma vuoi stare un po' zitto fino a che ti ho detto ciò per cui sono venuta a dirti?
Walter
: Andiamo a mangiare qualcosa? Che ne dici?
Hildy
: Ho già un impegno per il pranzo.
Walter
: Disdicilo!
Hildy
: Non posso disdirlo!
Walter
: Ma sì che puoi!
Hildy
: Lasciami le braccia! Vuoi mettermi le manette?
Walter
: Ehi, calma, calma.
Hildy
: Stai a sentire, caro Walter, tu non sei più mio marito, non sei più nemmeno il mio capo, dimenticami per sempre.
Walter
: Cosa diavolo vorresti dire?
Hildy
: Proprio quello che ho detto.
Walter
: Che non ritornerai a lavorare al giornale?
Hildy
: Bravo, giusto, azzeccato in pieno, signor Burns.
Walter
: Aaaah, hai un'offerta migliore!
Hildy
: Ma certo che ho un'offerta migliore!
Walter
: E va bene, accetta pure, lavora per qualcun altro! Ecco qual è la tua gratitudine...
Hildy
: No, non esagerare...
Walter
: Te lo dico cos'eri quando sei venuta a lavorare cinque anni fa: una ragazzina diplomata in giornalismo con l'aria da bambolona!
Hildy
: Se non avevo quell'aria lì, non mi assumevi!
Walter
: È che mi era sembrata un'ottima idea poter avere in redazione una bella bambolona!
Hildy
: Ascoltami Hildy!
Walter
: Io ho fatto di te una grande cronista che però non varrebbe la metà in un altro giornale!
[Scoppia una litigata incomprensibile.]
Walter
: E va bene, come vuoi...
Hildy
: Ascoltami, Walter, ti prego, il giornale dovrà arrangiarsi senza di me e anche tu, non ha funzionato, Walter.
Walter
: Avrebbe funzionato se tu ti fossi accontentata di fare la cronista, ma no signore, tu hai voluto sposarmi e rovinare tutto.
Hildy
: Ah, perché, è così? Io avrei chiesto la tua mano?
Walter
: Be', praticamente sì, perché per due anni interi mi hai fatto gli occhioni languidi: oh Walter! Eppoi la sera in cui mi sono dichiarato ero sbronzo, se tu fossi stata una signora non avresti fatto caso a quello che dicevo!
Hildy
: Brutto villano!
[Hildy lancia una borsa a Walter.]
Walter
: Oh, oh, non hai più l'occhio di una volta, miravi meglio!
Dal film:
La signora del venerdì
Scheda film e trama
Frasi del film
Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria
morte
fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.
Albert Einstein
Frasi di Albert Einstein
Ti trovo nei felici approdi,
|
della notte consorte,
|
ora dissepolta
|
quasi tepore d'una nuova gioia,
|
grazia amara del viver senza foce.
|
|
Vergini strade oscillano
|
fresche di fiumi in sonno:
|
|
E ancora sono il prodigo che ascolta
|
dal silenzio il suo nome
|
quando chiamano i morti.
|
|
Ed è
morte
|
uno spazio nel cuore.
Salvatore Quasimodo
Titolo della poesia:
Fresche di fiumi in sonno
Frasi di Salvatore Quasimodo
Billy Beane
: Preferiresti avere un colpo in testa o cinque al torace e sanguinare a
morte
?
Peter Brand
: Sono quelle solo le mie due opzioni?
Dal film:
L'arte di vincere
Scheda film e trama
Frasi del film
Maximilian
: Mi hai mentito.
Sol
: L'hai trovato. E va bene, siediti. Io ho smesso prima di capire fino in fondo, ma la mia teoria è che alcuni procedimenti fanno entrare il computer in una specie di spirale da cui non può uscire. Questa spirale lo porta al blocco totale ma prima che smetta di funzionare, diventa, diciamo che diventa consapevole della propria struttura. Il computer prende finalmente atto della sua naturasilicea e perciò ne stampa immediatamente la formula.
Maximilian
: Quindi diventa consapevole?
Sol
: In un certo senso, credo di sì.
Maximilian
: Il mio studio di quello schema ha reso Euclide
[1]
consapevole, e prima di bloccarsi mi ha dato quel numero, è la sua essenza, non è vero?
Sol
: No Max, quello è soltanto un comunissimo virus.
Maximilian
: È molto più di questo!
Sol
: No non è vero! Sei finito in un vicolo cieco, non c'è nient'altro lì dentro!
Maximilian
: Quella è una porta! È una porta!
Sol
: È una porta che si affaccia su un precipizio, stai rischiando la ragione. Devi assolutamente smettere!
Maximilian
: Hai avuto paura e ti sei fermato.
Sol
: Lo vedi come mi sono ridotto.
Maximilian
: Avanti Sol.
Sol
: Ha provocato il mio infarto!
Maximilian
: Stronzate, qui parliamo di matematica! Di numeri! Di procedimenti! Noi matematici abbiamo il dovere di arrivare a quel precipizio.
Sol
: Nella vita non esiste solo la matematica!
Maximilian
: Me l'hai insegnato tu!
Sol
: È la
morte
Max!
Maximilian
: Tu non puoi dirmi che cos'è! Ti sei ritirato in questa specie di buco fra i tuoi libri e i pesci rossi!
Sol
: Vattene a casa.
Maximilian
: Ma questa non è vita!
Sol
: Fuori di qui. Sparisci!
Maximilian
: Io scoprirò che cosa è! Io la vedrò!
Sol
: Vattene fuori di qui!
Maximilian
: Io riuscirò a capire!
Dal film:
PI Greco - Il teorema del delirio
Scheda film e trama
Frasi del film
A nessuno piace morire, sceriffo, ma chi ha paura muore un po' tante volte, mentre chi non ha paura, muore una volta sola.
Ringo
Dal film:
Il ritorno di Ringo
Scheda film e trama
Frasi del film
Cieli son io: ritorno dagli spechi
|
della
morte
. Qui ascolto l'onda rompersi
|
ai gradini sonori, qui rivedo
|
le galee nell'aurora, che resuscitano
|
ombra sul filo dei dorati remi.
|
|
Con le mani solinghe chiamo i re
|
la cui barba di sale m allietava
|
le pure dita. E io piangevo e quelli
|
cantavano i trionfi oscuri e i golfi
|
perduti a poppa delle loro barche.
|
|
Ascolto le profonde conche e i litui
|
militari che il volo ai remi scandono;
|
il chiaro canto della ciurma scioglie
|
il tumulto e gli dei sopra l'eroica
|
prora esaltati, con i sorrisi antichi
|
cui insulta la schiuma, verso me
|
tendono abbracci indulgenti e scolpiti
Paul Valéry
Titolo della poesia:
Hélène
Frasi di Paul Valéry
Il tuo muso nero è la sola cosa di cui quei capoccioni della grande casa hanno parlato in queste ultime ore. Di colpo, bianchi che non hanno mai fatto una pensata nella vita, se ne escono con mille idee per farti fuori. E bada, molte di queste idee hanno in comune fotterti le parti basse.
Beh, capisco che sembra una buona idea, ma in effetti quando stacchi le palle a un negro, si svuota di sangue boh, in quanto?... sette minuti... buona parte. Buonissima parte.
Allora ho detto, cazzarola, i negri che vendiamo a LeQuint Dickey fanno una fine peggiore. E quelli giù a dire, frustiamolo a
morte
, gettiamolo ai mandingo, in pasto ai cani di Stonsa, allora io, che c'è di speciale, che c'è? Lo facciamo continuamente, porco demonio! I negri che vendiamo a LeQuint Dickey fanno una fine peggiore. Guarda combinazione, non so come mai, Miss Lara se ne esce con la brillante idea di dare il tuo culo a LeQuint Dickey Mining Co. E come schiavo della LeQuint Dickey Mining Co. da adesso in poi fin quando morirai, ogni giorno per tutto il giorno, non farai che alzare e abbassare una mazza, trasformando grand sassi in piccoli sassi.
E quando arrivi lì, quelli ti levano il nome, ti danno un numero e una mazza in mano e dicono, al lavoro! Una parola insolente e ti tagliano la lingua e lo sanno fare bene, non perdi sangue. Oh lo sanno fare benissimo! Ti fanno lavorare ogni giorno per tutto il giorno finché ti spacchi la schiena quel giorno ti danno un colpo di mazza e ti buttano nella fossa dei negri. E quella sarà la fine della tua storia, Django.
Stephen
Dal film:
Django Unchained
Scheda film e trama
Frasi del film
La
Morte
[tenendo in braccio il bambino appena nato]
: Non lasciarlo, Keoma! Non lasciarlo! Morirà! Ha bisogno di te!
Keoma
[andando via a cavallo]
: Ti sbagli, non ha bisogno di me! È un uomo libero, e chi è libero non ha bisogno di niente!
Dal film:
Keoma
Scheda film e trama
Frasi del film
Keoma
: Pa', perché abbiamo combattuto?
William
: Cosa?
Keoma
: La guerra... a che serve la guerra?
William
: A che serve? Non lo so neanch'io. Io penso che dopo aver massacrato gli indiani dovevamo dimostrare di essere generosi. E abbiamo dato ai negri la libertà. Ora che ci sentiamo giusti possiamo ricominciare a uccidere.
[Sospiro]
Sei mai stato innamorato?
Keoma
: Non come te.
William
: Tua madre... è da quando non c'è più che sto cercando qualcosa... E tu che stai cercando, ragazzo mio?
Keoma
: Me stesso, credo. Voglio capire chi sono, dare un significato a tutto quello che faccio. Se vivo ci sarà pure una ragione, ma... ho paura che non mi basterà più, quando la scoprirò. E intanto me ne vado in giro a cercare, e anche quando la terra dorme io continuo a chiedermi perché vivo.
William
: È successo anche a me quando tua madre fu uccisa, e quando sei andato via. Io vorrei fare qualcosa, Keoma, ma... è strano, per tutta la vita ho sfidato la
morte
, mi stava davanti e non avevo paura. Ora sono vecchio, sono quasi alla fine, ho voglia di vivere e ho paura.
Dal film:
Keoma
Scheda film e trama
Frasi del film
La
Morte
: Keoma! Perché sei tornato? Perché sei tornato? Perché sei tornato?
Keoma
: Perché al mondo contano solo poche cose: la propria terra e la gente che ami.
La
Morte
: Allora ascoltami: questa non è mai stata la tua gente, non ti ha mai amato, anche se tu, Keoma, hai combattuto per loro e hai vinto per loro. Non andare!
Keoma
: Tu che arrivi sempre quando finisce la vita, perché sei venuta da me?
La
Morte
: Non aver paura. Non per fermarti.
[Flashback su un massacro ad un accampamento indiano, con la voce di un bambino che grida ripetutamente «mamma!»]
La
Morte
: Avrei già potuto farlo una volta ‐ eri bambino. E invece sei sopravvissuto a un inutile massacro, perché l'ho voluto io, ti ho salvato da me stessa, mi sono allontanata da te ‐ l'hai dimenticato. Allora hai proprio deciso?
Keoma
: Anche gli affetti e i ricordi sembrano debiti da pagare, quando sei stato via tanto tempo.
La
Morte
: Non sei stanco di uccidere?
Keoma
: Il mondo è marcio!
La
Morte
: Keoma! Keoma! Keoma!
Dal film:
Keoma
Scheda film e trama
Frasi del film
Erano dei fuorilegge, ricercati per omicidio e lo voglio reiterare, il mandato recita morti o vivi, quindi quando io e Mr. Freeman abbiamo giustiziato quegli uomini a vista, stavamo operando l'interno dei nostri limiti legali. Mi rendo conto, gli animi sono caldi, ma devo avvertirvi, la pena per l'uso della forza letale contro un agente di tribunale nel pieno delle sue funzioni è: sarete impiccati finchè
morte
non sopravvenga.
Dr. King Schultz
Dal film:
Django Unchained
Scheda film e trama
Frasi del film
Passata è la tempesta:
|
Odo augelli far festa, e la gallina,
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Tornata in su la via,
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Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
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Rompe là da ponente, alla montagna;
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Sgombrasi la campagna,
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E chiaro nella valle il fiume appare.
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Ogni cor si rallegra, in ogni lato
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Risorge il romorio
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Torna il lavoro usato.
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L'artigiano a mirar l'umido cielo,
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Con l'opra in man, cantando,
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Fassi in su l'uscio; a prova
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Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
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Della novella piova;
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E l'erbaiuol rinnova
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Di sentiero in sentiero
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Il grido giornaliero.
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Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
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Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
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Apre terrazzi e logge la famiglia:
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E, dalla via corrente, odi lontano
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Tintinnio di sonagli; il carro stride
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Del passegger che il suo cammin ripiglia.
|
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Si rallegra ogni core.
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Sì dolce, sì gradita
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Quand'è, com'or, la vita?
|
Quando con tanto amore
|
L'uomo a' suoi studi intende?
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O torna all'opre? o cosa nova imprende?
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Quando de' mali suoi men si ricorda?
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Piacer figlio d'affanno;
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Gioia vana, ch'è frutto
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Del passato timore, onde si scosse
|
E paventò la
morte
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Chi la vita abborria;
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Onde in lungo tormento,
|
Fredde, tacite, s
morte
,
|
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
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Mossi alle nostre offese
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Folgori, nembi e vento.
|
|
O natura cortese,
|
Son questi i doni tuoi,
|
Questi i diletti sono
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Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
|
E' diletto fra noi.
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Pene tu spargi a larga mano; il duolo
|
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
|
Che per mostro e miracolo talvolta
|
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
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Prole cara agli eterni! assai felice
|
Se respirar ti lice
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D'alcun dolor: beata
|
Se te d'ogni dolor
morte
risana.
Giacomo Leopardi
Titolo della poesia:
La quiete dopo la tempesta
Frasi di Giacomo Leopardi
In confronto alla
morte
, l'amore è una faticosa faccenda infantile, sebbene gli uomini credano più nell'amore che nella
morte
.
Mario Puzo
Cit. da
I folli muoiono
Frasi di Mario Puzo
Chiare, fresche et dolci acque
|
ove le belle membra
|
pose colei che sola a me par donna;
|
gentil ramo, ove piacque,
|
(con sospir mi rimembra)
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a lei di fare al bel fianco colonna;
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erba e fior che la gonna
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leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
|
aere sacro sereno
|
ove Amor cò begli occhi il cor m'aperse:
|
date udienza insieme
|
a le dolenti mie parole estreme.
|
|
S'egli è pur mio destino,
|
e l cielo in ciò s'adopra,
|
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
|
qualche grazia il meschino
|
corpo fra voi ricopra,
|
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
|
la
morte
fia men cruda
|
se questa spene porto
|
a quel dubbioso passo,
|
chè lo spirito lasso
|
non poria mai più riposato porto
|
né in più tranquilla fossa
|
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
|
|
Tempo verrà ancor forse
|
ch'a l'usato soggiorno
|
torni la fera bella e mansueta,
|
e là v'ella mi scorse
|
nel benedetto giorno,
|
volga la vista disiosa e lieta,
|
cercandomi; ed o pietà!
|
Già terra infra le pietre
|
vedendo, Amor l'inspiri
|
in guisa che sospiri
|
sì dolcemente che mercè m'impetre,
|
e faccia forza al cielo
|
asciugandosi gli occhi col bel velo.
|
|
Dà bè rami scendea,
|
(dolce ne la memoria)
|
una pioggia di fior sovra l suo grembo;
|
ed ella si sedea
|
umile in tanta gloria,
|
coverta già de l'amoroso nembo;
|
qual fior cadea sul lembo,
|
qual su le treccie bionde,
|
ch'oro forbito e perle
|
eran quel dì a vederle;
|
qual si posava in terra e qual su l'onde,
|
qual con un vago errore
|
girando perea dir: Qui regna Amore.
|
|
Quante volte diss'io
|
allor pien di spavento:
|
Costei per fermo nacque in paradiso! .
|
Così carco d'oblio
|
il divin portamento
|
e l volto e le parole e'l dolce riso
|
m'aveano, e sì diviso
|
da l'imagine vera,
|
ch'ì dicea sospirando:
|
Qui come venn'io o quando?
|
credendo esser in ciel, non là dov'era.
|
Da indi in qua mi piace
|
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.
|
|
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
|
poresti arditamente
|
uscir del bosco e gir infra la gente.
Francesco Petrarca
Titolo della poesia:
Chiare, fresche e dolci acque
Frasi di Francesco Petrarca
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
|
È il vostro campo che seminate con amore e mietete con più riconoscenza.
|
È la vostra mensa e la vostra dimora.
|
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo cercate per la vostra pace.
|
|
Se l'amico vi confida il suo pensiero, non nascondetegli il vostro, sia rifiuto o consenso.
|
Quando lui tace, il vostro cuore non smette di ascoltare il suo cuore;
|
Poiché nell'amicizia ogni pensiero, desiderio, speranza nasce in silenzio e si divide con inesprimibile gioia.
|
Se vi separate dall'amico, non provate dolore;
|
Poiché la sua assenza può schiarirvi ciò che più in lui amate, come allo scalatore la montagna è più chiara dal piano.
|
|
E non vi sia nell'amicizia altro intento che scavarsi nello spirito, a vicenda.
|
Poiché l'amore che non cerca soltanto lo schiudersi del proprio mistero, non è amore, ma il breve lancio di una rete in cui si afferra ciò che è vano.
|
|
La parte migliore sia per il vostro amico.
|
Se egli dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che conosca anche il flusso.
|
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di
morte
?
|
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
|
Poiché egli può colmare ogni bisogno, ma non il vostro nulla.
|
E dividetevi i piaceri, sorridendo nella dolcezza amica.
|
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.
Kahlil Gibran
Titolo della poesia:
L'amicizia
Frasi di Kahlil Gibran
Prego, prendete appunti. Sul corpo non sono presenti ferite che stiano ad indicare un'omicidio. La cassaforte è intatta, pertanto si esclude la rapina come movente. La scienza che studia le impronte digitali ha stabilito che non ve ne sono altre, a parte quelle della vittima, sulla maniglia della porta, perciò nessun altro è entrato o uscito dalla stanza. La finestra è chiusa con il catenaccio dall'interno, quindi nessuno è entrato o uscito di li, e questo esclude l'omicidio come causa della
morte
. Non vi è traccia di Whisky nel bicchiere e neanche nell'alito della defunta. Non sono presenti fibre del tappeto sulle suole delle scarpe, a significare che la stessa non lo ha mai calpestato. C'è un segno sulla punta della scarpa destra dove è venuto via il lucido, vi sono tracce del suddetto lucido sul lembo rivoltato del tappeto. Vi sono tracce di polline sui bordi delle narici. Pertanto deduco, dalle prove raccolte, che la defunta è entrata nella stanza con un mazzo di fiori, li ha sistemati nel vaso, vicino alla porta... ha preso il vaso con una mano tenendo nell'altra il bicchiere da Whisky. Ha attraversato la stanza diretta alla bottiglia del Whisky, ha avvicinato troppo i fiori al naso e, quando ha starnutito, il piede sinistro è scivolato involontariamente in avanti, lei è inciampata con la punta della scarpa sul tappeto, ha battuto la testa sul pavimento ed è morta per commozione celebrare. In altre parole non è stato un omicidio a uccidere questa donna, ma un incidente causato da uno semplice starnuto. E in effetti non si tratta di una donna, ma di un uomo... che porta una parrucca fatta di crine di cavallo!
Quentin Cooke
Dal film:
Bandidas
Scheda film e trama
Frasi del film
Vedo le nuvole dividersi lentamente e sento una voce di protesta contro il fanatismo. La calma mano della tolleranza si posa sulla spalla dell'inquisitore e l'umanista porta un messaggio di pace al perseguito. Invece di strillare "
Morte
all'eretico!", gli uomini studiano l'anima dell'uomo con comprensione e così entra nei loro cuori un rinnovato rispetto per ciò che non si può vedere.
Helen Keller
Cit. da
Optimism
Frasi di Helen Keller
Una volta conoscevo l'abisso dove non c'è speranza e dove l'oscurità si stende su ogni oggetto. Fu allora che l'amore venne e liberò la mia anima. Una volta conoscevo soltanto oscurità e immobilità. Ora conosco la speranza e la gioia. Una volta piagnucolavo e davo pugni contro il muro che mi teneva rinchiusa. Ora mi rallegro nella consapevolezza di poter pensare, agire e ottenere il Paradiso. La mia vita non aveva passato né futuro. Un pessimista avrebbe detto che
[in quelle condizioni]
"la
morte
è qualcosa da desiderare fervidamente". Ma una piccola parola cadde dalle dita di un'altra sulla mia mano che si aggrappava al vuoto e il mio cuore afferrò l'estasi della vita. La notte scappò di fronte alla luce del pensiero e l'amore e la gioia presero il sopravvento sull'obbedienza alla scienza. Può mai una persona che è scappata da una tale cattività, che ha provato il brivido e la gloria della libertà, essere pessimista?
Helen Keller
Cit. da
Optimism
Frasi di Helen Keller
Vuoi sapere perché sono tornato indietro così presto? Sono arrivato fino alla fine della nostra strada. Non ricordavo dove si trovava la strada per la vecchia città. Ho preso qualche strada nei boschi. Non c'era niente di familiare. Nemmeno un dannato albero. Mi ha spaventato a
morte
. Per quello sono tornato di corsa da te. Così avrei potuto vedere la tua bella faccia e avrei potuto sentirmi al sicuro e sentirmi ancora me.
Norman
Dal film:
Sul lago dorato
Scheda film e trama
Frasi del film
[Brancaleone ed i suoi incontrano un uomo intento a punirsi, spingendo un pesante ceppo legato ad un ramo e ricevendolo poi in caduta in pieno petto.]
Brancaleone
: O tu che a codesto modo di te fai strazio, dinci chi tu sie e lo perché ti lanci.
Pattume
: Per mi punire.
Brancaleone
: E quali furono le peccata tua per ti punire con cotal furore?
Pattume
: Uno. Uno solo. Ma lo più orrendo et abominevole che voi possiate mai immaginare! Pensatelo... L'avete voi pensato?
Brancaleone
: Be', sì.
Pattume
: Bene, eheheh. Issi tutti, petto allo meo, potrìano essere opere di bene.
Rozzone
: Alle facce! Hai tu strippato lo fradeio tuo come Caino?
[Pattume nega ridendo a tutte le domande]
Panigotto
: Hai tu sputassato nell'acqua santiera?
Cieco
: O puramente che ti sei accuccato con tua madre istessa?
[Quest'ultima domanda scandalizza tutti i presenti, ma Pattume continua a negare e a ridere. All'improvviso diventa serissimo]
Pattume
: Taluno, cui sofflai nell'orecchio lo peccato meo, perse lo senno, se ne fuggì ululando e ancor si fugge! Et pertanto l'Inferno che m'attende non have strazi bastevoli per me, et però
[perciò]
rincaro da me stesso la dose in attesa della
Morte
che ben sì venga!
[Brancaleone scatta terrorizzato al sentire il nome della
Morte
]
Brancaleone
: Shhh shh shhhhh, non facemo nomi!
[Battendo in testa a Pattume la lancia]
Pattume
: Ancora, che bello male, grazie!
Dal film:
Brancaleone alle crociate
Scheda film e trama
Frasi del film
[Brancaleone rimane interdetto a sentire la voce della
Morte
, e spaventato si volta. Ai suoi occhi appare sulla cima di un dirupo la figura stereotipata della
Morte
: uno scheletro ravvolto in un mantello nero con tanto di falce. Essa si rivolge all'eroe con un leggero accento fiorentino]
Brancaleone
: Chi è? Chi sie?
Morte
: Son la tua
morte
! Non mi chiamasti?
Brancaleone
: I-io?
Morte
: Sì. Fosti tu a invocarmi!
Brancaleone
: Ah, aah sì... parole che sfuggono, nell'empito dei sentimenti... e che si sape mai furon prese a serietà.
Morte
: D'ora innante lo saranno. Preparat'a morire!
Brancaleone
: Lo come? In sull'istante?
Morte
:
[ridendo]
Oh che s'aspetta... io ci sono, tu ci sei... Ti fo scegliere: un coccolone? Peste improvvisa? Verniculite? Ovvero un fulminante disciogliersi de il corpo?
Brancaleone
:
[ridendo sprezzante]
Le misere proposte! Brancaleone da Norcia debbe aversi
morte
gloriosa, con l'arme in pugno et per causa iusta! Eh questo mi spetta: son cavaliere!
Morte
: Come tu vvoi... t'hai tempo le sette lune, trascorse le quali io verrò a ti pigliare dove umque et come umque!
Brancaleone
: Sette lune?! Mi basta l'arco d'un sol iorno per trovare la mia degna
morte
!
Morte
: Quand'è così, voglio aiutarti. Le cinque miglia di qui, il loco detto "Ponterragno", stassi per compiere uno delitto contra uno innocente. Tu tenta a salvarlo, et avrai così gloriosa
morte
. Io là sarò, tra minuti diece. Procedimi!
Brancaleone
: Diece minuti col caval mio Aquilante? Facimo in fra un'oretta, et ivi sarai mia! Birba a chi manca!
Morte
: Birba!
Dal film:
Brancaleone alle crociate
Scheda film e trama
Frasi del film
[Brancaleone è disperato
: i pellegrini, ad eccezion di poche persone, sono stati trucidati mentre lui era impedito dallo scafo della nave di raggiungere la battaglia. Sentendo l'onta su sé, prega la
Morte
affinché venga a prenderlo]
Brancaleone
: Onta! Onta su me! Che l'onta mi sommerga e mi soffochi! Onta! Che mi sia tolta la colpa d'esser vivo fra cotanti morti!
Morte
. Vieni
morte
, bella
morte
. Piglia anco me, orsù che indugi, io ti invoco, tu non mi spauri.
[ride]
Che è mai la vita? Breve romore, sequìto da uno fiato ammorbante.
[ride]
E però
[perciò]
vienimi, vieni
morte
! Strappami a t'essa! T'affretta! Che fai
morte
, tentenni? Presto! Accorrimi ché più non reggo! Io te l'impongo!
Morte
: Son qua!!
Dal film:
Brancaleone alle crociate
Scheda film e trama
Frasi del film
Et ora pendoliamo fianco a fianco come
morte
foglie, e lo vento benevolo a tratti un po' ci ravvicina.
Impiccata
Dal film:
Brancaleone alle crociate
Scheda film e trama
Frasi del film
Riconosci te stesso in ogni essere, e non dare dolore, non dare la
morte
.
Buddha
Cit. da
Dhammapada
Frasi di Buddha
L'attenzione è il sentiero conducente all'immortalità, la disattenzione è il sentiero della
morte
; gli attenti non muoiono, i disattenti sono già come morti.
Buddha
Cit. da
Dhammapada
Frasi di Buddha
Quale essere razionale, consapevole di vecchiaia, malattia e
morte
, potrebbe starsene tranquillamente in piedi, o seduto, oppure sdraiato, o tanto meno ridere?
Invece, chi rimane tranquillo e imperturbabile nel vedere un suo simile vecchio, ammalato o morto, è come un essere senza coscienza:
infatti, se un albero viene privato di frutti e di fiori o cade tagliato, un altro albero non se ne affligge.
Buddha
Frasi di Buddha
Andrew Beckett
: L'AIDS è considerato un handicap ai sensi di legge non solo per le limitazioni fisiche che impone, ma anche perché il pregiudizio che circonda l'AIDS esige la
morte
sociale che precede... che precede... e a volte accelera, la
morte
fisica.
Avvocato Joe Miller
: Questa è l'essenza della discriminazione: il formulare opinioni sugli altri non basate sui loro meriti individuali, ma piuttosto sulla loro appartenenza ad un gruppo con presunte caratteristiche.
Dal film:
Philadelphia
Scheda film e trama
Frasi del film
Tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza. Tutti temono la
morte
. Tutti amano la vita.
Buddha
Frasi di Buddha
Randal
: ‐ E tu sai che mi sono appena visto?
Dante
: ‐ Io che tiravo via una scatola dalla mano di un deficiente?
Randal
: "Il ritorno dello Jedi"
[...]
Tu cosa preferisci, lo "Jedi" o "L'Impero Colpisce ancora"?
Dante
: L'Impero.
Randal
: Bestemmia!
Dante
: L'Impero ha un finale migliore. Intendo: a Luke viene amputata la mano, lui scopre che Lord Fener è suo padre, Han viene ibernato e portato via da Bobba Fett... Un finale che t'ammazza. Insomma, questo è la vita: una serie di finali duri uno appresso all'altro. Invece lo Jedi è solo una massa di pupazzi!
Randal
: No, nello Jedi c'è in ballo qualcos'altro, non me n'ero mai accorto prima d'oggi... loro costruiscono una nuova
Morte
Nera, giusto? Ora, l'altra era pronta e del tutto funzionante prima che i ribelli la distruggessero...
Dante
: Luke l'aveva fatta saltare, tutto merito suo!
Randal
: ...e la seconda quando è stata fatta esplodere era in costruzione...
Dante
: Già, e a farlo è stato Lando Calrissian.
Randal
: C'è sempre stato qualcosa che non mi tornava nella seconda esplosione, qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco e che proprio non mi andava giù.
Dante
: E ora ci sei riuscito?
Randal
: La prima era presidiata dalle armate imperiali... le sole persone a bordo erano le truppe d'assalto e in più diciamo i vari dignitari.
Dante
: Sostanzialmente.
Randal
: Ragion per cui quando quando salta i conti tornano: il male è punito.
Dante
: Mentre la seconda volta?
Randal
: La seconda invece non avevano ancora finito di lavorare, erano ancora in fase di costruzione.
Dante
: Allora?
Randal
: Allora un'impresa di quella portata richiede un sacco di manodopoera in più rispetto al semplice esercito imperiale, scommetto che c'erano di mezzo un mucchio di appaltatori esterni, idraulici, metalmeccanici, muratori...
Dante
: Cioè non solo imperiali, è questo che vuoi dire.
Randal
: Esattamente, specialisti di ogni tipo per finirla alla svelta e di nascosto, figurati se le truppe d'assalto saprebbero installare un gabinetto, loro tutto quello che sanno si limita alle armi e alle divise!
Dante
: D'accordo, coinvolgono degli appaltatori esterni, ma che cos'è che ti disturba tanto quando viene distrutta?
Randal
: Che saltano per aria quei poveri lavoratori in proprio che erano lì per costruire, vittime di una guerra che non li riguardava affatto. Allora, senti, tu hai un'impresa, lo stato ti offre un bell'appalto su un piatto d'argento, hai moglie e figli a carico, un villino di due piani in periferia, si tratta di un appalto goverrnativo e quindi ci sono un fottio di vantaggi, poi arrivano i militanti di sinistra e distruggono tutto quello che c'è nel raggio di sei chilometri con i laser, tu non c'entri niente, non hai una posizione politica, tu cerchi solo di far quadre i conti.
Un Cliente
: Scusate, non volevo interrompere, ma di che cosa state parlando?
Randal
: Del finale di "Il Ritorno dello Jedi".
Dal film:
Clerks - Commessi
Scheda film e trama
Frasi del film
Morte
, che mali estingua, all'uomo è grata.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Ogni timor può vincere chi sa sprezzar la
morte
.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Pubblico lutto è d'onest'uom la
morte
.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Temer la
morte
è del morir più grave.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Se i nostri mali estingue, è un ben la
morte
.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
È compagna di
morte
oscura vita.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Vecchia che ruzza, balocco di
morte
.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Morir d'altri ad arbitrio è doppia
morte
.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Sprezza la
morte
e ogni timor tu vínci.
Lucio Anneo Seneca
Frasi di Lucio Anneo Seneca
Ispettore capo
: Allora, come si chiama?
[Michele Abbagnano non risponde; l'ispettore consulta dei fogli]
Abbagnano Michele... paternità?... N.N... data di nascita?... quando è nato?
Michele Abbagnano
: Il giorno che non ne potetti fare a meno...
Ispettore capo
: Due ottobre ventisette...
Michele Abbagnano
: E se non arrivavate voi oggi potevate scrivere anche la data di
morte
...
Ispettore capo
: Lei non si sarebbe mai buttato...
[7]
Michele Abbagnano
: E che altro potevo fare? mi volevano pigliare tutto, tutto quello che mi serve per campare...
Ispettore capo
: Uno che fa tutte queste scene per sopravvivere alla fine non si suicida.
Michele Abbagnano
: Ah, e allora per vivere uno si deve suicidare veramente? e poi che ne potete sapere quanto potevo resistere attaccato là fuori con una mano sola!
Ispettore capo
: Eh già, sì... l'altra lei non ce l'ha, vero?
Michele Abbagnano
: Nossignore.
Ispettore capo
: Come mai?
Michele Abbagnano
: E che ve lo dico a fare?
Ispettore capo
: Perché io lo devo scrivere sul rapporto.
Michele Abbagnano
: ...Durante la guerra io mi trovavo vicino a coso... là... come si chiama...
Ispettore capo
: Stalingrado.
Michele Abbagnano
: Eh!.. un freddo terribbile, neve ghiaccio dappertutto: un inverno così non ve lo potete neanche immaginare...
Ispettore capo
: Fischiava il vento e urlava la bufera...
Michele Abbagnano
: Ci stavate anche voi?
Ispettore capo
: No, io stavo al Ministero...
Michele Abbagnano
: E in che epoca?
Ispettore capo
: Dal quarantatré.
Michele Abbagnano
: E non vi ricordate di me?
Ispettore capo
: No...
Michele Abbagnano
: E io nel cinquanta facevo il marmista al Ministero del Trasporto a Roma!.. una sera fischiava il... c'era una tramontana terribbile, e una lastra di marmo mi cadde qua sopra e mi tagliò tutti i tendìni dell'avambraccio, e siccome non si poteva fare niente, gentilmente me la amputarono lì stesso là...
Ispettore capo
: E l'altro braccio, il destro, se l'è sfracellato in mezzo a due respingenti, vero?
Michele Abbagnano
: No, era sempre il sinistro, ma prima che me lo tagliavano!
Ispettore capo
: E quello stritolato dal cingolo di un carro armato inglese in Africa durante una tempesta di sabbia?
Michele Abbagnano
: Eh, è passato tanto tempo ma è successo veramente!
Ispettore capo
: E quello bruciato per salvare i bambini dall'incendio?
Michele Abbagnano
: E purtroppo anco questo è successo!
Ispettore capo
: Ma lei quante braccia ha? è successo tutto a lei?
Michele Abbagnano
: Non propriamente a me, ma è successo a tanta gente, non poteva capitare pure ammè?
Dal film:
Café Express
Scheda film e trama
Frasi del film
Si ferma il sesso spirando, io mi giro, spirante.
|
Fonte della mia vita, in te m'avvolgo e affondo.
|
Amore, amore, amore - il braciere raggiante
|
che mi dà, con l'orgasmo, la spiegazione del mondo.
|
|
Povera carne senile, che vibra insoddisfatta,
|
la mia si ribella alla
morte
annunciata.
|
Voglio ancora invadere quell'angusto anfratto
|
dove il maggior diletto mi propizia l'amata.
|
|
Domani, mai più. Oggi stesso, forse,
|
mi si congela il nervo, mi svanisce il piacere
|
prima che, deliziosa, cessi l'esplorazione.
|
|
L'orgasmo dunque coroni l'ora della mia fine
|
e possa io partire, l'essere nella pienezza,
|
imperlando di seme l'eremo irreparabile.
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Si ferma il sesso spirando
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Era un mattino di settembre
|
e lei mi baciava il membro
|
|
Aerei e nuvole passavano
|
cori neri rimbombavano
|
lei mi baciava il membro
|
|
Il mio tempo di ragazzo
|
il mio tempo ancor futuro
|
tutti insieme rifiorivano
|
|
Lei mi baciava il membro
|
|
Un uccellino cantava,
|
nel cuore dell'albero, nel cuor
|
della terra, di me, della
morte
|
|
Morte
e primavera in fiore
|
si disputavano l'acqua chiara
|
acqua che accresceva la sete
|
|
Lei mi baciava il membro
|
|
Tutto quello che ero stato
|
quanto mi era già negato
|
non aveva ormai più senso
|
|
Solo la rosa contratta
|
il tallo ardente, una fiamma
|
e quell'estasi nell'erba
|
|
Lei mi baciava il membro
|
|
Di tutti i baci era il più casto
|
in quella purezza spoglia
|
che é delle cose donate
|
|
Non era omaggio di schiava
|
avviluppata nell'ombra
|
ma regalo di regina
|
|
che diventava cosa mia
|
mi circolava nel sangue
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e dolce e lento e vagante
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come bacio di una santa
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nel più divino trasporto
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e in un fremito solenne
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baciava baciava il membro
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Pensando al resto degli uomini
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che pena avevo di loro
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prigionieri in questo mondo
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Il mio impero si estendeva
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a tutta la spiaggia deserta
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e ad ogni senso all'erta
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Lei mi baciava il membro
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Il capitolo dell'essere
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il mistero di esistere
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la delusione d'amare
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eran tutto onde silenti
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spente su moli lontani
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e una città si ergeva
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radiosa di pietre rare
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e di odi ormai placati
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e sulla brezza il piacere
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veniva a portarmi via
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se prima non mi afflosciava
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come un capello si alliscia
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e mi scombussolava
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in cerchi tutti concentrici
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nella foschia dell'universo
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Baciava il membro
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baciava
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e se ne moriva baciando
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per rinascere a settembre
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Era un mattino di settembre
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Amor - come parola essenziale
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dia inizio alla canzone e la sostanzi.
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Amor guidi il mio verso e, nel guidarlo,
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unisca anima e sesso, membro e vulva.
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Chi osa dir di lui che é solo anima?
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Chi non sente nel corpo l'anima espandersi
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fino a sbocciare in un vivido grido
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d'orgasmo, in un istante d'infinito?
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Il corpo avvinghiato a un altro corpo,
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fuso, dissolto, torna all'origine
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degli esseri, che Platone vide completi:
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é uno, in due perfetto: due in uno.
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Integrazione a letto o già nel cosmo?
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Dove ha fine la stanza e giunge agli astri?
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Che forza qui nei fianchi ci trasporta
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a quell'estrema regione, eterea, eterna?
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Al delizioso tocco della clitoride,
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tutto, ecco, si trasforma, in un baleno.
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In un minuscol punto di quel corpo,
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la fonte, il fuoco, il miele si concentrano.
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La penetrazione via via squarcia le nubi
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e svela soli tanto sfolgoranti
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che mai l'umana vista ha sopportato,
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ma, trafitto di luce, continua il coito.
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E continua e si estende in tale guisa
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che, oltre noi, oltre la stessa vita,
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come attiva astrazione che si fa carne,
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l'idea di godere sta godendo.
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E in un patir di gaudio, tra parole,
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anzi di meno, suoni, ansimi, ahi,
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solo un piacere in noi raggiunge l'apice:
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é quando l'amore muore d'amor, divino.
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Quante volte moriamo l'uno nell'altro,
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nell'umida caverna vaginale,
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di quella
morte
che é dolce più del sonno:
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la quiete dei sensi, soddisfatta.
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Allora si instaura la pace. Pace di dei,
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adagiati sul letto, come statue
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vestite di sudore, grate per quanto
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ad un dio aggiunge l'amor terreno.
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Amor - come parola essenziale
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
La fuga dal reale,
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ancora più lontano la fuga dal fantastico,
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più lontano di tutto, la fuga da se stesso,
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la fuga dalla fuga, l'esilio
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senza acqua e parola, la perdita
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volontaria di amore e memoria,
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l'eco
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che non corrisponde più all'appello, e questo che si fonde,
|
la mano che diviene enorme e che sparisce
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sfigurata, tutti i gesti insomma impossibili,
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se non inutili,
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l'inutilità del canto, la purezza
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del colore, né un braccio che si muova né un'unghia che cresca.
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Non la
morte
tuttavia.
|
|
Ma la vita: captata nella sua forma irriducibile,
|
senza più ornamento o commento melodico,
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vita a cui aspiriamo come pace nella stanchezza
|
(non la
morte
),
|
vita minima, essenziale; un inizio; un sonno;
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meno che terra, senza calore; senza scienza né ironia;
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quello che si possa desiderare di meno crudele: vita
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in cui l'aria, non respirata, mi avvolga;
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nessuno spreco di tessuti; loro assenza;
|
confusione tra mattino e sera, senza più dolore,
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perché il tempo non si divide più in sezioni; il tempo
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eliminato, domato.
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Non ciò che è morto né l'eterno o il divino,
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soltanto quello che è vivo, piccolo, silenzioso, indifferente
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e solitario vivo.
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Questo io cerco.
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
La fuga
Commenti:
1
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Di tutto è rimasto un poco.
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Della mia paura. Del tuo ribrezzo.
|
|
Dei gridi blesi. Della rosa
|
è rimasto un poco.
|
|
È rimasto un poco di luce
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captata nel cappello.
|
Negli occhi del ruffiano
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è restata un po' di tenerezza
|
(molto poco).
|
|
Poco è rimasto di questa polvere
|
che ti coprì le scarpe
|
bianche. Pochi panni sono rimasti,
|
pochi veli rotti,
|
poco, poco, molto poco.
|
|
Ma d'ogni cosa resta un poco.
|
Del ponte bombardato,
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delle due foglie d'erba,
|
del pacchetto
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-vuoto- di sigarette, è rimasto un poco.
|
|
Ché di ogni cosa resta un poco.
|
È rimasto un po' del tuo mento
|
nel mento di tua figlia.
|
|
Del tuo ruvido silenzio
|
un poco è rimasto, un poco
|
sui muri infastidì,
|
nelle foglie, mute, che salgono.
|
|
È rimasto un po' di tutto
|
nel piattino di porcellana,
|
drago rotto, fiore bianco,
|
di rughe sulla tua fronte,
|
ritratto.
|
|
Se di tutto resta un poco,
|
perché mai non dovrebbe restare
|
un po' di me? Nel treno
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che porta a nord, nella nave,
|
negli annunci di giornale,
|
un po' di me a Londra,
|
un po' di me in qualche dove?
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Nella consonante?
|
Nel pozzo?
|
|
Un poco resta oscillando
|
alla foce dei fiumi
|
e i pesci non lo evitano,
|
un poco: non viene nei libri.
|
|
Di tutto rimane un poco.
|
Non molto: da un rubinetto
|
stilla questa goccia assurda,
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metà sale e metà alcool,
|
salta questa zampa di rana,
|
questo vetro di orologio
|
rotto in mille speranze,
|
questo collo di cigno,
|
questo segreto infantile...
|
Di ogni cosa è rimasto un poco:
|
di me; di te; di Abelardo.
|
Un capello sulla mia manica,
|
di tutto è rimasto un poco;
|
vento nelle mie orecchie,
|
rutto volgare, gemito
|
di viscere ribelli,
|
e minuscoli artefatti:
|
campanula, alveolo, capsula
|
di revolver... di aspirina.
|
Di tutto è rimasto un poco.
|
E di tutto resta un poco.
|
Oh, apri i flaconi di profumo
|
e soffoca
|
l'insopportabile lezzo della memoria.
|
|
Ma di tutto, terribile, resta un poco,
|
e sotto le onde ritmate
|
e sotto le nuvole e i venti
|
e sotto i ponti e sotto i tunnel
|
e sotto le fiamme e sotto il sarcasmo
|
e sotto il muco e sotto il vomito
|
e sotto il singhiozzo, il carcere, il dimenticato
|
e sotto gli spettacoli e sotto la
morte
in scarlatto
|
e sotto le biblioteche, gli ospizi, le chiese trionfanti
|
e sotto te stesso e sotto i tuoi piedi già rigidi
|
e sotto i cardini della famiglia e della classe,
|
rimane sempre un poco di tutto.
|
A volte un bottone. A volte un topo.
|
|
[da "La rosa del popolo", 1945]
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Residuo
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Il poeta era ubriaco sul tram.
|
Il giorno nasceva dietro i giardini.
|
Le pensioni allegre dormivano tristissime.
|
Anche le case erano ubriache.
|
|
Tutto era irreparabile.
|
Nessuno sapeva che il mondo sarebbe finito
|
(soltanto un bambino lo capì ma stette zitto),
|
che il mondo sarebbe finito alle 7.45.
|
Ultimi pensieri! Ultimi telegrammi!
|
José, che collocava pronomi,
|
Helena, che amava gli uomini,
|
Sebastiao, che si stava rovinando,
|
Artur, che non diceva niente,
|
si imbarcano per l'eternità.
|
|
Il poeta è ubriaco, ma
|
coglie un appello nell'aurora:
|
andiamo tutti a ballare
|
Fra il tram e l'albero?
|
|
E fra il dramma dell'albero
|
danzate, fratelli miei!
|
Seppure senza musica
|
danzate, fratelli miei!
|
I figli stanno nascendo
|
con la spontaneità così grande.
|
Com'é meraviglioso l'amore
|
(l'amore ed altri prodotti).
|
Danzate, fratelli miei!
|
La
morte
verrà dopo
|
come un sacramento.
|
|
[da "Brughiera delle anime", 1934]
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Aurora
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Silenzioso cubo di tenebra:
|
un salto, e sarebbe la
morte
.
|
Ma è soltanto, sotto il vento,
|
l'integrazione nella notte.
|
|
Nessun pensiero d'infanzia,
|
né nostalgia né vano proposito.
|
Esclusivamente la contemplazione
|
di un mondo enorme e immobile.
|
|
La somma della vita è nulla.
|
Ma la vita ha questo potere:
|
nell'oscurità assoluta,
|
come un liquido, circola.
|
|
Suicidio di ricchezza, scienza...
|
L'anima severa si interroga
|
e subito tace. E non sa
|
se è notte, mare o distanza.
|
|
Triste faro dell'Isola Rasa.
|
|
[da "Sentimento del mondo", 1940]
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Notturno alla finestra dell'appartamento
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
E allora piangi piangi forte e ridi ancora più forte così che scoppi di vita così che scacci la
morte
.
Jovanotti
Cit. da
Kebrillah
Frasi di Lorenzo Cherubini
È un continuo alternarsi di gioia e dolore, una presenza continua della vita e della
morte
a braccetto come se andassero a una festa, tutt'e due nel pieno del loro splendore.
Jovanotti
Cit. da
Il grande boh!
Frasi di Lorenzo Cherubini
La
morte
per fuoco è una
morte
crudele. Dalla è morta dando alla luce suo figlio, ma tu lo hai nutrito, lo hai amato. Hai salvato tuo figlio dal ghiaccio. Adesso salva il suo dal fuoco.
[Jon a Gilly]
George R. R. Martin
Cit. da
I guerrieri del ghiaccio
Frasi di George R. R. Martin
Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando.
|
Non vedo la strada che mi sta davanti.
|
Non posso sapere con certezza dove andrò a finire.
|
Secondo verità, non conosco neppure me stesso
|
e il fatto che penso di seguire la tua volontà non significa che lo stia davvero facendo.
|
Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti
|
e spero di averlo in tutte le cose, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio.
|
So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giusta via,
|
quantunque io possa non capirne nulla.
|
Avrò sempre fiducia in te,
|
anche quando potrà sembrarmi di essere perduto e avvolto nell'ombra della
morte
.
|
Non avrò paura,
|
perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli.
Thomas Merton
Frasi di Thomas Merton
Tutto l'amore che non è dono di se stesso totalmente libero e spontaneo, ha in sé un presagio di
morte
.
Thomas Merton
Cit. da
Presentazione a "Canto all'amore"
Frasi di Thomas Merton
Gli avvenimenti risalgono al 1932, quando il penitenziario di stato si trovava ancora a Cold Mountain. E là c'era anche naturalmente la sedia elettrica.
I detenuti scherzavano sulla sedia, come sempre si fa delle cose di cui si ha paura, ma da cui non ci si può sottrarre. La chiamavano Old Sparky, come dire la Scintillante, o Big Juicy, la Scaricona. Circolavano battute sulla bolletta della luce e su come e dove Moores, il direttore del nostro carcere, avrebbe cucinato il suo pranzo del Ringraziamento, quell'autunno, con la moglie Melinda troppo malata per mettersi ai fornelli.
Ma in quelli che dovevano veramente sedervisi, la voglia di scherzare si spegneva in un baleno. Nel periodo da me trascorso a Cold Mountain ho presieduto a più di settantotto esecuzioni (questo è un numero sul quale non ho mai fatto confusione; me lo ricorderò sul letto di
morte
) e credo che, per la maggioranza di quegli uomini, la verità di ciò che stava accadendo li colpiva finalmente come una legnata quando gli bloccavano le caviglie alla solida quercia delle gambe di Old Sparky. In quel momento (vedevi la consapevolezza riempirgli piano piano gli occhi, una specie di freddo sgomento) si rendevano conto che le gambe avevano concluso la loro carriera. Dentro vi scorreva ancora il sangue, i muscoli erano ancora reattivi, ma avevano chiuso lo stesso; non avrebbero percorso nemmeno più un metro di un sentiero fra i boschi, non avrebbero più ballato con una ragazza a qualche festa di campagna. Ai clienti di Old Sparky la coscienza della propria
morte
saliva dalle caviglie. C'era un sacchetto nero di seta da mettergli sulla testa quando avevano finito di pronunciare le loro ultime parole, perlopiù incoerenti. Il cappuccio era per loro, ma io ho sempre pensato che in realtà fosse per noi, per impedirci di vedere l'orribile marea di sgomento che sale nei loro occhi quando cominciano a capire che moriranno con le ginocchia piegate.
Stephen King
Cit. da
Il miglio verde ‐ Incipit
Frasi di Stephen King
L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.
Il deserto era l'apoteosi di tutti i deserti, sconfinato, vasto fino a traboccare nel cielo per quella che sembrava un'eternità in tutte le direzioni. Era bianco e accecante e arido, amorfo salvo che per l'abbozzo labile e nebuloso delle montagne all'orizzonte e per l'erba diavola che portava dolci sogni, incubi,
morte
. A indicare la via appariva di tanto in tanto una lapide, perché un tempo la pista semicancellata scavata nella spessa crosta alcalina era stata una strada importante, percorsa da carri e corriere. Da allora il mondo era andato avanti. Il mondo si era svuotato.
Stephen King
Cit. da
L'ultimo cavaliere ‐ Incipit
Frasi di Stephen King
Il padre di Bobby Garfield era stato uno di quelli che cominciano a perdere i capelli sui vent'anni e sono completamente calvi intorno ai quarantacinque. La
morte
per infarto a trentasei anni aveva risparmiato a Randall Garfield quesito esito estremo. Era agente immobiliare e aveva esalato l'ultimo respiro sul pavimento di una cucina altrui. Quando era spirato il possibile acquirente era in soggiorno a cercare di chiamare un'ambulanza da un telefono scollegato. All'epoca Bobby aveva tre anni. Conservava ricordi vaghi di un uomo che gli faceva il solletico e lo baciava sulle guance e sulla fronte. Era più che sicuro che quell'uomo era suo padre. HA LASCIATO UN VUOTO COLMO DI TRISTEZZA, era scritto sulla lapide di Randall Garfield, ma sua madre non era poi così triste e quanto a Bobby... be', come si può rimpiangere una persona che non si riesce a ricordare?
Stephen King
Cit. da
Uomini bassi in soprabito giallo ‐ Incipit
Frasi di Stephen King
Oltre i monti e oltre i mari, in un regno che si chiamava Delain, c'era una volta un re con due figli. Delain era un regno antico che aveva avuto centinaia di re, se non addirittura migliaia: quando è davvero molto il tempo trascorso, nemmeno gli storici riescono a ricordare tutto. Roland il Buono non era né il migliore né il peggiore fra i re che avevano governato quel paese. Nell'evitare eccessi di malvagità metteva un grande impegno e in questo riusciva quasi sempre. Uguale buona volontà dedicava alle grandi opere, che purtroppo non gli riuscivano altrettanto bene. Ne risultava un re decisamente mediocre, tanto che lui stesso dubitava che sarebbe stato ricordato a lungo dopo la sua
morte
. La quale
morte
sarebbe potuta giungere da un momento all'altro, ormai, perché era diventato vecchio e il suo cuore era affaticato. Gli restava forse un anno, a dir molto gliene restavano tre. Tutti coloro che lo conoscevano e coloro che notavano il grigiore del suo volto e il tremito delle sue mani quando dava udienza, erano d'accordo nel pronosticare che di lì a cinque anni al massimo nella grande piazza dominata dall'Obelisco si sarebbe incoronato un nuovo re... e volendo Iddio mancavano non più di cinque anni a quel momento. Perciò dal più ricco barona e dalla più leziosa cortigiana al più povero servo della gleba e alla più umile contadina, tutti nel regno pensavano e parlavano del re prossimo venturo, Peter, figlio primogenito di Roland.
E uno solo fra tanti pensava e architettava e rimuginava su come fare in modo che venisse incoronato in sua vece Thomas, secondogenito di Roland. Costui era Flagg, il mago di corte.
Stephen King
Cit. da
Gli occhi del drago ‐ Incipit
Frasi di Stephen King
Jake andò a quella che di sicuro sarebbe stata la sua
morte
ricordando due cose che gli aveva detto Roland Deschain, il suo vero padre. Le battaglie che durano cinque minuti generano leggende che vivono mille anni. E: non è indispensabile che tu muoia felice, ma devi morire soddisfatto, perché hai vissuto la tua vita dall'inizio alla fine e sempre si serve il ka.
Stephen King
Cit. da
La torre nera
Frasi di Stephen King
Tutte le nostre conoscenze ci aiutano solo a morire di una
morte
un po' più dolorosa di quella degli animali che nulla sanno.
Maurice Maeterlinck
Frasi di Maurice Maeterlinck
Certe cose non riposano in pace nemmeno da
morte
. Le loro ossa gridano dalla terra.
Stephen King
Cit. da
La sfera del buio
Frasi di Stephen King
Tre fuochi dovrai accendere... uno per la vita, uno per la
morte
e uno per l'amore... Tre destrieri dovrai cavalcare... uno per il piacere, uno per il terrore e uno per l'amore... Tre tradimenti dovrai conoscere... uno per il sangue, uno per l'oro e uno per l"amore.
[Gli Eterni a Daenerys Targaryen]
George R. R. Martin
Cit. da
La regina di draghi
Frasi di George R. R. Martin
Eddie e Susannah si coricarono insieme. Quando furono sicuri che il pistolero dovesse essersi addormentato, fecero l'amore. Roland li sentì nella sua lunga veglia e li udì parlare sottovoce dopo l'amore. Parlarono soprattutto di lui. In silenzio, con gli occhi aperti nell'oscurità restò ancora a lungo dopo che il loro mormorio era cessato e il loro respiro si era fuso insieme in un'unica nota regolare. Bello era essere giovani e innamorati, pensò. Anche nel cimitero a cui era stato ridotto quel mondo, era bello lo stesso. Vi sia di felicità finché vi è possibile, pensò, perché la
morte
ci aspetta ancora. Siamo giunti a un torrente di sangue. Esso ci porterà a un fiume di uguale fattura, non ne dubito. E più avanti ancora, a un oceano. In questo mondo le tombe sono spalancate e nessuno dei morti riposa in pace. Quando l'alba cominciava a spuntare, chiuse gli occhi. Dormì brevemente. E sognò di Jake.
Stephen King
Cit. da
Terre desolate
Frasi di Stephen King
Le argomentazioni contro l'insania sfumano con un fruscio lieve d'increspatura; questi sono i suoni di voci
morte
su dischi morti che fluttuano nel canale guasto della memoria. Quando mi giro a chiederti se ricordi, quando mi giro verso di te nel nostro letto.
Stephen King
Cit. da
La storia di Lisey
Frasi di Stephen King
Eran le sei del pomeriggio, un giorno
|
chiaro festivo. Dietro al Faro, in quelle
|
parti ove s'ode beatamente il suono
|
d'una squilla, la voce d'un fanciullo
|
che gioca in pace intorno alle carcasse
|
di vecchie navi, presso all'ampio mare
|
solo seduto; io giunsi, se non erro,
|
a un culmine del mio dolore umano.
|
|
Tra i sassi che prendevo per lanciare
|
nell'onda (ed una galleggiante trave
|
era il bersaglio), un coccio ho rinvenuto,
|
un bel coccio marrone, un tempo gaia
|
utile forma nella cucinetta,
|
con le finestre aperte al sole e al verde
|
della collina. E fino a questo un uomo
|
può assomigliarsi, angosciosamente.
|
|
Passò una barca con la vela gialla,
|
che di giallo tingeva il mare sotto;
|
e il silenzio era estremo. Io della
morte
|
non desiderio provai, ma vergogna
|
di non averla ancora unica eletta,
|
d'amare più di lei io qualche cosa
|
che sulla superficie della terra
|
si muove, e illude col soave viso.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
In riva al mare
Frasi di Umberto Saba
Malinconia
|
la vita mia
|
struggi terribilmente;
|
e non v'è al mondo, non c'è al mondo niente
|
che mi divaghi.
|
|
Niente, o una sola
|
casa. Figliola,
|
quella per me saresti.
|
S'apre una porta; in tue succinte vesti
|
entri, e mi smaghi.
|
|
Piccola tanto,
|
fugace incanto
|
di primavera. I biondi
|
riccioli molti nel berretto ascondi,
|
altri ne ostenti.
|
|
Ma giovinezza,
|
torbida ebbrezza,
|
passa, passa l'amore.
|
Restan sì tristi nel dolente cuore,
|
presentimenti.
|
|
Malinconia,
|
la vita mia
|
amò lieta una cosa,
|
sempre: la
Morte
. Or quasi è dolorosa,
|
ch'altro non spero.
|
|
Quando non s'ama
|
più, non si chiama
|
lei la liberatrice;
|
e nel dolore non fa più felice
|
il suo pensiero.
|
|
Io non sapevo
|
questo; ora bevo
|
l'ultimo sorso amaro
|
dell'esperienza. Oh quanto è mai più caro
|
il pensier della
morte
,
|
|
al giovanetto,
|
che a un primo affetto
|
cangia colore e trema.
|
Non ama il vecchio la tomba: suprema
|
crudeltà della sorte.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
La Malinconia
Frasi di Umberto Saba
Allora vai senza perdere altro tempo, vai veloce mentre l'ultima luce si spegne, vattene da Derry, allontanati dal ricordo... ma non dal desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po' di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c'è con tutto il coraggio che riesci a trovare e tutta la fiducia che riesci ad alimentare. Sii valoroso, sii coraggioso, resisti. Tutto il resto è buio.
Ma chi sa per quanto tempo può durare un lutto. Non è possibile che dopo trenta o quarant'anni dalla scomparsa di un figlio o di un fratello di una sorella, ci si ritrovi nel dormiveglia a pensare al defunto con lo stesso senso di nostalgia e di vuoto, la sensazione di un'assenza che non potrà mai più essere riempita.. forse nemmeno dopo la
morte
.
Stephen King
Cit. da
It
Frasi di Stephen King
Unica compagnia il silenzio, come ala di falena. E mai più l'agonia del moto, il lungo incubo della strada. Il corpo in pace. Ordine e immobilità. Il buio perfetto della
morte
.
Stephen King
Cit. da
La lunga marcia
Frasi di Stephen King
La folla non sapeva perché acclamava, ma forse lo intuiva, forse sapeva che il cerchio tra adorazione della
morte
e desiderio di
morte
si era chiuso per un altro anno, e la folla non capiva più niente, era convulsa, in un parossismo di follia.
Stephen King
Cit. da
La lunga marcia
Frasi di Stephen King
Garraty si sentì sopraffare ancora una volta dal fascino della
morte
, e cercò di scacciarlo.
Stephen King
Cit. da
La lunga marcia
Frasi di Stephen King
La
morte
acuisce i desideri.
Stephen King
Cit. da
La lunga marcia
Frasi di Stephen King
Gli capitava sovente di fissare la strada. Qualche volta la striscia bianca era intera, qualche volta spezzata, qualche volta doppia come i binari del tram. Si chiese come la gente potesse percorrere quella strada, gli altri giorni dell'anno, senza scorgere lo schema di vita e di
morte
in quella riga bianca. O lo vedevano?
Stephen King
Cit. da
La lunga marcia
Frasi di Stephen King
Per me l'Universo era del tutto privo di Vita, o di Scopo, o di Volontà, e perfino di Ostilità; era solo un enorme, inerte, incommensurabile Locomotiva che correva, nella sua mortale indifferenza, per stritolarmi membro a membro. Oh immenso, malinconico, solitario Golgota, e Fabbrica di
Morte
! Perché il Vivo è stato esiliato laggiù solitario eppur cosciente? Perché, se il Diavolo non esiste; anzi, a meno che il Diavolo sia il vostro Dio?
Thomas Carlyle
Frasi di Thomas Carlyle
Uno dei miei compiti in quanto scrittore è quello di assalire le vostre emozioni e forse di aggredirvi ‐ e per far questo uso tutti gli strumenti disponibili. Forse sarà per spaventarvi a
morte
, ma potrebbe anche essere per prendervi in modo più subdolo, per farvi sentire tristi. Riuscire a farvi sentire tristi è positivo. Riuscire a farvi ridere è positivo. Farvi urlare, ridere, piangere, non mi importa, ma coinvolgervi, farvi fare qualcosa di più che mettere il libro nello scaffale dicendo: "Ne ho finito un altro", senza nessuna reazione. Questa è una cosa che odio. Voglio che sappiate che io c'ero".
Stephen King
Cit. da
Repubblica.it, 28 ottobre 2006, Intervista
Frasi di Stephen King
L'amore non muore mai di
morte
naturale. Muore di cecità, errori e tradimenti. Muore di stanchezza e deperimento, di appannamento.
Anaïs Nin
Commenti:
2
Frasi di Anaïs Nin
Non ho paura della
morte
: è la posta che stabiliamo per giocare al gioco della vita.
Jean Giraudoux
La giustizia non governa la vita e la
morte
. Altrimenti nessuna persona buona morirebbe giovane.
Mitch Albom
Cit. da
Le cinque persone che incontri in cielo
La
morte
mette fine alla vita, non ad una relazione.
Mitch Albom
Commenti:
2
La
morte
non è la perdita più grande nella vita. La perdita più grande è quello che muore dentro di noi mentre viviamo.
[Death is not the greatest loss in life. The greatest loss is what dies inside us while we live.]
Norman Cousins
Commenti:
1
E la
Morte
parlò a loro. Era arrabbiata perché tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume. Ma la
Morte
era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo
[...]
.
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la
Morte
e chiese il potere di richiamare gli altri dalla
Morte
.
[...]
Infine la
Morte
chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della
Morte
. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la
Morte
, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.
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«Albus Severus» mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. «Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto».
[Harry]
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«Cerca di batterlo
[Scorpius]
in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre.»
«Ron, per l'amor del cielo!» ribatté Hermione, un po' seria un po' divertita. «Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!»
«Hai ragione, scusa» concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: «Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue.»
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Mia figlia no, cagna!
[la signora Weasley a Bellatrix Lestrange]
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Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?
[Silente]
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Tu sei il vero padrone della
Morte
, perché il vero padrone non cerca di sfuggirle. Accetta di dover morire e comprende che vi sono cose assai peggiori nel mondo dei vivi che morire.
[Silente a Harry]
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«
[...]
A me nel frattempo fu offerto il posto di Ministro della Magia, e non una sola volta. Naturalmente rifiutai. Avevo imparato che non ero adatto al potere».
«Ma lei sarebbe stato molto, molto meglio di Caramell o Scrimgeour!» sbottò Harry.
«Pensi?» chiese Silente in tono grave. «Non ne sono così sicuro. Da giovane avevo dimostrato che il potere era la mia debolezza e la mia tentazione. È curioso, Harry, ma forse i governanti migliori sono quelli che non l'hanno mai desiderato. Quelli che, come te, si vedono affidare la guida e raccolgono lo scettro perché devono, e scoprono con loro sorpresa di impugnarlo bene.
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«E la sua conoscenza è rimasta terribilmente lacunosa, Harry! Ciò che Voldemort non ritiene importante, non si dà la pena di comprenderlo. Di elfi domestici e storie per bambini, di amore, fedeltà e innocenza Voldemort non sa e non capisce niente. Niente. Che tutti hanno un potere che va oltre il suo, oltre la portata di qualunque magia, è una verità che non ha mai afferrato.
«Ha preso il tuo sangue convinto che l'avrebbe rafforzato. Ha accolto nel suo corpo una minuscola parte dell'incantesimo che tua madre aveva imposto su di te quando morì per te. Il suo corpo tiene vivo il sacrificio di Lily, e finché quell'incantesimo sopravvive, sopravvivi anche tu, e sopravvive l'ultima speranza di Voldemort per se stesso».
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Voleva essere fermato, portato indietro, a casa...
Ma era a casa. Hogwarts era la prima e la migliore casa che avesse conosciuto. Lui e Voldemort e Piton, i ragazzi abbandonati, avevano tutti trovato una casa lì...
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«Un momento!» fece Ron, brusco. «Abbiamo dimenticato qualcuno!»
«Chi?» chiese Hermione.
«Gli elfi domestici, saranno tutti giù in cucina, no?»
«Vuoi dire che dobbiamo farli combattere?» domandò Harry.
«No» rispose Ron, serio. «Dobbiamo farli andar via. Non vogliamo altri Dobby, no? Non possiamo chiedergli di morire per noi...»
Le zanne del Basilisco caddero con un gran fragore dalle braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò Hermione da terra.
«Vi pare il momento?» gemette Harry debolmente. Ma quando non successe nulla, anzi Ron e Hermione si strinsero più forte e cominciarono a dondolare sul posto, alzò la voce. «Ehi! C'è una guerra là fuori!»
Ron e Hermione si separarono, ma rimasero abbracciati.
«Lo so, Harry» ribbattè Ron, con l'aria di chi è appena stato colpito da un Bolide, «quindi ora o mai più, no?»
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[Dialogo tra Severus Piton e Albus Silente, Piton parla di Harry]
Silente aprì gli occhi. Piton era sconvolto.
«L'hai tenuto in vita perché possa morire al momento giusto?»
«Non esserne stupito Severus. Quanti uomini e donne hai visto morire?»
«Di recente, solo quelli che non sono riuscito a salvare» rispose Piton. Si alzò. «Tu mi hai usato
[...]
Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l'hai allevato come una bestia da macello...»
«Ma è commovente, Severus» osservò Silente, serio.«Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?»
«A lui?» Urlò Piton «Expecto Patronum!»
Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d'argento: atterrò sul pavimento dell'ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime.
«Dopo tutto questo tempo?»
«Sempre» rispose Piton.
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No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto.
[Silente a Piton]
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"Guar... da... mi" sussurrò
[Piton]
. Gli occhi verdi incontrarono i neri, ma dopo un attimo qualcosa nel profondo di questi ultimi svanì, lasciandoli fissi e vuoti. La mano che stringeva Harry crollò a terra e Piton non si mosse più.
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Harry rifletté in fretta, mentre ancora la cicatrice bruciava e la sua testa minacciava di aprirsi di nuovo. Silente l'aveva avvertito di non parlare degli Horcrux con nessuno tranne Ron e Hermione. Segreti e bugie, ecco come siamo cresciuti, e Albus... aveva un talento naturale... Si stava trasformando in Silente, si teneva i segreti stretti al petto, aveva paura di fidarsi degli altri? Ma Silente si era fidato di Piton e a cos'aveva portato? A un assassinio sulla torre più alta...
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