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Cento niente hanno ucciso l'asino
C'era una volta un asino che con il suo padrone saliva ogni giorno su per la montagna a raccogliere il legname.

Un giorno come tanti altri, raggiunta la cima il padrone iniziò a raccogliere la legna e la caricò sull'asino.

Quel giorno però decise di scendere da un sentiero di montagna che non frequentava spesso.

Percorrendo il tragitto trovò a terra un pezzo di legno e decise di aggiungerlo al carico dell'asino, pensando che un solo piccolo pezzo non potesse fare tanta differenza.

Scendendo verso valle, trovò nuovamente altri pezzi di legno isolati, che ogni ogni volta raccoglieva e aggiungeva al carico del povero Asino, pensando ogni volta che un poco di legna in più non potesse nuocere all'asino. Fino a quando l'asino, esausto, crollò a terra a causa dell'eccessivo peso. E morì.

Morale: Nella vita non dovremmo esagerare nel caricarci di tante piccole cose che sommate tra loro procurano un peso eccessivo. Rischiamo di accorgerci del danno quando ormai è troppo tardi.
  • Sono pienamente d'accordo. Spesso ci si accorge tardi di cose che a noi, sembrano superficiali ed, invece non lo sono per niente, come questa storiella da me parzialmente inventata che ha, alla fine, una morale simile. Buona lettura. Ciao. Franco, 61 anni di Milano.

    UN ATTIMO DOPO

    Una mattina d’estate di molti anni fa’, come quasi tutte le mattine, uscii di casa molto presto, per recarmi a lavoro, alle 5, 45. Scesi la solita rampa di scale che dal primo piano dove abitavo, e abito tutt’ora, porta al portone d’ingresso che permette di attraversare il piccolo cortile condominiale dove, poi, si deve solcare un secondo cancello in ferro tinteggiato di nero che, passatolo, ci si trova direttamente, sul marciapiede della via di transito dei veicoli. In quel breve tratto di cortile, notai su uno dei rami piu’ bassi di un piccolo albero che si reggeva quasi a margine del giardino dello stesso, un uccellino. Istintivamente, allungai il mio braccio destro verso di lui, con il palmo della mano rivolto in su’. Sorprendentemente, anche l’uccellino ebbe questo medesimo istinto e, con un piccolo movimento di ali, volò, posandosi sul palmo della mia mano. Io ne ero quasi incredulo, un uccellino sulla mia mano…. incredibile. Lo guardai. La sensazione era la stessa di un neonato tra le braccia. Mi riempii gli occhi di quella piccola creatura, immagine tenera ed inaspettata. Aveva un becco sottile ed un piumaggio nerastro con riflessi verdi e purpurei. Questo incontro di sguardi, non durò a lungo. Pensai che tenerlo tanto tempo sulla mano, fosse come, in un certo senso, imprigionarlo, un tacito obbligo di restare li’, con me. Allora, con un leggero e sussultorio movimento, scossi il mio braccio, come fosse una lieve spintarella, un aiuto a farlo volar via. Cosi’ fece, volò via…in piena libertà. Lo seguii con lo sguardo, finchè scomparve completamente, nel cielo azzurro. Ma ecco che, un attimo dopo, mi pentii di ciò che avevo fatto. Mi pentii di averlo lasciato libero…non che volessi non lasciarlo libero, ma avrei potuto tenerlo ancora un pochino sulla mia mano, mirarlo e rimirarlo ancora per un po’…tanto l’avrei lasciato andarsene ugualmente, pensai che non mi sarebbe mai piu’ presentata un’occasione cosi’ surreale, meravigliosa…. quasi fiabesca. Si’, pensai questo…. ma un attimo dopo. Riflettei a lungo su questo. Accidenti, mi domandai, ma quante cose abbiamo fatto…detto…intrapreso fino ad ora senza pensare veramente a quello che stavamo facendo e dicendo in quel preciso momento e ci siamo resi conto solo un attimo dopo che avremmo potuto prendere certe decisioni o fare certe cose, in modo totalmente, o quasi, diverso.
    Ma la vita è questa, è gioia mischiata a dolore, allegria mischiata a malinconia…situazioni diverse e rancori infiniti, alcuni devono iniziare, alcuni, invece, sono già finiti.
    Storie da cominciare e storie appena finite…. queste sono le nostre vite.

    Da: Franco
    Data: mercoledì 12 febbraio 2020 alle ore 15:27

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