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Commenti alla frase di Paolo Crepet

  • Cara Gladys, alla fine, diciamo le stesse cose e proponiamo lo stesso pensiero/concetto con modalità diverse, perché diverse sono le nostre caratteristiche caratteriali...
    Ebbene, è proprio per questa diversità, per questa unicità patrimonio di ogni essere umano, che ritengo "insensata" una globalizzazione a tutti i costi e, direi quasi, obbligata... Per te, essa è fonte di ampliamento di orizzonti, di apertura al sapere ma, per altri, è sopraffazione, è radicalizzarsi al fine di distruggere altre culture e altre "diversità ": l'incubo in cui gli italiani sono costretti a vivere nelle grandi città, nelle stazioni, nell'occupazione di proprietà altrui, senza averne diritto... e poi ci sono certi politici che "osannano " l'accoglienza indiscriminata e senza controlli per avere voti... insomma, tante diversità, tanti modi di pensare: leciti ? A mio avviso, alcuni sì, sicuramente, ma altri indebiti...

    Da: Giusy
    Data: ieri alle ore 13:03
  • Cara Giusy, io non vedo nulla di male nella globalizzazione, solo un'ampiezza di conoscenze che ci permette di imparare cose nuove, ma è ovvio che innanzitutto uno deve conoscere e mantenere le proprie unicità che lo distinguono e in queste, oltre a lingua e usanze, rientrerebbero pure quelle di natura economica e sociale. Personalmente non avrei mai potuto rinnegare la mia lingua e le mie usanze, cosa che ho trasmesso a mio figlio, seppure appartenenti a una minoranza, e lui, figlio di un matrimonio misto. Come sono severa con me stessa lo sono anche verso chi si comporta da volta gabbana per le convenienze più svariate. Lingua e usanze sono la nostra identità e questa non va barattata per nulla e per nessuno... o, almeno per me é così, costi quel che costi, perché non sempre è facile.

    Da: Gladys Bozanic
    Data: martedì 17 settembre alle ore 14:46
  • Non c'è di che meravigliarci già che essi sono il risultato di ciò che è diventata la vita della maggioranza degli occidentali. Sempre meno tempo a disposizione da dedicare alla famiglia e soprattutto ai figli che così sono completamente alla mercè dei media dove c'è sempre meno spazio adeguato a loro, pieno di violenza di tutti i tipi perché anche " l'innocua reclam " non lo è innocua affatto visto che tende a invogliarli di cibi e vivande che non sono salutari o giocattoli che minano la loro inventiva e fantasia e con ciò limita anche la loro capacità d'esprimersi come sarebbe consono alla loro età.

    Da: Gladys Bozanic
    Data: martedì 17 settembre alle ore 14:08
  • "Orribile visu"...
    direbbero i nostri antenati.
    I piccoli e i giovani non conoscono più la loro lingua madre che, meglio di qualsiasi altro elemento, li lega alle loro radici.
    Tutto ciò è fonte di disamore, indifferenza, apatia che, come possiamo constatare ogni giorno, ci pervade e ci distrugge, lentamente ma, inesorabilmente.
    Nessun legame, nessun pathos, alcun spirito vifivicatore, nessun slancio che ci dica:
    " Questa è la nostra terra, qui sono nati i nostri padri, qui è stato sparso sangue per noi... i posteri "
    L'autore del pezzo lancia l'allarme... ma chi ascolterà, chi si scrollera' di dosso questa malattia infingarda dei social-media e della insensata globalizzazione?

    Da: Giusy
    Data: martedì 17 settembre alle ore 7:44

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