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Emilio Salgari
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Aforismi di Emilio Salgari - pagina 5
Emilio Salgari
Scrittore italiano
21 agosto 1862 - 25 aprile 1911
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Pagina:
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Puoi trovare le
frasi di Emilio Salgari
anche in questi temi:
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Anche durante il giorno papà Catrame rimase sempre sul ponte, passeggiando con gravità da prua a poppa, lungo la murata di tribordo, che era il suo riparto favorito, avendo sempre manifestato, non so per quale motivo, una avversione decisa per quella di babordo. Fumò senza interruzione, lasciò andare un paio di sonori scapaccioni ai mozzi, perché si erano permessi di interrogarlo sul titolo della decima novella; ma non scambiò una parola con nessuno. Pareva preoccupatissimo, assorto in profonda meditazione, tanto da non darsi pensiero né della nave, né dell'equipaggio, né della manovra.
- All'erta!...
- Corna di bisonte!...
- In piedi, Bennie!...
- Brucia la prateria?
- No!...
- Fugge il bestiame?...
Un clamore assordante, un misto di urla acute, latrati e muggiti echeggia improvvisamente in lontananza, rompendo di colpo il profondo silenzio dell'immensa prateria che, dalle rive del Piccolo lago degli Schiavi, si estende, quasi senza interruzione, fino a quelle del fiume Athabasca e ai piedi della gigantesca catena delle Montagne Rocciose. Sono urla confuse d'uomini, abbaiamenti di cani, muggiti di buoi spaventati.
La quinta sera l'ex re dei selvaggi non comparve in coperta. Era risalito all'ora del pranzo, aveva divorato la sua razione con un appetito da vecchio pescecane, poi, vedendo che il mare era sempre tranquillo e il vento costante, si era rintanato, portando con sé una grossa provvista di biscotti e gli avanzi del pasto.
Le dure smentite del nostro capitano, il quale per altro non mirava che a dissipare la nebbia d'antichi pregiudizi a pro del nostro equipaggio, al pari di tutti gli altri fuor di misura ignorante e credulone, dovevano aver prodotto un profondo effetto sul povero condannato.
Per tutti i campanili della Bretagna!... Giù le armi o vi cacciamo tutti nel lago, miserabili!..."
"No, mastro Testa di Pietra!..."
"Come!... Non obbedite? Siamo in quattro contro quattro ed io solo valgo per due uomini."
"Noi non deporremo le armi. Consegnateci le due lettere che avete ricevuto dal generale Washington e dal baronetto Sir William Mac-Lellan, il comandante della famosa Tuonante."
"Chi ti ha detto questo, mastro Davis?" urlò Testa di Pietra.
"Io l'ho saputo e quelle lettere non devono giungere al forte di Ticonderoga."
Anche l'Assam, come tante altre parti dell'India, è ricchissimo di pagode, abbandonate da secoli e secoli in mezzo alle foreste dai loro sacerdoti, per cause sconosciute.
Ne possiede poi specialmente una, ormai stretta da tutte le parti dagli alberi, che ben poco doveva aver da invidiare alla grande sciultre di Maduré, una delle più magnifiche che si trovino nell'India, e che si dice avesse costato ventidue anni di lavoro.
Fosse la paura che a poco a poco aveva invaso il nostro equipaggio, fosse perché navigavamo su quel mare sotto le cui onde riposava il vascello stregato, o il riso schernevole del vecchio mastro che risuonava ancora nei nostri orecchi, o il cambiamento operatosi nel nostro capitano di solito così scettico e che rideva ad ogni chiusa di quelle novelle, o qualche altra cosa, quella notte a bordo del nostro veliero regnò come una specie di terrore.
Il Ramadan, la quaresima dei mussulmani, che dura solamente trenta giorni invece di quaranta, stava per finire anche a Tafilelt, città perduta ai confini meridionali dell'impero marocchino, dinanzi all'immenso mare di sabbia, al Sahara.
In attesa del colpo di cannone che segnalava la fine del digiuno, dopo di che cominciava l'orgia notturna, la popolazione si era riversata nelle vie e nelle piazze per ammirare i santoni e i fanatici.
Si sono modificate ed un po' ingentilite la Turchia e l'Egitto; la Tripolitania e l'Algeria hanno molto perduto del loro selvaggio zelo religioso, ma il Marocco, al pari dell'Arabia, la culla dell'Islam, si è mantenuto tal quale era cinquecento o mille anni fa.
Anche durante la terza giornata papà Catrame non comparve in coperta. Voleva essere solo per frugare nei vecchi ricordi, onde prepararci una delle sue funebri leggende, o l'età gli pesava troppo sul groppone? Chi può dirlo?
- Sette!...
- Cinque!
- Undici!
- Quattro!
- Zara!...
- Corpo di trentamila scimitarre turche! Che fortuna avete voi, signor Perpignano! Sono ottanta zecchini che mi guadagnate in due sere. Ciò non può durare! Preferisco una palla di colubrina in corpo e per di più una palla di quei cani di miscredenti. Almeno non mi scorticherebbero dopo presa Famagosta.
- Se la prenderanno, capitano Laczinki.
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Salerno, Sabrina
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