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Pietro Senaldi
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Frasi di Pietro Senaldi
Pietro Senaldi
Giornalista italiano
22 settembre 1969
Frasi in elenco
:
5
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La fiducia nello stellone italico, la voglia di vivere e il fatto che, conti alla mano, il coronavirus non ce lo possiamo permettere, ci fanno dire che il peggio è passato. E ci conviene crederci e mostrarci convinti, perché Conte ha diffuso il panico nel mondo e se non disinneschiamo la bomba mediatica tra un po' saremo più isolati della Nord Corea. Siccome poi i mercati sono nervosi e l'economia è sensibile, il passaggio dal terrore al default del Paese è un attimo. Per questo il Quirinale ha preso per le orecchie il premier invitandolo a smettere di fare il fenomeno.
I dem sono in cortocircuito. Salvini gli ha rubato milioni di voti e, anziché chiedersene la ragione, il Pd vuole farlo fuori in modo sporco. Nel mentre, continua ad accusarlo di spargere odio, senza capire che trasformare il rivale vincente in vittima giudiziaria sbatte con la narrazione che lo dipinge come un orco. Essere i paladini dei giudici e degli immigrati irregolari non paga. Il giornale che fu più vicino a Obama ha provato a dirlo ai nostri dem, ma non c' è speranza che essi rinsaviscano: hanno il baco del masochismo nel cervello e la vocazione alla sconfitta nel dna.
In un film di Woody Allen di cinquant'anni fa, Il dittatore dello Stato libero di Bananas, repubblica immaginaria del Centroamerica, il protagonista dall'oggi al domani decretava che la lingua ufficiale del Paese non sarebbe più stata lo spagnolo bensì lo svedese. A seguito di questa decisione ingiustificata, la popolazione si rivoltava e lo destituiva. La pellicola mi è tornata in mente assistendo alle contorsioni mediatiche del governo nell' affrontare il coronavirus. In un amen l' Italia è passata da essere il Paese che «aveva preso le misure più efficaci contro l' influenza cinese» - copyright del premier Conte - alla nazione più infetta dopo la Cina, con comuni chiusi per quarantena, coprifuoco, scuole serrate, esercito in strada e vita pubblica paralizzata. Dall'oggi al domani poi, il vento è nuovamente cambiato, i bar sono stati riaperti fino a sera, gli uffici pubblici hanno abbandonato il telelavoro e gli amministratori hanno fatto a gara per farsi fotografare in luoghi affollati con l' aperitivo in mano. Siccome noi italiani siamo vaccinati all' inadeguatezza e alla schizofrenia di chi ci guida più che al virus, non ci sono segnali di rivolta.
Caro Casalino, la smetta di fare casino. I decreti che il suo presidente del Consiglio auto-emette ogni tre giorni per risolvere con mezzi nuovi sempre lo stesso problema sono imprecisi, lacunosi e per lo più dannosi. A volte sono anche tragicomici, come quando a ogni girar del vento cambia idea su passeggiate, corsette, metrature di libertà e cani. Altre volte sono semplicemente tragici, come quando è palese che il governo non sa distinguere tra attività economiche essenziali e secondarie. Tuttavia, il modo con il quale il premier comunica le proprie decisioni è perfino peggiore del contenuto delle stesse. Una pletorica e non richiesta introduzione volta a convincere gli italiani che lui è il migliore, e un contenuto informativo scarso e confuso sul contenuto dei divieti che egli ci pone per proteggerci.
Lo so che siete al massimo del gradimento popolare, ma non illudetevi. Pasturando da tempo in M5S, lei sa benissimo che bastano pochi mesi per bruciare due terzi del consenso. La fiducia che vi arriva dagli italiani è emotiva e transitoria, figlia del panico nel quale li avete gettati. Winston Churchill, al quale Conte indegnamente si accomuna, veniva osannato in strada come un dio dopo aver vinto la seconda guerra mondiale, ma questo non impedì agli inglesi di licenziarlo alle prime elezioni libere che seguirono il conflitto. Siccome in quest' era l' apparenza conta più della sostanza, lei Casalino, gioca un ruolo decisivo. Però la stampa le conviene provarla a gestirla, anziché tagliarla fuori, come ha fatto inducendo il premier a comunicare attraverso la sua pagina personale su Facebook i contenuti di un decreto che ancora non era stato varato e che limitava la libertà di tutti.
Grazie alle scarse abilità comunicative del premier Conte e del suo staff, il mondo intero ci ritiene un lazzaretto a cielo aperto. La Fao, organizzazione umanitaria dell'Onu, disdice i convegni in Italia, la Cina mette in quarantena i nostri connazionali, gli Stati Uniti valutano di sospendere i voli con il nostro Paese, l'Austria ferma i lombardo-veneti sui treni, la Francia ci costruisce intorno un cordone sanitario, Israele, il Bahrein e altri ci chiudono le frontiere in faccia. Da porto sicuro siamo diventati porto infetto, però le ong implacabili continuano a sbarcare migranti e nessuno a sinistra batte ciglio.
Altri autori di aforismi
Sen, Amartya
Seneca, Lucio Anneo
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