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Walter Ricciardi
Walter Ricciardi
Frasi di Walter Ricciardi - pagina 2
Walter Ricciardi
Medico italiano
17 aprile 1959
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Noi in questo momento probabilmente sovrastimiamo la mortalità perché mettiamo al numeratore tutti i morti senza quella maniacale attenzione alla definizione dei casi di morte che hanno per esempio i francesi e i tedeschi, i quali prima di attribuire una morte al Coronavirus eseguono una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall'elenco. Di fatto capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette da coronavirus. Noi invece, per i noti motivi di decentramento regionale, ci atteniamo a classificazioni dettate dalle regioni e soltanto nell'ultima settimana stiamo cercando di introdurre un correttivo con una valutazione da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, che però non ha a disposizione le cartelle cliniche e quindi fa fatica a entrare nel merito. Tutto il meccanismo insomma è estremamente farraginoso.
Wuhan. Provincia di Hubei. Cina
I particolari sono sconosciuti e probabilmente non li scopriremo mai, ma questo è ciò che a tutt'oggi sappiamo essere successo a Wuhan, provincia di Hubei, in Cina.
Il 30 dicembre 2019 dal tampone di un paziente ricoverato nell'ospedale Jin Yin-tan per una misteriosa polmonite venne identificato un nuovo tipo di coronavirus. Questa famiglia di virus si riscontra con frequenza in numerosi animali, nei pipistrelli ad esempio, ma è anche responsabile della maggior parte dei comuni raffreddori nella specie umana.
Immediatamente si generò il panico perché, grazie agli enormi progressi scientifici fatti dalla Cina negli ultimi venti anni, il genoma virale venne rapidamente studiato e immediatamente assimilato a quello della SARS.
Il carattere maniacale dell'accertamento delle cause di morte presente in altri Paesi europei ha chiare motivazioni di reputazione e di comunicazione.
La fonte dei dati deve essere unica: il ministero della Salute. A lui e solo a lui dovrebbe spettare la comunicazione ufficiale dei casi confermati e per casi confermati dobbiamo intendere quelli già vistati dal secondo esame da parte dell'Iss.
Dovremmo intervenire tempestivamente intercettando i casi isolati, evitando così che possano ingenerarsi possibili focolai epidemici e che questi diventino epidemia. Per questo la strategia del testing dovrà essere correlata strettamente con quella del tracking, A mio modo di vedere questo è un pilastro ineludibile.
Malgrado il buon rapporto personale con la ministra della Salute Giulia Grillo, la collaborazione tra l'Istituto Superiore di Sanità e l'attuale governo
[Conte]
non è mai decollata. Al contrario, su molti argomenti alcuni suoi esponenti hanno sostenuto posizioni ascientifiche o francamente antiscientifiche.
[Annunciando le dimissioni]
Un'interruzione di 2 mesi nei trattamenti non urgenti per le altre patologie non dovrebbe lasciare pesanti strascichi. Ma se si dovessero fermare per 6-7 mesi tutte le altre attività, comprese quelle di screening, le ripercussioni potrebbero essere importanti. E questo non possiamo certo permettere che accada.
A volte si dice che in Italia ci sono 20 modelli sanitari diversi. A mio modo di vedere, in realtà, ne esistono molti di più dal momento che anche all'interno delle stesse regioni possiamo trovare modelli diversi anche tra singole Asl o Aziende ospedaliere. Questa è una governance che produce una grande variabilità e disuguaglianza. Dovremmo ripensarla prima o poi.
Quello che stava succedendo nelle zone rosse era che la curva epidemica si stava appiattendo e che era addirittura superata dalla curva epidemica delle altre zone, quindi non aveva senso tenere blindate le vecchie zone rosse. Quindi o si faceva un blocco fisico sostanzialmente come Wuhan dell'intera area geografica precedente oppure non aveva senso. È chiaro che si trattava di trovare un equilibrio delicato fra attenzione e democrazia.
Sicuramente gli anziani e i soggetti con un carico di malattie croniche restano a rischio e la loro mobilità dovrà essere ridotta quanto più possibile. Anche un caso sporadico potrebbe essere letale per loro. Però il discorso resta sempre legato al tracciamento individuale. Dal momento che abbiamo un anziano immunizzato, con uno stato certificato sul suo smartphone, e sappiamo che presumibilmente, come per tutti i virus, sarà immune per un certo periodo di tempo, questa persona potrà circolare senza troppi problemi. Per questo io insisto molto più sul tracciamento tecnologico che su ragionamenti per fasce d'età, sesso o altro.
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