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Commenti alla frase di William Somerset Maugham

  • "Quest'anno non siamo la stessa persona dell'anno scorso. E non lo sono le persone che amiamo. È una fortuna, se cambiando, continuiamo ad amare una persona cambiata". Questo è il pensiero di William Somerset Maugham. Lo condivido toto corde, con tutto il cuore, come sono solito esprimermi. Lo sono a tal punto che oserei completare la frase. William Somerset Maugham ha quasi il doppio dei miei anni. (anno 2019: 144, 82). Riterrei che non si offenderebbe, nel caso ci incontrassimo. Al contrario, forse, si congratulerebbe, essendo lui un forte pessimista. Dopo essersi accertato, ovviamente, che credo fermamente in ciò che sto per scrivere. Ecco come avrei scritto. "Quest'anno non siamo la stessa persona dell'anno scorso, come non siamo lo stesso essere umano di un secondo fa. E uguali non lo sono le persone che amiamo, né quelle che ci amano. È una fortuna, se cambiando, continuiamo ad amare una persona cambiata e ad essere amati dalla persona che non è più la stessa di ieri". Ho conosciuto un'ex ballerina molto brava, ora è una giornalista, sempre brava. La sua qualità non è cambiata. Un critico d'arte ed ama in particolare il balletto. Le piace molto Carla Fracci, anche a me. Mi ha confidato che quando, per motivi di lavoro, si trova in una città diversa dalla sua, se nel teatro si rappresenta un balletto del quale ha preso più volte visione, torna a vederlo e ogni volta ne gode, come se fosse la prima volta. Il balletto è sì lo stesso, ma ogni rappresentazione ha delle particolarità diverse e lei, che un critico d'arte, le nota sempre. A me è accaduto qualcosa di molto simile. Nella realtà. Coricarmi a letto, la sera, sempre alle 23, oltre non resisto, è un'impresa molto dolorosa, e la donna, che da circa sessanta anni ha accettato che vivessi al suo fianco, è diventata un'esperta. Rende sopportabile e superabile il dolore. Sempre violento ma senza raggiungere quel livello che lo renderebbe insopportabile. Da parte mia, non so che dirle. Un "grazie" sarebbe insufficiente. La guardo, allora, e pronuncio, tutte le sere, una frase brevissima. «Ti amo». Lei con un lieve cenno della testa, accetta la dichiarazione. Ho temuto che potesse stancarsi, averne abbastanza della solita affermazione. Dopo un colloquio virtuale con la giornalista, ho compreso che così non sarà. È vero, le parole pronunciate sono le stesse, ma i momenti nei quali le pronuncio sono sempre diversi. È come per i treni. Un treno passa tutti i giorni alla stessa ora, ma, pur essendo il medesimo treno, è un treno nuovo. Quello che ho visto passare il giorno prima, non potrebbe, anche volendo, essere lo stesso. Padre Tempo, nel suo inesorabile trascorrere, ci assicura che è proprio così.
    Nella realtà virtuale accade lo stesso. Ho assistito decine di volte al balletto Giselle, ogni visione era diversa da quella della sera prima. A questo proposito Mnemosine, la dea della memoria, mi ha donato un qualcosa di meraviglioso. Tutte le sere, i film sono delle prime visioni.

    Da: Antonio Scroccarello
    Data: martedì 1 gennaio 2019 alle ore 15:40

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