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Poesia d'autunno (La panchina verde), poesia di Marco Pezzini
Le prime dita umide di bruma
hanno voltato la pagina del tempo
consegnando la città latente
allo smunto capitolo d'autunno.
Le piroette di un vento irrispettoso
ti han steso ai piedi un palco di fogliame
Strisci la mano sulla panca verde
scrostata ed indurita da intemperie;
banale e triste sgorga un'assonanza
su quanto provi dentro e sulla pelle.
In questo cosmo latte appiccicoso
fatica a muover le ali anche un piccione.
Nelle tue tasche lacere di anni
rovisti solo spiccioli di vita;
è il conto che speravi di saldare
scaldato dalla sciarpa degli affetti,
tra braccia forti con tatuato il nome
di figli che non senti ormai da un mese.
Hai sparso semi per aggrapparti a tronchi
ma a sostenerti hai solo il tuo bastone.
hanno voltato la pagina del tempo
consegnando la città latente
allo smunto capitolo d'autunno.
Le piroette di un vento irrispettoso
ti han steso ai piedi un palco di fogliame
Strisci la mano sulla panca verde
scrostata ed indurita da intemperie;
banale e triste sgorga un'assonanza
su quanto provi dentro e sulla pelle.
In questo cosmo latte appiccicoso
fatica a muover le ali anche un piccione.
Nelle tue tasche lacere di anni
rovisti solo spiccioli di vita;
è il conto che speravi di saldare
scaldato dalla sciarpa degli affetti,
tra braccia forti con tatuato il nome
di figli che non senti ormai da un mese.
Hai sparso semi per aggrapparti a tronchi
ma a sostenerti hai solo il tuo bastone.
[Poesia vincitrice del concorso Maria Virginia Fabroni, VII edizione, 2023, Tredozio, FC]
Marco Pezzini