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Aforismi Dunque - parte 5
Frasi trovate
:
866
È la stessa arte che non permette chiusure,
dunque
nessuna interruzione creativa e limitazione umana all'idea, cambiano scenari sociali, politici, nuovi passaggi concettuali, comunque una qualsiasi tipologia di società anche consumistica, globalizzata, è perdente contro la forza espressiva della cultura; si vive con l'arte del passato, si vive grazie all'arte del passato perché è un alimento della nostra fantasia, un supporto equilibrato, vissuto, a volte differente dal proprio percorso, ma necessario per una reale analisi comparativa, anche critica della propria opera.
Paolo Salvati
Frasi di Paolo Salvati
Lo scoiattolo era esausto: zampettava pesantemente su quella strada senza fine, e mi ricordava i rematori delle galere, e quegli altri forzati in Cina che venivano costretti a camminare per giorni e giorni entro gabbie simili a quella per sollevare l'acqua destinata ai canali d'irrigazione. Nel laboratorio non c'era nessuno; io ho chiuso l'interruttore del motorino, la gabbia si è arrestata e lo scoiattolo si è addormentato all'istante. È
dunque
forse colpa mia se del sonno e dell'insonnia si sa tuttora così poco.
Primo Levi
Cit. da
Ranocchi sulla luna e altri animali
Frasi di Primo Levi
Può essere che invece non mi segua il lettore, qui ed altrove, dove è questione di mandrini, di molecole, di cuscinetti a sfere e di capicorda; bene, non so che farci, mi scuso ma sinonimi non ce n'è. Se, come è probabile, ha accettato a suo tempo i libri di mare dell'Ottocento, avrà pure digerito i bompressi e i palischermi:
dunque
si faccia animo, lavori di fantasia o consulti un dizionario. Gli potrà venire utile, dato che viviamo in un mondo di molecole e di cuscinetti.
Primo Levi
Cit. da
La chiave a stella
Frasi di Primo Levi
Dunque
, si riprende da dove eravamo rimasti...
[A Scanna, dopo il rientro di quest'ultimo dall'ospedale militare]
Tenente Fili
Dal film:
Soldati - 365 all'alba
Scheda film e trama
Frasi del film
È
dunque
attraverso lo studio delle matematiche, e solo mediante esse, che ci si può fare un'idea giusta ed approfondita di ciò che è una scienza.
Auguste Comte
Frasi di Auguste Comte
Scienza,
dunque
predizione; predizione,
dunque
azione.
Auguste Comte
Frasi di Auguste Comte
Buon pomeriggio a tutti, salve, grazie per essere venuti. Congratulazioni per la vostra vittoria.
Dunque
, so che tutti avrete mani da stringere e foto per qui posare di sotto, quindi verrò subito al punto... C'è un nuovo nemico in circolazione. Un nemico che renderà i vostri arsenali inutili, le vostre armi impotenti e le vostre nazioni indifese! Vi serve un'arma nuova per questa guerra, che ho chiamato "Sentinelle", come gli antichi guardiani alle porte della Cittadella fortificata. Hanno prestazioni aeronautiche di un normale Harrier, sono equipaggiate con armi che sparano oltre duemila munizioni in termo-ceramica al minuto. Ma dimensione, potenza, velocità, potete trovarli in un Lockheed o in un Boeing... No. Ciò che rende tanto speciali le Sentinelle è la capacità di individuare il gene mutante X.
Bolivar Trask
Dal film:
X-Men - Giorni di un futuro passato
Scheda film e trama
Frasi del film
Il Volto sofferente della Sindone non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore, invita
dunque
ciascuno di noi a guardarsi dentro con verità, a risvegliare il proprio cuore e le proprie coscienze sulle ingiustizie di questo mondo di fronte alle quali non si può tacere.
Luigi Ciotti
Frasi di Luigi Ciotti
[Da un frammento del 5 marzo]
Che se nella vita è il dolore, in che più sperare? nel nulla; o in un'altra vita diversa sempre da questa. ‐ Ho
dunque
deliberato; non odio disperatamente me stesso; non odio i viventi. Cerco da molto tempo la pace; e la ragione mi addita sempre la tomba. Quante volte sommerso nella meditazione delle mie sventure io cominciava a disperare di me! L'idea della morte dileguava la mia tristezza, ed io sorrideva per la speranza di non vivere più. ‐ Sono tranquillo, tranquillo imperturbabilmente. Le illusioni sono svanite; i desiderj son morti: le speranze e i timori mi hanno lasciato libero l'intelletto. Non più mille fantasmi ora giocondi ora tristi confondono e traviano la mia immaginazione: non più vani argomenti adulano la mia ragione; tutto è calma. ‐ Pentimenti sul passato, noja del presente, e timor del futuro; ecco la vita. La sola morte, a cui è commesso il sacro cangiamento delle cose, promette pace.
Ugo Foscolo
Cit. da
Ultime lettere di Jacopo Ortis
Frasi di Ugo Foscolo
Da' colli Euganei, 11 ottobre 1797.
Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so; ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo: quanti sono
dunque
gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi Italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'Italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri.
Ugo Foscolo
Cit. da
Ultime lettere di Jacopo Ortis
‐ Incipit
Frasi di Ugo Foscolo
Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità.
[...]
Era questo che amareggiava più di ogni cosa.
- Cosa posso dirvi - rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. - Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione... Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco -.....
- La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.
- Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.
- Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria digestione è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.
-
Dunque
, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.
- Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.
- Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.
Parlando, Jura passeggiava per la stanza. - Dormite, - disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Boris Pasternak
Cit. da
Il dottor Zivago
Frasi di Boris Pasternak
Abito a villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli, e siamo morti.
Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi. Gli ho dovuto radere le ascelle, ma il prurito non ha smesso. Come si fa a prendere i pidocchi in un posto bello come questo? Ma non pensiamoci. Non ci saremmo mai conosciuti così intimamente, Boris ed io, se non fosse stato per i pidocchi.
Boris mi ha fornito poco fa un compendio di come la vede. È un profeta del tempo. Farà brutto ancora, dice. Ci saranno ancora calamità, ancora morte, disperazione. Non c'è il minimo indizio di cambiamento. Il cancro del tempo ci divora. I nostri eroi si sono uccisi, o s'uccidono. Protagonista,
dunque
, non è il Tempo, ma l'Atemporalità. Dobbiamo metterci al passo, passo serrato, verso la prigione della morte. Non c'è scampo. Non cambierà stagione.
Henry Miller
Cit. da
Tropico del Cancro
‐ Incipit
Frasi di Henry Miller
- Amate
dunque
la stoffa? - proruppe babbo Guillaume. - Ebbene, perbacco, brindiamo insieme, amico mio. Se apprezzate il commercio ci intenderemo facilmente. E del resto, perché disprezzarlo? Il mondo cominciò di lì, perché Adamo vendette il paradiso per una mela. Quella, per esempio, non fu una speculazione fortunata!
Honoré de Balzac
Cit. da
All'insegna del gatto che gioca alla palla
Frasi di Honoré de Balzac
Tre punti, anche lontani, ai confini del mondo visibile, suscitano il desiderio di unirli con una linea, così si formano le costellazioni. Questa linea è inestesa e inconcepibile; noi possiamo
dunque
immaginarci l'inesistente ‐ tuttavia, per poterlo fare abbiamo bisogno di punti d'appoggio. Rivestiamo le figure con immagini, cercando di ricavare modelli dal repertorio della nostra esperienza: È un campo in cui potremmo fare esercizi.
Ernst Jünger
Cit. da
Due volte la cometa
Frasi di Ernst Jünger
Il sogno trascende la realtà. Forse il sogno supera anche il mito: nel sogno tutto è possibile, nel sogno ciascuno di noi è geniale. Il sogno è
dunque
una dimensione essenziale della vita. Sottoscriverei interamente la celebre affermazione di Calderòn secondo cui l'intera vita è un sogno. Anzi, la vita, questa sublime decomposizione della materia è forse di più: è un'ebbrezza.
Ernst Jünger
Cit. da
I prossimi titani
Frasi di Ernst Jünger
Ogni parola costituisce una specificazione, una ramificazione, ‐ che anzitutto si distacca dal tronco del linguaggio, poi però anche dalle sue radici, dove abita il silenzio. Il silenzio è più potente di qualsiasi linguaggio, di qualsiasi nome, di qualsiasi parola. Lo stesso vale per ogni immagine che, nel suo linguaggio figurativo e simbolico, rappresenta un'apparenza, una specificazione, una delimitazione dell'indistinto.
Nell'immagine e nella parola, nelle forme e nei loro nomi si incontrano
dunque
degli avamposti. Dietro l'immagine vi è l'indistinto nella sua pienezza, dietro la parola l'uomo nella sua silenziosa potenza.
[da Della Forma]
Ernst Jünger
Cit. da
Tipo Nome Forma
Frasi di Ernst Jünger
«Può essermi assai gradito avere delle idee senza saperlo e vederle addirittura con gli occhi».
Se Goethe sostiene di non aver colto la pianta originaria solo con il pensiero, ma anche con la «visione», ciò può significare soltanto con l'intuizione o con la «rivelazione» come aveva detto Hamann. Goethe vede la potenza di configurare nell'indistinto e nella sua pienezza o, come dice egli stesso, nella «natura». Schiller, al contrario, la vede nello spirito. Costui è
dunque
l'interlocutore più libero, Goethe il più potente, perché è della libera volontà e dei suoi limiti che si tratta in questo confronto, certo, il più significativo che si sia affrontato dai tempi di quello tra Lutero ed Erasmo sullo stesso tema.
[da Del Tipo]
Ernst Jünger
Cit. da
Tipo Nome Forma
Frasi di Ernst Jünger
Chiamiamo invece Ribelle chi nel corso degli eventi si è ritrovato isolato, senza patria, per vedersi infine consegnato all'annientamento. Ma questo potrebbe essere il destino di molti, forse di tutti ‐ perciò dobbiamo aggiungere qualcosa alla definizione: il Ribelle è deciso ad opporre resistenza, il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata. Ribelle è
dunque
colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell'intenzione di contrapporsi all'automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo.
Ernst Jünger
Cit. da
Trattato del ribelle
Frasi di Ernst Jünger
La perfezione della tecnica non è altro se non uno dei segni destinati a connotare il momento conclusivo della Mobilitazione Totale in cui siamo coinvolti. Essa ha quindi la capacità di innalzare la vita a un gradino superiore di organizzazione, ma non a un gradino superiore nella scala dei valori, come credeva lo spirito del progresso. Con essa, a uno spazio dinamico e rivoluzionario subentra uno spazio statico e sommamente ordinato. Qui avviene
dunque
un passaggio dal mutamento all'invariabilità ‐ un mutamento che certo farà maturare conseguenze molto importanti.
Per comprendere ciò dovremmo renderci conto di come lo stato d'incessante cambiamento in cui siamo inseriti esiga per sé tutte le energie e le riserve di cui la vita dispone.
[da La tecnica come mobilitazione del mondo attuata dalla forma dell'operaio]
Ernst Jünger
Cit. da
L'operaio. Dominio e forma
Frasi di Ernst Jünger
Vieni
dunque
, o notte solenne, matrona sobriamente vestita di nero, e apprendimi a perdere una partita vinta, nella quale vengon giuocate due intatte verginità.
[Giulietta: atto III, scena II]
William Shakespeare
Cit. da
Romeo e Giulietta
Frasi di William Shakespeare
Pete Sampras, di persona, è quasi tutto denti e sopracciglia, ha delle gambe e degli avambracci incredibilmente pelosi, peli in abbondanza tale da permettermi di scommettere a colpo sicuro che il ragazzo ne ha pure sulla schiena, e
dunque
, almeno, non è al 100% benedetto e baciato dalla sorte.
David Foster Wallace
Cit. da
Tennis, tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più)
Frasi di David Foster Wallace
Lo strumento musicale è come il corpo della donna: è «femmina».
[...]
Femminile,
dunque
dalla parte del Male, diabolica.
[...]
Ma le tentazioni si succedono sempre «analoghe»: la donna, la musica. Ambedue, «strumenti». Come è inevitabile, alla fine i due strumenti si unificano: il diavolo suona indifferentemente o la viola o il corpo della donna.
Ida Magli
Cit. da
La Madonna
Frasi di Ida Magli
Grandi santuari si innalzano adesso nei luoghi dove gli eroi sono stati sacrificati. A Lourdes, a Lisieux, a Lucca, a Fatima, immensi, orribili edifici testimoniano il bisogno insopprimibile della società: offrire vittime.
[...]
Lo scontro fra potenze maschili continua,
dunque
, ad avvenire tramite la femminilità.
Ida Magli
Cit. da
La Madonna
Frasi di Ida Magli
Nella società ebraica non si è nessuno se non si ha un padre. Una ragazza-madre è una donnaccia
[...]
Maria,
dunque
, deve essere legalmente sposata. Di qui la presenza di Giuseppe. Per la società Giuseppe è il padre. I teologi affermano che Giuseppe, in quanto padre legale, è il padre adottivo, ma è facile capire che si tratta di un falso. Giuseppe non è né l'una cosa né l'altra.
Ida Magli
Cit. da
La Madonna
Frasi di Ida Magli
Cosa ha fatto
dunque
Gesù di Nazareth? È uscito da un modello culturale, proponendone un altro, oppure ha tentato di spostare l'asse della sua cultura forzandone la direzione? L'interrogativo rimane senza risposta. L'unica cosa certa è che, contrariamente a quello che tutti gli uomini fanno, Gesù non ha vissuto in modo inconsapevole e ovvio i valori su cui si fondava la sua cultura, ma ne ha preso le radici, profondamente nascoste, e le ha capovolte al sole e all'aria, dichiarando che esse erano ormai inutili.
Tutti sono stati contro di lui. Eppure è necessario rilevare tre cose fondamentali che hanno reso immensa l'opera di Gesù di Nazareth. La prima è consistita nell'universalizzare il pensiero della Bibbia in precedenza relegato al popolo israeliano, fino a quel momento proclamato popolo eletto (Antico testamento-Libri profetici- Giona)al di sopra degli altri, questo è da considerarsi un' opera di egalitarismo nell'ambito di tutta l'umanità in precedenza divisa tra "eletti" e non "eletti". La seconda cosa di enorme rilievo è consistita nell' avvicinare Dio all'uomo, prima di Gesù la figura Divina era considerata lontana, distante e giudicante, a volte anche feroce. Dopo di lui Dio è stato restituito alla collettività come parte integrante di se stessa, come anima vagante e vicina a tutti noi, come amore allo stato puro, finalmente una figura scremata dall'assillante compito di giudicare e punire. La figura di Dio è
dunque
divenuta guida per la conversione, termine centrale e fulcro del cristianesimo, via che ci indica che si può cambiare, si può migliorare ove la luce, finalmente intravista, ci illumini di amore. Anche questo secondo atto di avvicinamento tra Dio e l'umanità è
dunque
un atto di "democratizzazione universalistica", di appianamento dell'umanità non più costretta ad ampie diversificazioni da un giudizio senza appello ma guidata con amore e forza verso un'eguaglianza dovuta al perdono ed alla comprensione. Terzo ed ultimo punto fondamentale è quello che chiude questo cerchio ideale. Questo punto è tutto racchiuso in una frase di Gesù di Nazareth :" ...è più probabile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco vada in paradiso ..."(Il Giovane Ricco Luca 18:18-27 --versetto 25). Questa frase racchiude tutta la grandezza di Gesù uomo del suo tempo che si eleva oltre la stratosfera. Nessuna religione né prima né dopo aveva affermato una sorta di egalitarismo economico, nessuna religione contiene il concetto che essendo gli uomini molto simili tra di loro non è possibile che ve ne siano alcuni di tanto più ricchi della media, questo sarebbe infatti il trionfo dell'avidità. Con le sue parole Gesù ha finalmente riportato l'umanità nel suo alveo naturale... quello dell'eguaglianza.
[Explicit]
Ida Magli
Cit. da
Gesù di Nazareth
Frasi di Ida Magli
Non esiste nessun caso di infezione da paziente a medico o a infermiere, e viceversa. Ma la paura coinvolge tutti: medici, infermieri, giornalisti, operatori sociali di qualsiasi genere.
Dunque
un fattore sociale sommerso predispone all'allucinazione: la sessualità, che nel caso specifico è comunque percepita come trasgressiva e che suscita o ripugnanza o sensi di colpa abnormi. Il fatto che l'Aids sia stato equiparato alla peste ne è un sicuro indizio. L'Aids non ha nulla a che fare con la peste, sia perché il contagio è soltanto diretto e attraverso il sangue sia perché i numeri non sono minimamente confrontabili. Ma nessuno chiama l'Aids come la nuova sifilide, perché la gestione della sessualità è fatta al maschile, e la sifilide non è mai stata oggetto libero di discorso. Basti una prova.
Ida Magli
Frasi di Ida Magli
L'Aids,
dunque
, che cos'è se non una costruzione sociale? È una malattia che si contrae soltanto per contatto diretto con sangue infetto. Diretto significa: sangue con virus. Sui trecento malati di Aids, ci sono 11 (undici) casi di persone che sono state sottoposte a trasfusione. Tutti gli altri sono omosessuali di sesso maschile (che possono essere bisessuali e soltanto in questo caso e sempre che abbiano rapporti che causino lacerazioni possono contagiare un partner femminile); omosessuali che sono anche tossicodipendenti, sempre di sesso maschile.
Ida Magli
Frasi di Ida Magli
Io credo che in un luogo così venerando sia opportuno cominciare, come in una cerimonia religiosa, con la lettura del Libro, non a scopo di informazione, perché quando si legge un libro sacro tutti sanno già quello che il libro dice, ma con funzioni litaniali e di buona disposizione dello spirito.
Dunque
:
"L'universo (che altri chiama la biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, in ragione di cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno; la loro altezza, che è quella stessa di ciascun piano, non supera di molto quella di una biblioteca normale."
Umberto Eco
Cit. da
De Bibliotheca ‐ Incipit
Frasi di Umberto Eco
Dunque
il geloso (che pure vuole o vorrebbe l'amata casta e fedele) non vuole né può pensarla se non come degna di gelosia, e
dunque
colpevole di tradimento, rinfocolando così nella sofferenza presente il piacere dell'amore assente.
[...]
Il contatto amoroso, che il geloso immagina, è l'unico modo in cui possa raffigurarsi con verisimiglianza un connubio altrui che, se non indubitabile, è per lo meno possibile, mentre il proprio è impossibile.
Umberto Eco
Cit. da
L'isola del giorno prima
Frasi di Umberto Eco
Chi ride è malvagio solo per chi crede in ciò di cui si ride. Ma chi ride, per ridere, e per dare al suo riso tutta la sua forza, deve accettare e credere, sia pure tra parentesi, ciò di cui ride, e ridere dal di dentro, se cosí si vuol dire, se no il riso non ha valore. Ridere del piegabaffi, oggi, è un gioco da ragazzi; ridete dell'usanza di radersi, e poi discuteremo. Chi ride deve
dunque
essere figlio di una situazione, accettarla in toto, quasi amarla, e quindi, da figlio infame, farle uno sberleffo. (Franti a parte, solo di fronte al riso la situazione misura la sua forza: quello che esce indenne dal riso è valido, quello che crolla doveva morire. E quindi il riso, l'ironia, la beffa, il marameo, il fare il verso, il prendere a gabbo, è alla fine un servizio reso alla cosa derisa, come per salvare quello che resiste nonostante tutto alla critica interna. Il resto poteva e doveva cadere).
Umberto Eco
Cit. da
Elogio di Franti
Frasi di Umberto Eco
Parliamo di lavoro intellettuale per definire l'attività di chi lavora più con la mente che con le mani, e proprio per distinguere il lavoro intellettuale da quella che chiameremo funzione intellettuale.
[...]
La funzione intellettuale si svolge
dunque
per innovazione ma anche attraverso la critica del sapere o delle pratiche precedenti, e soprattutto attraverso la critica del proprio discorso.
Umberto Eco
Cit. da
A passo di gambero
Frasi di Umberto Eco
Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari. Grillo ha fatto una campagna da vincente, ma è riuscito a dare l'impressione che lo escludessero dalla tv e dovesse rifugiarsi nelle piazze ‐ e così ha riempito i teleschermi prendendo le parti delle vittime del sistema. Ma sapevano piangere Togliatti, che presentava i lavoratori come tenuti fuori dalla stanza dei bottoni dalla reazione in agguato; Pannella che, lamentandosi sempre che i media ignorassero i radicali, riusciva a monopolizzare l'attenzione costante di giornali e televisioni; Berlusconi, che si è sempre presentato come perseguitato dai giornali, dai poteri forti e dalla magistratura, e quando era al potere si lamentava che non lo lasciassero lavorare e gli remassero contro. È
dunque
fondamentale il principio del "chiagne e fotti", ovvero, per non esprimerci in modo troppo volgare, quello del "keep a low profile", tieni sempre un "profilo basso".
[durante la campagna elettorale per le elezioni politiche italiane del 2013, da: Consiglio al Pd: vola bassissimo, l'Espresso, 14 marzo 2013]
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
[Per le elezioni politiche del 1963]
Se la Dc, per forza grammaticale, è donna, come è che una donna può piacere? Ma se è bella e giovane, e cioè se è scopabile
[...]
Dunque
facciamo una Dc fanciulletta; naturale che dovrà essere una fanciulletta per bene col mazzolin di fiori; al postutto il messaggio si rivolge ai buoni cattolici. Ma al di sotto, l'allusione è sessuale, ovvero è fallocentrica, e non ci è sfuggito neppure l'ufficio propaganda del più sessuofobo partito d'Italia.
[da La donna è nubile, in Adriana Sartogo, Le donne al muro)
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
In politica l'appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale ("Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti") ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche ("Ho la maggioranza dei consensi e
dunque
sono il migliore").
[da Noi contro la legge, L'espresso, 27 maggio 2010]
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
Tutti aspiriamo al meglio ma abbiamo imparato che talora il meglio è nemico del bene, e
dunque
negoziando si deve scegliere il meno peggio.
Umberto Eco
Frasi di Umberto Eco
Oggi un ventenne ha davanti a sé più di 500.000 ore di vita. Se svolgerà mansioni esecutive, solo un settimo di queste ore sarà occupato dal lavoro; tutto il resto sarà dedicato alla cura del suo corpo e al tempo libero.
Dunque
, nella società postindustriale il tempo libero spiazza la centralità del lavoro.
Domenico De Masi
Frasi di Domenico De Masi
Persino mio zio Matteo si rallegrò a suo modo nel rivedermi. Quando un giovanotto è stato qualche anno all'estero, e un giorno torna, ed è diventato una persona decente, anche i parenti più circospetti sorridono e gli stringono lieti la mano.
La valigetta scura nella quale portavo i miei beni era nuova di zecca, con una buona serratura e cinghie lucenti. Conteneva due abiti puliti, sufficiente biancheria, un paio di stivali nuovi, libri e fotografie, due belle pipe e una piccola pistola. Avevo con me la custodia del violino e uno zaino pieno di cosucce, due cappelli, un bastone e un parapioggia, un mantello leggero e un paio di scarpe di gomma, tutta roba nuova e solida, e, per di più, cuciti nella tasca interna, avevo più di duecento marchi di risparmi e una lettera in cui mi si prometteva per il prossimo autunno un buon impiego all'estero. Portavo
dunque
un discreto bagaglio e adesso, così equipaggiato, dopo lungo peregrinare tornavo da signore in quella patria che avevo lasciato come difficile e timido figlio.
Hermann Hesse
Cit. da
Bella è la gioventù ‐ Incipit
Frasi di Hermann Hesse
Come sei vigliacco! Chiunque si avvicini a una ragazza rischia di essere deriso: questa è la posta. Su, Harry, rischia
dunque
e alla peggio lasciati deridere.
Hermann Hesse
Cit. da
Il lupo della steppa
Frasi di Hermann Hesse
Creare, ma non a prezzo della vita! Vivere, ma senza rinunciare alla nobiltà della creazione! Non era
dunque
possibile?
Hermann Hesse
Cit. da
Narciso e Boccadoro
Frasi di Hermann Hesse
Anche quella notte,
dunque
, Paulo si disponeva ad uscire.
La madre, nella sua camera attigua a quella di lui, lo sentiva muoversi furtivo, aspettando forse, per uscire, ch'ella spegnesse il lume e si coricasse.
Ella spense il lume ma non si coricò. Seduta presso l'uscio si stringeva una con l'altra le sue dure mani di serva, ancora umide della risciacquatura delle stoviglie, calcando i pollici uno sull'altro per farsi forza; ma di momento in momento la sua inquietudine cresceva, vinceva la sua ostinazione a sperare che il figlio s'acquetasse, che, come un tempo, si mettesse a leggere o andasse a dormire. Per qualche minuto, infatti, i passi furtivi del giovane prete cessarono: si sentiva solo, di fuori, il rumore del vento accompagnato dal mormorio degli alberi del ciglione dietro la piccola parrocchia: un vento non troppo forte ma incessante e monotono che pareva fasciasse la casa con un grande nastro stridente, sempre più stretto, e tentasse sradicarla dalle sue fondamenta e tirarla giù.
Grazia Deledda
Cit. da
La madre ‐ Incipit
Frasi di Grazia Deledda
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia.
Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco.
Come si usa
dunque
in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei.
Grazia Deledda
Cit. da
Il dono di Natale ‐ Incipit
Frasi di Grazia Deledda
E invero tutte le qualità che un accorto novellatore di razza umana, esperto quanto si voglia di caratteri, può rilevare in un animale o attribuirgli, non sono al postutto che mere supposizioni, cui solo il nostro smodato antropomorfismo presta verosimiglianza. Fra noi: in che modo penetrare d'un bruto i pensieri, il vero significato dei suoi gesti, anche ad adottare l'accezione umana di tali termini? Un uomo di fronte a un altro uomo ha almeno una convenzione, se non altro di linguaggio, alla cui stregua commisurarne gli attributi; ma riportare questa convenzione sugli animali sarebbe a dir poco arbitrario. Rispetto a che cosa, infine, ad esempio una scimia sarebbe buona o cattiva? Tanto vale
dunque
agnosticamente confessare dal bel principio di non capirci nulla, e chiudere l'imbarazzante parentesi. Quella scimia insomma era una scimia, con tutti gli attributi esteriori e le qualità apparenti della sua razza; era una creatura misteriosa.
Tommaso Landolfi
Cit. da
Le due zittelle
Frasi di Tommaso Landolfi
In uno scuorante quartiere d'una città essa medesima per tanti versi scuorante, al primo piano d'una casa borghese vivevano due zittelle colla vecchia madre. E buon per il lettore ch'io non sento il dovere, che a quanto sembra altri sente imperioso, di descrivere minutamente simili luoghi! Ce ne sarebbe di che fare entrar le paturnie al meglio disposto. Con che costrutto non so vedere;
dunque
cercherò di limitarmi qui ai cenni strettamente indispensabili, che sarà fin troppo.
Tommaso Landolfi
Cit. da
Le due zittelle ‐ Incipit
Frasi di Tommaso Landolfi
Esce LANCIOTTO dalle sue stanze per andare all'incontro di GUIDO, il quale giunge. Si abbracciano affettuosamente.
Guido. Vedermi
dunque
ella chiedea? Ravenna
Tosto lasciai; men della figlia caro
Sariami il trono della terra.
Lanciotto. Oh Guido!
Come diverso tu rivedi questo
Palagio mio dal dì che sposo io fui!
Di Rimini le vie più non son liete
Di canti e danze; più non odi alcuno
Che di me dica: Non v'ha rege al mondo
Felice al pari di Lanciotto. Invidia
Avean di me tutti d'Italia i prenci:
Or degno son di lor pietà. Francesca
Soavemente commoveva a un tempo
Colla bellezza i cuori, e con quel tenue
Vel di malinconia che più celeste
Fea il suo sembiante. L'apponeva ognuno
All'abbandono delle patrie case
E al pudor di santissima fanciulla,
Che ad imene ed al trono ed agli applausi
Ritrosa ha l'alma. ‐ Il tempo ir diradando
Parve alfin quel dolor. Meno dimessi
Gli occhi Francesca al suo sposo volgea;
Più non cercava ognor d'esser solinga;
Pietosa cura in lei nascea d'udire
Degl'infelici le querele, e spesso
Me le recava; e mi diceva.... Io t'amo.
Silvio Pellico
Cit. da
Francesca da Rimini ‐ Incipit
Frasi di Silvio Pellico
"Not hat (sic) kein Gebot", proclamava Bethmann-Hollweg dinanzi al Reichstag. La fede data,
dunque
, non ha valore di fronte al vantaggio del momento. Necessità non ha legge, e per necessità valga il comodo proprio e la soddisfazione delle proprie cupidigie.
Sidney Sonnino
Frasi di Sidney Sonnino
Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: «Qual è
dunque
il tuo tormento?». E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che ama e con la consapevolezza della propria maledizione. Ma alla fine riceve la facoltà di rivolgere una simile domanda, nel medesimo istante ottiene la pietra di vita e guarisce la sofferenza altrui.
Simone Weil
Cit. da
Corrispondenza
Frasi di Simone Weil
È
dunque
vero, in un certo senso, che Dio bisogna pensarlo come impersonale, nel senso che egli è il modello divino di una persona che con la rinuncia di sé trascende se stessa.
Simone Weil
Cit. da
Forme dell'amore implicito di Dio
Frasi di Simone Weil
Mi piace il mondo di Lovecraft e mi piace quello di Poe, ma personalmente mi sento più a mio agio con la visione di Poe poiché i personaggi sono un po' più complessi rispetto a quelli di Lovecraft,
dunque
posso lavorare su entrambi i livelli mentali di coscienza ed inconscio. Considerando l' attitudine di Poe rispetto al proprio lavoro, sceglierei sempre lui. Mi piaceva Lovecraft, poiché non era così diretto come Poe ma era assai buono come base per una sceneggiatura. Lovecraft era più popolare e commerciale negli anni '20 e a volte è un po' difficoltoso lavorare con i suoi personaggi e le sue storie poiché non sono molto complesse, tutti i registi preferiscono avere a che fare con concetti più complicati.
Roger Corman
Frasi di Roger Corman
Come tutti i luoghi nati dalla speculazione, alimentati dal troppo denaro e abitati da gente che ieri non aveva nulla e oggi ha tutto, Hollywood è
dunque
la più strana tra le combinazioni di contrasti.
Oriana Fallaci
Cit. da
I sette peccati di Hollywood
Frasi di Oriana Fallaci
Caro Totti, capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno. Erano tre ore che quel danese la prendeva a gomitate, pedate, stincate. Pur non essendo una tifosa di calcio, guardavo ed ho visto tutto. Con sdegno. Unico dissenso: io avrei tirato un cazzotto nei denti e una ginocchiata non le dico dove. Stia bene,
dunque
, non si rimproveri ed abbia le più vive congratulazioni di Oriana Fallaci.
Oriana Fallaci
Frasi di Oriana Fallaci
Frank
: Fine pausa pranzo. Bentornati. Allora, vi sono piaciuti i nachos?
Pubblico
: Erano buonissimi.
Frank
: Sì, sì, ma voi non siete qui per pensare al cibo...
Pubblico
: Nooo!
Frank
: No, voi siete qui per un solo motivo: perché io vi illumini, vi aiuti a innalzarvi, vi porti per mano e vi conduca verso un futuro non più così sconosciuto. Perciò restatemi accanto. "Come fingere di essere gentili e premurosi".
[Si avvicina a un cartello con questa scritta]
Dunque
, questo... questo è un capitolo molto importante, come vedrete. Ma arriviamo al concetto fondamentale. Partiamo da lì, partiamo dal punto chiave della faccenda. Gli uomini sono
[scandendo la parola]
merda.
Pubblico
: Cosa?! È impazzito?
Frank
: Che c'è? Gli uomini sono... merda. Non è questo che dicono? Sì, è questo che dicono perché noi facciamo cose orribili, cose terrificanti, esecrabili, davvero. Cose che nessuna donna potrebbe mai fare. Le donne non mentono. Le donne non tradiscono.
Pubblico
: Sono stronzate.
Frank
: Le donne non ci manipolano, per carità.
Pubblico
: Certo.
Frank
: Ora ci siete, vero? Capite cosa fa la società ai nostri cervelli? Oh, poveri bambini! Uh... la donna! Ci insegnano a chiedere perdono: "Mi dispiace".
Pubblico
: Basta!
Frank
: Mi dispiace tanto, baby. Scusami, ti prego!
[pausa]
Ma cosa è che... di cosa, eh, abbiamo bisogno? Delle loro "passerine"? Del loro... amore? Mamma non mi lasciava giocare al calcio e papà mi picchiava... per questo sono così, per questo faccio quello che faccio. Eh? Che megacazzate!
Pubblico
: Hai ragione.
Frank
: Io non chiederò perdono per quello che sono. Non chiederò perdono per le cose di cui ho bisogno!
Pubblico
: Giusto! Molto bene!
Frank
: Non chiederò perdono...
[gridando]
per quello che voglio! Ok. Ora tirate fuori il vostro opuscolo azzurro e andate a pagina 18 dell'opuscolo azzurro.
[Arrabbiandosi]
Ma che cazzo sto facendo?
[rovescia un tavolo]
Tirate fuori... l'opuscolo... l'opuscolo bianco: quello vi serve. Pagina 23 dell'opuscolo bianco: "Come fingere di essere gentili e premurosi".
Dal film:
Magnolia
Scheda film e trama
Frasi del film
Chi ha
dunque
ingegno badi di non tacere, chi abbondanza di roba si guardi dall'esser troppo duro di mano nell'esercizio della misericordia: chi ha un'arte da vivere, ne partecipi al prossimo l'uso e l'utilità.
Gregorio Magno
Frasi di Gregorio Magno
[Su Leonardo]
È una persona semplice, è molto intelligente e ha una carta vincente: è un fuoriclasse dei rapporti umani. Ci sa fare con le persone,
dunque
anche con i suoi giocatori: e le persone così alla fine vincono.
[Da un'intervista del 23 marzo 2011]
Ronaldo
Frasi di Ronaldo
Dunque
, tutto procedeva piuttosto bene. Anzi, dire che da un sei mesi succedevano soltanto cose belle.
- Per esempio: la mamma si era tolta dai piedi Steve, il suo strazio di fidanzato.
- Per esempio: dopo una lezione, la Gillet, la prof di arte e design, mi aveva preso da parte per chiedermi se pensavo di studiare arte all'università.
- Per esempio: improvvisamente, dopo aver fatto per settimane la figura del cretino in pubblico, avevo imparato due nuovi trick di skate. (Scommetto che non andate tutti sullo skate, quindi mi sa che devo chiarire subito una cosa, tanto per evitare terribili equivoci. Skate = skateboard. Noi non diciamo mai skateboard, quindi sarà l'unica volta che userò questa frase in tutta la storia. E se continuerete a immaginarmi a fare lo scemo su un paio di schettini, mettiamo, o di pattini o quel che è, la colpa sarà soltanto vostra.)
Tutto questo, e in più avevo conosciuto Alicia.
Nick Hornby
Cit. da
Tutto per una ragazza ‐ Incipit
Frasi di Nick Hornby
Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- "
Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
"
- "
Un momento
" - rispose Socrate - "
Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
"
- "
I tre setacci?
"
- "
Ma sì
" - continuò Socrate - "
Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
"
- "
No... ne ho solo sentito parlare...
"
- "
Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
"
- "
Ah no! Al contrario.
"
- "
Dunque
" - continuò Socrate - "
Vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
"
- "
No, davvero.
"
- "
Allora
" - concluse Socrate - "
quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?
"
Morale: se ciascuno potesse meditare e mettere in pratica questo piccolo test, molto probabilmente il mondo sarebbe un posto migliore.
Da:
I tre setacci di Socrate
Commenti:
3
A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai vincibili
dunque
, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene...
a tutti i teatranti.
Corrado d'Elia
Cit. da
Don Chisciotte, opera teatrale
L'europeismo è una civiltà di carattere non teocratico ma essenzialmente umano, e
dunque
suscettibile di progresso e di perfezionamento. L'europeismo è una forma di civiltà prettamente umana, e così prettamente umana che ogni intromissione del divino nell'europeismo, ogni tentativo di teocrazia in Europa è un ostacolo all'europeismo, un arresto della civiltà.
[da Nuova enciclopedia]
Alberto Savinio
Frasi di Alberto Savinio
La cultura ha principalmente lo scopo di far conoscere molte cose. Più cose si conoscono, meno importanza si dà a ciascuna cosa: meno fede, meno fede assoluta. Conoscere molte cose significa giudicarle più liberamente e
dunque
meglio. Meno cose si conoscono, più si crede che soltanto quelle esistono, soltanto quelle contano, soltanto quelle hanno importanza. Si arriva così al fanatismo, ossia a conoscere una sola cosa e
dunque
a credere, ad avere fede soltanto in quella.
[da Nuova enciclopedia]
Alberto Savinio
Frasi di Alberto Savinio
All'angolo tra Strada di Dio e Vicolo Insanguinato, il Curry Gardens erra affollato, ma soltanto dalla crema della società, o almeno da coloro che si trovavano a galleggiare in superficie, e che
dunque
era più saggio considerare alla stregua della crema.
Terry Pratchett
Cit. da
Morty l'apprendista
Frasi di Terry Pratchett
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
|
Domandò il bambino a sua madre.
|
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
|
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
|
tu eri il Suo desiderio.
|
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
|
in tutte le mie speranze,
|
in tutti i miei amori, nella mia vita,
|
nella vita di mia madre,
|
tu hai vissuto.
|
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
|
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
|
e mentre contemplo il tuo viso, l'onda del mistero mi sommerge
|
perché tu che appartieni a tutti,
|
tu mi sei stato donato.
|
E per paura che tu fugga via
|
ti tengo stretto nel mio cuore.
|
Quale magia ha
dunque
affidato il tesoro
|
del mondo nelle mie esili braccia?
Rabindranath Tagore
Frasi di Rabindranath Tagore
Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio; il mio infermiere mi osserva di continuo, quasi non mi toglie gli occhi di dosso perché nella porta c'è uno spioncino, e lo sguardo del mio infermiere non può penetrarmi poiché lui ha gli occhi bruni, mentre i miei sono celesti... non può essermi
dunque
nemico.
Günter Grass
Cit. da
Il tamburo di latta
Frasi di Günter Grass
Vi fu
dunque
nelle sue parole un grammo di sincerità, un grammo d'oro che bastò a dar loro il suono del buon metallo.
Antonio Fogazzaro
Cit. da
Piccolo mondo antico
Frasi di Antonio Fogazzaro
Padre. E
dunque
. Se una volta bastava un falò per far piovere, bruciarci sopra un vagabondo per salvare un raccolto, quante case di padroni bisogna incendiare, quanti ammazzarne per le strade e per le piazze, prima che il mondo torni giusto e noi si possa dir la nostra?
[...]
Figlio.
[...]
Sono ingiusti, gli dèi. Che bisogno hanno che si bruci gente viva?
Padre. Se non fosse così, non sarebbero dèi. Chi non lavora come vuoi che passi il tempo? Quando non c'erano i padroni e si viveva con giustizia, bisognava ammazzare ogni tanto qualcuno per farli godere. Sono fatti così. Ma ai nostri tempi non ne han più bisogno. Siamo in tanti a star male, che gli basta guardarci.
[I fuochi]
Cesare Pavese
Cit. da
Dialoghi con Leucò
Frasi di Cesare Pavese
Dunque
è morto il Costanzo? or chi più vostro | Fia duce, o sacri ingegni? e chi v'addita | D'onor la via, se col suo piè partita | Virtù sen riede al sempiterno chiostro? | Voi, che a dolervi, o muse, al dolor nostro | Comun lamento e proprio danno invita, | Spargete, estinto lui che vi diè vita, | Per gl'occhi pianto e per le penne inchiostro. | E tu, tante tue glorie in breve speco | Rinchiuse in un con l'onorata salma, | Sospira, o Mondo impoverito e cieco. Sol morte lieta di sì chiara palma. Trionfi intanto e goda, e godan seco | La Terra che ha le membra, e 'l Ciel ch' ha l'alma.
Giovan Battista Marino
Titolo della poesia:
Sonetto in morte di Angelo di Costanzo
Frasi di Giovan Battista Marino
Voi non sapete che cos'è l'amore ha detto Bukowski
|
Io ho 51 anni guardatemi
|
sono innamorato di questa pollastrella
|
sono cotto ma anche lei si è fissata
|
e insomma va bene così è così che deve andare
|
gli entro nel sangue e non ce la fanno a sbattermi fuori
|
Le provano tutte per liberarsi di me
|
però alla fine tornano tutte indietro
|
Sono tornate tutte fuorché
|
quella che avevo piantato
|
Ci ho pianto per quella
|
però in quei giorni avevo le lacrime facili
|
Non datemi da bere roba forte
|
se no divento cattivo
|
Posso starmene qui a bere birra
|
con voi hippy tutta la notte
|
potrei berne dieci litri di questa birra
|
e niente come fosse acqua
|
Ma se tocchiamo la roba forte
|
mi metto a buttare la gente fuori dalla finestra
|
butto fuori tutti dalla finestra
|
l'ho già fatto
|
Ma voi non sapete che cos'è l'amore
|
Non lo sapete perché non siete
|
mai stati innamorati è chiaro
|
Me la faccio con questa pollastrella vedete è carina
|
Mi chiama Bukowski
|
Bukowski dice con questa vocina
|
e io dico Che c'è
|
Ma voi non sapete che cos'è l'amore
|
ve lo dico io che cos'è
|
ma voi non mi ascoltate
|
Non ce n'è uno di voi in questa stanza
|
che riconoscerebbe l'amore neanche se si alzasse
|
e ve lo mettesse nel culo
|
L'ho sempre pensato che le letture di poesia sono una buffonata
|
Guardatemi ho 51 anni e sono stato in giro
|
lo so che è una buffonata
|
ma mi dico Bukowski
|
meglio svendersi che morire di fame
|
Insomma eccovi qui e tutto va storto
|
Quel tizio come si chiama Galway Kinnell
|
ho visto la foto in una rivista
|
Ha un bel muso
|
ma è un professore
|
Cristo figuratevi
|
Ma in fondo pure voi siete professori
|
ecco, vi sto già insultando
|
No non ne ho sentito parlare
|
non ho sentito nemmeno lui
|
Sono tutti termiti
|
Sarà il mio ego ma non leggo più molto
|
ma certa gente che costruisce
|
la sua reputazione su cinque o sei libri
|
Sono tutti termiti
|
Bukowski dice lei
|
Perché ascolti musica classica tutto il giorno
|
Non vi pare di sentirla mentre lo dice
|
Bukowski perché ascolti musica classica tutto il giorno
|
È sorprendente vero
|
Non l'avreste mai detto che un brutto bastardo come me
|
potesse ascoltare musica classica tutto il giorno
|
Brahms Rachmaninov Bartók Telemann
|
Merda quassù non potrei scrivere
|
C'è troppo silenzio troppi alberi
|
Mi piace la città quello è il posto per me
|
metto su la mia musica classica ogni mattina
|
e mi siedo davanti alla macchina da scrivere
|
accendo un sigaro e fumo così guardate
|
e dico Bukowski sei un uomo fortunato
|
Bukowski te la sei cavata
|
e sei un uomo fortunato
|
e il fumo azzurro galleggia sopra il tavolo
|
e io guardo fuori dalla finestra su Delongpre Avenue
|
e vedo la gente che va su e giù per il marciapiede
|
e tiro dal sigaro così
|
e poi appoggio il sigaro sul portacenere così
|
e faccio un respiro profondo
|
e attacco a scrivere
|
Bukowski questa sì che è vita dico
|
va bene esser poveri va bene avere le emorroidi
|
va bene essere innamorati
|
Ma voi non lo sapete che roba è
|
Voi non sapete che cosa vuol dire essere innamorati
|
Se la vedeste capireste quello che voglio dire
|
Lei era convinta che venissi quassù per scopare
|
Proprio così
|
Mi ha detto che lo sapeva
|
Merda ho 51 anni e lei ne ha 25
|
e siamo innamorati e lei è gelosa
|
Gesù è bellissimo
|
ha detto che mi strappava gli occhi se venivo quassù a scopare
|
Ecco questo sì che è amore per voi
|
Ma che cosa ne sapete voi
|
Lasciate che vi dica una cosa
|
ho incontrato uomini in galera che avevano più stile
|
della gente che bazzica i college
|
e va alle letture di poesia
|
Sono delle sanguisughe che vengono a vedere
|
se i calzini del poeta sono sporchi
|
o se gli puzzano le ascelle
|
Credetemi io non li deluderò quelli lì
|
Ma voglio che vi ricordiate questo
|
c'è solo un poeta in questa stanza stasera
|
solo un poeta in questa città stasera
|
forse solo un poeta vero in questa nazione stasera
|
e quello sono io
|
Che ne sapete voi della vita
|
Che ne sapete voi di qualsiasi cosa
|
Chi fra voi l'hanno mai licenziato da un lavoro
|
oppure ha mai picchiato la sua donna
|
oppure è stato mai picchiato dalla sua donna
|
Io sono stato licenziato cinque volte dalla Sears and Roebuck
|
Mi licenziavano e poi mi riassumevano di nuovo
|
facevo il magazziniere da loro a 35 anni
|
e poi mi hanno sbattuto dentro perché rubavo dolci
|
So cosa significa ci sono stato
|
Ora ho 51 anni e sono innamorato
|
Questa pollastrella lei mi dice
|
Bukowski
|
e io dico Che c'è e lei dice
|
Penso che sei un sacco di merda
|
e io dico piccola tu sì che mi capisci
|
È l'unica al mondo
|
uomo o donna
|
che me lo può dire
|
Ma voi non sapete che cos'è l'amore
|
Tutte quante sono tornate da me alla fine
|
ognuna di loro è tornata
|
fuorché quella di cui vi ho detto
|
quella che avevo piantato
|
Siamo stati insieme sette anni
|
Bevevamo un sacco
|
Vedo un paio di dattilografi in questa stanza ma
|
non vedo poeti
|
Non mi sorprende
|
Bisogna essere stati innamorati per scrivere poesie
|
e voi non sapete che cos'è essere innamorati
|
ecco il vostro guaio
|
Datemi un po' di quella roba
|
Così va bene niente ghiaccio bene
|
È buono è proprio lui
|
Allora cominciamo lo spettacolino
|
So cosa ho detto ma me ne faccio uno solo
|
Sa di buono
|
Okay
dunque
facciamola finita
|
dopo però nessuno stia vicino
|
a una finestra aperta
Raymond Carver
Titolo della poesia:
Voi non sapete che cosè lamore
Frasi di Raymond Carver
È
dunque
grande e pernicioso errore volere che lo Stato possa intervenire a suo talento nel santuario della famiglia.
Papa Leone XIII
Cit. da
Rerum Novarum
Frasi di Papa Leone XIII
Da dove è venuta in me questa sapienza, che prima non avevo? Io non sapevo neppure contare i giorni, né ero capace di gustare Dio. Come mai
dunque
mi è stato dato un dono così grande, così salutare, come è quello di conoscere Dio e di amarlo? Chi mi ha dato la forza di abbandonare la patria e i genitori, di rifiutare gli onori che mi venivano offerti e di venire tra le genti di Irlanda a predicare il Vangelo, sopportando gli oltraggi degli increduli e l'infamia dell'esilio, senza contare le numerose persecuzioni fino alla catene e al carcere? Così ho sacrificato la mia libertà per la salvezza degli altri!
San Patrizio
Cit. da
Confessione di San Patrizio
Frasi di San Patrizio
Il professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula. Il suo corso è uno dei più frequentati. Prima che inizi la lezione c'è un gran vociare tra gli studenti che, riuniti a piccoli gruppi, parlano tra loro.
Il professore tiene in mano un bicchiere d'acqua. Nessuno nota questo dettaglio finché il professore, sempre con il bicchiere d'acqua in mano, inizia a girovagare tra i banchi dell'aula. Il professore cammina, incrocia gli sguardi dei ragazzi, ma rimane in silenzio.
Gli studenti si scambiano sguardi divertiti, ma non sono sorpresi. Qualcuno pensa che il gesto serva a introdurre una lezione sull'ottimismo e sul classico esempio del bicchiere mezzo pieno, o mezzo vuoto.
Il professore, invece, si ferma, e domanda ai suoi studenti:
- "
Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d'acqua?
"
Gli studenti sembrano un po' spiazzati dalla domanda, ma in molti rispondono ipotizzando un peso compreso tra i 200 e i 300 grammi.
- "
Il peso assoluto del bicchiere d'acqua è irrilevante
" - risponde il professore - "
Ciò che conta davvero, è per quanto tempo lo tenete sollevato!
"
Felice di aver catturato l'attenzione dei suoi studenti, il professore continua:
- "
Sollevatelo per un minuto, e non avrete problemi!
Sollevatelo per un'ora, e vi ritroverete un braccio dolorante...
Sollevatelo per un'intera giornata, e vi ritroverete un braccio paralizzato!
"
Gli studenti continuano ad ascoltare attentamente il loro professore di psicologia:
- "
In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato!
Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante...
Lo stress e le preoccupazioni, sono come questo bicchiere d'acqua.
Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro.
Se dedichiamo ad esse il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente.
Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa.
Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza!
"
Il professore capisce, di avere la completa attenzione dei suoi studenti, e decide di concludere il suo ragionamento:
- "
Per ritrovare la serenità, dovete imparare a lasciare andare lo stress e le preoccupazioni.
Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete, e non su ciò che non volete!
Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d'acqua!
"
Morale: Non affannatevi,
dunque
, per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno, basta la sua pena!
[dal vangelo di Matteo 6,34]
Da:
Il peso di un bicchiere d'acqua
Kelly Frears
: Hanno detto di non aver mai capito la causa del disastro. Forse ha preso fuoco del materiale infiammabile non specificato.
Dunque
, qui è dove ti ha trovato la nave. Sei andato alla deriva per circa 500 miglia. Qui è dove si trova la tua isola, a circa 600 miglia dalle Isole Cook. E questi sono i reticolati delle ricerche. Le navi sono andate avanti e indietro per settimane a cercarvi.
Chuck Noland
: Non dovevo salire su quell'aereo. Non dovevo uscire da quella macchina.
Dal film:
Cast Away
Scheda film e trama
Frasi del film
"Tu sei uno sciocco" diceva il Signore delle Mosche "nient'altro che uno sciocco, un ignorante." Simone mosse la lingua, ch'era tutta gonfia, ma non disse nulla. "Non ti pare?" disse il Signore delle Mosche "non sei uno sciocco e basta?" Simone gli rispose con la stessa voce senza suono. "E allora" disse il Signore delle Mosche "faresti meglio a correr via e a giocare con gli altri. Credono che tu sia un po' tocco. Tu non vuoi mica che Ralph creda che tu sia un po' tocco, no? Ti è simpatico Ralph, no? E anche Piggy, anche Jack, no?" La testa di Simone era alzata un po' in su. I suoi occhi non si potevano staccare dal Signore delle Mosche sospeso nel vuoto davanti a lui. "Che cosa stai a fare qui tutto solo? Non ti faccio paura?" Simone ebbe un sussulto. "Non c'è nessuno che ti possa dare aiuto. Solo io. E io sono la Bestia." La bocca di Simone si aprì a fatica e vennero fuori delle parole comprensibili: "Una testa di maiale su un palo." "Che idea pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e ucciddere!" disse la testa di maiale. Per un po' la foresta e tutti gli altri posti che si potevano appena vedere risuonarono della parodia di una risata. "Lo sapevi no? .. che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino. Che io sono la ragione per cui non c'è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?" La risata echeggiò di nuovo. "Su" disse il Signore delle Mosche ".. torna dagli altri, e dimenticheremo tutto quanto." La testa di Simone girava, scoppiava. I suoi occhi erano semichiusi, come se imitassero quella cosa oscena sul palo. Egli sapeva che stava per venirgli uno dei suoi accessi. Il Signore delle Mosche si gonfiava come un pallone. "Questo è ridicolo. Tu sai benissimo che non mi incontrerai altro che lì..
dunque
non cercare di fuggire." Il corpo di Simone era inarcato e rigido. Il Signore delle Mosche parlava con la voce d'un maestro di scuola. "Questo scherzo è durato abbastanza, davvero. Mio povero bambino traviato, credi di saperne più di me?" Ci fu una pausa. "Ti metto in guardia. Sto per perdere la pazienza. Non vedi? Non c'è posto, per te. Capito? Su quest'isola ci divertiremo. Capito? Su quest'isola ci divertiremo.
Dunque
non provarci nemmeno, mio povero ragazzo traviato, altrimenti.. " Simone si accorse che stava guardando dentro una gran bocca. Dentro c'era buio, un buio, che dilagava. "Altrimenti.." disse il Signore delle Mosche "ti faremo fuori. Capisci? Jack e Ruggero e Maurizio e Roberto e Guglielmo e Piggy e Ralph. Ti faremo fuori. Capisci?" Simone era dentro la bocca. Cadde e perse coscienza.
William Golding
Cit. da
Il Signore delle Mosche
Frasi di William Golding
[Accusato di tradimento, More si presenta alla Corte davanti ai Giudici, alla giuria e al pubblico. Egli siede al centro dell'aula, mentre Cromwell inizia il processo leggendo i capi di imputazione]
Cromwell
: "Che voi avete volontariamente e con malizia negato al nostro Sovrano e Signore, re Enrico, il suo indubitabile e sicuro titolo di Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra".
More
: Ma io non gli ho mai negato questo titolo!
Cromwell
: A Westminster Hall, a Lambeth, ed ancora a Richmond, voi vi siete sempre rifiutato di giurare. Non è questo un diniego?
More
: No, questo è silenzio, e per il mio silenzio sono stato punito con la prigione. Perché mi chiamate ancora?
Giudice
: Siete accusato di tradimento, ser Thomas.
Cromwell
: Per il quale la punizione non è la prigione.
More
: La morte. Arriva per noi tutti, miei signori, anche per i re arriva.
Giudice
: La morte del re non è in discussione, ser Thomas.
More
: Né la mia, visto che ancora non sono colpevole.
Norfolk
: La tua vita è nelle tue mani, così come è sempre stata!
More
: È nelle mie mani? E allora la terrò stretta!
[Il pubblico ride]
Cromwell
: E così, ser Thomas, voi insistete col vostro silenzio.
More
: Sicuro.
Cromwell
:
Dunque
, signori della giuria: ci sono molti generi di silenzio. Pensiamo prima di tutto al silenzio di un morto. Immaginiamo di entrare nella stanza dove egli giace: che cosa sentiamo? Silenzio. E che significato ha per noi questo silenzio? Nessuno: questo è silenzio puro e semplice. Ma pensiamo ad un altro caso: immaginiamo che io estragga un pugnale dalle mie vesti e che faccia per uccidere il prigioniero, e che voi signori, invece di urlarmi di non farlo, manteniate il vostro silenzio. Questo avrebbe un significato: significherebbe l'approvazione di quello che sto per fare, e quindi voi sareste colpevoli quanto me. E perciò il silenzio può, a seconda delle circostanze, parlare. Consideriamo adesso bene le circostanze del silenzio del prigioniero. Il giuramento è stato proposto a tutti i sudditi da un capo all'altro del Paese e tutti hanno ritenuto il titolo di Sua Maestà giusto, ma quando è toccato al prigioniero, lo ha rifiutato. E questo lo chiama "silenzio". E adesso, c'è un uomo in questa Corte, anzi, c'è un uomo in tutta l'Inghilterra, che non sappia quello che pensa ser Thomas More di questo titolo?
[brusio del pubblico]
E come può essere! Perché il suo silenzio significava, anzi, il suo silenzioera non un silenzio, ma il più eloquente dei dinieghi!
[Il mormorio del pubblico sembra approvare quanto affermato da Cromwell, ma More si difende]
More
: Non è vero. Non è vero, messer segretario. La massima è: "Chi tace, acconsente". La supposizione legale è: "Il silenzio dà il consenso". E pertanto se voleste dedurre quello che il mio silenzio significava, dovreste dedurre che io acconsentivo, non che negavo.
[Il pubblico ride]
Cromwell
: È questo forse quello che il mondo ne deduce, e sostenete che voi desiderate che ne deduca questo?
More
: Il mondo può dedurre secondo il suo cervello, questa Corte ha l'obbligo di dedurre secondo la legge.
[Il pubblico ride; lo stesso Norfolk è compiaciuto per la risposta pronta dell'amico]
Dal film:
Un uomo per tutte le stagioni
Scheda film e trama
Frasi del film
Moro non è il santino immaginario della interessata iconografia ufficiale.
[...]
Moro è quello che vien fuori dalle sue lettere, quelle lettere che scrisse quando era prigioniero delle Br e che sono quanto di più penoso ed umiliante sia mai uscito da una prigione. Lo «statista insigne» che, al momento del
dunque
, sconfessa tutti i principi dello Stato di diritto, sembra considerare lo Stato ed i suoi organismi come un proprio patrimonio privato, invita gli amici del suo partito ed i principali rappresentanti della Repubblica a fare altrettanto. L'uomo che chiede pietà per sé ma, in novanta lettere, non ha una parola per gli uomini della sua scorta, morti ammazzati per lui e, anzi, l'unico accenno che ne fa è gelidamente burocratico per definirli «amministrativamente non all'altezza». Il politico che conferma la tradizione della classe dirigente italiana pronta a chiedere tutto, anche la vita, agli umili, ma mai disposta, le poche volte che capita, a pagare di persona (si pensi a Mussolini in fuga sotto un pastrano tedesco, al modo con cui il re e Badoglio abbandonano Roma). Dire queste cose d'un uomo che è morto come è morto Moro può apparire, anzi è, crudele. Ma è la verità. E poiché ho scritto queste cose quando Moro era ancora vivo («Statista insigne o pover'uomo?». Il Lavoro 4 aprile 1978) non ho alcuna remora a ripeterle ora che è morto e che altri tasselli vengono a completarne la figura.
[da E questo era lo «statista insigne»?, Massimofini.it, archivio 1986]
Massimo Fini
Frasi di Massimo Fini
Carneade di Cirene
: Non te la prendere, Scipione. Arcesilao nega ogni valore all'opinione volgare. Se qualche cosa è degna dell'aspirazione del saggio, questa non può essere che la scienza. Tuttavia, la scienza è irraggiungibile, e all'uomo è preclusa la vera conoscenza delle cose. Di qui il dilemma: o una scienza che ci trascende, o una opinione che è inferiore a noi. Il saggio non può che rifiutare ambo i termini di questa alternativa, poiché l'assenso e la fede sono, per lui, un male. Trattenere l'assenso non è umano, e, senza adesione, l'azione è impossibile. Vedi,
dunque
, Scipione, come lo scetticismo escluda ogni condotta di vita.
Scipione
: Vedo, vedo... nun c'ho capito gnente...
Dal film:
Scipione detto anche l'Africano
Scheda film e trama
Frasi del film
Quali porte se li serrerabano? Quali populi li negherebbero la obedienzia? Quale invidia se li opporrebbe? Quale Italiano li negherebbe l'ossequio? A ognuno puzza questo barbaro dominio. Pigli a
dunque
la illustre Casa Vostra questo assunto con quello animo e con quella speranza chesi pigliano le imprese iuste; acciò che sotto la sua insegna, e questa patria ne sia nobilitata, e sotto li sua auspizii si verifichi quel detto del Petrarca:
Virtù contro a furore
prenderà l'arme; e fia el combatter corto,
ché l'antico valore
nell'italici cor non è ancor morto.
[Explicit]
Niccolò Machiavelli
Cit. da
Il Principe
Frasi di Niccolò Machiavelli
Sendo a
dunque
uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe
[volpe]
e il lione, perché il lione non si difende da' lacci, la golpe non si difende da' lupi. Bisogna a
dunque
essere golpe a conoscere e lacci e lione a sbigottire e lupi.
[cap. XVIII]
Niccolò Machiavelli
Cit. da
Il Principe
Frasi di Niccolò Machiavelli
[...]
nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci a
dunque
un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati
[...]
[cap. XVIII]
Niccolò Machiavelli
Cit. da
Il Principe
Frasi di Niccolò Machiavelli
Joseph K.
: Che fa qui in Chiesa lei? Ma sono in Chiesa o in una sezione del Tribunale?
Avvocato Hastler
: Ho lasciato il mio letto per te.
Joseph K.
: Per me può ritornarci anche subito.
Avvocato Hastler
: Non crederai sul serio di poterti difendere da solo.
Joseph K.
: Non mi restano che due vie: difendermi da solo o ribellarmi.
Avvocato Hastler
: Ribellarti al Tribunale?
Joseph K.
: Ribellarmi a tutti! Cos'è questo?
Avvocato Hastler
: Solo un mezzo per illuminati.
Joseph K.
: Sono stufo di chiacchierare.
Avvocato Hastler
: Ascolta figliolo, lo sbaglio che tu stai commettendo è descritto nelle note introduttive della Legge: davanti alla porta della Legge c'è un guardiano, un uomo di campagna si presenta a lui e lo prega di farlo entrare, ma il guardiano non può lasciarlo passare. L'uomo, sperando di essere ammesso più tardi, resta lì ad aspettare di sua iniziativa...
Joseph K.
: E quando l'uomo ormai vecchio sta per morire il guardiano gli rivela
che quella porta era destinata a lui solo.
Avvocato Hastler
: Nessuno oltre te poteva varcare questa porta, e adesso, io andrò a chiuderla. Alcuni commentatori sottolineano che l'uomo venne spontaneamente alla porta, nessuno gliel'aveva imposto.
Joseph K.
: E io dovrei accettare tutto questo come una verità?
Avvocato Hastler
: Non è obbligatorio credere che tutto sia vero, ma solo che tutto è necessario.
Joseph K.
: Signore che miserevole teoria, la menzogna elevata a principio universale.
Avvocato Hastler
: Compiendo la follia di ribellarti al Tribunale speri per caso di dare ad intendere che sei pazzo? Indubbiamente hai trovato il modo di convalidare questa tesi, sostenendo di essere vittima di non si sa quale complotto!
Joseph K.
: Secondo lei questo è un segno di pazzia vero?
Avvocato Hastler
: Solo di mania di persecuzione.
Joseph K.
: Mania di...
Avvocato Hastler
: Certo.
Joseph K.
: Non pretendo di essere un martire. No.
Avvocato Hastler
: E nemmeno una vittima della società?
Joseph K.
: Io faccio parte della società.
Avvocato Hastler
: Pensi di poter convincere il Tribunale che non sei responsabile perché infermo di mente?
Joseph K.
: Penso sia il Tribunale a volermi convincere di questo. Sì, ecco qual è la vera congiura. Persuadere tutti noi che il mondo intero è pazzo! Informe! Privo di senso! Assurdo! Ecco lo sporco gioco. Perciò ho perso la mia causa! E con questo? Lo sa? Anche lei è perduto. Tutto è perduto. Tutto. E che significa? Crede basti una sentenza a condannare l'universo intero alla follia?
Prete
: Non riesci
dunque
a vedere niente?
Joseph K.
: Ma certo. Io sono responsabile.
Prete
: Figliolo.
Joseph K.
: Non sono suo figlio.
Dal film:
Il processo
Scheda film e trama
Frasi del film
Un cane entrò in macelleria mentre il negoziante era intento nel suo lavoro. Appena l'uomo notò il cane lo mandò via, ma il cane entrò nuovamente. Il macellaio, sorpreso dall'insistenza dell'intruso, cercò di cacciarlo una seconda volta dal suo negozio ma si rese conto che il cane aveva un foglio in bocca. Prese
dunque
il foglio e lo lesse:
- "
Mi potrebbe mandare 12 salsicce e 3 bistecche di manzo per favore?
"
Il macellaio notò che il cane aveva in bocca anche un biglietto da 50 Euro.
Così prese le salsicce e le bistecche, le infilò insieme in una borsa che mise nella bocca del cane.
Il macellaio rimase molto colpito. Era arrivata l'ora di chiudere il negozio, così decise di seguire il cane, che si incamminò lungo la strada con la borsa tra i denti.
Quando il cane arrivò ad un incrocio, lasciò la borsa sul marciapiede, si alzò sulle zampe posteriori e con una delle anteriori schiacciò il bottone dei pedoni per cambiare il segnale del semaforo.
Prese di nuovo la borsa ed aspettò pazientemente che il semaforo diventasse verde per far attraversare i pedoni.
Allora attraversò la strada e camminò fino ad una fermata del bus. Il macellaio lo seguiva stupefatto da vicino.
Alla fermata il cane guardò la mappa delle rotte e degli orari e si sedette sul marciapiede ad aspettare il suo bus.
Ne arrivò uno che però non era il suo, ed il cane infatti non si mosse.
Arrivò un altro bus ed il cane, dopo essersi assicurato che fosse quello giusto, salì dalla porta posteriore, affinché il conduttore non lo potesse vedere. Il macellaio, a bocca aperta, lo seguì.
All'improvviso il cane si alzò sulle zampe posteriori e toccò il campanello della fermata, sempre con la borsa tra i denti.
Quando il bus si fermò, il cane scese, così anche il macellaio. Entrambi camminarono per la strada finché il cane si fermò a una casa. Posò la borsa sul marciapiede e, prendendo la rincorsa, si lanciò contro la porta. Ripeté l'azione diverse volte, ma nessuno gli aprì la porta.
Allora il cane fece il giro della casa, saltò un recinto, si avvicinò ad una finestra e, con la testa, colpì diverse volte il vetro.
Ritornò alla porta, che si aprì. Comparve un uomo che cominciò a picchiare il cane.
Il macellaio corse verso l'uomo e gridò:
- "
Santo cielo, che cosa sta facendo? Il suo cane é un genio!
"
L'uomo irritato rispose:
- "
Un genio?! E' la seconda volta questa settimana che questo stupido dimentica le chiavi!
"
Morale: puoi essere un eccellente e straordinario lavoratore, e superare sempre le aspettative del tuo capo, ma ai suoi occhi sarai sempre al di sotto delle sue attese.
Da:
Un cane straordinario
Dottore
:
[Rivolgendosi a Giacomo]
Dunque
, vediamo, nome e cognome?
Aldo
: Giacomo Poretti.
Dottore
: Ah, perchè l'ho chiesto a lei? È lei il malato?
Aldo
: Ma lo conosco, è mio cognato...
Dottore
: Secondo lei io devo compilare un documento che è ufficiale mettendo le informazioni del primo che passa?
[A Giacomo]
Senta, è suo cognato?
Giacomo
: Si, si.
Dottore
:
[Rivolgendosi ora ad Aldo]
Va bene, come ha detto che si chiama?
Aldo
: Perchè non glielo chiede a lui?
Giovanni
: Giacomo Poretti... per favore, siamo in ritardo!
[sottovoce ad Aldo]
Non star lì sempre a questionare...
Dottore
:
[scrive]
Giacomo... Poretti... Allora, vediamo un po'...se tocco qui fa male?
[Giacomo emette un verso di dolore]
Ma è sicuro? Invece se tocco qui?
[Giacomo emette un verso di dolore ancora più forte]
Aldo
: Dottore, perchè non gli diamo un calmante per endovenosa... che ne so io, 4 cc di placibio?...
Dottore
: Ah, è medico! Non lo sapevo... È medico! E dov'è che ha studiato? Mi faccia il sacrosanto piacere di mettersi lì e di stare zitto, e non disturbi, mentre faccio il mio lavoro! Signorina, mi prepari un calmante,
dunque
vediamo... 4 cc di placibio per endovena.
[Aldo è visibilmente sbalordito]
. Ecco, la lingua, mi faccia vedere la lingua...
Aldo
: Dottore, secondo me ha un colica renale.
Dottore
: Che cosa le ho detto prima? Di stare... zitto... e di mettersi... lì. Sono io che faccio le visite.
Aldo
: Si però se tocco qui e gli fa male non può essere una tracheite!
Dottore
: Adesso si mette anche a fare le diagnosi! È arrivato il professorone, è arrivato! Sa cosa faccio adesso? Mi tolgo il camice e lo dò a lei, va bene? Glielo dò? Vuole il camice? Stia zitto! Non voglio più sentire neanche una parola capito?! Zitto!
[Rivolgendosi nuovamente a Giacomo]
Caro signor...
Aldo
: Giacomo Poretti!
Dottore
: Caro signor Poretti, qui abbiamo una bella colica renale!
[Aldo fa nuovamente la faccia sbalordita]
Dobbiamo fare qualche esamino, lei questa notte la passa qui dentro. Motivi precauzionali.
Giovanni
: Guardi che siamo già in ritardo incredibile...
Aldo
: Non è che ti puoi mettere a discutere col professore, è un professorone! Un professorone di stirpe, non è che si è inventato, sa quello che deve dire.
Dal film:
Tre uomini e una gamba
Scheda film e trama
Frasi del film
Come si spiega
dunque
la mancanza di visitatori extraterrestri? È possibile che là, tra le stelle, vi sia una specie progredita che sa che esistiamo, ma ci lascia cuocere nel nostro brodo primitivo. Però è difficile che abbia tanti riguardi verso una forma di vita inferiore: forse che noi ci preoccupiamo di quanti insetti o lombrichi schiacciamo sotto i piedi? Una spiegazione più plausibile è che vi siano scarsissime probabilità che la vita si sviluppi su altri pianeti o che, sviluppatasi, diventi intelligente. Poiché ci definiamo intelligenti, anche se forse con motivi poco fondati, noi tentiamo di considerare l'intelligenza una conseguenza inevitabile dell'evoluzione, invece è discutibile che sia così. I batteri se la cavano benissimo senza e ci sopravviveranno se la nostra cosiddetta intelligenza ci indurrà ad autodistruggerci in una guerra nucleare.
[...]
Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante definito da Star Trek, di un universo popolato da molte specie di umanoidi, con una scienza e una tecnologia avanzate ma fondamentalmente statiche. Credo che invece saremo soli e che incrementeremo molto, e molto in fretta, la complessità biologica ed elettronica.
Stephen Hawking
Cit. da
L'universo in un guscio di noce
Frasi di Stephen Hawking
Jules
: Chi ha scritto: "La donna è naturale,
dunque
abominevole"?
Jim
: Baudelaire, ma parlava di donne di un particolare ambiente.
Jules
: Niente affatto, parlava delle donne in generale.
Dal film:
Jules e Jim
Scheda film e trama
Frasi del film
Oggi si sfornano decine di CD al giorno e poi a determinare il successo è quasi sempre solo la promozione e quindi si investe soprattutto in promozione.
Dunque
si investe di più in esperti di marketing e pubbliche relazioni e meno in artisti e informazione di qualità.
Grazia Di Michele
Frasi di Grazia Di Michele
Questa, questa me la raccontavano alle elementari.
Dunque
, ci sono due topini che guardano il cielo in una notte d'estate. Passa un pipistrello e il primo topo dice all'altro: "Guarda, un angelo!"
Dopo tutto questo tempo forse ho capito quello che voleva dire davvero quella storiella. È cioè, per quanto schifo faccia la tua vita, puoi comunque sognare di avere un paio d'ali e di volare. Solo che la parte più difficile rimane staccarsi da terra.
Walter (voce narrante)
Dal film:
Tutti giù per terra
Scheda film e trama
Frasi del film
Donatone
: Ivana, hai visto l'animale come è andato via scodinzolando?
Ivana
: Mmmhh... Questa storia delle tue mega mance la trovo così cafona io...
Donatone
: Ma quale cafona? Sei tu che non sai viaggiare, dai! La regola numero uno quando arrivi in albergo è presentarsi con il personale. Tu ti spari via un 300.000 e sei nel burro tutta la vacanza... Testa!
Cameriera
: Signora ha chiamato?
Ivana
: Sì. Mio marito.
Donatone
: Ah senta,
dunque
... Urgono stampelle a raffica e asciugamani come se piovesse. Rapido eh, mi raccomando!
Grazie.
Donatone
: Vedi... il mio non è un punto di vista, è un teorema, claro!?
Ivana
: Sì sì... li conosco i tuoi teoremi. Al mare si scende in spiaggia dopo le due...
Donatone
: Esatto! Quando gli animali sono già in pensione alle prese con lo spago.
Ivana
: E chi disfa le valige è sempre la moglie...
[...]
Ivana
: Lo facciamo uno strappo alle tue regole?
Donatone
: Eh guarda, la libidine sarebbe per il sì eh... Ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno del suo descanso. E poi è scattata la regola numero due: giro di ricognizione del pueblo alla ricerca de los amigos! Hasta la vista! Ah... Ivana... Mi raccomando il panta nell'armadio... Il pantalone bello diritto eh... Hai capito? E un po' di ordine in stanza. See you later...
Ivana
: Ciao.
Dal film:
Vacanze di Natale
Scheda film e trama
Frasi del film
Pretore
: Lei
dunque
è un autista di piazza?
Carlozzi
: Conduttore di automobile a tassametro.
Pretore
: E non è la stessa cosa?
Carlozzi
: No, autista di piazza e inestatto e restrittivo. In quanto io posso usare la mia automobile, sia nelle piazze che nei vicoli, nelle salite e nelle discese, in pianura, dove mi pare insomma.
Dal film:
Zucchero, miele e peperoncino
Scheda film e trama
Frasi del film
[Dopo la ritirata del Piave]
La voce dei morti e la volontà dei vivi, il senso dell'onore e la ragione dell'utilità, concordemente, solennemente ci rivolgono a
dunque
un ammonimento solo, ci additano una sola via di salvezza: resistere! resistere! resistere!
Vittorio Emanuele Orlando
Frasi di Vittorio Emanuele Orlando
I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
|
Van da San Guido in duplice filar,
|
Quasi in corsa giganti giovinetti
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Mi balzarono incontro e mi guardâr.
|
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Mi riconobbero, e ‐ Ben torni ormai ‐
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Bisbigliaron vèr me co l capo chino ‐
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Perché non scendi? perché non ristai?
|
Fresca è la sera e a te noto il cammino.
|
Oh sièditi a le nostre ombre odorate
|
Ove soffia dal mare il maestrale:
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Ira non ti serbiam de le sassate
|
Tue d'una volta: oh, non facean già male!
|
|
Nidi portiamo ancor di rusignoli:
|
Deh perché fuggi rapido così
|
Le passere la sera intreccian voli
|
A noi d'intorno ancora. Oh resta qui!
|
|
‐ Bei cipressetti, cipressetti miei,
|
Fedeli amici d'un tempo migliore,
|
Oh di che cuor con voi mi resterei ‐
|
Guardando io rispondeva ‐ oh di che cuore!
|
Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire:
|
Or non è più quel tempo e quell'età.
|
Se voi sapeste!... via, non fo per dire,
|
Ma oggi sono una celebrità.
|
|
E so legger di greco e di latino,
|
E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù;
|
Non son più, cipressetti, un birichino,
|
E sassi in specie non ne tiro più.
|
E massime a le piante. ‐ Un mormorio
|
Pe' dubitanti vertici ondeggiò,
|
E il dì cadente con un ghigno pio
|
Tra i verdi cupi roseo brillò.
|
|
Intesi allora che i cipressi e il sole
|
Una gentil pietade avean di me,
|
E presto il mormorio si fe' parole:
|
‐ Ben lo sappiamo: un pover uomo tu se'.
|
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse
|
Che rapisce de gli uomini i sospir,
|
Come dentro al tuo petto eterne risse
|
Ardon che tu né sai né puoi lenir.
|
|
A le querce ed a noi qui puoi contare
|
L'umana tua tristezza e il vostro duol;
|
Vedi come pacato e azzurro è il mare,
|
Come ridente a lui discende il sol!
|
E come questo occaso è pien di voli,
|
Com'è allegro de' passeri il garrire!
|
A notte canteranno i rusignoli:
|
Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
|
|
I rei fantasmi che da' fondi neri
|
De i cuor vostri battuti dal pensier
|
Guizzan come da i vostri cimiteri
|
Putride fiamme innanzi al passegger.
|
Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno,
|
Che de le grandi querce a l'ombra stan
|
Ammusando i cavalli e intorno intorno
|
Tutto è silenzio ne l'ardente pian,
|
|
Ti canteremo noi cipressi i cori
|
Che vanno eterni fra la terra e il cielo:
|
Da quegli olmi le ninfe usciran fuori
|
Te ventilando co l lor bianco velo;
|
E Pan l'eterno che su l'erme alture
|
A quell'ora e ne i pian solingo va
|
Il dissidio, o mortal, de le tue cure
|
Ne la diva armonia sommergerà. ‐
|
|
Ed io ‐ Lontano, oltre Appennin, m'aspetta
|
La Tittì ‐ rispondea -; lasciatem'ire.
|
È la Tittì come una passeretta,
|
Ma non ha penne per il suo vestire.
|
E mangia altro che bacche di cipresso;
|
Né io sono per anche un manzoniano
|
Che tiri quattro paghe per il lesso.
|
Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! ‐
|
|
‐ Che vuoi che diciam
dunque
al cimitero
|
Dove la nonna tua sepolta sta? ‐
|
E fuggìano, e pareano un corteo nero
|
Che brontolando in fretta in fretta va.
|
Di cima al poggio allor, dal cimitero,
|
Giù de' cipressi per la verde via,
|
Alta, solenne, vestita di nero
|
Parvemi riveder nonna Lucia:
|
|
La signora Lucia, da la cui bocca,
|
Tra l'ondeggiar de i candidi capelli,
|
La favella toscana, ch'è sì sciocca
|
Nel manzonismo de gli stenterelli,
|
Canora discendea, co l mesto accento
|
De la Versilia che nel cuor mi sta,
|
Come da un sirventese del trecento,
|
Piena di forza e di soavità.
|
|
O nonna, o nonna! deh com'era bella
|
Quand'ero bimbo! ditemela ancor,
|
Ditela a quest'uom savio la novella
|
Di lei che cerca il suo perduto amor!
|
‐ Sette paia di scarpe ho consumate
|
Di tutto ferro per te ritrovare:
|
Sette verghe di ferro ho logorate
|
Per appoggiarmi nel fatale andare:
|
|
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
|
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
|
Tu dormi a le mie grida disperate,
|
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare. ‐
|
Deh come bella, o nonna, e come vera
|
È la novella ancor! Proprio così.
|
E quello che cercai mattina e sera
|
Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
|
|
Sotto questi cipressi, ove non spero,
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Ove non penso di posarmi più:
|
Forse, nonna, è nel vostro cimitero
|
Tra quegli altri cipressi ermo là su.
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Ansimando fuggìa la vaporiera
|
Mentr'io così piangeva entro il mio cuore;
|
E di polledri una leggiadra schiera
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Annitrendo correa lieta al rumore.
|
|
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo
|
Rosso e turchino, non si scomodò:
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Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo
|
E a brucar serio e lento seguitò.
Giosuè Carducci
Titolo della poesia:
Davanti a San Guido
Frasi di Giosuè Carducci
Viviamo
dunque
felici, noi che non possediamo nulla: nutrendoci della gioia come i risplendenti dèi.
Buddha
Cit. da
Dhammapada
Frasi di Buddha
[Notato che con la restaurazione tutto era tornato come prima e che l'unico acquisto dei moti rivoluzionari era stata la ghigliottina, unico segno
dunque
della modernità]
Voi sete l'omo più moderno de Roma, a mastro Ti', l'avvenire è vostro.
Leonida Montanari
Dal film:
Nell'anno del Signore
Scheda film e trama
Frasi del film
Avvenne tutto per puro caso! Il giorno prima Maigret non sapeva che avrebbe intrapreso un viaggio. Eppure si era in quella stagione in cui Parigi cominciava a pesargli: un mese di marzo effervescente, che profumava di primavera, con un sole chiaro, penetrante, già tiepido.
La signora Maigret si era recata per un paio di settimane in Alsazia da sua sorella che aspettava un bambino.
Martedì mattina,
dunque
, il commissario ricevette una lettera da un collega della Polizia giudiziaria che era andato in pensione un paio d'anni prima e si era stabilito in Dordogne.
"...e soprattutto, se un vento propizio ti dovesse condurre in questa regione, ti raccomando di venire a trascorrere alcuni giorni da me. Ho una vecchia domestica che è contenta solo se ho degli ospiti. E poi comincia la stagione del salmone..."
Georges Simenon
Cit. da
Maigret e il pazzo di Bergerac ‐ Incipit
Frasi di Georges Simenon
Si ferma il sesso spirando, io mi giro, spirante.
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Fonte della mia vita, in te m'avvolgo e affondo.
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Amore, amore, amore - il braciere raggiante
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che mi dà, con l'orgasmo, la spiegazione del mondo.
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Povera carne senile, che vibra insoddisfatta,
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la mia si ribella alla morte annunciata.
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Voglio ancora invadere quell'angusto anfratto
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dove il maggior diletto mi propizia l'amata.
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Domani, mai più. Oggi stesso, forse,
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mi si congela il nervo, mi svanisce il piacere
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prima che, deliziosa, cessi l'esplorazione.
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L'orgasmo
dunque
coroni l'ora della mia fine
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e possa io partire, l'essere nella pienezza,
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imperlando di seme l'eremo irreparabile.
Carlos Drummond de Andrade
Titolo della poesia:
Si ferma il sesso spirando
Frasi di Carlos Drummond de Andrade
Tendo a pensare che il male sia molto potente anche se alla lunga si rivela piuttosto stupido. Tento a vedere il potere del bene in modo più sottile e in definitiva come la forza che ha più possibilità di trasformarsi, manifestarsi e
dunque
provocare un interesse più vero. L'interesse per il potere del male è più superficiale, ma sotto sotto è sciocco e alla lunga monotono ‐ ed è questo il vero aspetto terrificante della questione. Come diceva Joseph Conrad «l'unico orrore è che non c'è orrore».
Stephen King
Cit. da
L'orrore secondo Stephen King
Frasi di Stephen King
Io sono come quella foglia, guarda,
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sul nudo ramo, che un prodigio ancora
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tiene attaccata.
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Negami
dunque
. Non ne sia rattristata
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la bella età che a un'ansia ti colora,
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e per me a slanci infantili s'attarda.
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Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
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Morire è nulla; perderti è difficile.
Umberto Saba
Titolo della poesia:
La foglia
Frasi di Umberto Saba
Luca
:
[Pensando]
La formula degli esami è cambiata rispetto a tanti anni fa, e anche i professori sono cambiati parecchio. Lei, per esempio, è la nostra professoressa di matematica e oggi ci sta spiegando una cosa di fondamentale importanza.
Professoressa Paliani
: Il contropiede, solo così possiamo battere quegli infami del quinto B! Ragazzi se non vinciamo la partita, io vi boccio tutti agli esami!
Dunque
... Massi a centrocampo, Riccardo sulla fascia, Luca unica punta centrale, ti prego segna, eh? E tutti gli altri fanno muro in difesa. Santilli legati quegli occhiali, non fare come l'anno scorso che sei andato a parà negli spogliatoi!
Dal film:
Notte prima degli esami - Oggi
Scheda film e trama
Frasi del film
[Da una conferenza femminista di Giraudoux tenuta alla vigilia dell'ultima guerra]
Per gli uomini è
dunque
arrivato il momento di ammettere la loro sconfitta? Non saprei, quello che so è che essi avevano sempre allontanato la dura ammissioni che le donne fossero uguali, se non superiori, nei campi di azione che essi si erano riservati. Gli uomini avevano messo la donna in posizione subordinata facendola serva, o in posizione troppo superiore facendola dea. Mai l'avevano ammessa alla parità. Quando un'armata di greci fu battuta dalle parti della Tracia da un'armata di donne, gli uomini di allora inventarono le Amazzoni; essi escogitarono che quelle donne fossero semidee e che conducessero una esistenza favolosa. Quando Giovanna D'arco salvò la Francia, i suoi nemici la fecero un'indemoniata, e i suoi partigiani un'arcangelo, ma nessuno ebbe mai l'idea che essa potesse essere semplicemente una donna. Per Semiramide, per Cleopatra l'uomo se l'è cavata attribuendo ad esse una grande bellezza. Quelle donne erano forse brutte. Cleopatra era certamente brutta, ma tutte e due erano dotate di genio politici. Eppure l'uomo ha nascosto il loro genio dietro una bellezza che non esisteva per togliersi d'impaccio. Ora però non è più possibile ricorrere ad espedienti del genere. Ora è giocoforza ammettere che le donne, quando s'impadroniranno del potere, non sarà perché posseggono dei nasi perfetti e dei fianchi possenti o perché hanno venduto l'anima al diavolo, ma perché esse sono dotate per il comando e il governo della società come gli uomini. Come gli uomini e forse anche più di essi.
Jean Giraudoux
Chiamo
dunque
bello fuori di me tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l'idea di rapporti; e bello per me tutto ciò che risveglia quest'idea.
Quando dico "tutto", escludo però le qualità relative al gusto e all'odorato; benché queste qualità possano risvegliare in noi l'idea di rapporti, non si chiamano belli gli oggetti in cui esse risiedono, quando li si considera dal punto di vista di queste qualità. Diremo un cibo eccellente, un odore delizioso, ma non un bel cibo, un bell'odore.
Dunque
, quando diciamo questo è un bel pesce, questa è una bella rosa, consideriamo nella rosa e nel pesce qualità diverse da quelle relative ai sensi del gusto e dell'odorato.
Denis Diderot
Cit. da
Trattato sul bello
Frasi di Denis Diderot
7º I sostenitori del senso interno intendono per bello l'idea che certi oggetti suscitano nella nostra anima e per senso interno del bello la facoltà che abbiamo di accogliere questa idea; osservano che gli animali hanno delle facoltà simili ai nostri sensi esterni, e che anzi le hanno qualche volta superiori alle nostre; ma che non ce n'è nessuno che mostri quello che intendiamo per senso interno. Un essere, continuano, può
dunque
avere interamente la nostra medesima sensazione esterna, senza cogliere però le somiglianze e i rapporti tra gli oggetti; può anche discernere quelle somiglianze e quei rapporti senza sentirne un grande piacere; d'altra parte le pure e semplici idee della figura e delle forme, ecc., sono qualcosa di distinto dal piacere. Il piacere può trovarsi là dove le proporzioni non sono considerate né conosciute, e può mancare per quanta attenzione si rivolga all'ordine e alle proporzioni. Come chiameremo
dunque
questa facoltà che agisce in noi senza che sappiamo bene il perché?
[Senso interno]
.
Denis Diderot
Cit. da
Trattato sul bello
Frasi di Denis Diderot
Non esiste in natura un atomo che sia rigorosamente simile ad un altro. E tutto in natura è connesso, senza che sia possibile un vuoto nella catena. Che cosa sono
dunque
gli individui? Essi non esistono affatto. C'è un solo grande individuo, ed è il tutto.
[...]
Dall'elefante alla pulce, e dalla pulce alla molecola sensibile e vivente, che costituisce l'origine di ogni cosa, non c'è un punto in tutta la natura che non soffra o non goda.
Denis Diderot
Frasi di Denis Diderot
"Ora, è così bizzarramente improbabile che una cosa straordinariamente utile come il pesce Babele si sia evoluta per puro caso, che alcuni pensatori sono arrivati a vedere in ciò la prova finale e lampante della non-esistenza di Dio. "Le loro argomentazioni seguono pressapoco questo schema: 'Mi rifiuto di dimostrare che esisto' dice Dio 'perché la dimostrazione è una negazione della fede, e senza fede io non sono niente'. "Ma' dice l'uomo 'il pesce Babele è una chiara dimostrazione involontaria della Tua esistenza, no? Non avrebbe mai potuto evolversi per puro caso. Esso dimostra che Tu esisti, e
dunque
, grazie a questa dimostrazione, Tu, per via di quanto Tu stesso asserisci a proposito delle dimostrazioni, non esisti. Q.E.D. Quod Erat Demonstrandum.' "'Povero me!' dice Dio. 'Non ci avevo pensato!' e sparisce immediatamente in una nuvoletta di logica.
Douglas Adams
Cit. da
Guida galattica per gli autostoppisti
Frasi di Douglas Adams
Sono d'avviso che non si possono creare dei personaggi senza aver molto studiato gli uomini, come non si può parlare una lingua prima di averla seriamente studiata.
Non sono ancora giunto all'età in cui s'inventa e, perciò, mi accontento di raccontare. Invito
dunque
il lettore a volersi convincere della realtà di questa storia, i personaggi della quale, ad eccezione dell'eroina, vivono ancora.
D'altra parte, a Parigi si trovano i testimoni della maggior parte dei fatti che ho raccolto ed essi potrebbero confermarli, se la mia testimonianza non apparisse sufficiente. Per una circostanza particolare, io solo potevo scriverli, perché sono stato il confidente degli ultimi avvenimenti senza i quali qualunque racconto interessante e completo sarebbe impossibile.
Alexandre Dumas (figlio)
Cit. da
Margherita Gauthier ‐ Incipit
Frasi di Alexandre Dumas figlio
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