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Citazione di Frédéric Mistral

O Magali, mia tanto amata, metti la testa
alla finestra, ascolta un po' quest'albada di tam-
burini e violini. || È pieno di stelle lassù, il vento è caduto:
ma le stelle impallidiranno, quando ti vedranno. || Non più che del mormorare delle frasche,
della tua albada io fo caso. Ma io me ne vo nel
mar biondo a farmi anguilla di rocca. || O Magali, se tu ti fai il pesce dell'onda, io
il pescatore mi farò, ti pescherò. || Oh, ma se tu ti fai pescatore, quando le tue
nasse getterai, io mi farò l'uccello volatore, vo-
lerò nelle lande. || O Magali, se tu ti fai l'uccel dell'aria, io il
cacciatore mi farò, ti caccerò. || Alle pernici, agli uccellini [di becco fine] se
vieni tu a tendere i lacci, io mi farò l'erba fio-
rita e mi nasconderò nelle praterie. || O Magali, se tu ti fai la margherita, io mi
farò l'acqua limpida, t'annaffierò. || Se tu ti fai l'acquetta limpida, io mi farò il
nuvolone, e me n'andrò ratto in America, lag-
giù [non mi raggiungerai] mai. || O Magali, se tu te ne vai lungi in America,
il vento del mare io mi farò, [là] ti porterò. || Se tu ti fai vento marino, io fuggirò d'un al-
tro lato, io mi farò un incandescente sbattimento
di sole, che fonde il ghiaccio. || O Magali, se tu ti fai raggio di sole, la verde
lucertola io mi farò, e ti beverò. || Se tu ti rendi la salamandra che si nasconde
nella macchia, io mi renderò la luna piena che
nella notte fa lume alle streghe. || O Magali, se tu ti fai luna serena, io bella
nebbia mi farò, t'avvolgerò. || Ma se la nebbia m'avvolgerà, non tu per ciò
mi terrai: io bella rosa verginella sboccerò nel
cespuglio. || O Magali, se tu ti fai la rosa bella, la far-
falla io mi farò, ti bacerò! || Va', seguitante, corri, corri. Giammai giam-
mai mi agguanterai. Io della corteccia d'una
gran quercia io mi vestirò nella foresta nera. || O Maddalena, se tu ti fai l'albero dei tristi,
io mi farò la rama dell'ellera, t'abbraccerò.

[Da Mirèio, canto III, traduzione di Giosuè Carducci]

Breve biografia di Frédéric Mistral

Il 21 maggio del 1854, in una sala del castello di Font-Ségugne, in Provenza, sette giovani poeti - fra cui Paul Giéra, notaio e proprietario del maniero - si incontrano per dare vita ad un sodalizio il cui scopo è riportare in auge l'antica e nobile lingua provenzale che, otto secoli prima, tanto aveva dato alla letteratura francese ed europea. Ispiratori dell'iniziativa sono Joseph Romanille ed il suo discepolo Frédéric Mistral; completano il "gruppo dei sette" Anselme Mathieu, Jean Brunet, Théodore Aubanel e Alphonse Tavan.... continua su Biografieonline.it

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