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Guillermo del Toro
Guillermo del Toro
Frasi di Guillermo del Toro - pagina 2
Guillermo del Toro
Regista messicano
9 ottobre 1964
Frasi in elenco
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19
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2
Puoi trovare le
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Attraverso questa storia volevo celebrare le diversità, le imperfezioni e, soprattutto, l'altro, vale a dire chi è diverso da noi. Non mi interessava parlare di tolleranza, bensì d'amore. Volevo fare un film che fosse ricco di idee piene di vita.
Ci sono due versioni della fiaba La Bella e la Bestia. Quella puritana, dove si parla di un amore platonico senza alcun rapporto fisico e una più perversa e spinta. A me non interessava nessuna delle due, per cui ho preferito
[per il film La forma dell'acqua]
fonderle, scegliendo una sintesi tra le due. L'aspetto che mi premeva di più era quello di dare forma ad un protagonista dalla femminilità forte e spiccata.
In Messico la religione cattolica è molto sentita e glorificata, abbiamo immagini di santi molto forti, soprattutto quelli filippini, che hanno delle fratture esposte, delle ossa scoperte. Mi ricordo da bambino un Gesù nella mia chiesa locale che era rappresentato con delle ossa viola e verdi. Quando ho visto Frankenstein aveva la stessa aria tragica, e ho pensato fosse una sorta di messia. I mostri sono diventati dei marcatori della normalità, nel senso che sono stati uccisi dai cosiddetti normali, e alla mia età non ho ancora capito cosa normale voglia dire! Non lo capisco e credo che quello che viene considerato standard sia in realtà distruttivo, perché se essere normale significa essere perfetto allora non è possibile. I mostri per me sono i santi patroni dell'imperfezione e io prego loro tutti i giorni perché siamo tutti imperfetti.
Per me è importante mettere le fondamenta visive di ogni film prima che arrivino i collaboratori. Soltanto dopo si può aprire un dibattito su come definire al meglio ogni dettaglio.
I mostri sono tolleranti, non mentono mai, sono quello che sono. Godzilla non verrà mai a dirci: Prometto di non distruggere niente!. No, arriverà e con un colpo di coda distruggerà tutto. Dal primo secondo in cui vediamo i mostri sappiamo cosa sono.
Nell'era vittoriana toccare un ginocchio era una perversione più grande dell'intero kamasutra ai nostri giorni! Oddio, mi hai visto la caviglia!. Ed è per via della repressione, della divisione che c'è tra le persone.
I mostri umani sono molto più difficili da individuare. Possono essere eleganti, sorridenti oppure in lacrime nei programmi televisivi. Non sappiamo quale sia la verità. I mostri, invece, portano la verità con loro, la esibiscono.
Avevo sei anni quando ho visto Julie Adams che nuotava con la creatura sotto di lei e mi sono sentito travolto dall'arte, ho sentito letteralmente la sindrome di Stendhal. Ero un bambino e sono stato travolto da delle emozioni che non conoscevo. Sapevo cosa era l'amore, l'amore in senso romantico, e credevo che il film sarebbe finito con loro che stavano insieme e così non è stato. Il film quindi per me è diventato un film che parla di un'invasione. Questa creatura stava nuotando nel suo habitat, nel suo fiume e quest'uomo arriva e la cattura! Una cosa così ingiusta. Quel mostro è stato con me per anni, da bambino poi ho continuato a disegnarlo tutti i giorni. Lui e il fantasma dell'Opera, li disegnavo sempre. Poi è diventata quasi un'immagine da balletto sincronizzato, come un musical che è rimasto nella mia testa, e me la sono portata dietro tutta la vita, fino a quando nel 2012 ho iniziato a scrivere la sceneggiatura di "La forma dell'acqua".
[Sulla creatura del film La forma dell'acqua]
Per alcuni è un'entità divina, per altri è una creatura sporca o oscura, per Elisa incarna il miracolo di un riconoscimento inaspettato, come quando qualcuno ti guarda per la prima volta.
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