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Tommaso Labate
Tommaso Labate
Frasi di Tommaso Labate - pagina 2
Tommaso Labate
Giornalista e conduttore tv italiano
26 novembre 1979
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Puoi trovare le
frasi di Tommaso Labate
anche in questi temi:
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Quando ho iniziato a scrivere questo libro sulle complessità del tifo calcistico in generale, e sulle mille complicazioni dell'essere un tifoso dell'Inter in particolare, il popolo nerazzurro stava festeggiando la conquista di uno scudetto; quando l'ho terminato, il clima di festa ha lasciato campo libero a un'atmosfera luttuosa, i sorrisi ai musi lunghi, la gioia alla tristezza, poi alla rabbia, poi ancora alla paura, quindi allo sconforto.
Ho iniziato a scrivere questo libro con i massimi dirigenti dell'Inter che promettevano un altro scudetto già per la stagione successiva, «abbiamo vinto il nostro diciannovesimo titolo nazionale e il prossimo anno vinceremo il ventesimo», importante perché alla conquista del ventesimo scudetto sulla maglia puoi cucire una seconda stella gialla (se ne aggiunge una ogni dieci scudetti, per cui gli scudetti multipli di dieci si chiamano «scudetti della stella»); quando l'ho finito, tutti i bookmaker che avevano indicato l'Inter come la strafavorita della stagione 2021-22 hanno rivisto al ribasso le loro previsioni.
La prima parola di questo libro è stata scritta quando i due principali artefici dell'ultimo anno di successi nerazzurri, l'allenatore Antonio Conte e l'attaccante Romelu Lukaku, erano ancora sotto contratto con la società; quando ho messo l'ultimo punto alla fine dell'ultima pagina, nessuno dei due figurava più tra i tesserati dell'Inter. Tra i protagonisti dell'ultima meravigliosa stagione c'era anche un terzino marocchino di nome Achraf Hakimi; non c'è più neanche lui.
Tutta questa tendenza dei giornali - del mandare meno inviati in giro perché c'è una crisi che riguarda la stampa - incrocia il fatto che da fuori arrivano notizie nei modi più disparati. Se una volta la rivolta di piazza Tienanmen la conoscevamo soltanto attraverso gli occhi degli inviati che stavano lì, adesso basta un cinese con il cellulare. Questo da un lato riduce la qualità delle notizie perché non abbiamo l'occhio di un giornalista che fa da filtro, dall'altro abbiamo uno spettro più ampio, che riusciamo a controllare anche grazie alla tecnologia, così da concentrarci di più su quella che è l'analisi. Anche se fare analisi su cose che non si vedono direttamente è sempre più complicato.
Il tifo calcistico è una condizione dell'essere. Si è di una squadra fin da bambini, al punto che i bambini, all'atto della conoscenza dei loro simili (succede più ai maschi che alle femmine, è vero; forse succedeva di più in passato che oggi), spendono la fiche «tu di che squadra sei?» sul tavolo verde delle domande possibili.
La volgarizzazione della tv, quella che chiamarono "tv spazzatura", la cui origine, probabilmente, si fa risalire alla famosa rissa Sgarbi-D'Agostino, al bicchiere d'acqua lanciato, nel programma di Giuliano Ferrara aveva successo perché arrivava al termine e interrompeva quel tipo di tv austera dove non c'erano scontri o parolacce. Quindi piaceva perché era diversa. Era come la Playstation quando in giro c'erano solo i Commodore 64. Adesso che in giro ci sono solo Playstation magari uno riscopre il vintage, nel nostro caso l'eleganza di un dibattito più tranquillo. Quindi è tutta una questione di "overdose" e di novità. La tv spazzatura volgarizzata ad arte e con liti create ad arte quando era l'eccezione piaceva, quando è diventata la regola non piaceva più.
[Sulle "voci di corridoio"]
In un corridoio, se sei un giornalista con delle fonti, sai se la fonte che hai è un mitomane o se è una persona con cui, magari, parli da anni e non ti ha mai rifilato una "sola".
Il web ormai produce più spazzatura che notizie vere. Anche nei momenti di crisi massima della carta stampata è sempre la carta stampata che dà le notizie.
[...]
le cose che hanno successo e gli scandali che hanno travolto il potere, in Italia e in Europa, sono sempre e comunque partite dai giornalisti della carta stampata. Poi la tv, il web e le radio le hanno amplificate, ovviamente. Al giornalista - in senso classico - resta un ruolo di filtro: ed è un ruolo importantissimo.
Non il bar, non il divano né la poltrona preferita davanti al televisore, non le bacheche del social network, non i club dei tifosi né i circoli degli amici.
Non la strada né gli altoparlanti della radio.
Non la pagina immacolata del giornale sportivo né quella stropicciata.
Non il treno, la macchina, la nave o l'aereo, che colmano le distanze tra noi che stiamo arrivando e i nostri che sono già là ad aspettarci.
E forse nemmeno lo stadio, il rettangolo più magico della storia dei rettangoli, arriva a sfiorare l''ampiezza massima della sacralità intima del nostro essere tifosi di una squadra di calcio che riesce a raggiungere il soffitto buio della nostra camera da letto al risveglio.
Il soffitto buio della nostra camera da letto al risveglio è il terreno in cui gioie e dolori della vita danno il meglio di sé, si esprimono oltre i limiti imposti dall'uomo, mostrano quella geometrica potenza che consente alle une o agli altri di dominare, di prendersi la scena. Oggi vincono le gioie, domani i dolori, e in quel saldo impossibile di vittorie e sconfitte - e soprattutto nel numero indefinito di casi in cui la partita mattutina tra gioie e dolori finisce in pareggio - si misura quella qualità della vita che qualcuno, sbagliando, crede sia fatta soprattutto di beni materiali.
Certe volte mi capita
[...]
di stare in cucina e sentire una roba al TG3 e di riconoscere quello che ho scritto il giorno prima che stava sul Corriere della Sera della mattina. Questo vuol dire che i giornali dettano ancora l'agenda e determinano il modo di fare informazione. Un articolo di giornale viene amplificato dai pezzi dei telegiornali e anche i talk show sono mutuati dal giornale della mattina o da quello che il sito internet del grande quotidiano scopre.
Se al giornalista resta un ruolo di filtro, un ruolo di "notaio", è comunque un importantissimo ruolo oggi perché nel mare magnum delle cose che arrivano dal web la maggior parte sono da cestinare. La questione da porsi è se le persone riconoscono ai giornalisti questo ruolo o se fanno di testa loro, condividendo il "Giornale", il "Fatto Quotidaino" o le notizie fatte apposta per "fare click".
Il soffitto della camera da letto è un giudice spietato per due tipi di persone: l'innamorato e il tifoso di una squadra di calcio.
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