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Il principe d'Egitto

Frasi del film

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Frasi di Il principe d'Egitto

Riassunto e trama del film Il principe d'Egitto

[da Wikipedia]

Gli ebrei non sono più pastori, ma schiavi del popolo egizio e, per ordine del Faraone Seti I (Patrick Stewart), costruiscono le città ed erigono le statue degli dei, fino a morire per la fatica. Pregano però il loro Dio affinché mandi un pastore o una guida per liberarli dall'oppressione. Proprio mentre gli israeliti lavorano per il Faraone, un drappello di guardie invade il quartiere ebraico di Goscen perché il faraone temeva una rivolta da parte degli ebrei, oramai divenuti troppo numerosi per essere controllati. Le guardie sono dunque in cerca dei bambini maschi neonati che uccidono, lasciando le madri nella disperazione. Ma una di queste disperate vedove, Jocabel (Ofra Haza), non vuole cedere al volere del sovrano oppressore e, in compagnia dei due figli maggiori, Miriam (Sandra Bullock) e Aronne (Jeff Goldblum), corre verso le rive del fiume Nilo per salvare il suo bambino neonato, il terzogenito. Lo mette in una cesta e lo affida alla corrente del fiume. Nonostante coccodrilli affamati, ippopotami in lotta, pescatori e i remi di una barca che sembrano mettere in pericolo la vita del bambino, questo rimane comunque illeso. La sorellina Miriam segue la cesta contenente il piccolo fino a giungere fino il palazzo reale. Lì si trovano la regina, moglie di Seti, e il suo figlioletto, Ramses II (Ralph Fiennes), in compagnia di alcune ancelle. Appare dalle acque la cesta che la regina scoperchia, scoprendone il contenuto. Essendo compassionevole, a differenza del marito, decide di adottare il piccolo come proprio figlio di chiamarlo Mosè (che significa "salvato dalle acque").

Passano circa 20 anni, Mosè e Ramses crescono come due veri fratelli, ignari dell'origine del primo, che si crede realmente figlio del faraone. Insieme ne combinano di tutti i colori e, un giorno, correndo con delle bighe, entrano all'interno di un tempio in lavorazione. Dopo aver rotto il naso di una statua, seppelliscono nella sabbia il santuario con tutti i sacerdoti. Seti rimprovera duramente i due, specialmente Ramses, che deve essere più responsabile, se vuole un giorno diventare faraone. In più, a inasprire il lamento di Seti, vi sono anche i due sommi sacerdoti, Hotep (Steve Martin) e Hoy (Martin Short), due autentici parassiti, bravi solo a fare trucchetti di magia e a parlare a sproposito.

Ramses, tristissimo e furioso, si allontana. Mosè cerca di giustificare il fratello, accollandosi la colpa del disastro e Seti spiega il perché del suo rimprovero: Ramses deve fortificarsi se non vuole che un giorno il potere gli sfugga dalle mani. Il giovane chiede però un'altra opportunità per il fratello e il faraone sembra acconsentire alla sua richiesta.

Quella stessa sera viene infatti preparata una solenne cerimonia nella quale Ramses viene nominato principe reggente e responsabile della costruzione di tutti i templi. Quest'ultimo decide di premiare anche il fratello per il contributo e lo nomina capo architetto reale, donandogli un prezioso anello come simbolo della propria gratitudine. Seti, per feseggiare, chiede ai sommi sacerdoti un regalo per il figlio. I due, presi alla sprovvista, usando i loro trucchetti fanno apparire la splendida Zippora (Michelle Pfeiffer), una prigioniera proveniente dal territorio di Madian. Ramses e Mosè rimangono affascinati dalla bellezza della giovane, che dimostra comunque di non essere affatto disposta a farsi comandare. Riesce infatti a liberarsi dalla presa delle guardie ed è lo stesso Mosè a fermarla e a farla cadere in mezzo a una pozza d'acqua. Nello schiamazzo generale, Ramses ordina che Zippora sia condotta nelle stanze di Mosè per divenire sua schiava. La giovane però dimostra di essere più ribelle di quanto i due principi pensino riuscendo, infatti, a legare il proprio custode e a eludere la sorveglianza delle guardie. Mosè rientrando nelle sue stanze, finisce così per trovare sul proprio letto il servitore imbavagliato. Si affaccia al balconee vede Zippora che sta per uscire dal palazzo mentre due guardie si avvicinano. Mosè, sceso per recuperarla, distrae le guardie e le permette di fuggire, decidendo però di seguirla per vedere dove ha intenzione di andare.

Giunge così nel quartiere ebraico di Goscen dove due ebrei, un uomo e una donna, versano dell'acqua per la giovane che fugge subito dopo con un dromedario verso il deserto. Mosè la segue con gli occhi ma viene distratto dall'ebrea che, per sbaglio, aveva fatto cadere la propria anfora ai suoi piedi. La giovane donna lo riconosce e gioisce per la sua venuta. Mosè non capisce il suo comportamento, l'uomo che sta con lei cerca in tutti i modi di allontanarla e dissuaderla. La giovane però rivela verità che il principe non avrebbe nemmeno immaginato: lui non è un egiziano, è il figlio di una schiava deceduta di nome Jocabel, la donna del pozzo è Miriam sua sorella è l'uomo che è con lei è Aronne suo fratello, Mosè è stato trovato dalla regina sulle rive del Nilo, sua madre voleva salvarlo da una grave minaccia. Le parole di Miriam finiscono però per infastidire Mosè che la spinge, facendola cadere per terra. La giovane, allora, inizia singhiozzando a cantare la ninna nanna che Jocabel, quando Mosè era neonato, gli cantò. Nella sua mente si riversano adesso ricordi lontani, il canto di Miriam sembra ricordagli qualcosa. Il ragazzo, in preda all'angoscia fugge via, e torna nelle proprie stanze.

Quando però quella sera si addormenta, sogna di trovarsi all'interno di un muro, sotto forma di affresco: Seti, seduto sul trono, ordina ai propri uomini di uccidere i bambini di Goscen e solo una donna riesce a salvare il suo, lasciandolo in balia della corrente del Nilo. Le immagini del sogno si ricollegano alle parole di Miriam così Mosè decide di recarsi in una stanza del palazzo dove vengono narrate, attraverso gli affreschi, le imprese di Seti e degli altri faraoni. Ecco però apparire le terribili immagini del sogno, i bambini gettati in pasto ai coccodrilli dagli uomini del faraone. Mosè cade nello sconforto: tutto ciò in cui credeva è sempre stato una menzogna. Seti che ha visto tutto, lo abbraccia per confortarlo ma il sangue di Mosè si gela, e lui si allontana da colui che aveva creduto suo padre. Il mattino dopo il giovane si ritira solitario sulle rive del Nilo è picco dopo viene raggiunto dalla regina che vuole consolarlo nella sua disperazione. Lei l'ha sempre amato come un vero figlio poiché era per lei un dono che gli dei hanno voluto farle, non un semplice trovatello. Mosè l'abbraccia, le vuole bene ma l'angoscia continua a tormentarlo.

Ramses intanto si prepara a ricostruire il tempio distrutto durante la catastrofica corsa delle bighe mentre Mosè lo assiste nei lavori, apparentemente tranquillo, ma in realtà inquieto, guardando le sofferenze della propria gente, fustigata dagli egiziani. A un certo punto, Mosè scorge un vecchio schiavo, oramai esausto che viene frustato ripetutamente e senza pietà da un sorvegliante. Il giovane non riesce a sopportare questa nefandezza, sale sul padiglione e nel tentativo disperato di fermarla, fa precipitare la guardia giù dall'impalcatura, uccidendola. Tutti lo additano come assassino, anche se lui non avrebbe mai voluto fare una cosa simile. Ramses gli promette che farà in modo di cancellare l'episodio dalla memoria di tutti ma ormai è troppo tardi, Mosè fugge nel deserto confuso ed in balia della sua disperazione.

Fra le sabbie di quel luogo arido Mosè, sopporta per la prima volta le vere sofferenze, abbandonando i simboli del proprio potere; bracciali, collane, la parrucca. Decide però di tenere con sé quell'anello che Ramses gli aveva regalato, unico ricordo della sua vita precedente e di suo fratello. Improvvisamente una tempesta di sabbia lo investe sommergendolo totalmente. Dio però non vuole ancora abbandonarlo e infatti appare, nel deserto, un cammello solitario al quale Mosè riesce ad aggrapparsi e ad arrivare in un'oasi dove può finalmente bere in un torrente insieme ad alcune pecore che si trovano lì. Nel frattempo, alcuni contadini fanno i prepotenti nei confronti di tre bambine. Mosè li caccia via e, stremato, finisce per cadere dentro un pozzo. Le ragazzine cercano di tirarlo fuori quando ecco arrivare la sorella maggiore: è Zippora, la giovane fuggita dall'Egitto. Mosè viene presentato dunque al padre anziano delle ragazze, Jetro (Danny Glover), il sacerdote di Madian, la terra-oasi dove lui è capitato. Jetro accoglie calorosamente il giovane forestiero, riconoscente nei suoi confronti per aver salvato prima Zippora dall'Egitto e poi le figlie più piccole dai prepotenti. Mosè passa diversi anni in compagnia della gente di Madian, facendosi crescere una vistosa barba e diventando pastore del gregge di Jetro, in compagnia della bellissima Zippora che infine decide di sposare.

Un giorno però, mentre cerca una pecora, assiste a uno strano prodigio: un ulivo arde di una luce biancastra ma non si consuma. Da quella pianta proviene una voce che lo chiama e gli chiede di liberare il popolo degli israeliti dalla morsa degli egiziani. Mosè sembra esitante ma la parola di Dio è legge: dovrà recarsi dal faraone per chiedere la liberazione della propria gente. Di certo gli egiziani non cederanno facilmente alla sua richiesta ma Lui sarà sempre al suo fianco, e il bastone, che una volta veniva usato per guidare il gregge, adesso sarà usato come simbolo della potenza divina. In questa scena sarà possibile notare, in sottofondo, la voce di una donna che ripete le stesse parole di Dio. Probabile è il riferimento all'Antico Testamento e ai Vangeli dove viene detto che: "Dio è Padre, ma è anche Madre".

Dunque Mosè, entusiasta, dopo aver ripreso la pecora, torna nella propria tenda e racconta tutto a Zippora che decide di accompagnarlo in Egitto. Qui Seti e sua moglie sono oramai morti e Ramses è diventato faraone. Quest'ultimo, vedendo tornare il fratello, corre ad abbracciarlo, cancellando con la sua parola di faraone i suoi "crimini" commessi contro quella guardia egiziana e reintegrandolo nel suo ruolo di prima: il principe d'Egitto. Mosè è anch'egli contento di rivederlo ma un fine superiore lo spinge a mettersi contro di lui. Ramses infatti impallidisce sentendo il vero motivo del ritorno di Mosè, che lo invita a liberare gli schiavi ebrei. Il profeta inoltre mostra a tutti come il Signore combatta dalla sua parte, e tramuta il suo bastone in un cobra. Ramses non sembra però turbato e ordina ai sommi sacerdoti, Hotep e Hoy, di compiere lo stesso prodigio. I due, grazie all'utilizzo di luci ed effetti ottici, riescono ad emulare l'azione di Mosè, anche se il suo cobra, fronteggiato da quelli dei sacerdoti, riesce a ingurgitarli senza difficoltà. Ramses decide di parlare in disparte col profeta al quale confida che il suo impero viene eretto sulle spalle degli schiavi e senza di loro non potrà mai renderlo maestoso e splendido come vuole. Mosè non può più sentirsi legato a colui che presto diventerà suo acerrimo nemico e riconsegna a Ramses l'anello che gli aveva donato, unico ricordo di quel passato che avevano vissuto come fratelli. Il faraone crede però che questo rappresenti solo un affronto nei suoi riguardi e quindi decide di vendicarsi, raddoppiando il lavoro degli schiavi ebrei.

Questo scatena la rabbia degli schiavi ebrei che si lamentano dell'arrivo di Mosè. Solo Miriam cerca di difenderlo, rimproverando il fratello Aronne, che l'aveva maggiormente insultato. Mosè però non si arrende e vuole dimostrare a tutti che il Signore è potente e presto interverrà. Si reca dunque sulle rive del Nilo, dove Ramses insieme a suo figlio, ed in compagnia di Hotep e Hoy, fa un giro in barca. Il profeta pone la stessa richiesta, ricevendo però la stessa perentoria risposta dal faraone che ordina alle sue guardie di arrestarlo. Ma, mentre i sorveglianti si muovono verso Mosè, questi poggia il suo bastone sulle acque del fiume, rendendole di sangue. Le guardie, di fronte a questo evento, fuggono via spaventate mentre Ramses chiede una spiegazione ai sommi sacerdoti che, grazie a un trucco, fanno la stessa cosa. Allora il faraone, divertito, si allontana intimando a Mosè di non insistere più. Ma questo è solo l'inizio, il Signore scaglia contro l'Egitto altre nove terribili piaghe: invasione di rane, di zanzare, di mosche, la moria del bestiame, la grandine infuocata, le locuste, le pustole e le tenebre permanenti. Hotep e Hoy non riescono più a fronteggiare lo scatenarsi del potere assoluto del Signore e vengono quindi licenziati dal furente faraone. L'impero di Ramses è ormai ridotto a un cumulo di macerie, ovunque vi è distruzione, le statue crollano, le colonne si spezzano, solo le case degli ebrei a Goscen rimangono illese.

Mosè si reca dal faraone per parlargli ancora però Ramses non cede, anzi: dichiara che tutti i neonati ebrei maschi vengano trucidati, proprio come suo padre fece in passato. Mosè risponde tristemente che Ramses sarà costretto a portarne il peso. Allora il giudizio di Dio di fronte alla tracotanza di Ramses diventa perentorio. Il sangue versato un giorno da Seti ricadrà adesso sui figli d'Egitto. Gli ebrei, per ordine del Signore, segnano con il sangue d'agnello tutte le architravi delle loro porte, cosicché, quando l'angelo del Signore vedrà quel simbolo, non entrerà in casa. Il terribile fuoco dell'angelo della morte invade così l'Egitto durante la notte e porta via tutti i primogeniti egiziani, non vendendo risparmiato nemmeno il figlio di Ramses. Mosè viene chiamato a palazzo dal faraone, ormai distrutto ed arreso; lui e il suo popolo potranno finalmente partire. Il profeta però non gioisce, anzi sembra disperato, il dolore di Ramses è anche il suo dolore. Zippora e Miriam lo confortano, la sua gente, dopo tante sofferenze e tirannie subite, è finalmente libera. Gli israeliti lasciano così l'Egitto, oramai totalmente in rovina. Giungono presto sulle rive del Mar Rosso, oltre il quale raggiungeranno il monte Sinai, come Dio aveva comandato.

Gli ebrei si incamminano ma ecco presentarsi ai loro occhi una terribile visione: Ramses, che ha cambiato idea e furente più che mai, insieme ai suoi uomini muove, su carri da guerra, contro di loro. In loro soccorso, Dio fa apparire dal mare una colonna di fuoco che blocca il passaggio degli egiziani. Gli israeliti sono in trappola, da una parte le armate del faraone, dall'altra il mar Rosso, e chiedono a Mosè cosa fare. Ma Dio, che non abbandona il suo popolo, ordina a Mosè di poggiare il suo bastone sulle acque che, imponenti, si aprono, formando due muraglie a destra e a sinistra. Gli ebrei possono attraversare il mare, lasciandosi dietro i soldati di Ramses. La colonna di fuoco poi scompare, il faraone e i suoi uomini riprendono l'inseguimento, mentre Ramses ordina loro di uccidere tutti gli ebrei. I carri e i cavalli non resistono però sugli scogli, le ruote si distruggono, gli egiziani rimangono a piedi ma non sono decisi ad arrendersi; Ramses, caduto dal carro, rimane indietro. Mosè vede arrivarsi contro le truppe egiziane e gli ebrei corrono spaventati. Tuttavia le acque tornano allo stato normale dopo il passaggio degli israeliti: le pareti franano sopra gli egiziani, che rimangono travolti dai flutti del mare, le onde colpiscono anche Ramses, che viene sbattuto sugli scogli, e rimane unico superstite dell'intero esercito.

Mosè e gli altri ebrei, giunti all'altra riva, osservano il terribile spettacolo e quando comprendono ciò che è successo cominciano a sorridere, ad abbracciarsi l'un l'altro perché il Signore li ha definitivamente liberati dalla morsa dell'Egitto. Mosè però è ancora addolorato poiché suo fratello adottivo Ramses è ferito su una scogliera e grida adirato in preda alla disperazione. Mosè, allora,lo saluta per l'ultima volta, confortato poco dopo da Zippora, Miriam e Aronne. La gioia è tanta: adesso il suo popolo libero che è giunto oltre Madian, ricongiunto a quello di Jetro, è iintorno alle pendici del monte Sinai, dove scorre latte e miele da Canaan. Immerso dalla luce divina, Mosè scende, infine, dal monte mostrando agli ebrei il dono che Dio ha fatto loro: le Tavole della Legge, i Dieci Comandamenti.

Anno

1998 (26 anni fa)

Titolo originale

The Prince of Egypt

Genere

Animazione, Avventura, Drammatico, Musicale, Sentimentale, Storico

Durata

95 minuti (1 ora e 35 minuti)

Regia

Simon Wells, Brenda Chapman, Steve Hickner

Film di Simon Wells
Film di Brenda Chapman
Film di Steve Hickner

Poster e locandina

Attori del film Il principe d'Egitto

Doppiatori originali

Val Kilmer nel ruolo di Mosè e Signore Dio Tuo
Ralph Fiennes nel ruolo di Ramses II
Michelle Pfeiffer nel ruolo di Zippora
Sandra Bullock nel ruolo di Miriam
Jeff Goldblum nel ruolo di Aronne
Danny Glover nel ruolo di Jetro
Patrick Stewart nel ruolo di Faraone Seti I
Helen Mirren nel ruolo di Regina Tuya
Steve Martin nel ruolo di Hotep
Martin Short nel ruolo di Hoy
Ofra Haza nel ruolo di Jocabel
Amick Byram nel ruolo di Mosè (voce cantante)
Sally Dworsky, Brenda Chapman nel ruolo di Miriam (voci cantanti)
Brian Stokes Mitchell nel ruolo di Jetro (voce cantante)
Linda Shayne nel ruolo di Regina Tuya (voce cantante)

Doppiatori italiani

Roberto Pedicini nel ruolo di Mosè e Dio
Roberto Stafoggia nel ruolo di Mosè (canto)
Luca Biagini nel ruolo di Ramses II
Gianluca Terranova nel ruolo di Ramses II (canto)
Gabriella Borri nel ruolo di Zippora
Stefania De Francesco nel ruolo di Zippora (canto)
Antonella Rendina nel ruolo di Miriam
Tiziana Quadrelli nel ruolo di Miriam (canto)
Stefano De Sando nel ruolo di Aronne
Maurizio Mattioli nel ruolo di Jetro
Fabrizio Palma nel ruolo di Jetro (canto)
Oreste Rizzini nel ruolo di Faraone Seti I
Melina Martello nel ruolo di Regina Tuya
Melania Giglio nel ruolo di Regina Tuya (canto)
Neri Marcorè nel ruolo di Hotep
Francesco Vairano nel ruolo di Hoy

Biografie correlate al film Il principe d'Egitto

Sceneggiatura

Nicholas Meyer, Philip LaZebnik

Soggetto

Libro dell'Esodo

Musiche

Hans Zimmer

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