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Incipit del film I vinti

Non importa se le storie che vi stiamo per raccontare siano vere o inventate. Potete considerarle inventate perché le vedrete svolgersi su uno schermo. Potete considerarle vere perché succedono tutti i giorni, perché tutti i giorni riempiono le cronache dei giornali. Queste storie sono le imprese di quella che fu detta "La generazione bruciata." La generazione di coloro che al tempo della guerra erano bambini. E che quando aprirono gli occhi, videro del mondo soprattutto uno spettacolo: la mobilitazione generale della violenza. È così vistoso, così imponente, così invadente era questo spettacolo che pareva velare ogni altro. Anche quelli della bontà, della generosità, dell'intelligenza, del sacrificio. Eppure fiorirono in quegli anni, come sempre. Quella violenza pareva trionfante, sicura di sé. Aveva andature allegre e perfino sportive. Arrivava a simulare una sorta di giovanile innocenza. La sua legge era il disprezzo di ogni legge. La sua caratteristica sociale era il disprezzo di ogni società nel trionfo dell'individuo audace, cinico, privo di rimorsi. [ si vede la foto con le manette di Paolo Casaroli con la didascalia Il gangster Casaroli in Assise] Si capì presto, quando la generazione bruciata si affacciò alle cronache con una serie impressionante di delitti che si trattava di un nuovo tipo di delinquenza, ben diversa da quella che sorge sulla miseria e sulle disuguaglianze sociali. I nuovi eroi delle quarti pagine erano infatti giovinetti di famiglie agiate tranquille, ignare di covare in sé capacità tante mostruose. E non il bisogno e non un complesso d'inferiorità sociale qualsiasi che sospingeva al delitto, bensì il desiderio di compiere gesti eccezionali, di emergere, di sentirsi protagonisti di gialli, di fumetti, di film di gangster giacché guerra e cronaca nera, fumetti e cinema tutto si fondeva per loro un ideale solo: la celebrazione della violenza come trionfo personale. Versare il sangue aveva per loro il solo scopo di affermare, nella luce sinistra di un gesto empio, il vittorioso punto di vista. Quando compiuto il gesto, l'eroe della quarta pagina s'avvede della sua miseria e si accorge d'essere un vinto nella più inutile delle battaglie, è troppo tardi. Ma intanto gli altri contemplano il suo gesto, ingigantito dalle colonne dei giornali che lo venerano e meditano di emularlo e lo sciagurato circo riprende. Allo scopo esattamente opposto, noi raccontiamo le nostre storie. Tre storie diverse, di tre paesi diversi ma tutte simili infondo nelle loro tristi ragioni. Non le racconteremo abbellite, arricchite di un fascino che nella realtà non posseggono affatto. Vi racconteremo senza colorirle, senza enfasi perché vediate la loro realtà che, guardata senza orpelli, è una realtà squallida, incapace di sedurre alcuno.

[Voce fuori campo]

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Breve trama del film

[da Wikipedia]
Il film si ispira a fatti di cronaca dove alcuni giovani si sono resi protagonisti di omicidi e furti.

La pellicola è suddivisa in tre episodi girati in tre lingue diverse.

Francia
Due fratelli pianificano l'assassinio di un loro amico, Pierre, per derubarlo del denaro che spesso si vanta di avere e poi fuggire in Algeria.

Dopo l'omicidio, però, scoprono che i soldi erano falsi.

In realtà Pierre non muore subito e può raccontare l'accaduto.

Il padre di André, il fratello che ha sparato, lo convince a costituirsi alla...Leggi di più

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