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Anni 90

Frasi del film

Nel nostro database ci sono 3 frasi relative al film Anni 90. Leggile tutte.
Frasi di Anni 90

Riassunto e trama del film Anni 90

[da Wikipedia]

Tutti gli episodi fotografano causticamente un modo di pensare, una consuetudine, un'usanza del popolo italiano nei primi anni novanta:

Un amore impossibile
Questo episodio è un'iperbole della paura dell'AIDS: la precauzione diventa rapidamente ossessione.
Ballando in discoteca, il giovane siciliano Salvatore adocchia le ragazze del posto ed in seguito risponde ai saluti ammiccanti di Daniela (Fabiana Udenio) . I due fanno conoscenza e iniziano a flirtare, ma ben presto vien fuori l'estrema meticolosità di lei, che si definisce "ragazza di oggi informata e responsabile". Dopo aver preso un costoso taxi a causa del responso dell'etilometro in discoteca, che aveva segnalato un tasso alcolemico elevato, ed all'entrata in vigore delle targhe pari (entrambi gli eventi verificatisi in seguito alle pressioni di Daniela sul giovane), il ragazzo se la porta a casa: una volta arrivati nella sua stanza, lei solleva tali e tante obiezioni sessuali precauzionali, che questi si barda di teli di plastica dalla testa ai piedi. Ma nonostante ciò, la focosità di Salvatore non viene comunque meno ("Però mi attizzi anche sottovuoto... ora ti faccio male!")

La telefonata
Questo episodio prende di mira la moda degli "appuntamenti al buio" e delle varie chat (all'epoca soltanto telefoniche).
Nel traffico milanese, il piazzista romano Cesare Proietti, a causa di un'interferenza telefonica con il telefono cellulare, inizia a dialogare galantemente durante le soste ai semafori con Cleopatra Valentini (Nadia Rinaldi), una prosperosa e giunonica automobilista, anch'essa nativa della Capitale. Lei in realtà si trova - ad insaputa dell'altro - giusto nell'automobile che lo segue e il caso vuole che all'ennesimo semaforo lo vada a tamponare. Subito dopo essersi insultati pesantemente dal vivo a causa dell'impatto, i due risalgono in macchina e riprendono l'amabile conversazione telefonica come prima, giungendo praticamente a fissare un appuntamento al buio (ignari d'essersi appena incontrati, o per meglio dire "scontrati").

Il maniaco con l'impermeabile
Questo episodio ironizza il comportamento di uomini maniaci sessuali che cercano di rimorchiare le donne vestendosi con solo l'impermeabile addosso stando sotto nudi, con lo scopo di aprirselo davanti a loro per mostrare i genitali.
Ezio Greggio si aggira come un maniaco per tutto il parco nudo e con l'impermeabile addosso, e mostra a tutte le passanti i suoi "attributi" volgarmente (compreso ad una papera). Alla fine trova una giovane ragazza uscita dalla scuola (dato che ha uno zaino in spalla) e tenta la stessa cosa oscena, ma la bimba, per niente inorridita, gli chiede se può toccarglielo e da qui la telecamera visualizza che Ezio dentro all'impermeabile non è nudo, ma tiene orologi da polso in bella mostra con in mezzo delle mutande con attaccato un enorme orologio tipo meridiana.

Il matrimonio
Questo episodio critica i matrimoni facili, cioè quelli programmati senza ben conoscere gusti e modi di fare del proprio partner.
Sull'altare, lo sposo Felice si mostra perplesso al momento di pronunciare il fatidico sì alla sua Claudia: in particolare, punta il dito contro i gusti cinematografici della ragazza, "colpevole" di non apprezzare i grandi classici e di aver cancellato tutti i suoi film su VHS, faticosamente raccolti dall'uomo, per registrarci sopra gli episodi della soap opera Beautiful. Alla fine il matrimonio prosegue, ma non prima di aver suscitato clamore all'interno della chiesa: è necessario l'intervento del prete per convincere lo sconfortato sposo a non mandare a monte le nozze.

Il bambino viziato
Questo episodio satireggia il Telefono Azzurro, nato come strumento per tutelare i bambini, ma alle volte strumentalizzato da alcuni pargoli viziati per le loro "vendette" contro i genitori.
Rosario, uomo del Sud trapiantato a Milano e diventato leghista, dà un ceffone al piccolo figlio Luigino (Federico Rizzo), il quale telefona subito al "Telefono Blu". Giunge dunque in casa uno strambo ispettore/psicologo che, per spiegare come eventualmente deve essere data una punizione, malmena il bambino ancor più violentemente del padre!

Il club
Questo episodio è una presa in giro nei confronti dei club per scambisti.
Al signor Ugo Bossi viene indicato un raffinato ristorante dove egli si reca con la moglie Neris per festeggiare il loro settimo anniversario di matrimonio. Il locale in realtà è solo uno dei settori di un vero e proprio Club Privèe, chiamato l'"Orchidea Selvaggia": le sale sono arredate con quadri, disegni e suppellettili erotici. Dopo aver cenato, i due vengono avvicinati da una coppia scambista, ma essendo sprovveduti vengono presto lasciati perdere. Dopodiché Ugo incontra un vecchio amico, Gino Renda (Leo Valli), che li invita a recarsi in una delle altre sale; si ritrovano così in una sorta di cinema dove è in proiezione un film hard, che in realtà serve solo da cornice alla moltitudine di scambisti che lì sono riuniti. Complice anche la penombra, marito e moglie si perdono di vista: entrambi si ritroveranno coinvolti, loro malgrado, nella situazione. Infine i due rientreranno al loro domicilio scioccati e trascorreranno la notte dell'anniversario con mestizia, dopo essersi reciprocamente rinfacciati i loro "punti deboli" (lui perché indossava la panciera e poco "dotato", lei perché sciatta e con indumenti intimi di quart'ordine).

Gli amici
Questo episodio è un'ironica rappresentazione di quegli uomini che, pur ridendo delle persone che si recano dal sessuologo, avrebbero numerosi motivi per andarci loro stessi.
Tre amici, dopo una partita di tennis, pedinano un quarto amico credendo, dopo aver sbirciato nella sua agenda, che questi abbia un appuntamento extraconiugale con una certa "Moira". Giunti all'indirizzo, in realtà si ritrovano nello studio di un sessuologo, il Professor Moira (era dunque un cognome) per una seduta di gruppo; Massimo si è recato lì per cercare di guarire dal suo perenne stato di priapismo. Messa a fuoco la situazione, Andrea, Maurizio (Maurizio Mattioli) e Nino incominciano subito con gli sfottò di rito verso l'amico, ma alla fine anche loro si ritroveranno a svelare al professore i loro rispettivi problemi (l'eiaculazione precoce, le "dimensioni" non eccelse e l'ambiguità sessuale), in una situazione di generale imbarazzo.

La festa di Carnevale
Questo episodio colpisce l'ipocrisia di molti uomini potenti: difensori della morale nella vita pubblica, lussuriosi e perversi in quella privata.
Due dottori commercialisti, Walter Mongini e Lando Marcelli, colleghi di lavoro, devono recarsi a casa del loro amico e collega Augusto per una allegra serata in costume allietata da ragazze-squillo (è martedì grasso). Le rispettive mogli erano però già d'accordo per una festa di Carnevale in famiglia e così, per non perdere la loro unica occasione di svago in un periodo di corposo lavoro, trovano alle consorti la scusa di dover rimanere in ufficio fino a tardi per redigere il bilancio. Ironia della sorte, il loro direttore esige però davvero che nella nottata venga preparato il bilancio (un ispettore è in arrivo da Londra). Ma dopo aver sgobbato tanto ed avendo già affittato i costumi, i due si recano comunque alla festa, decidendo di presentare all'ispettore il bilancio dell'anno precedente (convinti che nessuno si sarebbe accorto della differenza, l'indomani).

Abbigliati da donne di vita, per un contrattempo finiscono lungo le mura dove si prostituiscono i transessuali. Vestiti da donna come sono, corrono quasi il rischio d'essere linciati dai viados, ma una retata dei Carabinieri porta tutti in caserma. In attesa d'essere interrogati, però, fanno amicizia con uno dei trans che li aiuta ad uscire, facendoli passare per suoi "compagni di lavoro" ed ingannando così il Brigadiere e l'Appuntato. Una volta fuori, si scoprirà che un facoltoso cliente del viado è proprio il direttore dei due colleghi: essi, scambiati da quest'ultimo per trans, vengono addirittura omaggiati con due banconote da 50.000 lire.

I due non vengono per fortuna riconosciuti, ma la mattina dopo trovano una brutta sorpresa in ufficio: il direttore, accortosi dell'inganno relativo al bilancio, li licenzia. I due amici però, dopo un attimo di smarrimento, non si perdono d'animo ed una provvidenziale telefonata della moglie del capo offre loro la maniera per risolvere la situazione: travestitisi nuovamente come la sera prima, si presentano nell'ufficio privato del direttore e lì finalmente quest'ultimo li riconosce. Il ricatto scatta automaticamente: assicurato sulla mancanza di scrupoli dei due amici nel raccontare alla propria consorte la storia di quelle due banconote, il direttore comprende che dovrà rinunciare al licenziamento e soggiacere alle richieste dei due protagonisti, pur di non compromettere il proprio matrimonio.

La paura
Questo episodio tratta il problema della sicurezza, spesso troppo enfatizzato dai cittadini, molto propensi a spaventarsi per un nonnulla.
Due uomini, dopo aver giocato a squash presso un centro sportivo, vengono traditi dall'automobile con la batteria scarica, e giocoforza decidono di prendere la metropolitana per poter rincasare. Uno dei due in particolar modo ha la fobia degli aggressori e dei balordi, e crede che ogni persona che s'incontri a quell'ora in metropolitana sia un potenziale delinquente. Rimasti da soli all'interno del vagone, alla successiva fermata hanno una sgradita sorpresa, poiché due apparenti bulli salgono a bordo: hanno per la verità brutte facce, ed uno di essi possiede anche un coltellino. Dopo aver tentato invano di farsi coraggio l'un l'altro e mantenere un contegno indifferente, alla fine i due pavidi amici hanno una tale tensione addosso che decidono di scendere ad una fermata che non è la loro e, dapprima lentamente, cominciano a correre.

I due presunti bulli li seguono (in realtà, fanno casualmente la stessa strada) ma dopo un po' si scoprirà che hanno più paura dei due amici e, non capendo i motivi della loro fifa, gli corrono anch'essi appresso. Allo stesso modo dietro, piano piano, iniziano a comportarsi anche decine di altri passanti, presi da un panico irrazionale, poiché nessuno ne sa la precisa ragione. Alla fine è un vero fiume di persone quello che corre per strada chiedendo aiuto, ma non conoscendo affatto il motivo della concitata fuga. Ci pensa infine un sosia di Alfred Hitchcock, con tanto di cane al guinzaglio, a spiegare i motivi di questa immotivata paura.

Pubblicità Regresso
Tra un episodio e l'altro vi sono dei piccoli intermezzi, con protagonisti sempre i vari attori del film, denominati Pubblicità Regresso (evidente parodia della Pubblicità Progresso e di vari spot pubblicitari di quegli anni, come già fatto in programmi televisivi come Avanzi).

Da quello famoso sull'uso del preservativo ("Di chi è questo?" - chiedeva il professore di liceo, dopo aver trovato un profilattico all'ingresso dell'aula - "È mio" - rispondevano gli studenti. Qui invece è Ezio Greggio a cimentarsi in tre occasioni: la prima volta malvisto e condannato dall'intera classe, la seconda volta osannato dalle compagne e la terza acclamato da tutti, maschi e femmine), alla dilagante mania per gli orologi Swatch, vero fenomeno di costume di quegli anni; dalla propaganda anti-fumo (un uomo viene aspramente criticato mentre fuma una sigaretta, ma tutt'intorno i suoi stessi detrattori o si davano alla pazza gioia con droghe di vario tipo, o erano sieropositivi, identificati dal celebre "alone violaceo"), alla campagna contro l'abbandono dei cani nel periodo estivo (in realtà alla fine si vede che al guinzaglio non c'è un animale, ma un vecchio signore, lasciato lì proprio "solo come un cane" dal figlio, che tra l'altro si nota non avere alcun problema nel portare il proprio cane con sé, in vacanza. La causa di tutto è la nuora dell'anziano, che aveva costretto - ma neanche tanto - il consorte ad agire in quel modo, al fine di godersi in pace le ferie, senza seccature).

Oltre ai sopracitati, è presente un "corto" diverso dagli altri: alcuni cadaveri si risvegliano, venendo fuori dalle tombe del cimitero. Un piccolo drappello di zombi si muove quindi per le vie della città, con tanto di vessilli scarlatti ed il sottofondo musicale di "Bandiera rossa", tradizionale canzone popolare della sinistra italiana. La scena si chiude con la laconica frase "A volte ritornano" ed è evidente che trae spunto dalle allora recenti vicende del Partito Comunista Italiano (e probabilmente alla nascita di Rifondazione Comunista), oltre che dall'omonimo film horror del 1991, il cui trailer venne largamente pubblicizzato in televisione dalle varie rubriche di presentazioni cinematografiche. Tale intermezzo è un'amara constatazione della perpetua presenza dei medesimi volti nel panorama politico italiano, nonostante le sconfitte subìte e la loro età avanzata.

A conti fatti si capisce come Pubblicità Regresso non sia una semplice parodia, ma rappresenti in realtà una sottile denuncia dell'ipocrisia imperversante nella società moderna.

Anno

1992 (32 anni fa)

Titolo originale

Anni 90

Genere

Commedia

Durata

95 minuti (1 ora e 35 minuti)

Regia

Enrico Oldoini

Film di Enrico Oldoini

Poster e locandina

Attori del film Anni 90

Christian De Sica nel ruolo di Cesare Proietti; Lando Marcelli
Massimo Boldi nel ruolo di Ugo Bossi; Massimo; Walter Mongini
Nino Frassica nel ruolo di Rosario il siciliano leghista; Nino; brigadiere dei carabinieri; uomo pauroso sulla metropolitana
Ezio Greggio nel ruolo di protagonista negli intermezzi pubblicitari; psicologo del "Telefono Blu"
Maurizio Mattioli nel ruolo di Maurizio
Andrea Roncato nel ruolo di Felice lo sposo; Andrea; Augusto; uomo pauroso sulla metropolitana
Guido Nicheli nel ruolo del primo scambista del club "Orchidea Selvaggia"
Francesco Benigno nel ruolo di Salvatore; Caputo, l'appuntato dei Carabinieri; bullo in metropolitana
Nicola De Buono nel ruolo di direttore ufficio
Valeria D'Obici nel ruolo di Neris Bossi
Flavio Bucci nel ruolo di professor Moira
Nadia Rinaldi nel ruolo di Cleopatra Valentini
Fabiana Udenio nel ruolo di Daniela
Leo Valli nel ruolo di Gino Renda
Laura Valci nel ruolo di Laura
Pietro Ghislandi nel ruolo di Prete
Daniela Piperno nel ruolo di donna leopardata
Francesca Colombo nel ruolo di segretaria
Maurizio Prollo nel ruolo di Toni
Federico Rizzo nel ruolo di Luigino

Biografie correlate al film Anni 90

Soggetto e sceneggiatura

Giovanni Veronesi, Enrico Oldoini, Liliana Betti

Musiche

Giovanni Nuti, Riccardo Galardini

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