Lo chiamavano Jeeg Robot
Frasi del film
Frasi di Lo chiamavano Jeeg Robot
Riassunto e trama del film Lo chiamavano Jeeg Robot
In una Roma colpita da una serie di attentati, attribuiti dai mass media a dei movimenti estremisti, Enzo Ceccotti, un ladruncolo di Tor Bella Monaca, viene inseguito da due agenti in borghese per aver rubato un orologio; la fuga prosegue fino alle rive del Tevere sotto Ponte Sant'Angelo, dove gettandosi nelle acque, entra a contatto con delle sostanze radioattive contenute in alcuni bidoni nascosti sotto il livello del fiume. Dopo una notte in preda a febbre, conati di vomito e brividi di freddo, si risveglia al mattino come guarito, malgrado persista della tosse.
Uscito di casa va a parlare con Sergio (Stefano Ambrogi), uno dei membri della banda criminale guidata da Fabio Cannizzaro, detto Zingaro, per ricettare l'orologio, ma questi decide di proporgli un altro lavoro, portandolo a recuperare della cocaina portata a Roma da due fratelli extracomunitari che l'avevano ingerita. Passando per casa di Sergio, Enzo ha modo di incontrare la figlia Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza con evidenti problemi psichici, appassionata oltre misura dell'anime Jeeg robot d'acciaio, confondendo il mondo fantastico con quello reale. Giunti con i corrieri all'ultimo piano di un palazzo in costruzione, uno di essi muore per overdose, dovuta alla rottura di un ovulo contenente la cocaina nel suo stomaco, mentre l'altro in un impeto di rabbia aggredisce Sergio uccidendolo. Nello scontro, Enzo viene raggiunto da un proiettile sparato dal corriere e cade giù nel vuoto. Nell'impatto egli rimane incredibilmente illeso e poco dopo riesce a rialzarsi senza difficoltà, abbandonando il luogo.
Tornato a casa, scopre di aver acquisito una forza sovrumana e nel frattempo viene avvicinato da Alessia che gli chiede notizie del padre. Enzo però non riesce a dirle la verità e si chiude in casa. La sera stessa, Enzo strappa letteralmente dal muro di una banca uno sportello bancomat e il video di sorveglianza che lo riprende si diffonde rapidamente creando la figura del super criminale dalla forza sovrumana. Nel frattempo lo Zingaro, ossessionato da manie di grandezza (tanto da aver partecipato da ragazzo a Buona Domenica come cantante) e deciso ad allargare il proprio giro per diventare uno dei più potenti boss della malavita di tutta Roma e dell'Italia intera, scopre che Sergio non è ancora tornato con la cocaina che la banda ha acquistato da un clan di camorristi napoletani, guidato dalla boss Nunzia Lo Cosimo (Antonia Truppo), vero autore degli attentati nella capitale, e quindi si mette sulle sue tracce. Va da Alessia per chiederle dove si trova suo padre Sergio; persa la pazienza, la minaccia e con i suoi tirapiedi cerca la droga in casa della ragazza. Enzo, sentendo le sue urla e dopo essersi coperto il volto, interviene e salva la ragazza che lo riconosce e lo soprannomina Hiroshi Shiba, come il protagonista di Jeeg Robot.
Enzo, che ha un carattere burbero e chiuso e vuole vivere la propria vita in solitudine, dopo aver salvato Alessia dall'aggressione dello Zingaro e i suoi uomini, la porta alla casa famiglia dove era ospitata quando il padre finiva in carcere; successivamente, grazie alle informazioni scritte su un foglietto nascosto nel portaocchiali di Sergio, rapina lo stesso camion portavalori che lo Zingaro e i suoi stanno per assaltare per poter ripagare il clan partenopeo, accrescendo ancora di più la propria fama di super-criminale. Poco dopo, Alessia viene riportata a casa di Enzo da due agenti delle forze dell'ordine che l'avevano trovata mentre vagava in autostrada, e decide perciò di ospitarla non potendo lasciarla in casa sua da sola.
La banda dello Zingaro comincia a sfaldarsi poiché il suo migliore amico, che non condivide i suoi sogni megalomani di gloria, si rivolge a uno strozzino per avere i soldi con cui pagare i camorristi, ma lo Zingaro, infuriato perché la sua autorità viene messa in discussione, lo fa sbranare vivo dai suoi rottweiler; una volta recatosi lui stesso a parlare con l'usuraia, una transessuale brasiliana chiamata "Marcellone (Juana Jimenez) ", viene assaltato da Nunzia e dai suoi uomini, che rimangono uccisi nello scontro a fuoco che ne segue e dal quale si salvano solo lo stesso Zingaro e Nunzia.
Alessia, intanto, rivela ad Enzo gli abusi subiti fin da bambina sia da parte del padre, sia degli assistenti che l'hanno avuta in cura dopo la morte della madre. I due si avvicinano sempre più, finché, dopo essere andati a comprare un vestito in un centro commerciale, i due hanno un rapporto sessuale nel camerino, cosa che fa rivivere alla ragazza i traumi del passato e che la spinge a scappare da Enzo, il quale le rivela anche la morte del padre: Enzo, tuttavia, ormai si è innamorato di lei; quindi la segue e ferma a mani nude il tram sul quale era salita, chiedendole scusa e portandola via con sé. L'impresa viene ripresa e condivisa in rete dagli altri passeggeri.
Lo Zingaro, confrontando i video dopo che il resto della sua banda viene uccisa dal clan, capisce che Enzo è il supercriminale e riesce a rapire lui e Alessia per farsi rivelare come ha ottenuto i suoi poteri; Enzo è quindi costretto a portarlo sulla banchina del Tevere, ma in quel momento arriva Nunzia con la sua banda e, nello scontro a fuoco che ne segue, la sopraggiunta Alessia, colpita da un proiettile, muore dopo aver chiesto a Enzo di proteggere il mondo. Zingaro, invece, dopo essere stato arso vivo si getta in acqua, abbandonato lì da Nunzia e dai suoi uomini che lo credono morto. Riemerge il giorno dopo sfigurato ma con gli stessi poteri di Enzo. Si reca così a Napoli nella villa di Nunzia dove, forte delle sue abilità, compie una strage uccidendo lei e tutti i suoi uomini e riprendendosi con il cellulare per poi diffondere il video in rete.
Dopo la morte di Alessia, mentre vaga da solo, Enzo assiste a un incidente stradale in cui sono coinvolte una donna e sua figlia, che rischiano di venir divorate dalle fiamme ma l'uomo riesce a trarle in salvo, destando l'ammirazione delle forze dell'ordine lì presenti. Enzo ha modo di vedere da un televisore il delirante messaggio dello Zingaro, intenzionato di collocare un ordigno a tempo nello Stadio Olimpico durante il derby Roma-Lazio; Enzo lo raggiunge sul posto innescando una lotta furibonda. Impossibilitato a disattivare la bomba, egli se ne impadronisce gettandosi con essa dal Ponte della Musica-Armando Trovajoli nel Tevere, con lo stesso Zingaro, il quale a sua volta resta ucciso dall'esplosione.
Nell'ultima scena Enzo, ormai ritenuto morto ed esaltato come un eroe, osserva Roma dalla cima del Colosseo e, deciso a proteggerla, indossa la maschera di Jeeg che Alessia gli aveva realizzato a maglia.
Data di uscita
mercoledì 25 febbraio 2015
Poster e locandina
Attori del film Lo chiamavano Jeeg Robot
Claudio Santamaria | nel ruolo di Enzo Ceccotti/Jeeg Robot |
Ilenia Pastorelli | nel ruolo di Alessia |
Luca Marinelli | nel ruolo di Fabio Cannizzaro detto Zingaro |
Stefano Ambrogi | nel ruolo di Sergio |
Maurizio Tesei | nel ruolo di Biondo |
Francesco Formichetti | nel ruolo di Sperma |
Daniele Trombetti | nel ruolo di Tazzina |
Joel Sy | nel ruolo di Claudietto |
Antonia Truppo | nel ruolo di Nunzia Lo Cosimo |
Gianluca Di Gennaro | nel ruolo di Antonio |
Salvatore Esposito | nel ruolo di Vincenzo |
Juana Jimenez | nel ruolo di Marcellone |
Giampaolo Crescenzio | nel ruolo di Pinocchio |
Tommaso Di Carlo | nel ruolo di Efeso |
Trailer
Biografie correlate al film Lo chiamavano Jeeg Robot
Sceneggiatura
Nicola Guaglianone, Menotti
Soggetto
Nicola Guaglianone
Musiche
Gabriele Mainetti, Michele Braga