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Milano odia: la polizia non può sparare

Frasi del film

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Frasi di Milano odia: la polizia non può sparare

Riassunto e trama del film Milano odia: la polizia non può sparare

[da Wikipedia]

Milano. Giulio Sacchi (Tomas Milian) è un delinquente sadico, vigliacco e sessualmente ambiguo. Manda a monte una rapina perché non riesce a mantenere i nervi saldi, e uccide a bruciapelo un vigile urbano che vuole multarlo per divieto di sosta. Questo gli costa un feroce pestaggio e l'esclusione dalla banda, il cui boss Ugo Maione (Luciano Catenacci) (e anche proprietario di una sala biliardi) è legato a profondi codici d'onore e tutto sommato nessuno del clan è un sanguinario.

Sacchi passa le giornate al bar, con i suoi amici Carmine (Ray Lovelock) e Vittorio (Gino Santercole), o in casa con la fidanzata Ione, alla quale chiede continuamente soldi.

Ma Sacchi è anche ambizioso e desidera diventare ricco e importante e far carriera nel mondo della malavita. Per ottenere questo, insieme a Carmine e Vittorio, decide di rapire Marilù, figlia del commendatore Porrino, il principale di Ione.

Rubata l'auto a Ione, il trio si reca da "Papà", un trafficante di armi e chiede tre sten.

Il trafficante vuole 100.000 £ di deposito per mitra (che resta a lui se l'arma uccide qualcuno) e dopo sei mesi di utilizzo bisogna pagare 300.000 £.

Sacchi quindi dovrebbe pagare 1.200.000 £, ma uccide Papà e la sua compagna, una ex prostituta; poi segue l'auto sulla quale stanno viaggiando Marilù e il suo fidanzato Gianni (Lorenzo Piani) . La coppietta si apparta nel bosco. Sacchi fa ingurgitare a Carmine delle anfetamine con del whisky; quindi i tre sorprendono la coppia. Sacchi inizia a fare delle boccacce sul finestrino della macchina, spaventando Marilù e Gianni, mentre Carmine e Vittorio bloccano l'automobile. Gianni reagisce, ma viene ucciso dai colpi di mitraglietta sparati da Carmine. Marilù riesce poi a fuggire e raggiunge una villa dove, ancora sotto shock, chiede aiuto.

Tuttavia i ricchi borghesi che abitano la villa non capiscono subito la situazione, poiché Marilù è in stato confusionale e non riesce a spiegarsi bene.

I tre banditi, che l'hanno seguita, irrompono a sorpresa nell'abitazione. Comincia allora una serie di sevizie perpetrate dai tre con efferata violenza: Sacchi, imbottito di alcool obbliga l'uomo a praticargli una fellatio, quindi appende al lampadario le due donne e l'uomo, e inizia a seviziarli. Infine, quasi impazzito li uccide a colpi di mitraglietta e uccide anche una bambina, che stava dormendo al piano superiore della villa.

Il commissario Walter Grandi, accorso su tutte le scene dei delitti perpetrati da Sacchi e dalla sua banda, si rende conto di avere a che fare con uno psicopatico, quindi si ricorda il volto di Sacchi, intravisto tra la folla raccolta attorno al cadavere di un metronotte che Sacchi aveva ucciso dopo essere stato sorpreso a scassinare un distributore di sigarette.

Intanto Sacchi contatta il padre di Marilù, e fissa il prezzo del riscatto. Porrino, preoccupato, si rivolge al commissario Grandi, che chiede all'uomo di non cedere ai ricatti di Sacchi. Ma Porrino si prepara immediatamente a consegnare la cifra pattuita. Intanto la stampa riporta la notizia del rapimento di Marilù, e della tremenda strage accaduta nella villa.

Sacchi riesce a crearsi un alibi con l'aiuto di Maione, proprietario di un bar, che nonostante l'odio che nutre verso Sacchi, si convince a dichiarare alla polizia, qualora lo interrogasse, che Sacchi si trovava nel suo locale la notte del rapimento di Marilù.

Sacchi continua a mostrarsi come un pericoloso psicopatico, uccidendo anche Ione, dopo averle confessato che la strage nella villa è stata opera sua. Con una scusa, la porta con la macchina su uno strapiombo e la getta nel lago di Como insieme all'auto.

In un barcone abbandonato, intanto, Marilù è legata e spaventata. A nulla servono i tentativi di tranquillizzarla, da parte di Carmine, che sembra il più "umano" dei tre sequestratori. Sacchi irrompe nel relitto e insulta Marilù, che reagisce. Sacchi si scatena e ordina a Vittorio di violentarla. Alla fine, incassato il riscatto, Sacchi uccide Marilù provocando la reazione di Carmine, che lo assale furioso; e Sacchi, ormai impazzito, lo uccide. Vittorio va a recuperare le valigette con dentro il riscatto, e, preoccupato del fatto che Carmine non sia ancora tornato al barcone, Sacchi gli rivela che lo ha appena ucciso, perché aveva tentato di difendere la donna. Si scaglia quindi contro Sacchi, ma viene ucciso anch'egli. Avendo esaurito tutti i caricatori degli sten, usa una pistola. In realtà, aveva deciso fin dal principio di uccidere i due compagni. Sacchi si impossessa di metà del riscatto - scappando dalla Polizia, gli cade un pesante borsone con 250 milioni, che viene recuperato dagli agenti; anche stavolta, tenta di crearsi un alibi con la complicità di Maione, ma il commissario Grandi lo fa comunque arrestare, essendo il principale sospettato del rapimento e dei vari omicidi. Non essendo stati trovati, però, elementi per incriminarlo, Sacchi viene rimesso in libertà.

Alcuni giorni dopo è seduto al tavolino di un bar a bere Champagne, e racconta ad altri ragazzi le sue imprese. Ma a un tratto arriva Grandi, zoppicante a causa di Sacchi, che gli ha sparato alle gambe mentre scappava dal barcone. Grandi è ormai deciso a fare una volta per tutte giustizia. Gli amici di Sacchi si allontanano e lui rimane solo di fronte al commissario, iniziando a perdere la sua spavalderia e a scappare, ma viene inseguito dal commissario che, raggiuntolo, gli spara e dopo un breve scambio di colpi lo uccide facendolo cadere su un cumulo di rifiuti.

Anno

1974 (50 anni fa)

Titolo originale

Milano odia: la polizia non può sparare

Genere

Noir, Poliziesco, Thriller

Durata

100 minuti (1 ora e 40 minuti)

Regia

Umberto Lenzi

Film di Umberto Lenzi

Data di uscita

giovedì 8 agosto 1974

Poster e locandina

Attori del film Milano odia: la polizia non può sparare

Tomas Milian nel ruolo di Giulio Sacchi
Henry Silva nel ruolo di commissario Walter Grandi
Laura Belli nel ruolo di Marilù Porrino
Anita Strindberg nel ruolo di Ione Tucci
Guido Alberti nel ruolo di commendator Porrino
Ray Lovelock nel ruolo di Carmine
Gino Santercole nel ruolo di Vittorio
Mario Piave nel ruolo di poliziotto
Giuseppe Castellano nel ruolo di poliziotto
Luciano Catenacci nel ruolo di Ugo Maione
Pippo Starnazza nel ruolo di "Papà" il trafficante d'armi
Lorenzo Piani nel ruolo di Gianni

Doppiatori originali

Ferruccio Amendola nel ruolo di Giulio Sacchi
Nando Gazzolo nel ruolo di commissario Walter Grandi
Paila Pavese nel ruolo di Ione Tucci
Carlo Romano nel ruolo di commendator Porrino
Massimo Turci nel ruolo di Carmine
Michele Gammino nel ruolo di Vittorio
Cesare Barbetti nel ruolo di poliziotto
Antonio Guidi nel ruolo di "Papà"
Sergio Fiorentini nel ruolo di Ugo Maione

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Sceneggiatura

Ernesto Gastaldi

Musiche

Ennio Morricone

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