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Dialogo dal film Titanic

Jack: Vivo per conto mio da quando avevo quindici anni. Da quando sono morti i miei genitori. Non avevo fratelli, sorelle, o parenti stretti in quella parte di Paese. Così ho deciso di staccare e non ci sono tornato mai più. Potrei essere definito una piuma nel vento. Bene, Rose, abbiamo camminato per circa un miglio avanti e indietro su per questo ponte, abbiamo parlato e straparlato del tempo e di come sono cresciuto io, ma immagino che non è venuta qui per parlare di questo, dico bene?

Rose: Signor Dawson, io...

Jack: Jack.

Rose: Jack, voglio ringraziarla per quello che ha fatto. Non solo per... per avermi salvata, ma anche per la sua discrezione.

Jack: Di niente.

Rose: Senta, lo so a cosa sta pensando: "Povera ragazzina ricca. Che ne sa lei della miseria"?

Jack: No. No, non stavo affatto pensando a questo. Stavo pensando a cosa è potuto accadere a questa ragazza per arrivare a credere che non esiste via d'uscita.

Rose: Beh, io... Praticamente tutto, l'intero mondo in cui vivo, e tutta la gente che ne fa parte. E l'inerzia della mia vita, che si tuffa in avanti, e io che non sono capace di fermarla.

Jack: Dio, guarda che razza di cose! Sarebbe andata subito a fondo.

Rose: Sono stati inviati cinquecento inviti. Sarà presente tutta l'alta società di Philadelphia. E tutto il tempo mi sento come se stessi in una stanza affollata, urlando a squarciagola, senza che nessuno alzi nemmeno lo sguardo.

Jack: Lo ama?

Rose: Come ha detto?

Jack: Lo ama?

Rose: Lei è molto maleducato. Non dovrebbe pormela una domanda simile.

Jack: Beh, è una domanda semplicissima. Lo ama quest'uomo, sì o no?

Rose: Oh... Questa conversazione è inopportuna.

Jack: Non può semplicemente rispondere alla domanda?

Rose: Ah, ah, ah! È assurdo. Lei non conosce me e io non conosco lei, e questa conversazione non sta avendo luogo. Lei è maleducato, rozzo e presuntuoso, e ora me ne vado. Jack, signor Dawson, è stato un piacere. L'ho cercata per ringraziarla e ora che l'ho ringraziata...

Jack: E anche insultato.

Rose: Beh, se lo è meritato.

Jack: Certo.

Rose: Certo. Ah!

Jack: Credevo che se ne stesse andando.

Rose: Infatti. Lei è così irritante.

Jack: Ah, ah!

Rose: Un momento, non sono io a dovermene andare. Questo è il mio settore. Se ne vada lei.

Jack: Oh, oh, oh. Guarda, guarda, guarda. E adesso chi è il maleducato?

Rose: Ah... Cos'è questo stupido oggetto che porta con sé? Allora cos'è lei, un artista o cos'altro? Beh... questi sono piuttosto belli. Anzi, sono molto belli. Jack, sono davvero ammirevoli.

Jack: Non hanno riscosso molto successo nella vecchia Paris.

Rose: Parigi? Viaggia parecchio per essere povero. Beh, una... una persona con mezzi limitati.

Jack: Avanti, un poveraccio, lo dica pure.

Rose: Bene, bene, bene. E sono stati fatti dal vivo?

Jack: Questa è una delle cose interessanti di Parigi. Ci sono molte ragazze disposte a spogliarsi.

Rose: Questa donna le piaceva. L'ha usata diverse volte.

Jack: Beh, aveva delle mani bellissime, vede?

Rose: Secondo me ha avuto una storia d'amore con lei.

Jack: No, no, no, no, no, solo con le sue mani. Era una prostituta con una gamba sola. Vede? Eh...

Rose: Oh...

Jack: Però aveva il senso dell'humour. Ah, e questa signora qui tutte le sere se ne stava seduta in un bar, indossando tutti i gioielli che possedeva, e aspettando il suo amore perduto. La chiamavano Madame Bijoux. Vede, i suoi vestiti sono tutti tarmati.

Rose: Beh, lei ha un dono, Jack. Davvero. Sente le persone.

Jack: Sento lei.

Rose: E quindi?

Jack: Non si sarebbe buttata.

Ruth: Ma lo scopo dell'università è quello di trovare un buon marito. Rose questo l'ha già fatto.

Noel Lucy Martha Dyer-Edwardes, Contessa Di Rothes: Guardi, ecco che arriva quella volgarissima signora Brown.

Ruth: Presto, si alzi prima che venga a sedersi da noi.

Molly: Salve, ragazze. Speravo di unirmi a voi per il tè.

Ruth: Che peccato. È arrivata tardi. La Contessa e io stavamo andando a prendere un po' d'aria sul ponte.

Molly: Che splendida idea. Devo aggiornarmi sui pettegolezzi.

Contessa: Buon pomeriggio.

Molly: Contessa.

Ismay: Non ha ancora messo in funzione le ultime quattro caldaie.

Smith: No, non ne vedo il bisogno. Siamo in perfetto orario.

Ismay: La stampa conosce già la grandezza del Titanic. Ora voglio che si meravigli della sua velocità. Dobbiamo fornir loro materiale... Questo viaggio inaugurale del Titanic deve finire in prima pagina.

Smith: Signor Ismay, preferirei non sovraccaricare i motori prima di averli sottoposti a un accurato rodaggio.

Ismay: Naturalmente io sono un semplice passeggero. Ma un Capitano di grande esperienza, come lei, sa ciò che è meglio fare. Che gran bel finale per la sua ultima traversata se arrivassimo a New York martedì sera cogliendo tutti di sorpresa. Finiremmo in prima pagina. Chiuderebbe in bellezza la sua carriera, E.J. Un buon programma.

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[da Cultura.biografieonline.it]
È il 1996 quando Brock Lovett, cacciatore di tesori, insieme con la sua squadra decide di esplorare il relitto del Titanic, celebre nave da crociera affondata nel 1912 dopo lo schianto contro un iceberg, in cerca del cosiddetto Cuore dell’Oceano, una collana di diamanti che secondo le informazioni in suo possesso si trova nella cassaforte di Caledon Hockley, un uomo d’affari statunitense. Una volta recuperata la cassaforte, la squadra non trova la collana, ma il ritratto accennato di una donna nuda (che però indossa proprio quella...Leggi di più

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