PDF GRATIS
Accedi
OK
Non ancora registrato?
Registrati
DOWNLOAD PDF
:
Registrati
e scarica le frasi degli autori in formato PDF. Il servizio è gratuito.
Toggle navigation
Sezioni
Temi
Frasi sulla mamma
Frasi sulle mamme
Frasi sulla pace
Frasi sulla lealtà
Frasi sulle elezioni
Frasi sui fiori
Frasi sull'Europa e sugli europei
Frasi su Roma
Frasi sulla maternità
Frasi sugli emarginati e sull'emarginazione
Indice dei temi
Tutti i temi (1328)
Frasi
Commenti alle frasi
Frasi belle
Frasi divertenti
Frasi bellissime
Frasi celebri
Frasi famose
La frase di oggi
Newsletter
Incipit
Epitaffi
Proverbi
Meme
Le frasi più lette
Le frasi più lette ieri
Le frasi dei film più lette
Le immagini più viste
Le storie più lette
Le poesie più lette
I proverbi più letti
I temi più visitati
I film più visti
Gli autori più letti
Le parole più cercate
Frasi con immagini
Frasi belle con immagini
Frasi da condividere
Immagini per le storie Instagram
Immagini di copertina per Facebook
Frasi dei film
Le migliori di sempre
Frasi promozionali dei film
Elenco di tutti i film
Elenco film per genere
Elenco di tutti i registi
Incipit dei film
Frase film della settimana
Storie
L'industriale e il pescatore
Il genere di amore che voglio
Matrimonio in crisi
Il cane, l'asino e l'importanza delle gentilezze
I libri e il setaccio
Il vaso di vetro, i sassi, la birra e le priorità della vita
Il lupo nero e il lupo bianco (leggenda Cherokee)
La volpe e l'uva
Tutte le storie
Poesie
Oroscopo
Oroscopo di aprile
Ariete
Toro
Gemelli
Cancro
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione
Sagittario
Capricorno
Acquario
Pesci
Oroscopo Newsletter - Registrati
Tutti gli oroscopi
Autori
Arte
Cinema
Economia
Letteratura
Moda
Musica
Politica
Religione
Scienze
Sport
Storia
TV
Varie
Indice degli autori
Aforismi Vento - parte 9
Frasi trovate
:
2.099
E si dovette quindi attendere l'av
vento
dello straordinario Don Budge, dall'aureo rovescio tipo baseball, perché un tennista ascendesse all'immortalità, vincendo uno dopo l'altro i Campionati d'Australia, Francia, Gran Bretagna e America.
[la Repubblica, 8 giugno 2009]
Gianni Clerici
Frasi di Gianni Clerici
Il custode della chiesa di St Mark aveva appena grattato via dieci centimetri di neve dal marciapiede, quando comparve l'uomo con il bastone. C'era il sole, ma il
vento
ululava e la temperatura era bloccata sullo zero. L'uomo indossava soltanto dei pantaloni da lavoro di tela, una camicia estiva, un paio di logori scarponcini da trekking e una giacca a
vento
leggera che poteva opporre ben poca resistenza al gelo. Ma comunque non sembrava soffrire il freddo, e neppure avere fretta. Camminava zoppicando, con una leggera inclinazione a sinistra, il lato su cui si appoggiava al bastone. Avanzò faticosamente lungo il marciapiede accanto alla cappella e si fermò davanti a un ingresso laterale contrassegnato dalla scritta UFFICIO in caratteri rosso scuro. Non bussò e aprì la porta, che non era chiusa a chiave. Entrò proprio mentre un'altra raffica di
vento
lo colpiva alle spalle.
John Grisham
Cit. da
Io confesso ‐ Incipit
Frasi di John Grisham
Krebs
: Il nemico è riuscito a sfondare su un'ampia linea del fronte. A sud della città ha preso Zossen, e sta avanzando verso Stahnsdorf. Al momento attacca la periferia nord, tra Frohnau e Pankow. E a est ormai il nemico è attestato sulla linea Lichtenberg-Karlshorst.
Hitler
: Appena Steiner attaccherà, le cose torneranno a posto.
Krebs
: Mein Führer... Steiner...
Jodl
: Steiner manca di forze sufficenti per un attacco. Non ci sarà l'attacco di Steiner.
Hitler
[con la mano tremante, si toglie gli occhiali]
: Si trattengano soltanto... Keitel, Jodl, Krebs e Burgdorf.
[tutti i presenti, tranne i quattro che Hitler ha nominato, escono dalla sala riunioni]
Avevo dato un ordine! Avevo ordinato a Steiner di attaccare! Voi pensate di poter disobbedire a un mio preciso ordine?! A questo punto siamo arrivati?! Le forze armate mi hanno mentito, tutti mi hanno mentito, perfino le SS! I nostri alti comandi militari sono composti da una accozzaglia di vili, pavidi e infidi vigliacchi!
Burgdorf
: Mein Führer, sono soldati che versano il proprio sangue per lei!
Hitler
: Sono soltanto dei codardi! Dei traditori, degli incapaci!
Burgdorf
: Mein Führer, quello che sta dicendo è inaudito!
Hitler
: I nostri generali sono la feccia del popolo tedesco!
[sbatte le sue matite sul tavolo]
Sono uomini senza onore! Si fanno chiamare "generali" perché hanno trascorso anni all'accademia militare al solo scopo di imparare ad usare correttamente cucchiaio, coltello e forchetta! Per anni le forze armate hanno intralciato le mie iniziative! Non hanno fatto che crearmi ostacoli in tutti i modi possibili per impedire le mie mosse! Se soltanto a suo tempo avessi anche io liquidato i generali e tutti gli ufficiali delle forze armate come Stalin!
[si rimette al suo posto]
Non ho mai frequentato le accademie militari... Ma sono riuscito da solo, da solo, io sono riuscito a conquistare l'intera Europa! Traditori! Fin dall'inizio i signori generali non hanno fatto altro che ingannarmi e tradirmi! Hanno commesso un mostruoso tradimento ai danni del popolo tedesco! Ma tutti questi traditori dovranno pagarla! Pagheranno il tradimento col loro stesso sangue! Pagheranno annegando nel loro stesso sangue!
Traudl Junge
[fuori dalla sala riunioni, cerca di consolare Gerda]
: Ti prego Gerda, non perdere il controllo.
Hitler
: I miei ordini sono parole al
vento
... È impossibile... continuare a guidare la nazione in queste condizioni. Ormai è finita... La guerra è perduta... Ma se voi signori credete che io sia disposto a lasciare Berlino sappiate che vi sbagliate di grosso! Preferisco piantarmi una pallottola in testa! Fate quello che volete.
Dal film:
La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Scheda film e trama
Frasi del film
Gli amici sono come le foglie al
vento
.
Peppino Torrenuova
Dal film:
Baarìa
Scheda film e trama
Frasi del film
[Su come i dinosauri ebbero il soprav
vento
sugli altri rettili contemporanei]
Un nuovo modo di camminare e di correre. È stata una conquista fondamentale. Per capire la portata di questa novità, bisogna fare un passo indietro e tornare al momento in cui i primi vertebrati escono dall'acqua e cominciano a spostarsi sulla terraferma. Quei primi animali si appoggiavano su robuste zampe disposte lateralmente al corpo: lo si vede bene oggi, per esempio, nei coccodrilli, che avanzano strisciando a terra e torcendo il corpo a sinistra e a destra. Il risultato era l'impossibilità di correre e respirare al tempo spesso. Oggi, accurati studi hanno confermato che molti piccoli rettili non sono capaci di respirare quando corrono... la camminata dei rettili è via via migliorata, ma la vera svolta è arrivata con i primi dinosauri, che hanno "inventato" un tipo di locomozione del tutto nuovo, che non comprime i polmoni... Attraverso una serie di trasformazioni del bacino: le zampe non sono più disposte lateralmente, come nel coccodrillo, ma si trovano praticamente sotto il ventre, in posizione verticale. In questo modo è stato possibile non soltanto liberare il torace dalle contorsioni, e quindi correre e respirare al tempo stesso, ma anche diventare bipedi, cioè camminare (e correre) sulle due zampe posteriori.
Piero Angela
Cit. da
Tredici miliardi di anni
Frasi di Piero Angela
Il G3 è un e
vento
assolutamente fantastico. Non riesco a pensare ad un'altra occasione dove ritrovarsi per celebrare quel grande strumento che è la chitarra.
[...]
E' il posto più prestigioso dove mostrare al pubblico la propria tecnica, e quindi è artisticamente significativo per me, è uno dei concerti più importanti ai quali suonare. Ma è certo anche un'occasione che mi fa divertire parecchio.
Joe Satriani
Cit. da
metalitalia.com, intervista, 25 maggio 2013
Frasi di Joe Satriani
Renato
: Il
vento
sta calando, cazza quella corda!
[Paolo prende una corda della barca a vela e se la mette tra le gambe]
Cosa fai?
Paolo
: Be', cazzo!
Renato
: Non dire queste parole in barca a vela! Un po' di etica marinara, per piacere!
Dal film:
Le nuove comiche
Scheda film e trama
Frasi del film
[La cosa più spa
vento
sa del talento è]
il doverne incontrare i limiti. Accorgerti che oltre a una certa soglia non puoi andare. Oppure che hai già superato il confine consentito e che avresti dovuto fermarti molto prima.
Gianrico Carofiglio
Cit. da
grazia.it, intervista, 7 novembre 2017
Frasi di Gianrico Carofiglio
La isola degli Utopii, larghissima, nel suo mezzo si stende dugentomila passi e per lungo tratto non si stringe molto, ma ver la fine d'amendue i capi si va ristringendo, i quai piegati in cerchio di cinquecentomila passi, fanno l'isola in forma de la nuova luna. Questi suoi corni dal mare combattuti sono distanti uno da l'altro circa undeci miglia, e il mare, tra queste braccia dai venti difeso, fa come un piacevol lago e commodo porto, di onde per suo bisogno manda le navi agli altri paesi; la bocca da una parte con guadi e secche, da l'altra con aspri sassi, mette spa
vento
a chi pensasse d'entrarvi come nimico. Quasi nel mezzo di questo spacio è un'alta rupe, la quale per ciò non è pericolosa, sopra la quale in una torre da loro fabricata tengono il presidio; molte altre rupi vi sono nascoste e perigliose.
Thomas More
Cit. da
Secondo Libro di quel parlamento che fece Rafaello Hytlodeo de l'ottimo stato de la republica Utopiense ‐ Incipit
Frasi di Thomas More
Narratore
: Il 3 settembre 1973, alle 18, 28 minuti e 32 secondi, una mosca della famiglia dei Calliphoridi, capace di 14.670 battiti d'ali al minuto, plana su rue Saint-Vincent, a Montmartre.
Nello stesso momento, in un ristorante all'aperto a due passi dal Moulin de la Galette, il
vento
si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga.
In quell'istante, al quinto piano del 28 dell'Avenue Trudaine, IX Arrondissement, Eugène Koler, di ritorno dal funerale del suo migliore amico, Emile Maginot, ne cancella il nome dalla sua rubrica.
Sempre nello stesso momento, uno spermatozoo con il cromosoma X del signor Raphaël Poulain, si stacca dal plotone per raggiungere un ovulo della signora Poulain, nata Amandine Fouet. Nove mesi più tardi, nasce Amélie Poulain. Il padre di Amélie, ex-medico militare, lavora presso la Stazione termale di Enghien-les-Bains. A Raphaël Poulain non piace
: fare pipì accanto a qualcuno; sorprendere uno sguardo di disprezzo sui suoi sandali; uscire dall'acqua e sentirsi il costume appiccicato addosso. A Raphaël Poulain piace: strappare enormi pezzi di carta da parati; mettere in fila le sue scarpe e lucidarle con cura; svuotare la scatola degli attrezzi, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine. La madre di Amélie, Amandine Fouet, maestra originaria di Gueugnon, è sempre stata una persona instabile e nervosa. Ad Amandine Poulain non piace: avere le dita lessate quando fa il bagno; essere - da qualcuno che non le va - sfiorata con la mano; avere il segno del cuscino stampato sulla guancia la mattina. Ad Amandine Poulain piace: il costume dei pattinatori artistici in tv; far brillare il parquet con le pattine; svuotare la borsetta, pulirla bene, e riporre tutto, alla fine.
Amélie ha 6 anni. Come tutte le bambine, vorrebbe che suo padre l'abbracciasse ogni tanto, ma... lui ha un contatto fisico con lei solo durante il controllo medico mensile. La piccola, sconvolta da tanta intimità eccezionale, non riesce a contenere il batticuore, perciò, il padre la crede affetta da un'anomalia cardiaca. A causa di questa malattia fittizia la piccina non va a scuola. È sua madre che le fa da maestra.
Amandine Poulain
: Le... galline... covano... sovente... in... con
vento
.
Amelie Poulain
: Le galline... covano...
Amandine
: Bravissima.
Amelie:... sov-in-conv.
Amandine
: No!
Narratore
: Senza contatto con gli altri bambini, sballottata tra lo stato febbrile di sua madre e la glacialità di suo padre, Amélie si rifugia in un mondo da lei inventato. In questo mondo i dischi di vinile sono preparati come delle crêpes, e la moglie del vicino, in coma da mesi, in realtà ha scelto di esaurire in una volta tutte le sue ore di sonno.
Donna In Coma
: Così potrò rimanere sveglia giorno e notte per il resto della mia vita.
Narratore
: Il solo amico di Amélie si chiama "il Capodoglio". Ma l'ambiente familiare ha reso il pesciolino nevrastenico e incline al suicidio.
Amelie
: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
Narratore
: I tentativi suicidi di Capodoglio non fanno che aumentare lo stress materno. Si impone una decisione.
Amandine
: Oddio!
Narratore
: Per consolare Amélie, la madre le regala una Kodak Instamatic di occasione.
Vicino
: Bambina! Ma che cos'hai combinato! Lo vedi che cosa è successo? È colpa tua! Del tuo apparecchio!
Narratore
: Un vicino approfitta dell'ingenuità di Amélie per farle credere che il suo apparecchio è difettoso: provoca incidenti. Avendo scattato foto tutto il pomeriggio, la sera l'assale un atroce dubbio. Sprofonda davanti alla TV, sopraffatta dalla responsabilità di un gigantesco incendio, due deragliamenti e un disastro aereo. Qualche giorno dopo, capisce che il vicino l'ha presa in giro, e decide di vendicarsi.
Telecronista
: ... la palla va a finire a Fontebet
[?]
, che si trova proprio di fronte alla porta difesa da Jean Paul Bertrand-Demanes. Susic, Zaremba...
Vicino
: Ma che succede?
Telecronista
: ... e gol!
Vicino
: Porca puttana! Oh! Oh, oh!
Telecronista
: ... fantastico di Susic! Un tiro fulminante, azione splendida! Al quarto minuto di gioco!
Vicino
: Non fare scherzi!
Telecronista
: La squadra avversaria si trova sùbito in difficoltà. Susic oggi è in gran forma, sembra imprendibile...
Vicino
: Sì!
Telecronista
: ... ha ritrovato lo spa...
Vicino
: No! Proprio adesso! Guarda che se continui così io ti sfascio!
Telecronista
: ... di gol così se ne vedono pochi...
Vicino
: No, miseriaccia, no!
Telecronista
: ... una partita così non si vedeva da anni!
Dal film:
Il favoloso mondo di Amélie
Scheda film e trama
Frasi del film
O Magali, mia tanto amata, metti la testa | alla finestra, ascolta un po' quest'albada di tam- | burini e violini. || È pieno di stelle lassù, il
vento
è caduto: | ma le stelle impallidiranno, quando ti vedranno. || Non più che del mormorare delle frasche, | della tua albada io fo caso. Ma io me ne vo nel | mar biondo a farmi anguilla di rocca. || O Magali, se tu ti fai il pesce dell'onda, io | il pescatore mi farò, ti pescherò. || Oh, ma se tu ti fai pescatore, quando le tue | nasse getterai, io mi farò l'uccello volatore, vo- | lerò nelle lande. || O Magali, se tu ti fai l'uccel dell'aria, io il | cacciatore mi farò, ti caccerò. || Alle pernici, agli uccellini
[di becco fine]
se | vieni tu a tendere i lacci, io mi farò l'erba fio- | rita e mi nasconderò nelle praterie. || O Magali, se tu ti fai la margherita, io mi | farò l'acqua limpida, t'annaffierò. || Se tu ti fai l'acquetta limpida, io mi farò il | nuvolone, e me n'andrò ratto in America, lag- | giù
[non mi raggiungerai]
mai. || O Magali, se tu te ne vai lungi in America, | il
vento
del mare io mi farò,
[là]
ti porterò. || Se tu ti fai
vento
marino, io fuggirò d'un al- | tro lato, io mi farò un incandescente sbattimento | di sole, che fonde il ghiaccio. || O Magali, se tu ti fai raggio di sole, la verde | lucertola io mi farò, e ti beverò. || Se tu ti rendi la salamandra che si nasconde | nella macchia, io mi renderò la luna piena che | nella notte fa lume alle streghe. || O Magali, se tu ti fai luna serena, io bella | nebbia mi farò, t'avvolgerò. || Ma se la nebbia m'avvolgerà, non tu per ciò | mi terrai: io bella rosa verginella sboccerò nel | cespuglio. || O Magali, se tu ti fai la rosa bella, la far- | falla io mi farò, ti bacerò! || Va', seguitante, corri, corri. Giammai giam- | mai mi agguanterai. Io della corteccia d'una | gran quercia io mi vestirò nella foresta nera. || O Maddalena, se tu ti fai l'albero dei tristi, | io mi farò la rama dell'ellera, t'abbraccerò.
Frédéric Mistral
Cit. da
Mirella
Frasi di Frédéric Mistral
Cyrus
: Sai che ti dico? Vuoi lavorare? Ti do un lavoro. Vedi quella? Quella stanza sopra all'ufficio? C'è un casino di roba, neanche ci avessero buttato l'immondizia per vent'anni. Dev'essere pulita.
Rashid
: Quanto mi dai?
Cyrus
: Cinque dollari l'ora, questo passa il con
vento
. Adesso sono quasi un quarto alle due. Mia moglie mi viene a prendere alle cinque e mezza, quindi hai tre ore. Se non riesci a finire oggi lo finisci domani.
Rashid
: E mi versi anche i contributi o mi assumi solo come free-lance?
Cyrus
: Contributi.
Rashid
: Sì. Pensione. Assistenza medica. Ferie pagate. Non è carino sfruttare la gente. I lavoratori hanno i loro diritti.
Cyrus
: Già. No, credo che ci muoviamo su una base strettamente da free-lance.
Rashid
: Hm. Cinque dollari l'ora.
Cyrus
: Ehm, sì.
Rashid
: Va bene, accetto.
Cyrus
: Oh. Cyrus Cole.
Rashid
: Paul. Paul Benjamin.
Dal film:
Smoke
Scheda film e trama
Frasi del film
Del resto, noi cessiamo presto di commuoverci per la morte spa
vento
sa degli animali riservati alla nostra tavola. I bambini, che piangono la morte del primo pollo che vedono sgozzare, la seconda volta ridono. Infine, è fin troppo certo che quella spa
vento
sa carneficina messa senza posa in mostra nelle nostre beccherie e nelle nostre cucine non ci sembra un male: anzi, consideriamo quell'orrore, spesso pestilenziale, come una benedizione del Signore; e possediamo ancor oggi preghiere in cui lo si ringrazia di quegli assassinii. Eppure, c'è forse qualcosa di più abominevole del nutrirsi continuamente di cadaveri?
Voltaire
Cit. da
Il faut prendre parti, ou le principe d'action
Frasi di Voltaire
Ho letto negli aneddoti della Storia d'Inghilterra ai tempi di Cromwell che una candelaia di Dublino vendeva ottime candele fatte col grasso degli Inglesi. Qualche tempo dopo uno dei suoi av
vento
ri si lamentò con lei del fatto che le sue candele non erano più così buone: Ahimè disse la donna è che gli Inglesi ci sono mancati in questo mese. Io mi domando chi fosse più colpevole, se quelli che sgozzavano gli Inglesi o questa donna che faceva candele col loro grasso.
Voltaire
Cit. da
Dizionario Filosofico
Frasi di Voltaire
Viveva in quei pressi un derviscio famosissimo, che aveva fama d'essere il maggior filosofo di Turchia. Andarono a consultarlo. Pangloss prese la parola, e disse: "Maestro, siam venuti a pregarvi che ci spieghiate perché sia stato creato un animale così bizzarro com'è l'uomo."
"Ma di che ti vai a impicciare?" disse il derviscio; "che te ne importa?"
"Ma, padre mio reverendo," osservò Candido, "v'è pur nel mondo una quantità spa
vento
sa di mali."
"E che diavolo importano," rispose il derviscio, "i mali ed i beni? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no?"
"E allora che dobbiamo fare?" domandò Pangloss.
"Tacere", rispose il derviscio.
"Io m'ero illuso" riprese Pangloss, "di poter ragionare un pochino con voi delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell'origine del male, della natura dell'anima e dell'armonia prestabilita."
A questo il derviscio sbatté loro l'uscio in faccia.
Voltaire
Cit. da
Candido
Frasi di Voltaire
Dove la fiducia nell'onnipotenza della forza fisica ha il soprav
vento
sulla vita politica, tale forza assume una vita a sé e si rivela superiore agli uomini che pensano di usare la forza come strumento.
[Nel ricevere il premio One World - discorso alla Carnegie Hall, New York, 27 aprile 1948]
Albert Einstein
Cit. da
Out of My Later Years
Frasi di Albert Einstein
Con la fama di
vento
sempre più stupido, un fenomeno molto comune d'altronde. C'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!
Albert Einstein
Cit. da
Il lato umano
Frasi di Albert Einstein
La fisica è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica». Prima dell'av
vento
della fisica quantistica, non c'era alcun dubbio in proposito: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella meccanica quantistica, la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione
[X]
della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice «sì» o «no». Perché?
Albert Einstein
Cit. da
Autobiografia scientifica
Frasi di Albert Einstein
Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano. Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.
Albert Einstein
Frasi di Albert Einstein
Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita nell'eternità che precede e che segue il piccolo spazio che occupo e che vedo inabissato nell'infinita immensità degli spazi che ignoro e che m'ignorano, mi spa
vento
, e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perché non c'è ragione che sia qui piuttosto che là, adesso piuttosto che allora.
Blaise Pascal
Frasi di Blaise Pascal
Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa io stesso. Sono in un'ignoranza spa
vento
sa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa stessa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spa
vento
si spazi dell'universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po' di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l'eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un'ombra che dura un istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare.
Blaise Pascal
Frasi di Blaise Pascal
Il motivo del mio inter
vento
qui oggi... è la speranza che gli agenti di polizia non debbano mai provare quel senso di impotenza e di angoscia che ho dovuto sopportare in questi ultimi cinque anni solo per aver tentato di riferire ai miei superiori su quei casi di corruzione. E questo perché nessuno voleva assumersi il peso di un compito non gradito. Il problema è... è che non c'è ancora l'atmosfera che permetta a un poliziotto onesto di agire senza dover temere la derisione o l'odio da parte dei suoi colleghi. Non può esistere la corruzione nella polizia salvo che non sia perlomeno tollerata negli alti gradi del Dipartimento. Se queste riunioni riusciranno a dare agli agenti, quelli onesti, e ce ne sono, la certezza che le cose cambieranno, un grande risultato sarà stato raggiunto. E quindi... l'istituzione di un organismo indipendente e permanente come questa commissione contro ogni forma di corruzione nella polizia è essenziale.
Frank Serpico
Dal film:
Serpico
Scheda film e trama
Frasi del film
Ho pianto per tutti i colori dei fiori e per l'attimo esatto in cui si schiudono. Ho pianto per l'azzurro del mare e per la spuma bianca, per il
vento
che muove i rami, per i pomeriggi silenziosi d'estate. Per la mia moka del caffè. Per la bellezza di un bicchiere di vino rosso, per il colore della frutta e per i peperoni gialli. Ho pianto a dirotto per ogni tramonto e per ogni alba, per ogni bacio dato e per ogni lacrima asciugata. Per ogni cosa bella che ritorna, per la strada verso casa la sera. Per tutto il tempo che non tornerà. Per ogni brivido vissuto, per ogni sguardo appoggiato. Ho pianto per il modo in cui mio nonno camminava e per la sua malinconia.
Fabio Volo
Cit. da
Un posto nel mondo
Frasi di Fabio Volo
Dick Clark
: Ci troviamo nei pressi della 45ma strada di New York, siamo all'Uno dell'Astor Plaza. Questo è il posto del vecchio Hotel Astor, e...
Dan
: Che diavolo c'è a Bayou La Batre?
Forrest
: Barche per gamberi.
Dan
: Barche per gamberi? A chi gliene frega un cazzo delle barche per gamberi?
Forrest
: Non appena avrò i soldi mi comprerò una barca per gamberi. Ho fatto una promessa a Bubba in Vietnam: non appena finiva la guerra, diventavamo soci. Lui era il capitano della barca, e io il suo primo ufficiale. Ma ora lui è morto, e questo vuol dire che sarò io il capitano.
Dan
: Capitano di una barca per gamberi?
Forrest
: Sì, signore. Una promessa è una promessa, tenente Dan.
Dan
: Ah, ah, ah, ah! Avanti, sentite questa, ah, ah, ah, ah! Il militare Gump, qui, diventerà il capitano di una barca per gamberi. Ah, ah, ah, ah! Beh, sai che ti dico, Robinson? Il giorno che sarai capitano di una barca per gamberi io verrò a farti da primo ufficiale. Ah, ah, ah!
Forrest
: Okay.
Dan
: Se mai tu diventi capitano di una barca, quel giorno io di
vento
astronauta! Ah, ah, ah!
Lenore
: Danny, di cosa ti stai lamentando?
Carla
: Come stai, tesoro?
Lenore
: Che ruote infuocate! Chi è il tuo amico?
Forrest
: Mi chiamo Forrest. Forrest Gump.
Dan
: Queste sono Carla Sa-darla e Lenore Tutta-un-bollore. Ah, ah, ah, ah!
Carla
: Dov'eri finito, piccioncino? Non ti si vede molto in giro, sai? Dovevi essere qui a Natale, perchè Tommy ha dato da bere gratis e ha offerto a tutti un panino col tacchino.
Dan
: Bene, bene, bene, avevo compagnia.
Lenore
: Ehi! Ehi! Ma noi ci siamo appena state! Quella è Times Square. Non è fantastico il capodanno? Si ricomincia tutto dall'inizio.
Carla
: Ehi, Lenore!
Lenore
: Capita a tutti una seconda occasione.
Forrest
: È strano, ma in mezzo a tutto quel divertimento, cominciai a pensare a Jenny. Chissà come stava passando la notte di capodanno in California.
Folla
: Nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno! Buon Anno!
Forrest
: Felice Anno Nuovo, tenente Dan!
Lenore
: Ehi, sei stupido o che, dimmi? Ma che problemi hai? Che problemi ha quello? Per caso hai perso il pisello in guerra o che altro?
Carla
: È stupido il tuo amico o che?
Dan
: Che cos'hai detto?
Carla
: Ho detto: è stupido il tuo amico o che?
Dan
: Ehi! Non devi più chiamarlo stupido!
Carla
: Ehi, non mi spingere!
Lenore
: Ehi, non la spingere!
Dan
: E tu sta' zitta! Non lo devi chiamare mai più stupido!
Carla
: Dai, piccolo, perchè mi tratti così?
Lenore
: Uno storpio, uno stupido storpio!
Dan
: E prendete i vostri maledetti vestiti! Fuori dalle palle ho detto!
Lenore
: Dovresti stare in uno spettacolo da baraccone.
Dan
: Avanti! Fuori di qui! Fuori di qui!
Carla
: Mi fai pena!
Lenore
: Sei un fallito! Fenomeno da circo!
Dan
: No!
Forrest
: Scusi se ho guastato la sua festa di fine d'anno, tenente Dan. Quella sapeva di sigaretta. Il tenente Dan aveva capito che ci sono cose che non si possono cambiare. Lui non voleva essere chiamato storpio, così come io non volevo essere chiamato stupido.
Dan
: Felice anno nuovo, Gump.
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Signora Gump
: A scuola devi essere bravo, capito, Forrest?
Forrest
: Stai tranquilla, mamma. Mi ricordo il viaggio sull'autobus il primo giorno di scuola. Me lo ricordo bene.
Dorothy Harris
: Che fai, non sali?
Forrest
: Mamma mi ha detto di non andare in macchina con gli sconosciuti.
Dorothy
: Questo è l'autobus della scuola.
Forrest
: Io sono Forrest, Forrest Gump.
Dorothy
: E io Dorothy Harris.
Forrest
: Beh, adesso ci conosciamo, ormai.
I Bambino
: Qui è occupato.
II Bambino
: Occupato.
III Bambino
: Qui è occupato.
Forrest
: È strano le cose che ti restano in testa da ragazzo. perché io non mi ricordo quando sono nato... Io... io non mi ricordo cosa ho avuto il primo Natale, e non so quand'è che sono andato a fare la prima scampagnata, ma... certo mi ricordo la prima volta che ho sentito la più dolce voce che c'è al mondo.
Jenny Curran
: Ti puoi sedere qui se vuoi.
Forrest
: Non avevo mai visto niente di così bello in vita mia. Somigliava a un angelo.
Jenny
: Beh, ti decidi a sederti o no? Che cos'hanno le tue gambe?
Forrest
: Niente di niente, grazie. Le mie gambe vanno che è una vera meraviglia. Stetti seduto vicino a lei su quell'autobus e parlammo finché non arrivammo a scuola.
Jenny
: E perché porti quelle scarpe, allora?
Forrest
: ... Mamma dice che ho la schiena storta come un punto interrogativo. Queste mi fanno stare dritto come una freccia. Sono le mie scarpe magiche. E oltre a mamma, nessuno mi parlava mai o mi faceva domande.
Jenny
: Sei stupido o che? Dimmi.
Forrest
: Mamma dice che stupido è chi lo stupido fa, eh.
Jenny
: Sono Jenny.
Forrest
: Io sono Forrest, Forrest Gump. Da quel giorno, semo sempre insieme, Jenny e io, come il pane e il burro. Lei mi insegnava ad arrampicarmi...
Jenny
: Forza, Forrest, su, che ce la puoi fare!
Forrest
: ... e io le facevo vedere come ondeggiare. Lei mi aiutava a imparare a leggere, e io le facevo vedere come dondolare. Qualche volta stavamo seduti fuori, ad aspettare le stelle. Mamma sarà preoccupata per me.
Jenny
: Resta qui solo un altro po'.
Forrest
: Chissà perché, Jenny non voleva mai tornare a casa. Bene, Jenny, ci resto. Era la mia amica più specialissima. La mia unica amica. Mamma diceva sempre che i miracoli succedono tutti i giorni. Certe persone non ci credono, ma invece è così.
I Bambino
: Ehi, scemo!
II Bambino
: Sei deficiente o solo stupido?
III Bambino
: Sentite, io sono Forrest Gump!
I Bambino
: Mettiti a correre, Forrest!
Jenny
: Corri! Corri! Corri, Forrest, presto!
I Bambino
: Prendiamo le bici!
II Bambino
: Avanti, inseguiamolo! Venite!
III Bambino
: Eccoci, scemo, stiamo arrivando! Ora ti prendiamo!
Jenny
: Corri, Forrest, corri! Corri, Forrest!
Bambini
: Vieni qui, tu! Ah, ah, ah!
Jenny
: Corri, Forrest! Corri!
Forrest
: Lo so che non mi crede se io glielo dico, ma... io corro come il
vento
che soffia. E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo!
Bambini
: Sta scappando! Fermiamolo! Accidenti!
Anziano
: Guardate quel bambino. Corre veramente come un pazzo
Forrest
: Si ricorda che le ho detto che Jenny non voleva mai tornare dai suoi? Beh, Viveva in una casa che era vecchia quanto l'Alabama. Sua mamma era andata in cielo che lei aveva cinque anni, e suo papà era una specie di contadino. Jenny? Era un uomo molto affettuoso. Stava sempre a baciare e a toccare lei e le sue sorelle. E poi una volta, Jenny non era sull'autobus per andare a scuola. Jenny, perchè non sei venuta a scuola?
Jenny
: Shhh! Papà sta dormendo, fa' piano.
Signor Curran
: Jenny!
Jenny
: Andiamo!
Signor Curran
: Jenny, dove ti sei cacciata? Ragazzina, meglio per te se torni! Dove sei? Jenny! Jenny, dove sei? Jenny!
Jenny
: Prega con me, Forrest. Prega con me.
Signor Curran
: Jenny!
Jenny
: Signore, fammi diventare un uccello così posso volare lontano lontano da qui. Signore, fammi diventare un uccello così posso volare lontano lontano da qui...
Forrest
: Mamma diceva sempre che Dio è misterioso.
Signor Curran
: Jenny!
Forrest
: Quel giorno non fece diventare Jenny un uccello. In cambio, fece dire alla polizia che Jenny non doveva più restare in quella casa. E lei andò a vivere da sua nonna, dalle parti di Creekmore Avenue, e io ero felice, perché stava a due passi da me. Delle sere, Jenny usciva di nascosto e veniva a trovarmi a casa mia, perché diceva che aveva paura. Paura di cosa, non lo so. Ma secondo me del cane della nonna. Era molto cattivo. E comunque, Jenny e io fummo grandissimi amici tutti quegli anni, fino al liceo.
I Ragazzo
: Ehi, scemo!
Jenny
: Piantala! Corri, Forrest, corri!
I Ragazzo
: Ehi! Mi hai sentito, scemo?
Jenny
: Corri, Forrest!
II Ragazzo
: Forza, sali, sali! Muoviamoci!
I Ragazzo
: Sta scappando, dai che lo prendiamo! Dai, dai!
Jenny
: Corri, Forrest! Corri!
Ragazzi
: Corri, che è meglio! Forza! Corri, Forrest! Ah, ah, ah! Forza, scemo! Scappi come un coniglio! Vai, vai, vai, vai! Ah! Ah, ah, ah! Corri! Corri! Vai! Vai! Ah, ah, ah!
Jenny
: Corri, Forrest!
Forrest
: Di solito correvo per arrivare dove stavo andando. Non ho mai pensato mi poteva servire.
Ragazzi
: Forza, corri, forza! Dai, dai! Ah, ah! Sì!
¨
: E quello chi diavolo è?
High School Coach
: Quello lì è Forrest Gump, coach. È solo l'idiota del paese.
Forrest
: E indovini un po'? Mi capitò di andare anche all'università.
Giocatore
: Corri! Corri!
Forrest
: Okay.
Giocatore
: Corri!
Bryant
: Corri, stupido figlio di puttana! Corri! Vai! Corri! Corri! Da quella parte! Vai! Quello sarà pure il più stupido figlio di puttana della Terra, ma corre come una lepre! Ah, ah, ah! Ah, ah,
ah!
Dal film:
Forrest Gump
Scheda film e trama
Frasi del film
Tu sei un pensiero bellissimo
Che mai si perderà
Perché se poi ad un tratto cambia il tempo
E se cambia il
vento
Io so che ti ritrovo sempre là
Dove è sempre sole
Francesco Silvestre
Cit. da
Dove è sempre sole
Frasi di Francesco Silvestre
Un disgusto opaco l'opprimeva; i suoi pensieri non erano che aridità, deserto; nessuna fede, nessuna speranza alla cui ombra riposare e rinfrescarsi; la falsità e l'abbiezione di cui aveva pieno l'animo egli le vedeva negli altri, sempre, impossibile strapparsi dagli occhi quello sguardo scoraggiato, impuro che si frapponeva tra lui e la vita; un po' di sincerità, si ripeteva riaggrappandosi alla sua vecchia idea fissa, "un po' di fede... e avrei ucciso Leo... ma ora sarei limpido come una goccia d'acqua."
Si sentiva soffocare; guardò Lisa, pareva contenta: "Come vivi?" avrebbe voluto gridarle: "sinceramente? con fede? dimmi come riesci a vivere." I suoi pensieri erano confusi, contraddittori: "E ancora" pensava con un brusco, disperato ritorno alla realtà, "forse questo dipende soltanto dai miei nervi scossi... forse non è che una questione di denaro o di tempo o di circostanze." Ma quanto più si sforzava di ridurre, di semplificare il suo problema, tanto più questo gli appariva difficile, spa
vento
so. "È impossibile andare avanti così." Avrebbe voluto piangere; la foresta della vita lo circondava da tutte le parti, intricata, cieca; nessun lume splendeva nella lontananza: "impossibile."
Alberto Moravia
Cit. da
Gli indifferenti
Frasi di Alberto Moravia
Mohra
: Come va?
Gary
: Il signor Mohra?
Mohra
: Sì.
Gary
: Agente Olson.
Mohra
: Sì, lo so. Allora, io servivo giù al bar da Ecklund & Swedlin's martedì scorso, e questo piccoletto se ne sta lì a bere e mi chiede: "Dov'è che posso trovare un po' di movimento? Su al lago di
vento
matto". E io gli chiedo: "Che tipo di movimento?", e lui mi fa: "Movimento di donne, no? Per chi mi hai preso?". E io gli dico: "Ma tu per chi mi hai preso? Io non organizzo queste cose". E lui mi fa: "Ma io su al lago da solo non ce la faccio più". E io gli dico: "Capisco, ma questo non è quel genere di posto".
Gary
: Hm-hm.
Mohra
: E lui mi fa: "Ah, allora pensi che sono un coglione perché te l'ho chiesto?", solo che non ha detto proprio "coglione".
Gary
: Ah, ho capito.
Mohra
: Poi ha detto: "Sei tu un coglione", e "L'ultimo che mi ha chiamato coglione oggi ingrassa i vermi", e così io non dico niente, e lui mi fa: "Allora, come vedi la cosa?", e io gli dico: "Non mi sembra che ha fatto un grande affare, non mi sembra proprio".
Gary
: Eh, non posso darle torto.
Mohra
: Eh, già, e poi mi fa: "Quell'uomo è morto, ma non di vecchiaia, amico mio". E poi alla fine mi fa: "Cristo santo, io su al lago sto diventando matto".
Gary
: White Bear Lake?
Mohra
: Sì, però il bar Ecklund & Swedlin's è più vicino al Moose Lake, io pensavo più a quello.
Gary
: Ah, certo.
Mohra
: Comunque è rimasto a bere su al bar e io non ci ho dato troppo peso. Però quando la signora Mohra, mia moglie, ha saputo dei tre omicidi, mi ha detto: "Devi telefonare", e così ho telefonato. Fine della storia.
Gary
: Che aspetto aveva il tipo del bar?
Mohra
: Oh, era... un piccoletto con una faccia curiosa.
Gary
: Ah-ah. In che senso?
Mohra
: Oh, in senso generale, sa com'è, no?
Gary
: Okay. Beh, la ringrazio molto, signor Mohra. Ha ragione lei, forse non è importante, ma grazie per avere chiamato.
Mohra
: Di niente. Sembra che domani farà ancora più freddo di oggi.
Gary
: Eh, sì. C'è un freddo polare in arrivo.
Mohra
: Sì, ci scommetto le mutande.
Carl
: Cristo santo...
Marge
: Oh, Valerie, sto ripartendo per Brainerd.
Valerie
: Mi spiace di non poterti incontrare.
Marge
: Ma tu credi che stia bene? Ci siamo visti ieri sera e...
Valerie
: Cosa ti ha detto?
Marge
: Mah, non è quello che ha detto che mi preoccupa. Mi sembra che sia ancora molto scosso, sai, la morte della moglie...
Valerie
: La moglie?
Marge
: Linda.
Valerie
: Chi?
Marge
: Linda Cooksey.
Valerie
: Ma no! No, no, non erano... Beh, lui le è stato dietro per più di un anno, ma non si sono mai sposati. Sì, la tormentava, non voleva lasciarla in pace...
Marge
: Ah, sì? Ma allora... non erano?
Valerie
: No, no, non si sono mai sposati. Mike ha problemi psichiatrici.
Marge
: Oh, mio Dio!
Valerie
: Eh, sì, è malato. È tornato a vivere con i genitori.
Marge
: Oh, Signore!
Valerie
: Linda sta benissimo. Perché non le telefoni?
Marge
: Accidenti! Beh... Accidenti! È proprio una sorpresa. Non c'è nessuno? Signor Lundegaard, mi spiace disturbarla di nuovo. Posso entrare?
Jerry
: Sì. No, ho parecchio da fare in questo momento, e...
Marge
: Capisco. Farò in fretta, non si preoccupi. Sto per lasciare la città, però mi stavo chiedendo... Le dispiace se mi siedo? Ho un bel peso da portare.
Jerry
: No. È che...
Marge
: Ecco, si tratta della macchina di cui le parlavo ieri, ma mi stavo chiedendo se...
Jerry
: Appunto. Come le ho già detto ieri, non ci manca nessuna automobile.
Marge
: Okay. Ne è sicuro? Scusi, sa, ma è importante. Vede, nel crimine su cui sto indagando i malviventi erano a bordo di un'auto senza targa e hanno fatto una telefonata qui. Sarebbe una strana coincidenza se non ci fosse neanche un collegamento.
Jerry
: Eh, già, capisco.
Marge
: Quindi come può dirlo? Ha fatto una sorta di inventario recentemente?
Jerry
: L'auto non proviene dalla nostra concessionaria.
Marge
: Ma come può esserne sicuro senza fare un...
Jerry
: Eh, beh, lo saprei. Io sono il responsabile vendite.
Marge
: Lo so, però a me sembra che...
Jerry
: Le assicuro che non mi sfugge niente qui.
Marge
: Capisco, però, beh, come fate a stabilirlo? Voglio dire, contate le macchine tutti i giorni, oppure avete un altro metodo, non so...
Jerry
: Mi scusi, ho già risposto alla sua domanda.
Marge
: Come ha detto, signore?
Jerry
: Mi scusi, ma ho già risposto alla sua domanda. Ho già risposto. Io collaboro, ma... ma tu guarda... Mi sembra che non... Che non ci... Eh...
Marge
: Senta, non è il caso che faccia l'antipatico con me, sto facendo il mio lavoro.
Jerry
: Ah, ma... Ah, mi sembra che... Io... io non... non lo metto in dubbio. E sto collaborando. Io... io sto... sto... sto facendo del mio meglio.
Marge
: Allora vorrei parlare col signor Gustafson. Signor Lundegaard?
Jerry
: Ma insomma non ho capito, io... Non ho capito a che gioco vuole giocare. Io sto collaborando, questo non lo può negare, però... D'accordo, farò questo... questo maledetto inventario.
Marge
: Lo fa sùbito?
Jerry
: Sì, sùbito! Immediatamente. Se è tanto importante per lei.
Marge
: Ma, mi scusi, signore!
Jerry
: E mi scusi! Mi scusi un cazzo!
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Marge
: Salve, come va?
Receptionist
: Oh, molto bene. Lei, signora, come sta?
Marge
: Io sto benissimo, la ringrazio. Sono la signora Gunderson. Ho una prenotazione?
Receptionist
: Sì, certamente, signora Gunderson.
Marge
: C'è un telefono nei dintorni?
Sibert
: Polizia.
Marge
: Detective Sibert?
Sibert
: Sì, sono io.
Marge
: Ah, sono Marge Gunderson, della polizia di Brainerd, si ricorda?
Sibert
: Oh, sì, come va a Brainerd?
Marge
: Beh, veramente mi trovo qui in città adesso. Avevo un paio di cosette da sbrigare a Minneapolis, e così ho pensato di chiederle di quella indagine federale su Shep Proudfoot.
Sibert
: Ah, sì. Sappiamo dove lavora.
Marge
: Ah, sì?
Sibert
: Alla concessionaria Gustafson.
Marge
: Magari vado a fargli una visita se riesco a trovare...
Sibert
: L'accompagno io, non c'è problema.
Marge
: No, posso trovarlo da sola.
Sibert
: Come vuole, per me...
Marge
: La ringrazio moltissimo. Ah, senta, senta... Non è che mi può indicare un buon ristorantino nelle vicinanze del centro?
Sibert
: Può andare al Radisson.
Marge
: Il Radisson.
Sibert
: Sì, è un bel locale.
Marge
: Ah, sì? Prezzi ragionevoli?
Parcheggiatore
: Salve.
Carl
: Ho deciso di non parcheggiare.
Parcheggiatore
: Come sarebbe? Ha deciso di non parcheggiare?
Carl
: Sì, sono appena entrato, ma ho cambiato idea, perciò...
Parcheggiatore
: Ah.. Eh, mi dispiace molto, signore, però lei...
Carl
: Sì, ma ho deciso di non... ehm... insomma, capisce? Non... Ho cambiato idea, e quindi adesso non...
Parcheggiatore
: Ho capito, ma dovrà lo stesso pagare i quattro dollari.
Carl
: Sono appena entrato. Sono appena entrato, cazzo.
Parcheggiatore
: Sì, ho capito, ma la tariffa minima è di quattro dollari l'ora, e la sosta più lunga ha la tariffa giornaliera.
Carl
: Ti senti, come dire, una specie di autorità lì dentro, eh? Con quella uniforme del cazzo. Il re dei parcheggi, ma chi cazzo sei? Stronzo. Questi sono i limiti della tua vita, la tua piccola sbarra del cazzo. Eccoti i quattro dollari, patetico pezzo di merda.
Jerry
: Dov'è Shep?
Meccanico
: È di là con uno sbirro.
Jerry
: Uno sbirro?
Meccanico
: Ha detto che è della polizia.
Marge
: Ricorda di aver ricevuto una telefonata mercoledì sera?
Shep
: Non mi pare.
Marge
: Lei risiede al 1425 di Fremont Terrace, giusto?
Shep
: Sì.
Marge
: Ci abita qualcun altro per caso?
Shep
: No.
Marge
: Ma signor Proudfoot, le è arrivata una telefonata alle tre del mattino! Mi è difficile pensare che non rammenti chi l'ha chiamata. Vede, signor Proudfoot, so che lei ha avuto dei problemi con la narcotici e altri impicci vari, e che ora è in liberta vigilata.
Shep
: Allora?
Marge
: Beh, la connivenza con dei criminali, se è con lei che hanno parlato, sarebbe già un reato, e basterebbe questo per riportarla dietro le sbarre, a Stillwater. Ho letto cose non idilliache nei suoi precedenti, però niente che somigli all'omicidio. Non vorrà mica essere complice di un reato del genere? Allora, pensa di poter rammentare chi le ha fatto quella telefonata? Il signor Lundegaard?
Jerry
: Ah, sì.
Marge
: Le rubo solo un minuto del suo tempo.
Jerry
: Ma... ma a che proposito?
Marge
: Ah, le dispiace se mi siedo? Ho un bel peso da portare. Lei qui è il proprietario, signor Lundegaard?
Jerry
: No, sono il responsabile delle vendite.
Marge
: Allora può aiutarmi: sono Marge Gunderson.
Jerry
: Il proprietario è mio suocero.
Marge
: Ah! Ecco, io appartengo al corpo di polizia di Brainerd. Sto investigando su un crimine. Vorrei sapere se per caso non ha subìto il furto di automobili nuove nelle ultime due settimane, in particolare una Ciera di colore ambra. Signor Lundegaard?
Jerry
: Brainerd?
Marge
: Sì, sì. Il paese di Paul Bunyan e Babe il Bue Blu.
Jerry
: Babe il Bue Blu?
Marge
: Già.
Jerry
: Ah, ah!
Marge
: Ah, ah, ah! Già, c'è anche una grande statua in paese. Allora non le è stata rubata nessuna macchina?
Jerry
: No, nessuna.
Marge
: Molto bene, grazie mille. La lascio alle sue pratiche allora.
Jerry
: Ah...
Meccanico
: Officina.
Jerry
: Sì, passami Shep.
Meccanico
: Non c'è, non l'ho visto.
Jerry
: Come sarebbe?
Meccanico
: Che non è qui.
Jerry
: Beh, e dov'è andato? Io...
Meccanico
: Le passo Bill?
Jerry
: No, no, non mi serve un meccanico. Mi serve un... un...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Ah, beh... accidenti! È solo che devo parlare con un suo ami... E allora mi... mi serviva...
Meccanico
: Cosa?
Jerry
: Oh... Oh, Signore!
Barista
: Sono per te le tre birre e l'acqua tonica?
Cameriera
: Sì. È pronto?
Barista
: È pronto.
Cameriera
: Grazie.
Marge
: Mike? Ah!
Mike
: Marge! Ah, ah!
Marge
: Ah, ah!
Mike
: Guarda! Sei uno splendore!
Marge
: Grazie!
Mike
: Eh, sì!
Marge
: Anche tu stai bene. Attento, fa' piano. Piano, piano! Attento! Che piacere vederti! Scusa, ma sono incinta.
Mike
: Oh, me ne sono accorto, è fantastico! Che cosa bevi?
Marge
: Una bevanda non alcolica, per favore.
Mike
: Okay.
Cameriera
: Va bene, signora.
Marge
: Questo è un gran bel posto.
Mike
: Ah, sì, il Radisson è uno dei migliori ristoranti. Già.
Marge
: Allora, abiti a Edina, giusto?
Mike
: Oh, sì, sì, da un paio di anni ormai. Veramente sono a Eden Prarie, a voler essere precisi. Oh, il Capo Gunderson!
Marge
: Eh...
Mike
: Allora hai poi sposato quel mascalzone di Gunderson!
Marge
: Ah, sì, tanto tempo fa.
Mike
: Ah, bene, bene. Dunque, ah... qual buon
vento
ti po... Ah, è vero, sei qui per quell'omicidio, sempre che... che tu possa, come dire, discuterne?
Marge
: Ah, sì, sì, ma non è che ci sia un granché da discutere, sai?
Mike
: Oh... Ah, ah, ah!
Marge
: Invece dimmi di te: sei sposato? Hai dei figli?
Mike
: Sì, sì, sono stato... Sono stato sposato. Ero sposato con... Posso sedermi vicino a te, Marge? Ah, ero sposato con Linda Cooksey.
Marge
: No, perché non resti seduto là? Lo preferisco.
Mike
: Eh? Oh... ah... okay. Ah, ah! Scusami, non intendevo...
Marge
: Oh, no, no, è solo per guardarti in faccia senza girare il collo.
Mike
: Certo, certo, capisco benissimo, sai... Io non volevo proprio... Non volevo...
Marge
: No, no. Non c'è nessun problema.
Mike
: Sì, scusa, scusa. Ah, ti dicevo: ero sposato con Linda Cooksey, te la ricordi Linda? Era un anno dietro a noi.
Marge
: Sì, certo, credo di ricordarmela. Sì. Oh, sì! E così non ha funzionato, vero?
Mike
: Sì poi... e poi lavoro alla Honeywell da un paio d'anni.
Marge
: Ah, è una buona azienda.
Mike
: Sì, ci sono ingegneri che se la passano molto peggio, sai... Però non è... granché, non è niente in confronto a quello che hai fatto tu.
Marge
: A me sembra che le cose ti vadano bene.
Mike
: Non è che le cose... Non è che le cose non abbiano funzionato. È che... Linda aveva la leucemia, capisci? E questo male me l'ha portata via.
Marge
: No!
Mike
: Sì, sì, è stata dura.
Marge
: Grazie.
Cameriera
: Prego, signora.
Mike
: È stata lunga, e... Ha combattuto con tutte le sue forze. Ma d'altronde... Beh, che cosa si può dire? Oh! A tempi migliori! Eh, eh!
Marge
: A tempi migliori!
Mike
: E a un tratto ti ho vista in tv, e mi sei sùbito tornata in mente, lo sai che mi sei sempre piaciuta.
Marge
: Anche tu mi sei sempre piaciuto, Mike.
Mike
: Mi sei sempre piaciuta moltissimo. Eh, eh, eh!
Marge
: Allora, Mike, è stato un piacere, ci vediamo un'altra volta.
Mike
: No! Io non... Scusami, io non... Ecco, non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto. Non avrei dovuto. Pensavo che ci saremmo divertiti un mondo, e...
Marge
: Non fa niente, Mike.
Mike
: Tu eri una donna veramente super! E poi... mi sento così solo!
Marge
: Càlmati, Mike.
Dal film:
Fargo
Scheda film e trama
Frasi del film
Ringo
: Nessuno si muova, questa è una rapina!
Yolanda
: E se per caso qualcuno di voi si azzarda a muoversi, io vi faccio secchi tutti fino all'ultimo, brutti figli di puttana! Avete capito? Restate seduti! Non vi muovete!
Ringo
: I camerieri si gettino a terra, i clienti restino seduti! A terra, ho detto! Ho detto a terra, cazzo!
Yolanda
: Tu, vieni fuori di lì, sei troppo nascosto! Porta le tue signore a quel tavolo, quello là! Conto fino a dieci!
Ringo
: I messicani fuori dalla cucina! State giù! Giù!
Yolanda
: Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...
Ringo
: E tu che cazzo vuoi fare? Mettiti a terra, stronzo! Mettiti a terra, non ti muovere!
Astante
: Sì! Sì, sì, sì!
Yolanda
: Ehi, tu, tirami quei sacchetti!
Ringo
: Muovetevi! Muovetevi! Che cazzo fate? Uscite dalla cucina! Fuori! Fuori! Muovetevi! Gettatevi a terra, cazzo! A terra! E tu stai fermo! Non ti muovere! Non ti muovere!
Yolanda
: Ehi, tu, nonnetto! A terra! Giù!
Direttore
: Sono il direttore di questo posto, e non c'è nessun problema. Non c'è nessun problema.
Ringo
: Vuoi creare problemi? Per caso vuoi crearmi qualche problema?
Direttore
: No, signore, niente affatto, non voglio creare problemi.
Ringo
: Vuoi crearmi qualche problema? Giù! Giù! Abbiamo un eroe qui, coniglietta.
Yolanda
: E allora che aspetti? Ammazzalo!
Direttore
: Ma guardate che io non ho nessuna voglia di fare l'eroe.
Ringo
: Resta giù, stronzo!
Yolanda
: State giù!
Direttore
: Sono soltanto il direttore del locale.
Yolanda
: Il ristorante è nostro!
Direttore
: Per favore! Avanti, prendete quello che volete.
Ringo
: Va bene, allora parla con i clienti.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Se non stanno calmi, li faccio fuori.
Direttore
: Sì.
Ringo
: E presto sarà tutto finito.
Direttore
: Sì.
Ringo
: Mi hai capito bene?
Direttore
: Sì. Statemi a sentire! Restate calmi. Collaborate! E tutta questa storia sarà finita tra un minuto.
Ringo
: E ora a terra! Ben fatto. Aprite bene le orecchie! Ora passo a ritirare i vostri portafogli. Non dite nemmeno una parola! Metteteli in questo sacco. È tutto chiaro? Ho detto: è tutto chiaro, cazzo? Bene, ora fuori i portafogli. Stai giù, dammi il portafogli.
Astante
: Sì.
Ringo
: Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco! Nel sacco. E tu che aspetti? Buttalo nel sacco. Laura? Laura? Le mance, nel sacco. È un cellulare quello?
Astante
: Sì.
Ringo
: Bravo, nel sacco. Mettilo nel sacco.
Astante
: Ti do tutto.
Ringo
: Così. Così. Ora sdraiati per terra. Per terra, cazzo! Nel sacco. Nel sacco. Nel sacco. Nella valigetta?
Jules
: Il bucato sporco del mio capo.
Ringo
: Il tuo capo ti fa lavare il bucato?
Jules
: Quando lo vuole pulito.
Ringo
: Sembra un lavoro di merda.
Jules
: Strano, stavo pensando la stessa cosa.
Ringo
: Aprila.
Jules
: Ho paura di non potere.
Ringo
: Non ho sentito.
Jules
: Sì invece.
Yolanda
: Che cosa succede?
Ringo
: A quanto pare abbiamo tra noi un vigilante.
Yolanda
: Sparagli in faccia!
Jules
: Non voglio disilluderti, ma non è la prima volta che mi puntano addosso una pistola.
Ringo
: Se non togli la mano da quella valigetta, sarà l'ultima.
Direttore
: La smetta di creare problemi! Ci farà ammazzare tutti! Gli dia quello che vuole, così se ne vanno!
Jules
: Chiudi quella cazzo di bocca, non sono affari tuoi, palla di merda!
Yolanda
: Fermi!
Ringo
: Buona. Stai calma, coniglietta. Nessun problema, è tutto sotto controllo. Ora conterò fino a tre. Se non apri quella valigetta, se non la apri, ti spappolo la faccia. È chiaro? Uno... due... tre.
Jules
: D'accordo, Ringo, hai vinto. È tutta tua.
Ringo
: Aprila.
Yolanda
: Allora? Che cos'è? Che cos'è?
Ringo
: È quello che penso che sia?
Jules
: Hm-hm.
Ringo
: È bellissimo.
Yolanda
: Accidenti, dimmi, che cos'è? Lascialo andare! Lascialo andare sùbito! Lascialo andare, ho detto!
Jules
: La puttana stia quieta!
Yolanda
: Guarda che ti ammazzo! Ti faccio secco!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Di' "puttana sta' quieta"!
Ringo
: Stai quieta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di tacere!
Ringo
: Taci, coniglietta!
Jules
: Dì a quella puttana di merda di calmarsi!
Ringo
: Sta' calma, coniglietta!
Yolanda
: Ti ho avvertito!
Jules
: Falla finita!
Ringo
: Falla finita, coniglietta!
Jules
: Bene. Ora dille che andrà tutto a posto.
Ringo
: Andrà tutto a posto.
Jules
: Promettilo!
Ringo
: Lo prometto!
Jules
: Dille di stare zitta.
Ringo
: Sta' zitta, coniglietta.
Jules
: Bene. Dimmi come si chiama.
Ringo
: Yolanda.
Jules
: Bene. Yolanda, non ti metterai a fare la stupida, vero?
Yolanda
: Non devi fargli del male.
Jules
: Se ce ne stiamo quieti, nessuno si farà del male. Saremo tutti come tre piccoli Fonzie, noi qui. Com'è Fonzie, lo sai? Avanti, Yolanda, lo sai com'è Fonzie? Come?
Yolanda
: Quieto.
Jules
: Brava! Hai vinto un mappamondo! Ed è esattamente quello che saremo. Noi saremo quieti. Ora, Ringo, conterò fino a tre. E quando arrivo a tre, voglio che molli sùbito la pistola, piazzi le mani aperte sul tavolo e metti quel tuo culo a sedere. Ma quando lo fai, lo fai zitto e quieto. Sei pronto? Uno... due... tre.
Yolanda
: D'accordo, adesso lascialo andare!
Jules
: Yolanda, credevo che saresti stata quieta. E invece tu alzi la voce e mi rendi nervoso. E quando di
vento
nervoso mi spa
vento
, e quando un figlio di puttana si spaventa, càpita che gli altri figli di puttana vengano ammazzati.
Yolanda
: Giuro che se gli fai del male, tu muori.
Jules
: Beh, pare proprio questa la situazione. Ma io questo non lo voglio, tu questo non lo vuoi, e Ringo, qui, sicuramente questo non lo vuole. Perciò vediamo che cosa si può fare. Dunque. Esaminiamo la situazione. Normalmente le vostre budella si ritroverebbero sparpagliate nel locale. Ma per caso mi avete trovato in un periodo di transizione, perciò non voglio uccidervi. Voglio aiutarvi. Ma questa valigetta non ve la posso dare, perché non appartiene a me. Non solo: ho passato troppi casini per questa valigetta stamattina per poi consegnarla a voi deficienti. Vincent! Stai calmo. Yolanda, tutto a posto, piccola, tutto a posto.
Yolanda
: Ti ammazzo!
Jules
: Stiamo ancora solo parando. Dai, punta la pistola su di me. Punta la pistola su di me! Ecco, così. Ehi, Vincent, tu fatti da parte. Non fare un cazzo di niente. Dille che va tutto liscio.
Vincent
: Va bene.
Ringo
: Va tutto liscio, coniglietta.
Jules
: Come stai, piccola?
Yolanda
: Devo fare pipì. Voglio andare a casa mia.
Jules
: Tieni duro, piccola, sei grande, sono fiero di te. Anche Ringo è fiero di te. È quasi finita. Dille che sei fiero di lei.
Ringo
: Sono fiero di te, coniglietta.
Yolanda
: Ti amo.
Ringo
: Anch'io ti amo, coniglietta.
Jules
: Adesso voglio che tu guardi in quel sacco e trovi il mio portafogli.
Ringo
: E qual è?
Jules
: Quello con la scritta "brutto figlio di puttana". Eccolo, quello è il mio, "brutto figlio di puttana". Aprilo, tira fuori i soldi. Contali. Quanti sono?
Ringo
: Circa 1.500 dollari.
Jules
: Bene, mettiteli in tasca, è roba tua, con tutti gli altri portafogli e la cassa. Mi sembra che abbia avuto successo, il colpetto.
Vincent
: Jules, se regali 1.500 dollari a quel coglione, io gli sparo per principio.
Jules
: No! Yolanda, Yolanda, lui non farà un accidente di niente, quel figlio di puttana. E sta' zitto, Vincent! Cazzo!
Yolanda
: Sta' zitto!
Jules
: Su, Yolanda, non ti distrarre, piccola. Non glieli sto regalando, Vincent. Compro qualcosa con i miei soldi. Vuoi sapere che cosa sto comprando, Ringo?
Ringo
: Cosa?
Jules
: La tua vita. Ti sto dando dei soldi perché non mi va di farti saltare il culo. Tu la leggi la Bibbia?
Ringo
: No. Di regola no.
Jules
: Beh, c'è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te". Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.
Vincent
: Secondo me ora è meglio andarsene.
Jules
: Sì, mi pare una buona idea.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Marsellus
: Beh, diciamo che torna a casa. Cosa pensi che farà? Non mi dire "cazzo avrà una crisi", questa non è una risposta. Insomma tu la conosci, io no. Una crisi grossa o piccola?
Jules
: Ti conviene valutare l'elemento esplosivo rappresentato da Bonnie e la sua situazione. Voglio dire, se torna a casa dopo una dura nottata di lavoro e trova in cucina dei gangster, che fanno cose da gangster, eh... chi può dire cos'è capace di fare?
Marsellus
: Questo l'ho afferrato, Jules, sto soltanto esaminando i se.
Jules
: Non voglio sentire nessun cazzo di "se"! La sola cosa che ti deve uscire dal culo è "non ci sono problemi Jules, penso io a questa puttanata. Torna là dentro, rassicura i ragazzi e aspetta la cavalleria, che dovrebbe arrivare per direttissima"!
Marsellus
: Non ci sono problemi Jules. Penso io a questa puttanata, torna là dentro e rassicura i ragazzi. E aspetta Wolf che arriverà per direttissima.
Jules
: Vuoi mandare Wolf?
Marsellus
: Ti senti meglio, figlio di puttana?
Jules
: Sì, grande capo, certo, non dovevi dire altro!
Winston "The Wolf" Wolfe
: È un tipo isterico? A che ora è prevista? Hm-hm. Ripetimi i nomi dei presenti. Jules, nero. Hm-hm. Vincent, bianco. Jimmie, bianco. Bonnie, nera. Hm-hm. Un corpo senza testa. Ci vogliono trenta minuti. Ce ne metterò dieci.
[9 MINUTI E 37 SECONDI DOPO...]
Wolf
: Tu sei Jimmie, giusto? È casa tua?
Jimmie
: Sì, proprio così.
Wolf
: Sono il signor Wolf, risolvo problemi.
Jimmie
: Ah, bene. Ne abbiamo uno.
Wolf
: Me l'hanno detto. Posso accomodarmi?
Jimmie
: Ma sì, la prego. Entri.
Wolf
: Tu devi essere Jules, perciò tu sei Vincent. Veniamo subito al sodo, signori. Se sono stato informato correttamente, le lancette volano.
Jimmie
: Al 100%.
Wolf
: Tua moglie Bonnie torna a casa alle nove e mezza del mattino, è esatto?
Jimmie
: Hm-hm.
Wolf
: Mi è stato fatto capire che se dovesse tornare e ci trovasse qui non ne sarebbe troppo soddisfatta.
Jimmie
: Per niente.
Wolf
: Bene, questo ci dà quaranta minuti per toglierci dalle palle. Che se fate quello che vi dico e quando ve lo dico, sono sufficienti. Allora, in garage avete una macchina con un cadavere a cui manca la testa. Portatemici. Jimmie.
Jimmie
: Ah-ah?
Wolf
: Fammi un favore, ti dispiace? Ho sentito un buon odore di caffè. Me ne dai una tazza?
Jimmie
: Sì, sùbito. Ah... Come lo prende?
Wolf
: Molta panna, molto zucchero. Riguardo alla macchina, c'è qualcosa che devo sapere? Si ingolfa, fa fumo, è molto rumorosa, c'è benzina... qualsiasi cosa.
Jules
: A parte l'aspetto la macchina è a posto.
Wolf
: Sicuro? Non voglio uscire per strada e magari gli stop non funzionano.
Jules
: Ehi, amico, per quanto ne so io questa figlia di puttana è perfetta.
Wolf
: Meglio così. Torniamo in cucina.
Jimmie
: Ecco, signor Wolf.
Wolf
: Grazie, Jimmie. Hm...
Jimmie
: Eh, eh!
Wolf
: Allora, prima cosa, voi due: prendete il corpo e mettetelo nel portabagagli. Jimmie, la tua sembra una casa ben curata. Questo mi fa pensare che nel garage, o sotto il lavandino, ci sono molti prodotti: detersivi...
Jimmie
: Sì, sì, sotto il lavandino.
Wolf
: Bene. Quello che voi due dovete fare è prendere questi detersivi e pulire l'interno della macchina. Intendo dire presto, presto, presto. Dovete andare sul sedile posteriore e raccogliere tutti quei pezzettini di cervello e di cranio, e toglierli da lì. Pulite la tappezzeria. Riguardo alla tappezzeria, non è necessario che sia immacolata, non dobbiamo farci un banchetto. Dategli solo una buona strofinata. Quello di cui dovete occuparvi sono le parti ridotte veramente male, quelle pozze di sangue che si sono formate, quella schifezza, bisogna asciugarla. Ora, Jimmie, dobbiamo saccheggiare la tua biancheria. Mi servono coperte, trapunte imbottite e copriletti. Più sono pesanti e scure, meglio è. Niente roba bianca. Non possiamo usarla.
Jimmie
: Ah, no.
Wolf
: Dobbiamo camuffare l'interno della macchina. Copriremo il sedile anteriore, quello posteriore e i tappetini con trapunte e coperte. Certo, se un poliziotto ci ferma e infila il suo grugno nella macchina, lo stratagemma non funzionerà. Ma a una prima occhiata l'auto sembrerà normale. Jimmie, fai strada. Voi due al lavoro!
Vincent
: Un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Che hai detto, scusa?
Vincent
: Ho detto che un "per favore" sarebbe carino.
Wolf
: Chiariamoci, campione, non sono qui per dire "per favore". Sono qui per dirti cosa fare. E se un istinto di conservazione ancora lo possiedi, sarà meglio che tu lo faccia, e sùbito, anche. Sono qui per dare una mano. E se il mio aiuto non è apprezzato, tanti auguri, signori miei.
Jules
: No, no, no, signor Wolf, le cose non stanno così. Il suo aiuto è sicuramente apprezzato.
Vincent
: Mister Wolf, ascolti. La mia non è mancanza di rispetto, chiaro? Io la rispetto. Solo che non mi piace che la gente mi abbai gli ordini, tutto qua.
Wolf
: Sono brusco con voi solo perché il tempo è a sfavore. Penso in fretta, quindi parlo in fretta. E voi dovete agire in fretta se volete cavarvela. Perciò vi prego, per piacere, pulite quella cazzo di macchina.
Vincent
: Non cominciare a guardarmi così, va bene? Conosco quello sguardo.
Wolf
: È una Chevrolet del 1974. Verde. Niente, tranne il casino all'interno. Ah, circa venti minuti. Uno di cui non sentiremo la mancanza. Sei un brav'uomo, Joe. Grazie mille. Come andiamo, Jimmie?
Jimmie
: Piuttosto bene. È tutto qui. Ma... signor Wolf, lei deve capire una cosa...
Wolf
: Winston. Jimmie, per favore, Winston.
Jimmie
: D'accordo. Devi capire una cosa, Winston. Ah... No, grazie. Questa è la nostra biancheria migliore. Ed è... È stato... è stato un regalo di nozze di mio zio Conrad e mia zia Ginny. Loro ormai non ci sono più. Io desidero aiutarti, eccome...
Wolf
: Voglio farti una domanda, Jimmie, se non ti dispiace.
Jimmie
: No, no, no, fa' pure.
Wolf
: Lo zio Conrad e la zia Ginny erano miliardari?
Jimmie
: No, no.
Wolf
: Bene, lo zio Marsellus invece sì. E sono sicurissimo che se lo zio Conrad e la zia...
Jimmie
: Ginny.
Wolf
: ... Ginny fossero qui, vi regalerebbero volentieri un'intera camera da letto. Cosa che lo zio Marsellus sarebbe felicissimo di fare. A me piacciono i mobili di rovere. Ce li ho nella mia camera da letto. Tu che ne pensi, Jimmie? Ti piace il rovere?
Jimmie
: Il rovere è bello.
Jules
: Oh, merda... Non ti perdonerò mai per la stronzata che hai fatto. Questa roba fa schifo. Schifo.
Vincent
: Conosci quella filosofia, secondo cui quando un uomo ammette di avere sbagliato gli vengono immediatamente perdonati tutti i suoi errori? L'hai mai sentito dire?
Jules
: Sparisci dalla mia vista con queste cagate. Il figlio di puttana che l'ha detto non ha mai dovuto raccogliere pezzettini di cranio per colpa della tua stupidità!
Vincent
: C'è un limite, Jules, c'è un limite preciso alle offese che posso accettare! In questo momento sono una macchina da corsa e tu mi spingi al massimo! Ti sto soltanto dicendo che è pericolosissimo spingere al massimo una macchina da corsa, tutto qua. Potrei esplodere.
Jules
: Oh! Stai per esplodere?
Vincent
: Sì! Sto per esplodere!
Jules
: E io sono un fungo atomico sterminatore, figlio di puttana! Figlio di puttana, ogni volta che le mie dita toccano cervelli di
vento
Superfly TNT, di
vento
"I cannoni di Navarone"! Infatti!" Ma che cazzo ci sto a fare io qui dietro? Sei tu che devi pensare al cervello! Scambiamoci il posto! Io pulisco i finestrini e tu raccogli il cranio di questo stronzo!
Wolf
: Ottimo lavoro, signori. Forse possiamo cavarcela.
Jimmie
: Incredibile, non sembra la stessa macchina!
Wolf
: Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda. La prima fase è completata, pulire la macchina. Il che ci porta alla seconda fase, pulire voi due. Spogliatevi.
Vincent
: Completamente?
Wolf
: A culo nudo. Svelti, signori miei. Abbiamo circa quindici minuti prima che la dolce metà di Jimmie imbocchi il viale.
Jules
: Ah, l'aria della mattina è fredda, cazzo!
Vincent
: Sicuro che sia assolutamente necessario?
Wolf
: Sapete voi due che sembrate?
Vincent
: Cosa?
Wolf
: Due che hanno fatto appena esplodere la testa di un uomo. Togliersi quegli stracci insanguinati è assolutamente necessario. Metteteli nel sacco della spazzatura.
Jules
: Oh! Non fare la stupidaggine di lasciare questa roba davanti a casa tua per il netturbino.
Wolf
: Non preoccuparti, la portiamo con noi. Jimmie, il sapone.
Jimmie
: Ecco.
Wolf
: Benissimo, signori, siete già stati in carcere entrambi, ne sono sicuro. Attenzione, arriva!
Jules
: Porca troia, è gelata!
Wolf
: Meglio a voi che a me, signori. Non abbiate paura del sapone. Lavatevi bene.
Jimmie
: Bagnagli bene la testa.
Jules
: Sui capelli! Mandami l'acqua sui capelli! Avanti, cazzo! Eh!
Wolf
: Asciugamani. Sono asciutti, non perdiamo tempo. Dagli i vestiti. Ah, ah, ah! Perfetto! Perfetto, non avremmo potuto fare di meglio. Ragazzi, ora sembrate... Cosa ti sembrano, Jimmie?
Jimmie
: Eh... Due cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jimmie
: Sì, sembrano un paio di cazzoni!
Wolf
: Ah, ah, ah, ah!
Jules
: Ah, ah! Sono i tuoi vestiti, stronzo!
Wolf
: Forza, signori miei. Se restiamo a ridere finiamo in prigione. Non fatevi pregare. Benissimo, signori, chiariamo le regole da seguire sulla strada. Andiamo in un posto chiamato "Lo sfasciacarrozze del mostro Joe". Ora, Mostro Joe e sua figlia Raquel finiranno di risolvere il nostro problema. Il posto è a North Hollywood. Perciò, tranne qualche deviazione, andremo dritti per la Hollywood Way. Allora, io guido la macchina incriminata. Jules, tu vieni con me.
Jules
: Hm-hm.
Wolf
: Vincent, tu ci segui con la mia Acura. Ora, se dovessimo imbatterci in qualche tutore della legge, nessuno fa un cazzo di niente finché io non faccio qualcosa.
Vincent
: Capito.
Wolf
: Che cosa ho detto?
Jules
: Non fare un cazzo, a meno che...
Wolf
: A meno che?
Jules
: Non lo faccia lei per primo.
Wolf
: Sei davvero un bambino prodigio. Riguardo a te, cowboy, sei capace di non giocare a "Mezzogiorno di fuoco"?
Vincent
: Signor Wolf, senta, il colpo mi è partito non so come. Sono lucido, glielo garantisco.
Wolf
: Tanto basta. Al volante sono una scheggia, perciò stammi dietro. E se quando riprendo la mia macchina è diversa da come te l'ho data, Mostro Joe dovrà sbarazzarsi di due cadaveri. Va' via, Rex!
Jules
: Allora?
Wolf
: Mai successo niente.
Vincent
: Bene.
Wolf
: Ragazzi, vi presento Raquel. Un giorno tutto questo sarà suo.
Raquel
: Ciao. Ma come vi siete vestiti, ragazzi? Andate a una partita di volley?
Wolf
: Ah, ah, ah! Io vado con la signorina a fare colazione. Forse posso darvi un passaggio. Dove abitate?
Vincent
: A Redondo.
Jules
: Englewood.
Wolf
: Shh! Vedo... nel vostro futuro. Vedo... una corsa in taxi! Dovete uscire dai ghetti, ragazzi! Di' buonanotte, Raquel.
Raquel
: Buonanotte, Raquel.
Wolf
: Noi ci rivedremo in giro. E state lontano dai guai, pazzerelli!
Jules
: Signor Wolf. Volevo solo dirle che è stato un vero piacere vederla al lavoro.
Vincent
: Sì, è così, e grazie infinite, signor Wolf.
Wolf
: Chiamatemi Winston. Hai visto, signorina? Rispetto. Mi rispettano tutti, perché io ho carattere.
Raquel
: Anch'io ho carattere!
Wolf
: No, tu hai un caratteraccio! Non vuol dire che tu abbia carattere.
Jules
: Prendiamo un taxi.
Vincent
: Mi è venuta un po' di fame. Ti va di fare colazione con me?
Jules
: Ci sto.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
[LA SITUAZIONE DI BONNIE]
Jules
: Sì, tu l'hai fatto! Brett, hai cercato di fotterlo!
Brett
: No!
Jules
: Ma a Marsellus Wallace non piace farsi fottere da anima viva tranne che dalla signora Wallace.
Quarto Uomo
: Oddio, ti prego, non voglio morire.
Jules
: Leggi la Bibbia, Brett?
Brett
: S... s... sì.
Jules
: E allora ascolta questo passo che conosco a memoria, è perfetto per l'occasione. Ezechiele, 25:17. "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti, e la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli, e tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te".
Marvin
: È la fine! È la fine! È la fine! È la fine!
Vincent
: Quello è amico tuo? Hm?
Marvin
: Sono nella merda! Cazzo, sono nella merda!
Jules
: Ah, Vincent, Marvin. Marvin, Vincent.
Vincent
: Digli di stare un po' zitto. Mi dà ai nervi.
Marvin
: Sono fottuto! Sono fottuto! Sono fottuto, cazzo!
Jules
: Marvin!
Marvin
: Sono fottuto! Sono fottuto!
Jules
: Marvin! Marvin! La pianterei con queste stronzate al posto tuo.
Quarto Uomo
: Crepate, figli di puttana! Dovete crepareee!
Vincent
: Ehi, perché cazzo non ce l'hai detto che c'era qualcuno nel bagno? Passato di mente? Ti eri dimenticato che lì dentro c'era uno con uno schifosissimo cannone in mano?
Jules
: Hai visto quant'era grossa la pistola con cui ci ha sparato? Era più grande di lui, merda. Porca puttana, dovremmo essere morti.
Vincent
: Lo so, siamo stati fortunati.
Jules
: No, no, no, no, no, non è stata fortuna.
Vincent
: Sì, può darsi.
Jules
: È stato l'inter
vento
divino. Lo sai cos'è l'inter
vento
divino?
Vincent
: Credo di sì. Significa che Dio è venuto giù dal cielo e ha deviato i proiettili?
Jules
: Proprio così, Vincent, è esattamente quello che significa. Dio è venuto giù dal cielo e ha deviato questi maledetti proiettili!
Vincent
: Secondo me è il momento di andarcene, Jules.
Jules
: Non prenderla come una stronzata da poco, cazzo! Quello che è successo qui è un miracolo!
Vincent
: Le coincidenze ci sono sempre.
Jules
: Hai torto. Hai torto. Questa non è stata una coincidenza.
Vincent
: Vuoi continuare questa discussione teologica in macchina oppure in galera con gli sbirri?
Jules
: A quest'ora dovremmo essere morti, amico mio! Quello che è successo qui è stato un miracolo, e cazzo, voglio che tu riconosca che è così!
Vincent
: E va bene, è stato un miracolo. Ora possiamo andare?
Jules
: Forza, negro, muoviti! Cazzo.
Vincent
: Hai mai visto quel programma sugli sbirri? Una volta lo stavo guardando e c'era uno sbirro che raccontava di una sparatoria in un corridoio con un tizio, va bene, gli ha svuotato addosso il caricatore, e non è successo niente, non l'ha colpito. Capisci, erano solo lui e quell'altro. Insomma, ecco, è pazzesco, ma... ma può capitare.
Jules
: Senti, se vuoi giocare a fare il cieco, segui pure il tuo pastore, ma per quanto mi riguarda gli occhi mi si sono aperti.
Vincent
: Che cazzo significa?
Jules
: Ho chiuso, questo significa. D'ora in poi puoi considerarmi un uomo in pensione.
Vincent
: Oh, Cristo Santo...
Jules
: Non bestemmiare!
Vincent
: Perdio...
Jules
: Ti ho detto di non bestemmiare!
Vincent
: Ehi, mi spieghi perché stai andando fuori di testa?
Jules
: Senti, lo dirò a Marsellus oggi stesso. Basta, ho chiuso.
Vincent
: Già che ci sei, perché non gli dici anche come mai?
Jules
: Tranquillo, glielo dirò.
Vincent
: Diecimila dollari che si piscia addosso dalle risate.
Jules
: Non me ne frega un cazzo se lo fa.
Vincent
: Marvin, tu che ne pensi di tutto questo?
Marvin
: Amico, non mi sono fatto un'opinione.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Vincent
: Cazzo, non mi morire, Mia! Sono un coglione, lo so. E dai!
Uomo
: Poche storie, signor Forrester, mi dia l'astuccio con gli anelli!
Forrester
: Sì, vado a prenderli sùbito.
Donna
: E faccia presto! Oh, la prego, la prego, si sbrighi!
J.M. Benton
: Dunque, sì, vediamo, dunque, qui ci dovrebbero essere scritti i nomi. Ah... tenetevi per mano, piccioncini.
Donna
: No...
Vincent
: Vaffanculo, Lance, vai al telefono!
Donna
: Ah, ah, ah, ma guarda!
J.M. Benton
: Tenetevi per mano.
Uomo
: Sì, ecco.
Donna
: E ora che cos'ha da dire?
J.M. Benton
: Ah... allora... mi arrendo, vi sposo.
Donna
: Oh...
Uomo
: Oh, signor Devon, la prego, per favore.
Jody
: Lance, il telefono sta suonando, accidenti!
Donna
: ... ma lo sai che hai una bella faccia tosta?
Lance
: Lo sento.
Donna
: Ora ti insegno un paio di cose.
Jody
: Ma non avevi detto a quei rotti in culo di non chiamare mai a quest'ora?
Lance
: Sì, gliel'avevo detto. Ed è esattamente quello che dirò a questo rotto in culo qui, adesso.
Donna
: Ho trovato gli anelli!
Lance
: Pronto?
Vincent
: Lance, Vincent. Sono nella merda fino al collo, amico, sto venendo a casa tua.
Lance
: Ehi... Ehi... Frena, bello mio! Qual è... qual è il problema?
Vincent
: C'è una tizia che è finita in overdose, capito?
Lance
: Beh, non portarla qui. Guarda che non sto scherzando, cazzo. Non pensare di portare una ragazzina sballata a casa mia!
Vincent
: Non ho scelta.
Lance
: È in overdose?
Vincent
: Cazzo, tra poco ci lascia la pelle!
Lance
: Bene, allora non ti resta che ingoiare la merda, portarla all'ospedale e chiamare un avvocato.
Vincent
: Negativo!
Lance
: Cazzo, questo... questo non è un problema mio. Tu l'hai fatta sballare e ora lo risolvi tu questo casino. Ma, scusa, mi stai parlando da un telefono cellulare? Io non ti conosco, chi parla? Non venire qui. Riattacco il telefono. È uno scherzo. È uno scherzo.
Donna
: Ma dove sono gli anelli?
Jody
: Ma che diavolo succede?
Lance
: Ma ti sei bevuto il cervello, cazzo? Prima ti metti a parlare di droga da un cellulare e ora ti vai a schiantare contro casa mia?
Vincent
: Forza, Lance, aiutami. Prendila per i piedi. Per i piedi!
Lance
: Ehi! Ehi! Sei sordo?
Vincent
: Prendila per i piedi!
Lance
: Tu non ce la porti questa troia sbomballata a casa mia.
Vincent
: Lance, questa troia sbomballata è la moglie di Marsellus Wallace, e sai chi è Marsellus Wallace?
Lance
: Sì.
Vincent
: Se questa mi crepa, io di
vento
concime per le piante. Ora senti, a questo punto io dovrò per forza raccontargli che tu non mi hai dato una mano, e che l'hai fatta morire sul tuo prato. Hai capito? Dammi una mano adesso.
Lance
: Cazzo!
Jody
: Lance! Ma tu guarda, le due di notte! Ma che cazzo sta succedendo qui? E chi è?
Lance
: Vai in frigo e prendi la siringa con la dose di adrenalina.
Jody
: Che cazzo le è successo?
Lance
: È in overdose.
Jody
: Sbattila sùbito fuori!
Vincent
: Prendi quella cazzo di siringa!
Jody
: Vaffanculo! E vaffanculo anche tu!
Vincent
: Quanto rompe questa figlia di puttana!
Lance
: Continua a parlarle, capito? Lei prende la siringa, io prendo il libretto di medicina.
Vincent
: A che cazzo ti serve un libro di medicina?
Lance
: Mai fatta un'iniezione di adrenalina, devo leggere come si fa.
Vincent
: No, non ho mai fatto un'iniezione di adrenalina
Lance
: Non mi è mai capitato, va bene? Io non vado in giro a strafarmi con i mocciosi! I miei amici sanno gestire i loro panni!
Vincent
: Prendi la siringa!
Lance
: Certo, se mi lasci andare!
Vincent
: Non te lo sto mica impedendo!
Lance
: E allora smettila di parlare con me, parla con lei!
Vincent
: E prendi la siringa! Sbrigati, Lance! Se ne sta andando!
Lance
: Sto cercando più in fretta che posso!
Jody
: Che sta cercando?
Vincent
: E che ne so? Un libro.
Jody
: Che stai cercando?
Lance
: Il mio libretto nero di medicina.
Jody
: Che stai cercando?
Lance
: Il cazzo del mio libretto nero di medicina. È una specie di... di manuale che danno agli infermieri.
Jody
: Mai visto nessun libro di medicina.
Lance
: E... fidati, ce l'ho.
Jody
: Se è così importante, perché non lo tieni insieme alla siringa?
Lance
: Non lo so! Piantala di rompermi le palle!
Jody
: Senti, mentre lo cerchi, quella crepa sul nostro tappeto. Non troverai mai niente in questo casino.
Lance
: Tesoro, ti ammazzo se non chiudi sùbito quella bocca!
Jody
: Sono mesi che ti dico di pulire la stanza, ma tu sei troppo occupato a farti!
Vincent
: Lance, fottitene di quella stronza! Corri qui!
Jody
: Bastardo.
Lance
: Levati di mezzo!
Jody
: Maiale!
Vincent
: Smettila di cazzeggiare e falle l'iniezione, su.
Lance
: Va bene. Senti, mentre io preparo qua, apri la camicia e cercale il cuore.
Vincent
: Dev'essere il punto esatto?
Lance
: Certo che dev'essere esatto. Se questa è un'iniezione del cuore non puoi tirare a indovinare.
Vincent
: Ma dove cazzo sta il cuore? Beh, secondo me è qui.
Jody
: È lì, è lì.
Vincent
: Davvero? Bene. Ora quello che mi serve è un pennarello bello grosso. Ce l'hai?
Jody
: Che cosa?
Vincent
: Un pennarello, una penna con la punta molto grossa! Uno schifosissimo pennarello!
Lance
: Ci siamo. Ecco.
Vincent
: Presto! Presto!
Lance
: Cazzo!
Vincent
: Hm!
Lance
: Ecco. Ecco, adesso è pronta. Ecco.
Vincent
: Lance, presto.
Lance
: Va bene.
Vincent
: Fai presto.
Lance
: Tieni, ti dico cosa fare.
Vincent
: No, no, no, no, mai nella vita. T... t... tu gliela devi fare.
Lance
: No, tu gliela devi fare.
Vincent
: Io non gliela faccio.
Lance
: No, io non gliela faccio.
Vincent
: Io non ho mai fatto un'iniezione.
Lance
: Neanch'io ne ho mai fatte, va bene? Non comincerò certo adesso. Senti, tu l'hai portata qui, perciò gliela fai tu l'iniezione. Quando porterò da te una in overdose le farò l'iniezione. Falle l'iniezione.
Vincent
: Gliela faccio io.
Jody
: Ecco.
Vincent
: Finalmente! Sono pronto. Dimmi che cosa devo fare.
Lance
: Bene. Stai per farle un'iniezione di adrenalina dritta nel cuore. Qua c'è lo sterno. Allora devi trapassarlo, perciò non devi fare altro che abbassare l'ago, come... come se volessi pugnalarla.
Vincent
: De... devo pugnalarla tre volte?
Lance
: No, non devi pugnalarla tre volte, una volta sola, ma con forza, in modo da trapassarle lo sterno, e beccarle il cuore, capito?
Vincent
: Sì.
Lance
: E poi, quando hai fatto, devi... devi premere sullo stantuffo.
Vincent
: D'accordo. E poi che succede?
Lance
: Anch'io sono curioso di saperlo.
Vincent
: Questo non è uno scherzo, cazzo! L'ammazzerò? Insomma, che succede?
Lance
: No, dovrebbe riprendersi sùbito, così...
Vincent
: Va bene, forza, conta fino a tre.
Lance
: Va bene.
Vincent
: Pronto?
Lance
: Uno. Due. Tre!
Mia
: Aaaahh!
Lance
: Se stai bene prova a dire qualcosa.
Mia
: Qualcosa.
Jody
: È stato meglio di una strippata! Ah, ah, ah!
Lance
: Mamma mia!
Vincent
: Mia. Mia. Com... Come pensi di... risolvere questa storia?
Mia
: E tu, Vincent?
Vincent
: Beh, io sono del parere, anche se Marsellus vivesse cent'anni non c'è bisogno che sappia di questo incidente.
Mia
: Se Marsellus venisse a sapesse di questo incidente, sarei nei guai esattamente quanto te.
Vincent
: Se permetti ne dubito!
Mia
: So tenere un segreto se lo fai anche tu.
Vincent
: Qua la mano! Muti come una tomba. Deciso? Ora, se vuoi scusarmi, vado a casa a farmi venire un infarto.
Mia
: Vincent. Vuoi sentire la mia barzelletta di "Volpe Forza Cinque"?
Vincent
: Volentieri. Solo che, vedi, sono ancora troppo terrorizzato per ridere.
Mia
: No, non riderai, perché non è divertente. Ma, se ancora la vuoi ascoltare, te la racconto.
Vincent
: Non vedo l'ora!
Mia
: Okay. Tre pomodori camminano per la strada, Papà Pomodoro, Mamma Pomodoro e il Pomodorino. Il Pomodorino cammina con aria svagata e Papà Pomodoro allora si arrabbia e... Va da lui, lo schiaccia e dice: "Fai il concentrato!"
Vincent
: Ah. Ah.
Mia
: Il concentrato.
Vincent
: Ah.
Mia
: Bene, ci vediamo.
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Mia Wallace
: Ciao, Vincent. Mi sto vestendo. La porta è aperta. Entra e preparati da bere. Mia.
Vincent
: C'è nessuno?
Mia
: Vincent. Vincent, sono all'interfono.
Vincent
: Dov... dov'è l'interfono?
Mia
: Sulla parete, vicino alle due statuette africane. Alla tua destra. Fuochino... fuochino. Trovato.
Vincent
: Ciao.
Mia
: Spingi il pulsante se vuoi parlare.
Vincent
: Ciao.
Mia
: Preparati qualche cosa da bere, io verrò giù tra due secondi, accomodati. Il bar è vicino al caminetto.
Vincent
: Va bene.
Mia
: Andiamo.
Vincent
: Ma che cazzo è questo posto?
Mia
: Questo è il Jackrabbit Slim's. A un Elvis-maniaco dovrebbe piacere.
Vincent
: Ah, dai, Mia, andiamo a farci una bistecca.
Mia
: La bistecca la puoi trovare qui, paparino. Non fare il... Hm?
Vincent
: Dopo di te, gattina.
I Motociclista
: Ehi! Ma come guidi? Vaffanculo!
II Motociclista
: Sei tu che cammini senza guardare!
Maitre
: Buonasera, signore e signori. In che cosa posso esservi utile?
Mia
: C'è una prenotazione a nome Wallace.
Maitre
: Wallace?
Mia
: Abbiamo prenotato una macchina.
Maitre
: Ah, una macchina. Bene. Accompagna i signori alla Chrysler.
Ricky Nelson
: ... throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Well, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / Yeah! / All right / I've been a-waitin' in school all day long / a-waitin' on the bell to ring so I could go home / Throw my books on the table, pick up the telephone...
Marylin Monroe
: Salve.
Ricky Nelson
: ... Hello, baby, let's get somethin' goin' / Headin' down to the drugstore to get a soda pop / Throw a nickel in the jukebox, then we start to rock / My school gal baby, gonna tell ya some news / You sure look good in them baby-doll shoes / Listen, it's a-one, two, a-pull off my shoes / Three, four, get out on the floor / Five, six, come get your kicks / Down on the corner of Lincoln and a-forty-six / ... Down on the corner of Lincoln and a-forty-six
Presentatore
: Un bell'applauso per Ricky Nelson! Davvero fantastico, Ricky!
Ricky Nelson
: Grazie infinite.
Mia
: Vincent!
Presentatore
: Voglio solo annunciarvi che Ricky sarà di nuovo con noi nella seconda parte dello spettacolo. Ci auguriamo che gustiate la vostra cena qui al Jackrabbit Slim's. Grazie.
Inserviente
: Chiedete tutti le Philip Morris!
Mia
: Cosa te ne pare?
Vincent
: Se non li sentissi parlare, sembrerebbe il museo delle cere!
Buddy
: Salve, sono Buddy. Che vi porto?
Vincent
: Ah... Vediamo, bistecca, bistecca, bistecca, bist... Oh, sì, bistecca Douglas Sirk, ecco. Prendo questa.
Buddy
: E come la vuoi? Ben cotta, media o grondante sangue?
Vincent
: Grondante sangue. Oh, sì, anche questa: coca alla vaniglia.
Buddy
: E tu, Peggy Sue?
Mia
: Io voglio un... Durwood Kirby hamburger. Lo prendo al sangue. E un frappè da cinque dollari.
Buddy
: E come lo vuoi? "Martin e Lewis" o "Amos e Andy"?
Mia
: "Martin e Lewis".
Vincent
: Hai ordinato un frappè da cinque dollari?
Mia
: Hm-hm.
Vincent
: Il frappè è latte e gelato insieme?
Mia
: A quanto ne so...
Vincent
: E sta a cinque dollari? Non ci metti bourbon o qualcos'altro?
Buddy
: No.
Vincent
: Controllavo.
Buddy
: Torno subito con le bevande.
Mia
: Potresti arrotolarmi una di quelle, cowboy?
Vincent
: Ti posso dare questa qui, cowgirl.
Mia
: Grazie.
Vincent
: Sciocchezze, non c'è di che.
Mia
: Sai, Marsellus ha detto che sei appena tornato da Amsterdam.
Vincent
: Verissimo.
Mia
: Quanto ci sei stato?
Vincent
: Poco più di tre anni.
Mia
: Io ci vado una volta l'anno, mi rilasso per un mese.
Vincent
: Veramente? Non lo sapevo.
Mia
: E perché dovevi?
Vincent
: Ho sentito che hai girato un pilota.
Mia
: Sono stati i miei quindici minuti di gloria.
Vincent
: E che cos'era?
Mia
: Era un programma su una squadra di donne agenti segreti chiamato "Volpi Forza Cinque".
Vincent
: Come?
Mia
: "Volpi Forza Cinque". "Volpi", perché eravamo in gamba, astute e carine. "Forza", perché eravamo una forza con cui fare i conti. E "Cinque", perché eravamo una-due-tre-quattro-cinque di numero. C'era una bionda, Sommerset O'Neal, lei era il capo. La volpina giapponese era una maestra di arti marziali. Alla ragazza nera toccavano le demolizioni, era un'esperta. La volpina francese aveva una specialità, il sesso.
Vincent
: Qual era la tua specialità?
Mia
: Lame affilate. Il mio personaggio, Raven McCoy, aveva una storia: era... era venuta su cresciuta da artisti del circo. Secondo il copione, era la donna più pericolosa del mondo con un coltello. E... e conosceva un'infinità di vecchie barzellette che il suo caro nonnetto, un attore del Vaudeville, le aveva insegnato. E nell'eventualità che ci avessero confermato, avrebbero trovato il modo per cui in ogni episodio io avrei raccontato un'altra barzelletta.
Vincent
: Chissà quante barzellette conosci.
Mia
: Beh, ho potuto raccontarne solo una. Abbiamo girato solo un episodio.
Vincent
: Sentiamo.
Mia
: È una cavolata.
Vincent
: Ma non fare così, sentiamo.
Mia
: No, non ti piacerebbe. Mi sentirei in imbarazzo.
Vincent
: In imbarazzo? L'hai raccontata a cinquanta milioni di persone e non puoi raccontarla a me? Prometto di non ridere.
Mia
: È proprio di questo che ho paura, Vince.
Vincent
: Ah, non è quello che intendevo dire, lo sai.
Mia
: Adesso di sicuro non te la racconto, perché ci abbiamo ricamato troppo sopra.
Vincent
: Che fregatura!
Buddy
: "Martin e Lewis". Coca alla vaniglia.
Mia
: Hm. È buono.
Vincent
: Me ne faresti provare un sorso?
Mia
: Fai pure, assaggia.
Vincent
: Voglio sapere di che sa un frappè da cinque dollari.
Mia
: Puoi usare la mia cannuccia, non ho i bacilli.
Vincent
: Sì, ma magari ce lo ho io.
Mia
: So badare ai bacilli.
Vincent
: E va bene. Accidenti, è davvero buono questo frullato.
Mia
: Te l'avevo detto.
Vincent
: Non so se vale cinque dollari, ma cazzo è veramente buono.
Mia
: Non odi tutto questo?
Vincent
: Odio cosa?
Mia
: I silenzi che mettono a disagio. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio?
Vincent
: Non lo so, è un'ottima domanda.
Mia
: È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.
Vincent
: Beh, non credo che siamo già arrivati a questo, ma non te la prendere, ci conosciamo appena.
Mia
: Facciamo una cosa: io adesso vado in bagno a incipriarmi il naso, tu resti seduto e pensi a qualcosa da dire.
Vincent
: Sarà fatto!
Mia
: Bene.
Marylin
: Quando metto questo vestito si alza il ventaccio!
Av
vento
re
: Mettilo più spesso!
Mia
: Ho detto "cazzo, che botta"! Che botta, cazzo. Cazzo, che botta! Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua cena è lì che ti aspetta?
Vincent
: Siamo fortunati se ci hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.
Mia
: Quale? Ce ne sono due di Monroe.
Vincent
: Ma che dici? Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren.
Mamie Van Doren
: Desidera ancora qualcosa?
Vincent
: Però non vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.
Mia
: Sei molto in gamba.
Vincent
: Sì, sono momenti.
Mia
: Hai pensato a qualcosa da dire?
Vincent
: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una persona molto simpatica e io non voglio offenderti.
Mia
: Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.
Vincent
: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di non offenderti.
Mia
: No. No, no, no. Non si può promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi; tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione spontanea potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia non avrei mantenuto la promessa.
Vincent
: Ti prego, lascia perdere.
Mia
: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.
Vincent
: Ne sei convinta?
Mia
: E poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?
Vincent
: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne pensi di quello che è capitato ad Antwan?
Mia
: Chi è Antwan?
Vincent
: Tony Rocky Horror. Lo conosci.
Mia
: È caduto da una finestra.
Vincent
: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì. Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori. Un altro ancora sarebbe che è stato buttato fuori da Marsellus, e ancora un altro modo dire che è stato buttato fuori da una finestra da Marsellus per causa tua.
Mia
: Ne sei convinto?
Vincent
: No, non ne sono convinto, è solo quello che ho sentito, quello che ho sentito.
Mia
: Chi te l'ha detto?
Vincent
: Loro.
Mia
: Loro parlano tanto, non credi?
Vincent
: Parlano, parlano. Parlano eccome!
Mia
: Non fare il timido, Vincent, che altro hanno detto?
Vincent
: Beh, io non sono timido. Ehm...
Mia
: Per caso c'entra con la parola scopare?
Vincent
: No. No, no, no, no, no. Hanno solo detto che Antwan ti ha fatto un massaggio ai piedi.
Mia
: E allora?
Vincent
: E allora? Allora niente, tutto qui.
Mia
: Ti hanno detto che Marsellus ha buttato Tony Rocky Horror fuori da una finestra perché mi ha fatto un massaggio ai piedi?
Vincent
: Hm-hm.
Mia
: E pensi che sia vero?
Vincent
: Beh, insomma, quando me l'hanno detto mi è sembrato ragionevole.
Mia
: Marsellus che gettava Tony fuori da una finestra dal quarto piano perché mi ha fatto un massaggio ai piedi ti è sembrato ragionevole?
Vincent
: No, mi è sembrato eccessivo, ma non vuol dire che non sia successo. A quanto dicono, Marsellus è molto... protettivo nei tuoi confronti.
Mia
: Un marito che è protettivo nei confronti di sua moglie è una cosa, un marito che quasi uccide un altro uomo perché ha toccato i piedi di sua moglie è un'altra.
Vincent
: Ma è successo? Dimmi.
Mia
: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.
Vincent
: Davvero?
Mia
: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony. Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.
Presentatore
: Signore e signori, è arrivato il momento che tutti aspettavate, la gara più famosa del Jackrabbit Slim's: il twist, signore e signori. Ed è così che una coppia fortunata vincerà questo splendido trofeo che la nostra Marilyn ha in mano. Allora, chi saranno i nostri primi concorrenti?
Mia
: Eccoci qui. Ho voglia di ballare.
Vincent
: Oh, No, no, no, no, no!
Mia
: No, no, no, no, no... Se non sbaglio, Marsellus, mio marito, il tuo capo, ti ha detto di portarmi a spasso e di fare tutto quello che voglio. E io voglio ballare, voglio vincere, e voglio quel trofeo.
Vincent
: D'accordo.
Mia
: Perciò balla bene.
Vincent
: Perfetto. L'hai voluto tu.
Presentatore
: Un bell'applauso per i nostri primi concorrenti. E conosciamo i nostri primi due concorrenti di questa sera. Signorina, lei come si chiama?
Mia
: Signora Mia Wallace.
Presentatore
: E come si chiama il suo compagno?
Mia
: Vincent Vega.
Presentatore
: Bene, vediamo che cosa sapete fare. Via con la musica!
Dal film:
Pulp Fiction
Scheda film e trama
Frasi del film
Charlie Firpo
: Primo, se io sto dormendo e mi svegliano all'improvviso, mi viene da piangere. Secondo quando mi viene da piangere io mi arrabbio. Terzo, quando m'arrabbio, mi alzo, scendo, e di
vento
intrattabile.
Scagnozzo
: Ma allora scusa, non piangere!
Dal film:
Pari e dispari
Scheda film e trama
Frasi del film
Nessuno qui accetta di essere solo un granello di sabbia, un seme nel
vento
che frutterà. O non frutterà.
Cesarina Vighy
Cesarina Vighy
Cit. da
L'ultima estate
Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa,
hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,
che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz,
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra,
che venivano espulsi dalle accademie come pazzi & per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio,
che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro,
che erano arrestati nelle loro barbe pubiche ritornando da Laredo con una cintura di marijuana per New York,
che mangiavano fuoco in alberghi vernice o bevevano trementina nella Paradise Alley, morte, o notte dopo notte si purgatoratizzavano il torso
con sogni, droghe, incubi di risveglio, alcool e uccello e sbronze a non finire,
incomparabili strade cieche di nebbia tremante e folgore mentale in balzi verso i poli di Canada & Paterson, illuminando tutto il mondo immobile del Tempo in mezzo,
solidità Peyota di corridoi, albe cimiteri alberi verdi retro cortili, sbronze di vino sopra i tetti, rioni di botteghe in gioiose corse drogate neon balenio di semafori, vibrazioni di sole e luna e alberi nei rombanti crepuscoli invernali di Brooklyn, fracasso di pattumiere e dolce regale luce della mente,
che si incatenavano ai subways in corse interminabili dal Battery al santo Bronx pieni di simpamina finché lo strepito di ruote e bambini li faceva scendere tremanti a bocca pesta e scassati stremati nella mente svuotata di fantasia nella luce desolata dello Zoo,
che affondavano tutta la notte nella luce sottomarina di Bickford fluttuavano fuori e passavano un pomeriggio di birra svanita nel desolato Fugazzi ascoltando lo spacco del destino al jukebox all'idrogeno,
che parlavano settanta ore di seguito dal parco alla stanza al bar a Bellevue9 al museo al ponte di Brooklyn,
schiera perduta di conversatori platonici precipiti dai gradini d'ingresso dalle scale di sicurezza dai
davanzali dall'Empire State giù dalla luna, farfugliando strillando vomitando sussurrando fatti
e ricordi e aneddoti e sensazioni ottiche e shocks di ospedali e carceri e guerre, interi intelletti rigurgitati in un richiamo totale per
sette giorni e notti con occhi brillanti, carne
da Sinagoga sbattuta per terra, che svanivano nel nulla Zen New Jersey lasciando
una scia di ambigue cartoline del Municipio di Atlantic City, straziati da sudori Orientali e scricchiolii d'ossa
Tangerini e emicranie Cinesi nel rientro dalla streppa in una squallida stanza mobiliata di
Newark23, che giravano e giravano a mezzanotte tra i binari
morti chiedendosi dove andare, e andavano, senza lasciare cuori spezzati, che accendevano sigarette in carri merci carri merci
carri merci strepitanti nella neve verso fattorie
solitarie nella notte dei nonni, che studiavano Piotino Poe San Giovanni della Croce
telepatia e cabala del bop perché il cosmo vibrava istintivamente ai loro piedi nel Kansas, che stavano soli per le strade dello Idaho in cerca di
visionari angeli indiani che erano visionari angeli
indiani, che credevano di essere soltanto matti quando Baltimore luccicava in un'estasi soprannaturale, che sobbalzavano in limousine col Cinese dell'Oklahoma sotto l'impulso di inverno mezzanotte luce stradale provincia pioggia,
che indugiavano affamati e soli a Houston in cerca di jazz o sesso o minestra, e seguivano il brillante Spagnolo per chiacchierare sull'America e l'Eternità, causa persa, e cosi si imbarcavano per l'Africa,
che scomparivano nei vulcani del Messico non lasciando che l'ombra dei jeans e la lava e ceneri di poesia sparse nella Chicago caminetto,
che riapparivano sulla West Coast indagando sul f.b.i. barbuti e in calzoncini con grandi occhi pacifisti sexy nella pelle scura distribuendo volantini incomprensibili,
che si bucavano le braccia con sigarette protestando contro la nebbia di tabacco narcotico del Capitalismo,
che diffondevano manifesti Supercomunisti in Union Square piangendo e spogliandosi mentre le sirene di Los Alamos li zittivano col loro grido, e gridavano giù per Wall e anche il ferry di Staten Island gridava,
che crollavano piangendo in palestre bianche nudi e tremanti davanti al macchinario di altri scheletri,
che mordevano i poliziotti nel collo e strillavano di felicità nelle camionette per non aver commesso altro delitto che la loro intossicazione e pederastia pazza tra amici,
che urlavano in ginocchio nel subway e venivano trascinati dal tetto s
vento
lando genitali e manoscritti,
che si lasciavano inculare da motociclisti beati, e strillavano di gioia,
che si scambiavano pompini con quei serafini umani, i marinai, carezze di amore Atlantico e Caribbeo,
che scopavano la mattina la sera in giardini di rose e sull'erba di parchi pubblici e cimiteri spargendo il loro seme liberamente su chiunque venisse,
che gli veniva un singhiozzo interminabile cercando di ridacchiare ma finivano con un singhiozzo dietro un tramezzo dei Bagni Turchi quando l'angelo biondo & nudo veniva a trafiggerli con una spada,
che perdevano i loro ragazzi d'amore per le tre vecchie streghe del fato la strega guercia del dollaro eterosessuale la strega guercia che strizza l'occhio dal grembo e la strega guercia che sta li piantata sul culo a spezzare i fili d'oro intellettuali del telaio artigianale,
che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano dal letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l'ultima sbora della coscienza,
che addolcivano le fiche di milioni di ragazze tremanti al tramonto, e avevano gli occhi rossi la mattina ma pronti ad addolcire la fica dell'alba, natiche lampeggianti sotto i granai e nude nel lago,
che andavano a puttane nel Colorado in miriadi di macchine notturne rubate, N.C., eroe segreto di queste poesie, mandrillo e Adone di Denver gioia alla memoria delle sue innumerevoli scopate di ragazze in terreni abbandonati & retrocortili di ristoranti per camionisti, in poltrone traili
ballanti di vecchi cinema, su cime di montagna in caverne o con cameriere secche in strade familiari sottane solitarie alzate & solipsismi particolarmente segreti nei cessi dei distributori di benzina, & magari nei vicoli intorno a casa,
che dissolvevano in grandi cinema luridi, si spostavano in sogno, si svegliavano su una Manhattan improvvisa, e si tiravano su da incubi di cantine ubriachi di Tokay spietato e da orrori di sogni di ferro della Terza Strada & inciampavano verso l'Ufficio Assistenza,
che camminavano tutta la notte con le scarpe piene di sangue su moli coperti di neve aspettando che una porta sullo East River si aprisse su una stanza piena di vapore caldo e di oppio,
che creavano grandi drammi suicidi in appartamenti a picco sullo Hudson sotto azzurri fasci antiaerei di luce lunare & le loro teste saranno incoronate di alloro nell'oblio,
che mangiavano stufato d'agnello dell'immaginazione o ingoiavano rospi nel fondo fangoso dei fiumi di Bowery,
che piangevano sulle strade romantiche coi carretti pieni di cipolle e musica scassata,
che sedevano in casse respirando al buio sotto il ponte, e si alzavano per fare clavicembali nelle loro soffitte,
che tossivano al sesto piano di Harlem incoronati di fiamme sotto il cielo tubercolare circondati da teologia in cassette da frutta,
che scarabocchiavano tutta la notte in un rock and roll su incantesimi da soffitta destinati a diventare nella mattina giallastra strofe di assurdo,
che cuocevano animali marci polmoni cuori code zampe borsht & tortillas sognando il puro reame vegetale,
che si buttavano sotto furgoni di carne in cerca di un uovo, .
che buttavano orologi dal tetto per gettare il loro voto all'Eternità fuori del Tempo, & per un decennio dopo le sveglie cadevano ogni giorno sul loro capo,
che si tagliavano i polsi tre volte di seguito senza seguito, rinunciavano ed erano costretti ad aprire negozi di antiquariato dove credevano di invecchiare e piangevano,
che venivano arsi vivi nei loro innocenti vestiti di flanella sulla Madison Avenue tra esplosioni di versi di piombo e il frastuono artificiale dei ferrei reggimenti della moda & gli strilli alla nitroglicerina dei finocchi della pubblicità & l'iprite di sinistri redattori intelligenti, o venivano investiti dai taxi ubriachi della Realtà Assoluta,
che si buttavano dal ponte di Brookiyn questo è successo davvero e se ne andavano sconosciuti e dimenticati tra la foschia spettrale di Chinatown minestra vicoli & autopompe, neanche una birra gratis,
che cantavano disperati dalle finestre, cadevano dal finestrino del subway, si buttavano nello sporco Passaic, saltavano su negri, piangevano lungo tutta la strada, ballavano scalzi su bicchieri rotti spaccavano nostalgici dischi Europei di jazz tedesco del 30 finivano il whisky e vomitavano rantolando nel cesso insanguinato, nelle loro orecchie gemiti e l'esplosione di colossali sirene,
che rotolavano giù per le autostrade del passato andando l'un l'altro verso l'hotrod-Golgotha di veglia solitudine-prigione o l'incarnazione del jazz di Birmingham,
che guidavano est ‐ ovest settantadue ore per sapere se io avevo una visione o tu avevi una visione o lui aveva una visione per scoprire l'Eternità,
che andavano a Denver, che morivano a Denver, che ritornavano a Denver & aspettavano invano, che vegliavano a Denver & meditavano senza compagni a Denver e infine se ne andavano per scoprire il Tempo, & ora Denver ha nostalgia dei suoi eroi,
che cadevano in ginocchio in cattedrali senza speranze pregando per l'un l'altro salvezza e luce e seni, finché l'anima si illuminava i capelli per un attimo,
che si sfondavano il cervello in prigione aspettando criminali impossibili dalla testa bionda e il fascino della realtà nei loro cuori che cantavano dolci blues a Alcatraz,
che si ritiravano in Messico per conservarsi alla droga, o a Rocky Mount per il tenero Buddha o a Tangeri a ragazzini o alla Southern Pacific per la locomotiva nera o a Harvard o a Narciso o a Woodlawn alle orge o la fossa,
che chiedevano prove di infermità mentale accusando la radio di ipnotismo & venivano lasciati con la loro pazzia & le loro mani &. una giuria incerta,
che al ccny buttavano patate in insalata ai conferenzieri sul Dadaismo e poi si presentavano sui gradini di pietra del manicomio con teste rapate e discorsi arlecchineschi di suicidio, chiedendo un'immediata lobotomia,
e invece venivano sottoposti al vuoto concreto o insulina metrasol elettricità idroterapia psicoterapia terapia educativa ping pong e amnesia,
che in malinconica protesta rovesciavano un unico simbolico tavolo da ping pong, riposando un poco in catatonia,
ritornando anni dopo proprio calvi eccetto una parrucca di sangue, e lacrime e dita, al visibile destino da pazzo delle corsie delle città-manico-mio dell'Est,
fetidi corridoi di Pilgrim State Rockland e Greystone, litigando con gli echi dell'anima, rockrollando nella mezzanotte solitudine-panca dolmen-rea-mi dell'amore, sogno della vita un incubo, corpi ridotti pietra pesanti come la luna,
con mamma finalmente ..., e l'ultimo libro fantastico scaraventato dalla finestra, e l'ultima porta chiusa alle 4 del mattino e l'ultimo telefono sbattuto in risposta contro il muro e l'ultima stanza ammobiliata svuotata fino all'ultimo pezzo di mobilia mentale, una rosa di carta gialla attorcigliata su una gruccia di fil di ferro nell'armadio, e perfino essa immaginaria, nient'altro che un pezzetto di speranza nell'allucinazione ‐
ah, Carl, mentre tu non sei al sicuro io non sono al sicuro, e ora sei davvero nel totale brodo animale del tempo ‐ e che dunque correvano per le strade gelate ossessionati da un lampo improvviso dell'alchimia dell'uso dell'ellisse il catalogo il metro & i piani vibranti,
che sognavano e facevano abissi incarnati nel Tempo & lo Spazio mediante immagini contrapposte, e
intrappolavano l'arcangelo dell'anima tra 2 immagini visive e univano i verbi demenziali e sistemavano insieme il sostantivo e il trattino della coscienza sobbalzando alla sensazione del Pater Omnipotens Aeterni Deus
per ricreare la sintassi e la misura della povera prosa umana e fermarvisi di fronte muti e intelligenti e tremanti di vergogna, ripudiati ma con anima confessa per conformarsi al ritmo del pensiero nella sua testa nuda e infinita,
il pazzo vagabondo e angelo battuto nel Tempo, sconosciuto, ma dicendo qui ciò che si potrebbe lasciar da dire nel tempo dopo la morte,
e si alzavano reincarnati nei vestiti spettrali del jazz all'ombra tromba d'oro della banda e suonavano la sofferenza per amore della nuda mente d'America in un urlo di sassofono elai elai lamma lamma sabacthani che faceva tremare le città fino all'ultima radio
col cuore assoluto della poesia della vita macellato dai loro corpi buono da mangiare per mille anni.
Allen Ginsberg
Cit. da
Urlo
Commenti:
1
Frasi di Allen Ginsberg
Se vivi in un piccolo paese come loro, o se vivi in città, forse tutto questa ti sta accadendo proprio in questo momento... forse (se sei più vecchio) ricorderai... quando improvvisamente baciarsi non era più un gioco da bambini, ma spa
vento
so e pericoloso tanto da farti spalancare gli occhi.
[Whether you live in a small town the way they do, or in a city, maybe this is happening to you right now... maybe (if you're older) you remember... when suddenly the kissing isn't a kid's game anymore, suddenly it's wide-eyed scary and dangerous.]
[Dalla locandina in inglese]
[Frase promozionale]
Dal film:
Splendore nell'erba
Scheda film e trama
Frasi del film
Iris Hineman
: I Precog non sbagliano mai. Be', può capitare che siano in disaccordo.
Anderton
: Cosa?
Iris Hineman
: La maggior parte delle volte i tre Precognitivi vedono un e
vento
nello stesso modo, ma ogni tanto uno vede le cose diversamente dagli altri due.
Anderton
: Che cosa? Perché non ne ero informato?
Iris Hineman
: Perché i rapporti di minoranza vengono distrutti non appena si presentano.
Anderton
: Perché?
Iris Hineman
: È ovvio, perché la Precrimine funzioni non devono esistere condizioni di fallibilità. Un sistema giudiziario che infonde il dubbio non lo vuole nessuno. Anche se è ragionevole, è pur sempre un dubbio, è chiaro.
Dal film:
Minority Report
Scheda film e trama
Frasi del film
Io mi aspettavo pubblico perché Potenza è una piazza affamata di calcio. Ovvio che il risultato sportivo incrementa l'entusiasmo perché venire allo stadio e vedere una squadra che gioca bene e fa tanti gol è più divertente. Noi abbiamo cercato di trasformare la partita in e
vento
, un percorso che porta ad avvicinare le famiglie, le donne.
Salvatore Caiata
Cit. da
Repubblica.it, 8 novembre 2017
Frasi di Salvatore Caiata
Vento
, se almeno per dispetto | in un dannato giorno di bonaccia | avessi spento quel cerino!
Max Gazzè
Cit. da
Quel cerino
Frasi di Max Gazzè
Ho lasciato scappare via l'amore | l'ho incontrato dopo poche ore | È tornato senza mai un lamento | È cambiato come cambia il
vento
.
Max Gazzè
Cit. da
Vento
d'estate) [Cantata con Niccolò Fabi
Frasi di Max Gazzè
Ci sono stati solo circa una mezza dozzina di eventi veramente importanti nei quattro miliardi di anni di storia della vita sulla Terra: vita monocellulare, vita pluricellulare, differenziazione in piante e animali, spostamento degli animali dall'acqua alla terraferma, e l'av
vento
dei mammiferi e della coscienza. Il prossimo grande momento sarà quando la vita diventerà multi-planetaria, un'avventura senza precedenti che aumenterà notevolmente la ricchezza e la diversità della nostra coscienza collettiva.
Elon Musk
Cit. da
Esquire.com, 1 ottobre 2008
Frasi di Elon Musk
È il
vento
. Non lo vedi né lo senti sinché non trova un ostacolo, come tutte le cose che ci sono sempre state. Persino il mare sembra senza limiti, eppure canta solo quando li trova: infrangendosi sulla chiglia diventa schiuma; spezzandosi sugli scogli, vapore; sfinendosi sulle spiagge, risacca. La bellezza nasce dai limiti, sempre.
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Cose che nessuno sa
Frasi di Alessandro D'Avenia
Il mio sogno è come quegli aquiloni che costruivo con papà quando ero piccolo. Mesi di preparazione e poi non volavano mai. Solo una volta un aquilone rosso e bianco aveva preso il volo, ma il
vento
tirava così forte che il filo mi tagliava la mano e lo avevo lasciato fuggire via per il dolore. Beatrice sta volando via così, trascinata dal
vento
. Provo a trattenerla, ma il dolore del laccio che la lega al mio cuore è sempre più forte... (Leo)
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
È ufficiale: la scuola è inutile. Se di
vento
ministro dell'Istruzione la prima cosa che faccio è chiudere le scuole. (Leo)
Alessandro D'Avenia
Cit. da
Bianca come il latte, rossa come il sangue
Frasi di Alessandro D'Avenia
Amo... a modo mio. | Lento, ed inesorabile
vento
| che porta con sé via | un po' tutto quello che è stato di un anno ricco di te. | Perla di rara bellezza, | porta fortuna a chi ne è ancora senza. | A modo mio te ne sarò grata | e a modo mio amo.
Annalisa Scarrone
Cit. da
A modo mio amo
Frasi di Annalisa Scarrone
Craig Schwartz
: C'è una porticina nel mio ufficio, Maxine... ed è un passaggio che ti conduce all'interno di John Malkovich. Vedi il mondo attraverso gli occhi di John Malkovich e poi dopo circa quindici minuti, sei sputato fuori in un fossato che costeggia la New Jersey Turnpike!
Maxine Lund
: Grandioso! Chi cazzo è John Malkovich?
Craig
: Oh-oh, è un attore, uno dei più grandi attori americani del ventesimo secolo!
Maxine
: Oh, e cosa ha fatto?
Craig
: Oh, un sacco di cose, anche quel film sul ladro di gioielli. È molto stimato. E comunque il punto è un altro: è un e
vento
, direi, eccezionale... quasi soprannaturale. Non si può spiegare! E inoltre solleva tutta una serie... tutta una serie di questioni filosofiche basate sulla natura del proprio ego, sull'esistenza dell'anima. Io sono io, Malkovich è Malkovich... Avevo un pezzo di legno in mano, Maxine, ora non ce l'ho più... dov'è? È scomparso? Dove è andato a finire? È ancora nella testa di Malkovich? Io non lo so! Capisci che razza di pasticcio metafisico c'è in quel passaggio? Eh? Non so se potrò continuare a vivere la mia vita come l'ho vissuta finora.
Dal film:
Essere John Malkovich
Scheda film e trama
Frasi del film
È il nulla il morire. Spa
vento
so è il non vivere.
Massimo Gramellini
Cit. da
Fai bei sogni
Frasi di Massimo Gramellini
Ho messo la mia anima fra le tue mani.
|
Curvale a nido. Essa non vuole altro
|
che riposare in te.
|
Ma schiudile se un giorno
|
la sentirai fuggire. Fa' che siano
|
allora come foglie e come
vento
,
|
assecondando il suo volo.
|
E sappi che l'affetto nell'addio
|
non è minore che nell'incontro. Rimane
|
uguale e sarà eterno. Ma diverse
|
sono talvolta le vie da percorrere
|
in obbedienza al destino.
Margherita Guidacci
Titolo della poesia:
All'ipotetico lettore
Lascia sia il
vento
a completar le parole
|
che la tua voce non sa articolare.
|
Non ci occorrono più le parole.
|
Siamo entrambi il medesimo silenzio.
|
Come due specchi, svuotati d' ogni immagine,
|
che l'uno all'altro rendono
|
un semplice raggio. E ci basta.
Margherita Guidacci
Titolo della poesia:
Lascia sia il
vento
[Per la tua popolarità quanto ha contato Lele Mora, soprattutto in un periodo in cui su di lui si è detto di tutto?]
La gente è cattiva ma non so nemmeno bene cosa si sia detto. La gente deve sempre parlare ma le chiacchiere se le porta via il
vento
mentre io devo sempre prima conoscere le persone. Lele Mora è una persona splendida, con me si è sempre comportato bene, e io gli voglio un gran bene perché è nata una bella amicizia. Oltre che un manager è un amico, un padre, non so come definirlo, di sicuro è un punto di riferimento nella mia vita.
Francesca Cipriani
Frasi di Francesca Cipriani
Non c'è una ricetta specifica da seguire per sedurre: prendono il soprav
vento
i sensi e il carisma. La seduzione è qualcosa di psicologico, che va al di là dell'essere ammiccante o sexy.
Francesca Cipriani
Frasi di Francesca Cipriani
Credo che noi abbiamo una sola vita, una sola possibilità. Mi sono accorta che con il passare degli anni, la forza di gravità sul corpo prende il soprav
vento
, ma la mia anima e il mio spirito si sono rafforzati. E ho imparato a semplificare la mia vita, e a godere del fatto di avere meno di... alleggerire il bagaglio.
Dolores O'Riordan
Cit. da
donnamoderna.com, intervista del 2009
Frasi di Dolores O'Riordan
Solo i più anti-sociali devono andare ad un e
vento
addirittura chiamato tale.
Lucien Carr
Dal film:
Giovani ribelli Kill Your Darlings
Scheda film e trama
Frasi del film
Era inverno.
Soffiava il
vento
dalla steppa
E aveva freddo il Bambino nella grotta
Sul pendio della collina.
Lo scaldava l'alito del bue.
Gli animali domestici
stavano nell'antro,
Sulla mangiatoia aleggiava un tiepido vapore.
Scossisi dalle pelli la paglia del giaciglio
E i grani di miglio,
I pastori assonnati
Guardavano alla lontananza di mezzanotte.
Lontano c'era un campo innevato e un cimitero,
Staccionate, pietre tombali,
Stanghe di carri nella neve,
E il cielo sul cimitero pieno di stelle.
Ma vicino, ignota fino allora,
Più timida di un lumino
Alla finestrina di un capanno
Baluginava la stella sulla via di Betlemme.
Ardeva come un pagliaio, in disparte
Da cielo e da Dio,
Come il riverbero di un incendio,
Come masseria in fiamme e fuoco in un granaio.
Si alzava come un covone ardente
Di paglia e di fieno
In mezzo all'universo intero,
Allarmato da questa nuova stella.
La sovrastava un bagliore sempre più acceso
E qualcosa significava,
E i tre scrutatori di stelle
Accorrevano al richiamo di fuochi mai visti.
Li seguivano i doni sui cammelli.
E gli asinelli bardati, uno più piccolo
Dell'altro, scendevano la montagna a piccoli passi.
E, come strana visione di tempi futuri,
si alzò in lontananza tutto ciò che avvenne poi.
Tutti i pensieri dei secoli, tutti i sogni, tutti i mondi,
Tutto l'avvenire di gallerie e musei,
Tutte le burle delle fate, tutte le opere dei maghi,
Tutti gli alberi di Natale del mondo, tutti i sogni dei bambini.
Tutto il tremolio delle candele accese, tutti i festoni,
Tutto lo sfarzo del luccichio colorato...
... Sempre più cattivo e furioso soffiava il
vento
dalla steppa...
Parte dello stagno era nascosta dalle cime degli ontani,
Ma l'altra si vedeva benissimo anche da qui.
Attraverso i nidi dei corvi e gli apici degli alberi.
I pastori riuscivano a distinguere bene
Come sull'argine andavano gli asini e i cammelli.
Andiamo con tutti, inchiniamoci al miracolo
Dissero allacciandosi le pelli.
Avevano caldo per la camminata nella neve.
Orme di piedi scalzi portavano alla capanna
Sulla radura chiara come fogli di mica.
A quelle orme, come a fiamma di moccolo,
Ringhiavano i cani sotto la luce della stella.
La notte di gelo pareva di fiaba,
E qualcuno dai monti nevosi di tormenta
Continuava a unirsi non visto a loro.
I cani si trascinavano guardandosi in giro inquieti,
E si stringevano al pastore e attendevano sventure.
Proprio per quella strada, proprio per quel luogo
passò qualche angelo nel folto della folla.
L'incorporeità li rendeva invisibili,
Ma il passo lasciava l'impronta del piede.
La gente in frotta s'affollava alla rupe.
Albeggiava. Si profilavano i tronchi dei cedri.
E voi chi siete? chiese Maria.
Siamo stirpe di pastori e inviati dal cielo.
Siamo venuti a dar lode a entrambi voialtri.
Non si può tutti insieme. Aspettate all'ingresso.
Grigia come cenere la foschia del mattino,
Battevano i piedi mulattieri e pecorai,
Chi era a piedi litigava con chi era a cavallo,
Presso il tronco cavo dell'abbeveratoio,
Mugghiavano i cammelli, scalpicciavano gli asini.
Albeggiava. L'alba spazzava dalla volta celeste
le ultime stelle, come granelli di cenere.
E di tutta l'innumerevole folla solo i Magi
Maria fece entrare nella fenditura della roccia.
Lui dormiva, tutto raggiante, nella mangiatoia di quercia,
come raggio di luna nelle profondità di un albero cavo.
Invece che pellicce di pecora
aveva labbra di asino e nari di bue.
Rimasero nell'ombra, in quel buio di stalla,
Sussurravano, trovando a stento le parole.
D'un tratto qualcuno nell'oscurità con la mano scostò
dalla mangiatoia un Mago verso sinistra,
E quello si voltò: dalla soglia alla Vergine
come un ospite guardava la Stella di Natale.
Boris Pasternak
Cit. da
La stella di Natale
Frasi di Boris Pasternak
Affascinate, cieli, con la vostra purezza
|
queste notti d'inverno
|
e siate perfetti!
|
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore,
|
e sparite.
|
Tu, luna, sii lenta a tramontare,
|
questa è la tua pienezza!
|
|
Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio
|
verso i quattro lati dell'universo stellato.
|
Il tempo cade, come manna, agli angoli
|
della terra invernale.
|
|
Noi siamo diventati più umili delle rocce,
|
più attenti delle pazienti colline.
|
|
Affascinate con la vostra purezza queste notti di Av
vento
,
|
o sante sfere,
|
mentre le menti, docili come bestie,
|
stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno,
|
e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi che
|
pascolano alla luce delle stelle.
|
|
Oh, versate, cieli il vostro buio e la vostra luce sulle nostre
|
solenni vallate;
|
e tu, viaggia come la Vergine gentile
|
verso il maestoso tramonto dei pianeti,
|
o bianca luna piena, silente come Betlemme!
Thomas Merton
Titolo della poesia:
Av
vento
Frasi di Thomas Merton
Oggi siamo seduti, alla vigilia
|
di Natale, noi, gente misera,
|
in una gelida stanzetta,
|
il
vento
corre fuori, il
vento
entra.
|
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
|
perché tu ci sei davvero necessario.
Bertolt Brecht
Titolo della poesia:
Alla vigilia di Natale
Commenti:
5
Frasi di Bertolt Brecht
Le idee migliori nascono in famiglia.
[Frase promozionale]
Dal film:
Professione inventore
Scheda film e trama
Frasi del film
Il
vento
della libertà inizia a soffiare.
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
Martin Luther King ha invitato tutta la nazione a marciare con lui su Washington ad agosto. Tanti negri e tanti bianchi insieme non si vedevano da Via col
vento
!
Elain Stein
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
Queste donne di colore allevano bambini bianchi e dopo vent'anni quei bambini diventano i loro padroni. Noi le amiamo e loro ci amano... ma non possono neanche usare il bagno in casa nostra.
[...]
Margaret Mitchell ha esaltato la figura della mammy, che dedica la sua vita a una famiglia bianca, ma nessuno ha mai chiesto alla mammy che vita fosse stata la sua.
[parlando con Elain Stein al telefono]
Skeeter - Eugenia Phelan
Dal film:
The Help
Scheda film e trama
Frasi del film
Io fino a tre mesi fa... facevo una vita normale, stavo inquadrato, in una società che ha delle regole e rispettavo le regole: ero convinto che rispettando queste regole ci fossero dei tornaconti, ci fosse una regia occulta che mi muovesse, che mi facesse diventar vecchio in un certo modo, con più... saggezza, con delle sicurezze... Invece non c'è un cazzo, di
vento
vecchio come un imbecille, e non so niente... questi si son pappati tutti i soldi miei, i contr... l'INPS...
Mario Tozzi
Dal film:
Puerto Escondido
Scheda film e trama
Frasi del film
El quinto, el quinto, el Quinto Regimiento de mi vida, el quinto regimiento de mi muerte. El dieciocho de julio en el patio de un con
vento
el pueblo madrileño fundó el Quinto Regimiento. Con Líster y Campesino, con Galán y con Modesto, con el comandante Carlos no hay miliciano, con miedo. Anda jaleo, jaleo suena la ametralladora y Franco se va a paseo. Con los cuatro batallones que Madrid ván defendiendo se va lo mejor de España, la flor más roja del pueblo. Con el quinto, quinto, quinto, con el Quinto Regimiento madre yo me voy al frente para las líneas de fuego. Anda jaleo, jaleo suena la ametralladora y Franco se va a paseo.
Muto del paese
Dal film:
L'uomo delle stelle
Scheda film e trama
Frasi del film
Quasi il novanta per cento dello stock ittico che si mangiava negli anni Cinquanta, non è più disponibile. Una platessa viene uccisa intorno ai dieci anni di età per essere mangiata quando può viverne benissimo quaranta, a volte addirittura intorno ai sei anni, età in cui non si è nemmeno riprodotta. Stessa cosa succede a merluzzi e tonni. L'inter
vento
dell'uomo modifica completamente l'ecosistema.
Mario Tozzi
Frasi di Mario Tozzi
L'anima è, per definizione, il principio della vita interiore e spirituale, inteso come entità indipendente. Essa è un naturale territorio di esplorazione delle religioni e delle teologie, e molte mitologie la fanno risalire ad un inter
vento
diretto della divinità.
Piergiorgio Odifreddi
Cit. da
Il Vangelo secondo la Scienza
Frasi di Piergiorgio Odifreddi
È 'Il
vento
nei salici' un libro per bambini? È 'Alice nel paese delle meraviglie?' È 'L'isola del tesoro?' Questi sono capolavori che abbiamo letto con piacere come bambini, ma con ancora più piacere quando siamo cresciuti.
[Is 'The Wind in the Willows' a children's book? Is 'Alice in Wonderland?' Is 'Treasure Island?' These are masterpieces which we read with pleasure as children, but with how much more pleasure when we are grown-up.]
Alan Alexander Milne
Frasi di Alan Alexander Milne
Nell'autunno del 1991, l'Andrea Gail lasciò Gloucester (Massachusetts), e si diresse verso i siti di pesca dell'Atlantico settentrionale.
Due settimane dopo, si verificò un e
vento
mai avvenuto nella storia.
[In the Fall of 1991, The Andrea Gail left Gloucester, Mass. and headed for the fishing grounds of the North Atlantic.
Two weeks later, an event took place that had never occurred in recorded history.]
Dal film:
La tempesta perfetta
Scheda film e trama
Frasi del film
Il lupo nella polvere (favola)
Un lupo che voleva rapire un montone, si pose sotto
vento
.
Il cane del pastore lo vide e gli disse: Lupo, hai torto a marciare nella polvere perché ti verrà male agli occhi.
Il lupo rispose: Disgraziatamente, mio piccolo cane, da lungo tempo ho gli occhi ammalati e so che la polvere di montoni è un rimedio eccellente.
Lev Tolstoj
Cit. da
I quattro libri di lettura ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
Eravamo in lutto per nostra madre che era morta in autunno e passammo tutto l'inverno in campagna da sole, Katja, Sonja e io.
Katja da antica data era una persona di famiglia, era la governante che ci aveva tirati su tutti e che io ricordavo e amavo da sempre. Sonja era mia sorella minore. Trascorremmo un inverno cupo e triste nella nostra vecchia casa di Pokrovskoe. Il tempo era freddo e così
vento
so che i mucchi di neve sovrastavano le finestre che erano quasi sempre ghiacciate e appannate, e per tutto l'inverno praticamente non ci muovemmo mai, neppure a piedi.
Lev Tolstoj
Cit. da
Felicità familiare ‐ Incipit
Frasi di Lev Tolstoj
Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il
vento
nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain
Commenti:
3
Frasi di Mark Twain
Negli eventi storici i cosiddetti grandi uomini sono le etichette che danno il nome a un dato e
vento
, e che, proprio come le etichette, meno di ogni altra cosa hanno un preciso rapporto con l'e
vento
. Ogni azione compiuta da costoro, e che ad essi sembra un atto di libero arbitrio, in senso storico è tutt'altro che arbitraria, ma viene a trovarsi in connessione con tutto il corso della storia ed è predestinata ab aeterno.
(III, I, I; 2006)
Lev Tolstoj
Cit. da
Guerra e pace
Frasi di Lev Tolstoj
Quando la mela è matura cade; perché? Perché è attirata dalla terra, o perché il picciolo è disseccato, perché è disseccata dal sole, perché il
vento
la scuote, perché si è appesantita, o perché il monello che è in basso vuol mangiarla? Niente è causa, tutto non è che la concordanza di quelle condizioni nelle quali si produce ogni avvenimento vitale, organico, elementare; e il botanico che trova che la mela cade perché il tessuto si è decomposto, ecc., avrà altrettanta ragione del bambino che sarà in basso e si dirà che la mela è caduta perché voleva mangiarla e aveva pregato per questo.
(III, I, I; 1956)
Lev Tolstoj
Cit. da
Guerra e pace
Frasi di Lev Tolstoj
Senza una sola di queste cause non sarebbe potuto accadere nulla. Dunque tutte queste cause ‐ miliardi di cause ‐ hanno agito in concomitanza per dar luogo a ciò che accadde. Di conseguenza, nulla fu causa isolata ed esclusiva dell'e
vento
, ma l'e
vento
dovette verificarsi semplicemente perché doveva verificarsi. Milioni di uomini, rinunciando ai loro sentimenti umani e alla loro umana ragione, dovevano andare da occidente a oriente e uccidere i loro simili, così come secoli prima altre folle di uomini erano andati da oriente a occidente per agire all'identico modo.
(III, I, I; 2006)
Lev Tolstoj
Cit. da
Guerra e pace
Frasi di Lev Tolstoj
Per noi posteri, che non siamo storici e del pari non siamo condizionati dal gusto della ricerca e perciò contempliamo l'avvenimento con serenità di giudizio, le sue cause
[della guerra]
ci si prospettano diverse e copiose. Quanto più ci inoltriamo nella ricerca delle cause, tante più ne scopriamo. E ogni causa considerata separatamente, o anche un'intera serie di cause ci appaiono giuste di per se stesse e del pari false per la loro inconsistenza, se raffrontate all'immensità dell'avvenimento: false per la loro inadeguatezza (senza l'inter
vento
di tutte le altre cause coincidenti) a produrre l'e
vento
che allora si compì.
(III, I, I; 2006)
Lev Tolstoj
Cit. da
Guerra e pace
Frasi di Lev Tolstoj
Io non esco mai. Perché gli uomini sono spa
vento
si. Io voglio vivere qui senza radici. Le nostre radici sono troppo pesanti. In tutti questi anni ho avuto vergogna dell'Italia e della sua gente. Ho avuto vergogna delle altre isole: così avide, grasse, ignoranti, narcisiste. Dove vive gente che non si sente in colpa. Noi ci siamo ritirati qui per pensare agli altri. Gli italiani sono uno dei popoli più condizionati e volgari del mondo. Questo Paese ha così sfrenatamente voglia di ridere. Che cosa c'è da ridere?
Lucio
Dal film:
Caro diario
Scheda film e trama
Frasi del film
Sono già oggi trascorsi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni da che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane che suonavano a distesa nella tripla cerchia della Cité, dell'Université e dell'intera città.
Il 6 gennaio 1482 non è però un giorno che la storia ricordi. Nulla di rimarchevole nell'e
vento
che così scuoteva fin dal mattino, le campane e i borghesi di Parigi. Non si trattava né di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquario portato in processione, né di una rivolta di scolari nella vigna di Laas, né di un ingresso del nostro temutissimo signor Messere il re, nemmeno di una bella impiccagione di briganti e di brigantesse in Place dela Justice a Parigi. Non era neanche l'arrivo, così frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasciata tutta pennacchi e decorazioni. Erano trascorsi soltanto due giorni da che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata a Parigi, con grande preoccupazione di Sua Eminenza il cardinale di Borbone, il quale, per far piacere al re, aveva dovuto far buon viso a tutta quella rozza ressa di borgomastri fiamminghi, e lusingarli, a Palazzo Borbone con una molto bella moralità, satira e farsa, mentre una pioggia battente inondava alla sua porta i suoi magnifici arazzi.
Victor Hugo
Cit. da
Notre-Dame de Paris ‐ Incipit
Frasi di Victor Hugo
E il tempo è così
vento
so | Amico perché la vita non può essere sempre così facile?
And the weather so breezy | Man why can't life always be this easy?
Kanye West
Cit. da
Flashing Lights
Frasi di Kanye West
Gracie
: ... proprio così, vecchio mio. Ma del resto...
Cal
: Signori, volete scusarmi?
Gracie
: Certamente.
Lovejoy
: Nessuno degli inservienti l'ha vista.
Cal
: Ma è assurdo! Questa è una nave! Deve pur trovarsi da qualche parte! Lovejoy, trovala!
Smith
: Sereno.
Secondo Ufficiale Charles Lightoller
: Già. Non credo di aver mai visto un mare così calmo.
Smith
: Piatto come una tavola. Non tira un filo di
vento
.
Lightoller
: Sarà ancora più difficoltoso avvistare qualche iceberg, senza lo scrosciare delle onde contro le sue pareti.
Smith
: Hm... Beh, io vado. Mantenere rotta e velocità, signor Lightoller.
Smith
: Sì, signore.
Jack
: Comincia a far freddo. Sei molto carina.
Lovejoy
: Signorina Rose?
Jack
: I miei disegni!
Rose
: Andiamo, Jack! Aspetti! Aspetti! Aspetti!
Jack
: Aspetti! Aspetti!
Rose
: Ci porti giù, presto!
Jack
: Ci porti su! Giù! Via, via! Ah, ah, ah!
Rose
: Addio.
Jack
: Mi scusi.
I Cameriere
: Mi scusi, signore.
Jack
: Ah, ah, ah!
II Cameriere
: Non si preoccupi, signore, ci penso io.
Jack
: Ah, ah, ah!
Rose
: Ah, ah, ah!
Jack
: È un bel mastino questo valletto. Sembra più un poliziotto.
Rose
: Credo che lo fosse.
Jack
: Oh, merda!
Rose
: Via!
Jack
: Forza! No, di qua!
Rose
: Presto! E adesso?
Rose
: Cosa?
Fuochisti
: Ci siamo! Forza, ragazzi, dateci dentro! Carbone! Ancora carbone per la uno! Dateci dentro!
Primo Fuochista Frederick Barrett
: Che ci fate voi due quaggiù? Non dovreste trovarvi qui. Potrebbe essere pericoloso!
Jack
: Continuate pure! Non fate caso a noi! State facendo un ottimo lavoro! Continuate pure così!
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Trudy
: Caffè, signore?
Cal
: Speravo che venissi da me, stanotte.
Rose
: Ero stanca.
Cal
: La tua esuberanza sul ponte ti ha senza dubbio spossata.
Rose
: Vedo che mi hai fatta seguire da quel becchino del tuo servitore. Tipico.
Cal
: Non ti comporterai mai più in quel modo, Rose, sono stato chiaro?
Rose
: Non puoi comandarmi come se fossi un caposquadra di una delle tue acciaierie. Sono la tua fidanzata.
Cal
: La mia fidanzata! La mia fi... La mia fidanzata! Sì, lo sei, sei anche mia moglie! Praticamente lo sei, pur non essendolo ancora per legge. Perciò mi rispetterai. Mi rispetterai come si richiede
a una moglie di rispettare il marito. Perché non farò la figura del pagliaccio, Rose. Qualcosa non ti è chiaro?
Rose
: No.
Cal
: Bene. Compermesso.
Trudy
: Oh, signorina Rose.
Rose
: Abbiamo avuto un piccolo incidente.
Trudy
: Non è niente, signorina Rose, non è niente.
Rose
: Mi dispiace, Trudy. Lascia che ti aiuti.
Trudy
: Non è niente, signorina. Non è niente, signorina.
Ruth
: Del tè, Trudy.
Trudy
: Sì, signora.
Ruth
: Non devi mai più rivedere quel ragazzo, mi hai capito? Rose, te lo proibisco.
Rose
: Oh, smettila, mamma. Ti farai venire un'emorragia nasale.
Ruth
: Questo non è un gioco. La nostra è una situazione precaria. Sai che non abbiamo più denaro.
Rose
: Certo che lo so. Me lo ricordi tutti i santi giorni.
Ruth
: Tuo padre non ci ha lasciato altro che un elenco di debiti celato dal suo buon nome. E quel nome è l'unica carta che ci rimane da giocare. Non ti capisco. Tu e Hockley siete una coppia perfetta. Questo assicurerà la nostra sopravvivenza.
Rose
: Come puoi mettermi un tale peso sulle spalle?
Ruth
: Perché sei così egoista?
Rose
: Ah, sarei io l'egoista?
Ruth
: Vuoi vedermi lavorare come cucitrice? È questo che vuoi? Vuoi vedere le nostre belle cose messe all'asta? I nostri ricordi buttati al
vento
?
Rose
: È così ingiusto.
Ruth
: Certo che è ingiusto. Siamo donne. Le nostre non sono mai scelte facili.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Jack
: Vivo per conto mio da quando avevo quindici anni. Da quando sono morti i miei genitori. Non avevo fratelli, sorelle, o parenti stretti in quella parte di Paese. Così ho deciso di staccare e non ci sono tornato mai più. Potrei essere definito una piuma nel
vento
. Bene, Rose, abbiamo camminato per circa un miglio avanti e indietro su per questo ponte, abbiamo parlato e straparlato del tempo e di come sono cresciuto io, ma immagino che non è venuta qui per parlare di questo, dico bene?
Rose
: Signor Dawson, io...
Jack
: Jack.
Rose
: Jack, voglio ringraziarla per quello che ha fatto. Non solo per... per avermi salvata, ma anche per la sua discrezione.
Jack
: Di niente.
Rose
: Senta, lo so a cosa sta pensando: "Povera ragazzina ricca. Che ne sa lei della miseria"?
Jack
: No. No, non stavo affatto pensando a questo. Stavo pensando a cosa è potuto accadere a questa ragazza per arrivare a credere che non esiste via d'uscita.
Rose
: Beh, io... Praticamente tutto, l'intero mondo in cui vivo, e tutta la gente che ne fa parte. E l'inerzia della mia vita, che si tuffa in avanti, e io che non sono capace di fermarla.
Jack
: Dio, guarda che razza di cose! Sarebbe andata subito a fondo.
Rose
: Sono stati inviati cinquecento inviti. Sarà presente tutta l'alta società di Philadelphia. E tutto il tempo mi sento come se stessi in una stanza affollata, urlando a squarciagola, senza che nessuno alzi nemmeno lo sguardo.
Jack
: Lo ama?
Rose
: Come ha detto?
Jack
: Lo ama?
Rose
: Lei è molto maleducato. Non dovrebbe pormela una domanda simile.
Jack
: Beh, è una domanda semplicissima. Lo ama quest'uomo, sì o no?
Rose
: Oh... Questa conversazione è inopportuna.
Jack
: Non può semplicemente rispondere alla domanda?
Rose
: Ah, ah, ah! È assurdo. Lei non conosce me e io non conosco lei, e questa conversazione non sta avendo luogo. Lei è maleducato, rozzo e presuntuoso, e ora me ne vado. Jack, signor Dawson, è stato un piacere. L'ho cercata per ringraziarla e ora che l'ho ringraziata...
Jack
: E anche insultato.
Rose
: Beh, se lo è meritato.
Jack
: Certo.
Rose
: Certo. Ah!
Jack
: Credevo che se ne stesse andando.
Rose
: Infatti. Lei è così irritante.
Jack
: Ah, ah!
Rose
: Un momento, non sono io a dovermene andare. Questo è il mio settore. Se ne vada lei.
Jack
: Oh, oh, oh. Guarda, guarda, guarda. E adesso chi è il maleducato?
Rose
: Ah... Cos'è questo stupido oggetto che porta con sé? Allora cos'è lei, un artista o cos'altro? Beh... questi sono piuttosto belli. Anzi, sono molto belli. Jack, sono davvero ammirevoli.
Jack
: Non hanno riscosso molto successo nella vecchia Paris.
Rose
: Parigi? Viaggia parecchio per essere povero. Beh, una... una persona con mezzi limitati.
Jack
: Avanti, un poveraccio, lo dica pure.
Rose
: Bene, bene, bene. E sono stati fatti dal vivo?
Jack
: Questa è una delle cose interessanti di Parigi. Ci sono molte ragazze disposte a spogliarsi.
Rose
: Questa donna le piaceva. L'ha usata diverse volte.
Jack
: Beh, aveva delle mani bellissime, vede?
Rose
: Secondo me ha avuto una storia d'amore con lei.
Jack
: No, no, no, no, no, solo con le sue mani. Era una prostituta con una gamba sola. Vede? Eh...
Rose
: Oh...
Jack
: Però aveva il senso dell'humour. Ah, e questa signora qui tutte le sere se ne stava seduta in un bar, indossando tutti i gioielli che possedeva, e aspettando il suo amore perduto. La chiamavano Madame Bijoux. Vede, i suoi vestiti sono tutti tarmati.
Rose
: Beh, lei ha un dono, Jack. Davvero. Sente le persone.
Jack
: Sento lei.
Rose
: E quindi?
Jack
: Non si sarebbe buttata.
Ruth
: Ma lo scopo dell'università è quello di trovare un buon marito. Rose questo l'ha già fatto.
Noel Lucy Martha Dyer-Edwardes, Contessa Di Rothes
: Guardi, ecco che arriva quella volgarissima signora Brown.
Ruth
: Presto, si alzi prima che venga a sedersi da noi.
Molly
: Salve, ragazze. Speravo di unirmi a voi per il tè.
Ruth
: Che peccato. È arrivata tardi. La Contessa e io stavamo andando a prendere un po' d'aria sul ponte.
Molly
: Che splendida idea. Devo aggiornarmi sui pettegolezzi.
Contessa
: Buon pomeriggio.
Molly
: Contessa.
Ismay
: Non ha ancora messo in funzione le ultime quattro caldaie.
Smith
: No, non ne vedo il bisogno. Siamo in perfetto orario.
Ismay
: La stampa conosce già la grandezza del Titanic. Ora voglio che si meravigli della sua velocità. Dobbiamo fornir loro materiale... Questo viaggio inaugurale del Titanic deve finire in prima pagina.
Smith
: Signor Ismay, preferirei non sovraccaricare i motori prima di averli sottoposti a un accurato rodaggio.
Ismay
: Naturalmente io sono un semplice passeggero. Ma un Capitano di grande esperienza, come lei, sa ciò che è meglio fare. Che gran bel finale per la sua ultima traversata se arrivassimo a New York martedì sera cogliendo tutti di sorpresa. Finiremmo in prima pagina. Chiuderebbe in bellezza la sua carriera, E.J. Un buon programma.
Dal film:
Titanic
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: Eccomi qui. Allora, che avete mangiato?
Av
vento
ri
: Tre primi grazie.
Giada
: Vino e pane... Facciamo 55? Non so di cosa stai parlando.
Peppe
: Ah, non sai? Ma cosa credi? Ho fatto i conti. Sono giorni che va avanti questa storia. Credi che sono rincoglionito? Son trenta anni che faccio questo lavoro. Io adesso ti denuncio.
Giada
: No, Peppe, ti pre...
Peppe
: Tu sei una ladra! Sei una ladra. A che ti sono serviti quei soldi, eh? Ti sono serviti per farti su carina?
Giada
: Era solo un prestito.
Peppe
: Sì.
Giada
: Te li avrei ridati.
Peppe
: Sì. Tira fuori tutti i soldi che ci hai in tasca. E vattene, prima che ci ripenso.
Sara
: Hai una faccia.
Giada
: Sto a pezzi, non ho dormito.
Sara
: Ma hai fatto tardi in trattoria? Non ti ho nemmeno sentita rientrare.
Giada
: Sì, ho fatto tardissimo. Ieri c'era un sacco di gente.
Sara
: Ma certo che così t'ammazzi proprio, però.
Giada
: Tanto non ci lavoro più. Non mi piaceva e mi sono licenziata.
Sara
: E come fai adesso?
Giada
: Qualcosa troverò.
Sara
: Ti manca Riccardo, vero?
Giada
: Per me Riccardo è morto.
Professore
: Avanti!
Giada
: Professore! La disturbo?
Professore
: Signorina Ferretti!
Giada
: Ho ripensato alla sua offerta. Accetterei con gioia. Seguirla è sempre stato il mio sogno sin dal primo anno. Solo che non so se posso permettermelo. Ho bisogno di un lavoro per mantenermi gli studi.
Professore
: Un lavoretto, capisco. Non è facile.
Giada
: Lo so, però io non sono una ragazza ricca. So che questo non è un suo problema, quindi se non può aiutarmi...
Professore
: No, si figuri. Fare l'assistente non paga, ma posso coinvolgerla in qualche progetto di ricerca ben retribuito.
Giada
: Grazie, professore. Sarebbe un sogno per me!
Telefonino
: Tim, messaggio gratuito. Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile.
Loris
: Io non lo reggo più, è diventato una mummia. Pare una zecca. Ecco. T'ho detto tutto.
Fiamma
: Ci credo. La maestrina gli ha fatto saltare Ibiza.
Loris
: Hm. Sì, però, la maestrina adesso... Cioè tu te la ricordi prima? Io du' bottarelle gliele darei. Non so è diventata una... zoccola, bella figa.
Fiamma
: Era inevitabile.
Loris
: Hm. No, no, ma era chiaro, infatti, no, ci hai ragione. Cioè, pensi che se gliele davo io 50 Euro a lezione non era uguale? Non era lo stesso? Inf... infatti alla festa, cioè, gliele stavo... Sì, no, gliele stavo per dare proprio, e... poi, vabbè, Ricky, le cose... Ma senti, ma... te ce l'hai il numero suo? No? Che è? Ricky, eh, eh, non t'avevo sentito, cioè era uno...
Riccardo
: Me ne so accorto.
Loris
: No, ma mo' ti abbiamo sentito arrivare, era uno scherzo. Scherzo.
Riccardo
: Senti, Loris, fai una cosa: quando te ne vai, lascia le chiavi sul tavolo.
Loris
: Dai!
Riccardo
: Questa casa non è più la puttana di tutti.
Loris
: Ma te pare?
Riccardo
: E non sto scherzando.
Loris
: Certo, pure te, la scusa di... di tuo padre... Potevi inventartene una meglio.
Riccardo
: Che hai detto?
Loris
: Potevi inventartene una meglio! Una sc...
Riccardo
: Tu che cazzo ne sai?
Loris
: Caz...
Riccardo
: Gliel'hai detto tu?
Loris
: Ma te pare? Te pare? Gliel'ha detto... gliel'ha detto Alessia. Gliel'ho detto io.
Riccardo
: Alessia?
Loris
: Alessia.
Riccardo
: E tu lo sapevi?
Loris
: Sapevo... Sì.
Riccardo
: E non m'hai detto un cazzo? Begli amici, bravi. Sapete che vi dico? Che mi fate schifo! Sparite, tutti quanti.
Fiamma
: Poraccio.
Loris
: Tu aspetta un altro quarto d'ora a dirmi che sta là.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Giada
: Quattro caffè... Tre? Limoncello?
Av
vento
re
: Sì, tre limoncelli.
Giada
: Fanno 315.
Av
vento
re
: Ecco. Tenga pure il resto, signorina.
Giada
: Grazie. Le porto la ricevuta.
Av
vento
re
: No, non fa niente, abbiamo fretta, grazie.
Giada
: Arrivederci.
Peppe
: Ah, Gia'! Oh, mi raccomando, il tavolo giù in fondo, so' amici. Trattameli bene, eh? Capito?
Giada
: Sì, certo.
Peppe
: Ah, beh.
Giada
: Devi aiutarmi. Lo rivoglio. Avevi ragione, io... È il look!
Sara
: Ssst! Ci ho un mal di testa... Non è che ne possiamo parlare domani?
Giada
: No! 1.500 euro, è tutto quello che ho. 600 di ripetizioni e 900 da Peppe.
Sara
: Ammazza! Ma ti pagano tanto in trattoria!
Giada
: Ho lavorato un sacco questo mese. Poco di più e potrei cambiare vita.
Sara
: Quanto?
Giada
: Non lo so, 500?
Sara
: E va bene. Farò piangere mamma e papà, però se è per una giusta causa...
Giada
: Grazie!
Cliente
: Arrivederci.
Sara
: Guarda questo! Non è divino?
Giada
: Non so se è il genere di Riccardo.
Sara
: Okay... Trovato! Eh?
Giada
: Non lo so.
Sara
: E dammi retta! L'esperta sono io qui.
Giada
: Sai che è? Magari è meglio se prima mi faccio un giro da sola per farmi un'idea. Per dare un'occhiata. Poi andiamo insieme.
Sara
: Va bene. Come vuoi.
Giada
: Okay. Allora ci vediamo a casa?
Sara
: Sì.
Fiamma
: Giada! Che sorpresa trovarti qui.
Giada
: Stavo dando solo un'occhiata.
Fiamma
: Allora non è vero che non ti piacciono i bei vestiti.
Giada
: Beh, non me ne intendo molto, ma devo ammettere che sono belli.
Fiamma
: Eh già, le cose belle sono belle.
Giada
: Se solo non fossero così care!
Fiamma
: Il problema sono sempre i mezzi. Interessante. Ti va un Campari da Babbington's? Grazie.
Cameriera
: Prego.
Fiamma
: Oggi offro io.
Giada
: Grazie.
Fiamma
: Allora, come va con Riccardo?
Giada
: Insomma, ho capito che così come sono non gli piaccio.
Fiamma
: Certo. Questo è comprensibile. Per alcune non c'è nulla da fare. Ma tu hai una buona base, lavorandoci. E ricorda: gli uomini sono creature più elementari di quello che sembrano. Ti porto da uno che ha le chiavi del paradiso.
Giada
: Lui può aiutarmi davvero?
Fiamma
: Lui può guarirti.
Dal film:
Come tu mi vuoi
Scheda film e trama
Frasi del film
Sulle strette vie della città il sole invernale era solo un pallido riflesso, lattiginoso e stanco dietro le coltri di nuvole. Le strade, fiancheggiate dai colmi aguzzi delle case, erano umide e
vento
se, e di tanto in tanto cadeva una specie di grandine mollliccia, qualcosa di mezzo tra la neve e il ghiaccio.
La scuola era finita. I liberati fluivano a sciami attraverso il cortile lastricato e, usciti dal cancello, si separavano affrettandosi a destra e a sinistra. I più grandi stringevano dignitosamente il loro pacco di libri alla spalla sinistra, mentre col braccio destro impugnavano contro il
vento
, diretti al richiamo del pranzo; i piccoli trottorellavano allegri, facendo schizzare tutt'intorno la poltiglia ghiacciata e malmenando gli arnesi della scienza contro gli zaini di pelle di foca. Ma piccoli e grandi, atteggiandosi a compunzione, si toglievano ogni tanto i berretti di fronte al cappello alla Wotan o alla barba da Giove olimpico di qualche professore, che si allontanava compassato.
Thomas Mann
Cit. da
Tonio Kröger ‐ Incipit
Frasi di Thomas Mann
Il 27 maggio del 1964 un bambino disappetente di nove anni, già in pigiama, ottenne il permesso speciale di restare sveglio davanti alla tv. Sua madre lo turlupinò: "Guarda che se non mangi neanche i tuoi campioni ce la possono fare". Ricordo ancora le dimensioni mostruose della pagnotta imbottita che mi fu messa tra le mani. Masticavo tenace con gli occhi sbarrati sullo schermo. Deglutivo a fatica ma senza fermarmi: il primo rito scaramantico, più mangiavo e meglio i nostri giocavano! Mi fermavo solo per s
vento
lare a ogni gol la bandiera nerazzurra appoggiata sul divano. Quando capitan Picchi sollevò la coppa al cielo, in mezzo al Prater di Vienna, e i bianchi del Real Madrid apparvero infine domi, mio padre si lasciò commuovere: come avrei potuto dormire con tutta quella adrenalina nel cervello e con tutto quel pane nella pancia? Così quel bambino solitamente spedito a letto addirittura prima di Carosello, prese posto in pigiama sulla 1300 Fiat, la bandiera fuori dal finestrino. Tutti in piazza Duomo! Viva l'Inter che libera la notte dei bambini!
[da Oliviero Toscani, Inter! 100 anni d'emozioni. Almanacco del centenario, Skira, 2008]
Gad Lerner
Frasi di Gad Lerner
Per finire, per disigillare la pietra del cuore, per aprire la spa
vento
sa prigione in cui siamo tutti rinchiusi, esiste un'unica chiave ed è quella dell'Amore.
Maurice Zundel
Cit. da
Una presenza interiore
Frasi di Maurice Zundel
Collezionava foglie: le sciorinava, l'una accanto all'altra, su grandi tavoli. Quelle che andavano ingiallendo le sostituiva con altre. Per le foglie invecchiate disponeva di quieti ricoveri, dove l'ingombro non era mai eccessivo; e a lui solo era dato introdurvi quel fruscio. Sui tavoli invece tutto era sempre verde e fresco; le foglie erano fissate con pochissima colla; il
vento
non le portava mai via, ne erano finalmente al riparo, dunque; e nondimeno conservavano una certa vivacità, pur se molto limitata.
Gli piaceva vedersele davanti, tutte insieme e in bell'ordine. A infastidirlo, sugli alberi, era la loro irregolarità: una storta, l'altra diritta, e tutte smaniavano verso l'alto in maniera assai poco decorosa. Lui le aveva strappate alla loro contesa, esponendole a equanime luce. La battaglia era finita, e nessuna cacciava via l'altra, la colla garantiva un'atmosfera pacifica e una condotta regolare. In precedenza, nonostante il grande affetto per le foglie, avvertiva un sentimento di riprovazione passando accanto agli alberi; si vergognava di quella loro frenesia arrampicatrice; lo irritava dover assistere a come certe foglie rimanessero sempre in basso, mentre altre si beavano lassù in piena luce; inoltre queste ultime erano molto più distanti da lui, e lui le puniva per la loro alterigia collezionando solo foglie che fossero a portata della sua mano; più in alto non si protendeva mai.
Pensava spesso con soddisfazione al triste destino che attendeva le foglie da lui disdegnate: sarebbero cadute a terra e marcite. Nessuno ne avrebbe certo provato rammarico. Nella sua collezione, invece, finché si mantenevano fresche, le foglie erano oggetti curati e rispettati, e persino dopo, nei ricoveri per la vecchiaia, stavano bene ‐ per quanto possibile, data la loro quantità comunque notevole. In una certa misura lui capiva i desideri delle foglie: li leggeva nelle loro nervature e, tenendo contro luce uno di quegli esseri luminosi, dopo pochi istanti già sapeva che sensazioni provasse.
Sulle sue mani l'epidermide aveva acquisito una particolare sensibilità per le foglie; perciò stava ben attento a non porgere la destra alla gente, e solo per questa ragione si era trasferito in un paese dove non vigeva la consuetudine di stringersi la mano. La rinuncia a frequentare i propri simili non gli sarebbe pesata più di tanto, mentre ci teneva a manifestare pubblicamente l'onore che riservava alle sue foglie: ecco perché doveva, di quando in quando, invitare gente a casa, nelle sue stanze.
In tali occasioni conduceva gli ospiti, con una certa condiscendenza, di tavolo in tavolo, là dove dimoravano migliaia e migliaia di foglie, nelle più nobili posture, e tutte palesemente molto soddisfatte del loro destino. Forniva solo qualche scarna spiegazione, ben sapendo che chi tutto questo già non lo possiede in sé, mai potrebbe impararlo davvero. Ma le sue parole erano concepite in modo tale da rendere onore alle foglie; nessuno si allontanava dalla collezione senza provare un po' di quel timor reverenziale che queste meravigliose creature meritano, e alcuni, ma ahimè troppo pochi, procedevano con maggior cautela sul proprio cammino facendo del loro meglio per non pestare le foglie cadute.
Anche costoro parlavano di rado, e non ad alta voce, della loro nuova esperienza; si diffuse un culto grazie al solo esempio e senza bisogno di prediche; alcuni iniziarono la loro personale collezione di foglie. Lui però si tenne sulle sue; evitava di dar loro consigli; dovevano fare esperienza da sé; e non rivelò mai il destino delle foglie che avvizzivano; era severamente vietato varcare la soglia del ricovero per la vecchiaia.
Da:
L'affetto per le foglie
Lui rise, toccò la corda, fece ruotare la carrucola. E la carrucola gemette come geme una vecchia banderuola dopo che il
vento
ha dormito a lungo. «Lo senti?» disse il piccolo principe «svegliamo il pozzo e lui canta...»
Antoine de Saint-Exupéry
Cit. da
Il piccolo principe
Frasi di Antoine de Saint-Exupéry
«Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come inondata di luce. Conoscerò un rumore di passi diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno fuggire sotto terra. Il tuo mi chiamerà fuori dalla tana, come una musica. E poi guarda! Li vedi laggiù, i campi di grano? Io non mangio pane. Quindi per me il grano è inutile. I campi di grano non mi dicono niente. E questo è molto triste! Ma tu hai capelli color dell'oro. E allora sarà bellissimo quando mi avrai addomesticato! Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E mi piacerà il rumore del
vento
nel grano...» La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe. «Per favore... addomesticami!» disse.
Antoine de Saint-Exupéry
Cit. da
Il piccolo principe
Frasi di Antoine de Saint-Exupéry
Una volta ho organizzato il mio primo incontro a New York con le fan: quando si sono presentate un migliaio di ragazze ho pensato fosse un'occasione pazzesca. Perciò ho creato il MagCon, un e
vento
itinerante dove le fan possono incontrare me e i miei amici.
Cameron Dallas
Frasi di Cameron Dallas
Fare qualcosa di impossibile è sempre stato il mio sogno. A volte però, strafare prende il soprav
vento
. L'ho capito a Rio. Quando le bandiere azzurre coprivano gli spalti ... lo sognavo da quindici anni. È invece, è stato solo una liberazione dalla pressioni di tutti quelli che si aspettavano che tornassi con l'oro. E dalla mia pressione. Ero orgoglioso e fiero, ma la vittoria olimpica non era neppure la metà di quella gioia pura e istintiva che ho vissuto da bambino quando, dopo allenamenti e sfide perse, ho superato mio padre in mare. Vincere è una gioia a metà. Mi piace il percorso che mi spinge ad arrivare, le emozioni, i momenti in cui ho pensato di smettere e quelli in cui mi vedo leggendario, 10 record di fila. A Rio la voglia di strafare è diventata paura. La gioia non goduta mi ha fatto capire che dovevo schiarirmi le idee.
Gregorio Paltrinieri
Cit. da
Il peso dell'acqua
Frasi di Gregorio Paltrinieri
Diario, io ti lancio nel vuoto
|
come una colpa.
|
Nessuno saprà mai l'immane fatica
|
di scrivere nel
vento
.
|
Oh, il
vento
|
che ha asciugato le mie lacrime,
|
basterebbe essere la mia sola scrittura.
|
Ma il
vento
non sa leggere
|
e io non so più parlare
Alda Merini
Titolo della poesia:
Diario, io ti lancio nel vuoto
Frasi di Alda Merini
a Marina
|
|
Le rondini non si fermano più
|
nelle trame del
vento
|
si coprono di assurde balaustre
|
le ore son demolite da tempo
|
i secoli non parlano di memoria
|
gli assiri e i babilonesi
|
convergono nelle mie mani
|
con disegni schizzati di agonia
|
m'hanno insegnato a non parlare più
|
a non correre, a non dire che peno
|
e che temo la tua resurrezione.
|
Così avvicinandosi Pasqua
|
non aprirò l'uovo secolare
|
della mia fecondissima infanzia
|
mio padre e mia madre memorie morte
|
è traslocato persino il diluvio
|
abito nei castelli di Kafka
|
da tanto tempo..
Alda Merini
Frasi di Alda Merini
Le capre brucano l'erba pazienti,
|
incuranti della guerra e dei segni di Dio.
|
Sanno benissimo che verranno sacrificate.
|
Più sagge di noi non dicono al
vento
|
le loro umane paure,
|
ma sono animali come noi:
|
come noi hanno un'anima lieve.
Alda Merini
Titolo della poesia:
Le capre brucano l'erba pazienti
Frasi di Alda Merini
Nelle mani di Vanni Scheiwiller di
vento
un pesce.
Alda Merini
Frasi di Alda Merini
Nessuno mi pettina bene come il
vento
.
Alda Merini
Frasi di Alda Merini
Perché mi dici cose fuggenti
|
che non sanno di vero,
|
perché inganni te stessa?
|
Il violino armonico che avevi dentro
|
si è rotto per sempre.
|
Inutile sperare...
|
Così spero che qualcuno
|
bussi alla porta,
|
e non solo il
vento
.
Alda Merini
Titolo della poesia:
Perché mi dici cose fuggenti
Frasi di Alda Merini
Egli uscì a testa alta, col volto lucido di quel sorriso, che sembra illuminarsi dall'interna contentezza di un buon pranzo.
Aveva mangiato copiosamente, solo ad un tavolino dell'ampia sala bislunga, nella quale gli av
vento
ri rumoreggiavano, e i camerieri in giacchetta nera e cravatta bianca mutavano correndo i piatti sporchi coi piatti pieni, fra l'incrociarsi degli ordini e il vocìo saliente delle conversazioni. Parecchie donne della piccola borghesia pranzavano in cappellino, colle mantiglie ripiegate sul dossale delle sedie, perché gli attaccapanni delle pareti erano già carichi di pastrani e di cappelli maschili; ma nessuna era bella, e tutte avevano nell'atteggiamento quel ritegno nervoso, che tradisce nel suo stesso disagio la brama di attirare l'attenzione. Da alcuni tavoli affollati di studenti il chiasso si allargava come un'onda, facendo spesso rivolgere le teste con atto fra furioso e scontento di tale trivialità non abbastanza giustificata dal buon mercato del luogo e dalla eccellente riputazione del suo vino.
Alfredo Oriani
Cit. da
Olocausto ‐ Incipit
Frasi di Alfredo Oriani
Casola Valsenio, 25 dicembre 1885.
Sono caduto il giorno tre di questo mese nel pomeriggio. La giornata era fosca. Grosse nuvole oscillavano nel cielo sotto la pressione di un
vento
troppo alto per essere sentito. L'aria, ancora più calda che umida, bagnava tutte le piante come di un sudore malato.
Nella caduta non ero solo, ma fortunatamente fui solo ad azzoppirmi.
Alfredo Oriani
Cit. da
Fino a Dogali ‐ Incipit
Frasi di Alfredo Oriani
Orson Welles era come il
vento
: arrivava all'improvviso per poi scomparire con altrettanta velocità. Un giorno poteva girare per ore con incredibile intensità, ma il giorno dopo, magari, non si presentava sul set.
Jeanne Moreau
Frasi di Jeanne Moreau
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Questa pagina è stata utile? Speriamo di sì.
Scrivi un commento. La tua opinione è importante!
LE PIÙ BELLE le inviamo via e-mail
E-mail
OK