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Benazir Bhutto
Benazir Bhutto
Frasi di Benazir Bhutto - pagina 6
Benazir Bhutto
Politica pakistana
21 giugno 1953 - 27 dicembre 2007
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Quando le donne sono rispettate e considerate alla pari con gli uomini, si moltiplicano e migliorano le premesse sociali necessarie a far entrare una nazione nella comunità globale.
Noi rappresentiamo il futuro del Pakistan moderno, un futuro nel quale non c'è posto per l'ignoranza, l'intolleranza e il terrorismo. Le forze dei moderati e le forze della democrazia devono prevalere ‐ e prevarranno ‐ contro l'estremismo e la tirannia. Non mi lascerò intimidire.
[...]
Malgrado le minacce di morte, non indietreggerò davanti alla tirannia, ma mi metterò alla testa di chi la combatte.
Al tempo di mio padre venivano trasmessi film, commedie, sceneggiati, dibattiti e programmi per insegnare a leggere e a scrivere. Ora, quando accendo l'apparecchio, non c'è altro che Zia: Zia che tiene un discorso, discussioni sui discorsi di Zia, programmi di notizie censurate sugli incontri di Zia.
La ristrutturazione dell'economia del Pakistan promessa da Ayub era fallita, mentre la sua famiglia e un altro piccolo gruppo si erano arricchiti. Negli undici anni durante i quali Ayub rimase al potere, un gruppo noto come «ventidue famiglie» aveva praticamente nelle mani tutte le banche, le compagnie di assicurazione e le maggiori industrie del paese. Questa situazione scandalosa spingeva centinaia e poi migliaia di persone ad ascoltare gli appelli di mio padre per una riforma sociale ed economica.
In Pakistan ogni musulmano era sempre stato libero di decidere se digiunare o no durante il mese sacro del ramadan. Sotto Zia i ristoranti pubblici e gli spacci di viveri ebbero l'ordine di chiudere dall'alba al tramonto. Nelle università veniva tolta l'acqua dalle fontane e persino nei bagni per impedire che qualcuno bevesse durante il digiuno. Bande di fondamentalisti si aggiravano per le strade e bussavano alle porte nel cuore della notte per assicurarsi che la gente preparasse il sehri, il pasto da consumare prima dell'alba. Chi fumava sigarette, beveva acqua o mangiava in pubblico era punibile con l'arresto. Non doveva più esserci spazio per la scelta personale nel Pakistan, ma solo il pugno di ferro di un regime che si spacciava per religioso.
L'attuale governo del Pakistan ha dichiarato ingovernabili ampie zone del nostro paese, cedendole alle forze filo-talebane e pro Al Qaeda. Io credo invece che siano governabili. Dobbiamo essere realistici circa la realtà storica e politica del Pakistan. Forse in un modo perfetto l'esercito non occuperebbe un ruolo nella politica. Da questo punto di vista il Pakistan è men che perfetto.
Se il popolo pachistano mi rifarà l'onore di concedermi l'opportunità di governare, intendo mettere in pratica tutto ciò che predico, intendo far sì che le mie azioni corrispondano alle mie parole, trasformare il Pakistan in un modello positivo per il miliardo di musulmani sparsi nel mondo, per il nostro futuro nel nuovo millennio. Nel mio Paese da sessant'anni si alternano dittatura militare e democrazia e il futuro è strangolato dall'oppressione politica e dalla stagnazione economica. Da circa dieci anni siamo governati da una dittatura militare, da almeno cinque siamo minacciati da un movimento terroristico internazionale che malauguratamente pare aver scelto come proprio epicentro le aree tribali del Pakistan. Questi non sono tempi ordinari, ma tempi che esigono di ricorrere a soluzioni fuori dall'ordinario.
Nella nostra cultura dominata dai maschi, i ragazzi venivano sempre favoriti rispetto alle ragazze e non solo ricevevano spesso un'istruzione ma in certi casi venivano serviti a tavola per primi mentre la madre e le figlie dovevano aspettare. Nella nostra famiglia, tuttavia, le discriminazioni non esistevano. Se mai, ero io a ricevere la massima attenzione.
Musharraf continua a godere del sostegno della comunità internazionale e delle forze armate del Pakistan. Ma tale sostegno non sostituisce la volontà della gente, che è priva di potere e disincantata.
L'oratoria aveva sempre avuto un potere molto forte nel subcontinente asiatico, dove gli analfabeti erano così numerosi. Milioni di persone erano state condizionate dalle parole del Mahatma Gandhi, di Jawaharlal Nehru, di Mohammed Ali Jinnah, di mio padre. Il racconto orale, la poesia e l'oratorio facevano parte della nostra tradizione.
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